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Definizioni di Genuinità e Salubrità degli Alimenti
Della genuinità si hanno due definizioni: la prima, di tipo letterale, secondo la quale è genuino l'alimento che è conforme alla sua composizione naturale in quanto non contiene sostanze estranee alla propria natura, dunque, il prodotto non modificato. La seconda, formale, secondo cui è genuino l'alimento conforme agli standard prescritti dalla legislazione.
Per salubrità si intende il permanere delle qualità sensoriali e nutrizionali in un alimento durante tutta la shelf life, l'alimento in grado, potenzialmente, di arrecare danno alla salute.
Si dice invece pericoloso l'alimento non solo pericoloso, si definisce, infine, nocivo ma la cui ingestione comporta la certezza di un danno.
Appare poi opportuno precisare che parlando di frode alimentare, ci si riferisce ad una pluralità di condotte illecite, volte alla adulterazione, alterazione, contraffazione, sofisticazione dei prodotti alimentari. Possiamo
Operare una distinzione tra frodi sanitarie, che si sostanziano in condotte idonee a rendere nocive le sostanze alimentari e pertanto costituiscono un attentato alla salute pubblica, e le cosiddette frodi commerciali, che ledono i diritti contrattuali e patrimoniali del consumatore, senza tuttavia che vi sia una alterazione delle qualità dell'alimento tali da renderlo nocivo.
Le frodi sono:
- Adulterazione: consiste nel mutamento della natura degli alimenti aggiungendovi o componenti modificandone l'apporto nutrizionale: si pensi ad esempio sottraendovi uno o più oli d'oliva misto ad olio di semi che viene, però, immesso sul mercato come olio d'oliva.
- Alterazione: consiste nel cambiamento intrinseco di un prodotto naturale o artificiale a causa di agenti esterni spesso dovuta ad un'inadeguata conservazione, della composizione del prodotto alimentare stesso, tale da intaccarne le caratteristiche nutrizionali: casi tipici sono...
quellidell'errato scongelamento carne o dell'esposizionedella degli alimenti agli agenti atmosferici.
Contraffazione: far apparire un prodottoalimentare, dotato di caratteristiche, diverse da quelle che possiede realmente o la riproduzioneo l'imitazione di un prodotto per farlo credere autentico: si pensi, ad esempio, allamoscato d'uva ocommercializzazione del sidro come della margarina venduta come burro,all'utilizzo improprio delle denominazioni di origine controllata.
Sofisticazione: consiste, infine nell'operazione fraudolenta, attuata volta a modificare i prodotti alimentari mediante l'aggiunta di sostanze che possano variare l'aspetto e le caratteristiche, cosida ingenerare la convinzione che possiedano qualità che in realtà non hanno: è il casodi coloranti alla pasta per farla sembrare all'uovo, dell'aggiunta di nitriti alle
carnidell'aggiunta rosse, dell'annacquamento del vino, aggiunta di metanolo nelper farle sembrare piu vino perallungare la shelf life (sopra una certa soglia è nocivo) Le non conformità possono essere suddivise in:- Non conformità dolose che sono: sofisticazione e contraffazione prodotte consapevolmente ein modo fraudolento per lo scopo di lucro
- Non conformità colpose che sono: adulterazione e alterazione date dalle negligenzedell'OSA quindi senza un'azione fraudolenta e dunque senza scopo di lucro
- Differenze tra legislazione preventiva e repressiva? Fai un esempio per ogni tipo dilegislazione:
La sostanziale differenza tra legge di tipo repressivo e quella di tipo preventivo è che la prima restringe la platea della tutela mentre la seconda allarga la platea della tutela. Nella legislazione repressiva il ruolo assegnato all'organo pubblico era quello di accertatore delle violazioni mentresuccessivamente
In quella preventiva passò a quello di collaboratore del destinatario dei controlli per il raggiungimento di un più elevato livello di sicurezza igienica degli alimenti. Esempi di legge repressiva sono il Regio Decreto del 1934 e la Legge 283/1962 che mira a tutelare la genuinità degli alimenti, la salute dei consumatori e la lealtà commerciale. Esempio di legge preventiva è il sistema HACCP regolamentato dal Decreto Legislativo 155/1997.
