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NOME POSS PLUR COM

1 4 5 6

3.4 Aggettivo

L’aggettivo segue direttamente il nome che qualifica; occupa la seconda posizione (2) della catena nominale e precede

qualsiasi altro infisso. Unica eccezione ku , che può precedere il sostantivo. In una catena nominale vi è un solo

3

aggettivo, che può occasionalmente essere ripetuto (vd. sotto).

Molti aggettivi presentano il suffisso nominalizzante o subordinante -a e in generale è difficile determinare una

distinzione tra radici di verbi di stato e aggettivi.

3.4.1 Reduplicazione dell’aggettivo

Alcuni aggettivi possono essere reduplicati. In generale ciò può esprimere: 13

Verderame, Appunti di lingua sumerica e scrittura cuneiforme, Sapienza a.a. 2016-17

a) intensità (in particolare con aggettivi legati a colore o luce),

b) plurale del nome che qualificano.

ki

uru -kug-kug-ga-am «le città sono sante» (Enki e Ninhursaĝa 1)

3

3.5 Costruzione genitivale

Una costruzione genitivale è composta da un reggente e un retto (es. “il cane del re”: cane = REGGENTE, del re =

RETTO). In sumerico il rapporto genitivale è espresso da una catena nominale (RETTO) inclusa nella catena nominale

(REGGENTE). La catena nominale del retto è inserita in posizione 3 nella catena nominale del reggente; comincia con

il nome ed è chiusa dalla marca del genitivo -ak. Una catena genitivale composta da più elementi rispetterà la stessa

regola per cui il primo reggente ingloberà nella posizione 3 la catena nominale del primo retto; quest’ultimo è a sua

volta reggente del secondo retto e ne ingloberà la catena nominale in posizione 3 e così via. Indicando con A, B e C

altrettante termini in rapporto genitivale, avremmo: ak ak

A1 - A2 - A3 {B{C} } - A4 - A5 - A6 - A7

A1 NOME B1 NOME C1 NOME

A2 AGG B2 AGG C2 AGG

(B) (C)

A3 GEN B3 GEN C3 GEN

A4 POSS B4 POSS C4 POSS

A5 PLUR B5 PLUR C5 PLUR

A6 CASO ak ak

A7 COP la casa del figlio del re

reggente retto

NOME NOME (ak)

reggente retto

NOME NOME

e - dumu- lugal-ak-ak

2

Assimilazione della /a/: dopo una vocale la /a/ è assimilata

Caduta della k: la /k/ è resa di norma solo se seguita da una vocale,

d d

nin-ĝir -su(-ak) “il signore di Ĝirsu”, nin-ĝir -su-ke (NOME+NOME+GEN+ERG, nin + ĝirsu + (a)k +e).

2 2 4

d nin-ĝir -su(-ak)

2

“il signore di Ĝirsu”

d nin ĝir su ke

2 4

nin ĝirsu ak e

NOME NOME GEN ERG

Significato: specificazione e possesso. In quest’ultimo caso nota le costruzioni senza reggente, ma con copula, es.

d nanše-kam (NOME + GEN + COP /nanše-(a)k-am) “(egli) è di Nanše”. d

Nomi divini nin-/en-: molti dei nomi divini composti con en-/nin- + nome sono costrutti genitivali, nin-tu(r) “signora

d

delle nascite (nin “signora” + tu “partorire”); en-ki “signore della terra” (en “signore” + ki “terra”; ergativo: en-ki-ke ).

4

Nelle costruzioni verbali infinitivali il genitivo può fare le veci dell’agentivo, rimpiazzando l’ergativo (N1 R-a N2 -ak).

