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FATTORI DELLA PRODUZIONE
I fattori di produzione possono essere DIRETTI o INDIRETTI.
DIRETTI
- Beni naturali: sono i mezzi originari che l'uomo ha a disposizione (es. terreno, miniere, fiumi, vento, ambiente); sono cioè non producibili. Il compenso è detto rendita.
- Capitale: l'interesse su un capitale (diverso perché è un bene prodotto). Qualsiasi bene materiale prodotto reimpiegato nella produzione.
- Capitali immobili: cioè non trasportabili come un edificio.
- Capitali mobili: quelli cioè che si possono trasportare senza modificare l'attività produttiva come una macchina.
- Capitale fisso: se l'efficienza produttiva non si esaurisce in un unico impiego come un aratro.
- Capitale circolante: quello che si esaurisce in un unico impiego come la sementa.
Il proprietario del capitale si dice capitalista, e il suo compenso è detto interesse.
INDIRETTI
- Lavoro: distingue in lavoro manuale e intellettuale. Non viene
però collegato al concetto di fatica fisica o di impiego intellettuale, ma al concetto di utilità: il lavoro è una fonte indiretta di utilità. Si lavora per ottenere un compenso che servirà a sua volta per avere un'altra utilità. Il compenso del lavoro manuale è il salario, di quello intellettuale lo stipendio. Sono organizzati dall'imprenditore.
Organizzazione è l'azione di coordinamento. Nell'impresa infatti è la figura dell'imprenditore che esplica la funzione di organizzazione dei fattori della produzione. L'imprenditore ottiene così un profitto o tornaconto che può essere positivo o negativo, da qui il concetto di rischio.
INDIRETTI
Riguardano lo stato, la cooperazione e la specializzazione del lavoro, l'accumulazione di cognizioni utili, la densità di popolazione ecc.., sono cioè una serie di circostanze che agevolano la produzione. Si parla quindi di stato
ammortamento Quote di interesse: rappresentano il costo del capitale preso in prestito. Si dividono in: Interessi passivi: interessi pagati per il capitale preso in prestito Interessi attivi: interessi guadagnati dal capitale prestato Quote di riserva: rappresentano una somma di denaro messa da parte per far fronte a eventualiimprevisti o per finanziare futuri investimenti Quote di ricerca e sviluppo: rappresentano i costi sostenuti per la ricerca e lo sviluppo di nuovitecnologie o prodotti Quote di stipendio: rappresentano i costi del personale impiegato nella produzione Quote di materie prime: rappresentano i costi delle materie prime utilizzate nella produzione Quote di energia: rappresentano i costi dell'energia utilizzata nella produzione Quote di trasporto: rappresentano i costi del trasporto dei prodotti finiti Quote di assicurazione: rappresentano i costi dell'assicurazione dei beni prodotti Quote di tasse: rappresentano i costi delle tasse pagate dall'azienda Quote di spese generali: rappresentano i costi delle spese generali dell'azienda (ad esempio, affitto,utenze, ecc.)ma riceve il profitto o il tornaconto dalla sua attività imprenditoriale.quantità prodotta. - Costi variabili = che aumentano o diminuiscono proporzionalmente alla quantità prodotta. - Costi marginali = che rappresentano l'incremento o la diminuzione dei costi totali per produrre un'unità aggiuntiva di prodotto. Il reddito differenziale è ottenuto dalla differenza tra il costo totale e il costo variabile. Può essere positivo o negativo a seconda che il costo totale sia maggiore o minore del costo variabile. Il profitto, invece, non è considerato un costo ma un compenso per l'attività svolta. Per determinare il livello di produzione ottimale per massimizzare il profitto, si analizza il costo marginale. Questo rappresenta la spesa aggiuntiva necessaria per produrre un'unità in più di prodotto. Il livello di produzione di massimo profitto si raggiunge quando il costo marginale è uguale al prezzo di vendita. Inoltre, si studia il comportamento dei costi al variare della quantità prodotta. Non tutti i costi di produzione si comportano allo stesso modo. Si distinguono tre tipi di costi: - Costi costanti, che non variano al variare della quantità prodotta. - Costi variabili, che aumentano o diminuiscono proporzionalmente alla quantità prodotta. - Costi marginali, che rappresentano l'incremento o la diminuzione dei costi totali per produrre un'unità aggiuntiva di prodotto.quantità prodotta (es. affitto di un locale).- Costi proporzionali = sono direttamente proporzionali alla quantità prodotta (più km percorro più consumo gasolio).- Costi variabili = variano ma non in modo proporzionale. Seguono la legge della produttività decrescente. Al variare della produzione questi costi cambiano: in funzione della quantità, aumentano la produzione i costi costanti diminuiscono e quelli proporzionali sono costanti.IL MERCATO
Per mercato si può intendere l'insieme delle circostanze che permettono l'incontro di domanda e offerta. Sul mercato si formano i prezzi. Come consumatore rappresenta il sacrificio per acquistare qualcosa, diventa fonte di reddito per coloro che hanno realizzato la produzione.