2. Perché esiste una gerarchia delle fonti? Quali sono le fonti più importanti della legislazione alimentare?
Nell’ordinamento giuridico italiano, come nella maggior parte degli ordinamenti giuridici moderni, esiste una pluralità di fonti di produzione. Per questa ragione sorge la necessità di stabilire quali fonti sono prevalenti rispetto ad altre. La preminenza di una fonte giuridica sulle altre si dice “gerarchia delle fonti”. Il criterio della gerarchia delle fonti giuridiche
prevede che una fonte subordinata rispetto ad altre, non può contenere delle disposizioni che contrastino le norme di livello gerarchico superiore, né può modificarle, né può abrogarle. La gerarchia delle fonti nel nostro ordinamento giuridico è la seguente:
- Costituzione, leggi costituzionali, leggi di revisione costituzionale
- Regolamenti comunitari
- Leggi formali e sostanziali
- Leggi regionali
- Regolamenti
- Usi e consuetudini
Le fonti in materia di legislazione alimentare sono:
- Regio Decreto 1934 (legge quadro), sezione I del titolo IV dedicata alla vigilanza igienica "sulla genuinità e salubrità degli alimenti e delle bevande". Questo titolo è stato poi modificato dalla legge 283/1962 con il dichiarato intervento di costruire la normativa di riferimento a tutto campo in materia di produzione e vendita di alimenti e bevande.
- Costituzione italiana art. 32: "ogni cittadino ha
diritto ad avere da parte dello Stato una assistenza sanitaria”. Garantisce la salubrità dell’alimentazione.
art. 117: “concorrenzialità tra regioni e stato nel potere di legiferare in ambito alimentare”
o Codex Alimentarius
o Libro verde (1997)
o Libro bianco (2000)
o Regolamenti: leggi a efficacia immediata
o Direttive: portata generale, per entrare in vigore devono essere recepite dagli Stati
Raccomandazioni: norme di indirizzo
Cos’è una direttiva e cos’è un regolamento? Descrivere brevemente la differenza tra i due.
3.4. Differenze e definizioni di Direttive europee e Regolamenti
Il recepimento della normativa emanata dagli organi dell'Unione europea è regolato dalla Legge Comunitaria (1989) che disciplina modalità e tempi per la trasposizione delle direttive. La Direttiva sul modo di regolarsi e sulla condotta da seguire, data da un’autorità. è un'indicazione, norma Obbliga gli stati
Membri a cui è rivolta ad un determinato risultato, ma non ha effetto immediato in quanto deve essere prima recepito. Il recepimento consiste nell'adozione di misure di portata nazionale che consentono allo stato di conformarsi ai risultati previsti dalla direttiva. Invece il Regolamento non necessita di alcuna misura particolare per poter essere applicato, perché ha effetto immediato in tutti i paesi dell'Unione europea. Grazie ad una legge del 1° gennaio 2005, per ogni prodotto si può seguire il percorso che ha subito, cioè lo si può tracciare. Ciò nonostante, è fondamentale che gli operatori non immettano sul mercato prodotti di cattiva qualità, ma rispettino precise legislazioni. Sono numerosi i regolamenti che ridisegnano il quadro della legislazione alimentare: infatti dal 1° gennaio 2016 gli operatori hanno dovuto modificare le loro prassi operative per garantire una maggior sicurezza igienica, a partire dai
prodotti primari, ma tali norme igieniche si estendono anche al personale, agli ambienti di lavorazione e alle attrezzature. 5. Normativa Europea Dalla fine degli anni '50 ad oggi sono state proposte, elaborate ed attuate dalla comunità europea una serie di politiche atte a garantire un alto livello di sicurezza alimentare. I momenti salienti attraverso i quali si è giunti all'esistenza di un documento unico ed essenziale per migliorare le norme di qualità e rafforzare i sistemi di controllo di tutte le fasi della catena alimentare, sono: - 1997: emanazione Libro Verde della Commissione europea sui principi generali della legislazione alimentare - 2002: reg. 178/2002 come testo fondatore della nuova legislazione in materia di sicurezza alimentare e istituzione dell'autorità europea per la sicurezza alimentare - 2004: reg. 852,853,854 sull'igiene dei prodotti alimentari e le norme per i controlli ufficiali. 6. Cosa sono il libroIl Libro Verde può essere inteso come una serie di documenti della commissione europea pubblicati al fine di stimolare la riflessione a livello europeo su un tema particolare. Nel caso specifico, il Libro Verde del 1997 riguardava i principi generali della Legislazione alimentare e il suo miglioramento. Il dibattito in questione era volto a stabilire:
- In che misura le disposizioni normative esistenti in materia di prodotti alimentari rispondevano alle esigenze e alle attese dei consumatori, dei produttori e dei commercianti.