ESEMPI

dumu-ensi -lagas(a){ki}-ka-ke

2 4

NOME + NOME + NOME + GEN + GEN + ERG

nam-ti-ensi -lagas(a){ki}-ka-še

2 3

NOME + NOME + NOME + GEN + GEN + TERM

gu -edin-na-{d}nin-ĝir -su-ka-ka

2 2

NOME + NOME + GEN ((a)k) + GEN (ak) + LOC (-a)

«Nel Gu'edena di Ninĝirsu» (Gudea Cil. A 367)

e -diĝir-gal-gal-e-ne-ka

2

NOME + NOME + AGG + PLUR + GEN + LOC 14

Verderame, Appunti di lingua sumerica e scrittura cuneiforme, Sapienza a.a. 2016-17

«Nella casa dei grandi dèi» (Inanna e Šukaletuda 84)

me-gal-diĝir-re-e-ne-ke 4

NOME + AGG + NOME + PLUR + GEN + LOCTERM

«... al grande ME degli dèi» (Enki e l’ordine del mondo 227)

3.5.1 Genitivo anteposto

In alcuni casi il retto con la marca del genitivo può essere seguito dal reggente con la marca del possessivo che richiama

il retto, es. lugal-la e -a-ni (NOME + GEN NOME + POSS /lugal-a(k) e -ani/) “del re la sua casa = la casa del re” (= e -

2 2 2

lugal-la).

Esempi

a -na za -mi -bi-im kalag-ga-na šir -bi-im «la lode della sua forza, il canto della sua forza» (Šulgi B:

2 3 2 3

4)

3.6 Pronomi possessivi

Nella catena nominale il concetto di possesso è espresso tramite un morfema che occupa o pronome possessivo (POSS)

che occupa la quarta posizione (4). Sono distinte tre persone (1, 2, 3) e due numeri (singolare e plurale). Per le 3

persone si distingue una forma per la classe A o degli animati (-ani, -anene) e una per la classe B o degli inanimati (-bi).

Per la 1 e la 2 persona questa distinzione non sussiste perché le due forme si possono trovare solo in un discorso diretto

(«io ... tu ...») e come tali sono riferibili solo a termini della classe A o degli animati.

Pur qualificando il nome della catena nominale in cui è inserito, il pronome possessivo si concorda con il nome a cui si

riferisce e che riprende. Nella frase «il padrone prese il suo cane», “suo” qualifica “cane” ma è riferito a “padrone”,

termine della classe A, per cui «il suo cane» sarà /ur-ani/; nella frase, invece, «il cane morse il suo padrone», “suo”

qualifica padrone ma è riferito a “cane”, termine della classe B, per cui «il suo padrone» sarà /en-bi/.

Sing. Plur.

1 -ĝu (MU) mio 1 -me nostro

10

2 -zu tuo 2 -zu-ne-ne vostro

3 A -a-ni suo 3A -a-ne-ne loro

3 B -bi 3b -bi

Per la 2 pl. sono attestate altre grafie: -zu-e-ne-ne, -zu-ne. La 3 persona distingue due forme, una per la classe A (s. -a-

ni, pl. -a-ne-ne) e una per la classe B (-bi).

La /i/ di -ani e di -bi se seguita da una vocale si assimila quest’ultima; questo è abituale, per esempio, con il suffisso

plurale /ene/ (/-ani-ene/ > -a-ne-ne) o con la /a/ del locativo (...-ba < ...-bi-a).

3.6.1 Il pronome suffisso -bi

Il pronome suffisso -bi può essere reso anche come pronome deittico, quando riprende una frase precedente.

d

ki en-ki dam-a-ni-da ba-an-da-nu -a-ba ki-bi ... «nel luogo dove Enki e la sua sposa si stesero, quel luogo ...» (Enki e

2

Ninhursaĝa 6s.)

ud-ba (<ud-bi-a) «in quel giorno, allora»

Uso di -bi per l'avverbiale

“come un giovane che costruisce la casa per la prima volta” (Gudea Cil. A, xix 22:

lu2-tur gibil-bi e2 du3-gin7; Maledizione di Agade, 10: lu2-tur gibil-bi e2 du3-u3-gin7)

3.7 Plurale (5)

Il singolare non ha alcuna marca. Per il plurale le due classi prendono forme diverse:

A: -ene- (posizione 5 della catena nominale);

• B: reduplicazione del termine.

Per i nomi collettivi e per i nomi della classe A la reduplicazione indica totalità (es. eren “truppe”, eren -eren “la

2 2 2

totalità delle truppe”). 15

Verderame, Appunti di lingua sumerica e scrittura cuneiforme, Sapienza a.a. 2016-17

3.7.1 hi-a

Forma nominalizzata del verbo hi “mischiare”, si trova come marca per indicare una pluralità indefinita (es. udu-hi-a

“ovini” (lit. “pecore varie”)).