Forme di mercato:
- MERCATO PERFETTO: In cui ci sono tanti richiedenti e tanti offerenti che hanno quindi piccole quantità da vendere tutte uguali, omogenee. Si ha quando si verificano tutte queste
condizioni:
- La merce è suddivisibile in quantità trascurabili rispetto alla domanda e all'offerta.
- Compratore e offerente spostano liberamente domanda/offerta da un soggetto all'altro.
- La merce sul mercato è completamente uguale.
- Aspetto dell'informazione: tutti conoscono la quantità di merce presente sul mercato e il prezzo in ogni momento.
- L'accesso è libero.
- Tutti dispongono di piccole quantità di merce.
È un mercato teorico, non realmente esistente, ma ci si può solo avvicinare.
Nel mercato perfetto vige la legge dell'indifferenza: unità identiche della stessa merce, in uno stesso istante realizzano lo stesso prezzo così si realizza il PREZZO DI EQUILIBRIO. È quindi garantita la trasparenza del mercato. Se i beni vengono diversificati, non ci si trova più in questo modello. In un mercato perfetto il prezzo è unico e in equilibrio.
- CONCORRENZA
PERFETTA sia compratori che venditori sono tanti, ognuna opera per piccole quantità, non è cioè in grado di influenzare il mercato e di modificarlo, l'uscita o l'entrata di un nuovo operatore non modifica il mercato, si accetta il prezzo che si forma sul mercato. Un aspetto che permette di classificare i mercati è la concentrazione della domanda e dell'offerta. - MONOPOLIO in cui ho un unico offerente e molti richiedenti (quindi il monopolista cercherà di avere un prezzo che è superiore al costo). - MONOPSONIO un unico acquirente e tanti produttori. - OLIGOPOLIO pochi produttori che dominano il mercato rispetto alla domanda diffusa (alta domanda, tanti consumatori). Questo caso è quello del NOSTRO MONDO DELL'INDUSTRIA. Questo può essere omogeneo (pochi produttori che producono una stessa quantità di beni) o differenziato (pochi produttori che hanno pochi prodotti che si differenziano unpo' fra di loro) questo concetto si può riassumere con la CONCORRENZA MONOPOLISTICA (es. pasta barilla): cerco di fare concorrenza agli altri differenziando il prodotto che rimane comunque in concorrenza.
Nelle politiche di oligopolio c'è la differenziazione della merce (marca) quindi si può fissare anche il prezzo. L'oligopolista può quindi agire sul mercato, non subirlo soltanto ma anche influenzarlo. → - OLIGOPSONIO l'opposto = pochi acquirenti di fronte a molti produttori. → - DUOPOLIO due grandi imprese offerenti di pari capacità produttiva e potenza finanziaria e una domanda in perfetta concorrenza atomistica. Due produttori oppure due richiedenti. → - MONOPOLIO BILATERALE un solo offerente e un solo acquirente. → - MERCATO IMPERFETTO i produttori, pur essendo numerosi e nessuno dominante, riescono in qualche modo a liberarsi della concorrenza perfetta. È LA NOSTRA. È quello che si oppone l'
concetto di concorrenza perfetta. È caratterizzato dalla presenza di beni che sono differenziati per caratteristiche reali oppure indotte (es. la confezione), questo ha come effetto di limitare la concorrenza e di creare la differenziazione del prezzo non c'è più quindi un prezzo unico. Il mercato imperfetto si allontana dalla concorrenza perfetta senza però per questo avvicinarsi al monopolio. - CONCORRENZA MONOPOLISTICA un prodotto può essere prodotto da chiunque, ma è differenziato da una caratteristica particolare (es. Barilla). La differenziazione si ha ad esempio mettendo un marchio oppure attraverso la pubblicità. FORME DI MERCATO Il mercato viene classificato in base a: - Atomizzazione dell'offerta - Omogeneità tra produttori e venditori - Trasparenza del mercato - Libertà di ingresso del mercato La differenziazione (contrario di omogeneità) dei prodotti può essere reale o indotta.no:- Fisica
- Tecnica
- Estetica
- Psicologica
- Avere barriere di entrata e in uscita.
- Economie di scala
- Disponibilità di brevetti
- Scarsezza di fattori produttivi
- Differenziazione dei prodotti