- In che misura le azioni volte a garantire l'indipendenza, l'obiettività, l'equivalenza ed l'efficacia dei sistemi di sorveglianza e di ispezione raggiungono il loro scopo, che è quello di garantire prodotti alimentari inoffensivi.
- In che modo la legislazione alimentare potesse essere elaborata in futuro.
Nel Libro Verde sono stati inoltre individuati 3 sistemi di controllo e verifica fondamentali.
per poter garantire la sicurezza alimentare, che sono ANALISI DEI RISCHI; PARERI SCIENTIFICI e I CONTROLLI E LE ISPEZIONI. Il Libro Bianco racchiude al suo interno dei documenti che contengono proposte di azione della Commissione Europea in un settore specifico, sono una sorta di prolungamento dei libri verdi, hanno proprio lo scopo di conseguire il consenso politico e non come nel caso dei libri verdi di presentare e discutere il problema in questione. Il Libro Bianco sulla sicurezza alimentare fu pubblicato nel 2000 stabilisce i piani per una nuova politica alimentare europea che garantisca degli standard elevati di alimentare. In particolare nel libro bianco si riflette sull'esigenza di avere un sistema di sicurezza dettagliato in modo da esaltare e da rendere più efficiente la sicurezza alimentare per fare questo bisogna intervenire e far coesistere tutti gli aspetti della filiera alimentare (ognuno ha un suo compito preciso): 1) I produttori di mangimi, gli agricoltori e gliilità di garantire la sicurezza e la qualità degli alimenti che producono e commercializzano. Per fare ciò, devono rispettare le normative vigenti e adottare pratiche corrette di igiene e sicurezza alimentare. Gli operatori del settore alimentare devono seguire le buone pratiche di produzione, che includono la corretta manipolazione degli alimenti, la pulizia e la disinfezione degli ambienti di lavoro, il controllo delle temperature di conservazione e la gestione corretta dei rifiuti. Inoltre, devono tenere traccia dei fornitori di materie prime e degli ingredienti utilizzati nella produzione degli alimenti, garantendo la loro provenienza e qualità. Devono anche etichettare correttamente i prodotti, fornendo informazioni chiare e complete sulle caratteristiche nutrizionali e sugli allergeni presenti. Per garantire la sicurezza degli alimenti, gli operatori del settore alimentare devono effettuare controlli regolari sulla qualità dei prodotti, sia internamente che attraverso laboratori esterni accreditati. Devono inoltre adottare misure preventive per prevenire la contaminazione degli alimenti da agenti patogeni, come ad esempio la salmonella o l'E. coli. Infine, gli operatori del settore alimentare devono essere in grado di gestire eventuali emergenze o crisi alimentari, mettendo in atto piani di emergenza e comunicando tempestivamente con le autorità competenti e i consumatori. In conclusione, gli operatori del settore alimentare hanno una grande responsabilità nella produzione e commercializzazione degli alimenti. La corretta applicazione delle normative e delle buone pratiche di igiene e sicurezza alimentare è fondamentale per garantire la salute dei consumatori.