3.7.2 -meš

Scritto sillabicamente -me-eš o abbreviato -me e, invece, con il segno MEŠ nei testi tardi, è composto dalla copula

enclitica più suffisso plurale e si usa per formare il plurale della classe A, sebbene nei contesti posteriori accadici non

sussista questa distinzione (es. mul.meš “le stelle”).

3.8 Casi (6) 5

Il sumerico distingue propriamente, ovvero mediante marche, otto casi , ovvero desinenze casuali poste sempre a

termine della catena nominale (6; a essi può seguire solo la copula). Se ne aggiungono teoricamente altri due, non

marcati (assolutivo o oggettivo) o che chiamiamo per comodità “caso” ma che di fatto non lo sono (genitivo).

Alcuni casi tendono a essere assimilati o scomparire (erg., gen., dat.), altri invece sono sempre resi anche (loc., com.,

term., abl.strum.).

Tutti i casi ad eccezione di gen., ass., erg. ed equ., possono essere ripresi nella catena verbale mediante gli infissi

dimensionali (XXX).

I casi sono: 1. assolutivo (0; A/B): soggetto del verbo intransitivo o oggetto del verbo transitivo;

2. ergativo (/e/; A/B): agente, ovvero soggetto di un verbo transitivo;

3. dativo (/ra/; A): dativo “a ..., per ...”;

4. locativo (a; B): stato in luogo, “in ..., nel ...”;

5. comitativo (da; A/B): “con ..., assieme a ..., al lato di ...”;

6. terminativo (še(ŠE ); A/B): moto a luogo “verso . . . ”; causa “in rela- zione a ..., a causa di ...”;

3

temporale, “fino a ..., durante ..., per ...”;

7. ablativo-strumentale (ta; B): moto da luogo/temporale “da ...”; strumentale/mezzo “con . . . , per

mezzo di . . . ”; modale indicando uno stato d’animo; distributivo “per ciascuno . . . ”;

8. locativo-terminativo (e; B): direzionalità (dativo per la classe B), ma si trova solo con alcuni verbi;

9. equativo (gin (gin /GIM); A/B): paragone “come . . . , alla maniera di . . . ”.

7

3.8.1 Assolutivo

È il caso, privo di terminazioni (0) che viene utilizzato per indicare il soggetto di un verbo intransitivo o l’oggetto di un

verbo transitivo, ma anche il vocativo e gli elementi della costruzione infintivale asintattica.

3.8.2 Ergativo

È indicato dalla posposizione /e/, come il locativo (§3.8.8). Questa può essere scritta -e oppure con un segno -Ce. Dopo

una vocale può assimilarsi; in questi casi le grafie sono solitamente -e, -a o -ù. Spesso la scrittura impedisce di intuire la

6

realtà fonetica, così dopo i suffissi possessivi /ani/ e /bi/ è difficile dire se siamo in presenza di assimilazione o meno .

La posposizione ergativa /e/ denota il soggetto di verbo transitivo. Nelle costruzioni infinitivali si trova solo con

R(hamṭu)-a nella cosiddetta costruzione Mesanepada (§xxx). L’ergativo denota entrambe le classi A e B. In aggiunta ai

pronomi personali (§xxx) può denotare i soggetti dei verbi sia transitivi che intransitivi.

3.8.3 Dativo

La posposizione utilizzata è /-ra/, spesso scritta con il segno RA. Può essere ridotta a r dopo una vocale, specialmente

dopo /-ani/ o /-ene/. Nei testi più antichi il dativo è regolarmente omesso dopo una vocale, ricorrendo solo dopo una

consonante, anche quando questa è omessa, es. nin-ĝir -su-ra (*nin-ĝir.su-ak-ra) “a Ningirsu”.

2

Il dativo è utilizzato solo con la classe A, laddove per la classe B si usa il locativo-terminativo (§3.8.8).

NP-ra u -na

Dettagli
Publisher
A.A. 2016-2017
30 pagine
1 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-OR/03 Assiriologia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher bhagwati.mbb di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Introduzione alla lingua accadica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Verderame Lorenzo.