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PURGATORIO

Dante spiega più avanti (canto XVII) l'ordinamento del Purgatorio, specularmente all'Inferno; Inferno e Purgatorio sono stati creati dalla caduta di Lucifero, angelo ribelle, il territorio ce si è ritirato ha creato la buca dell'Inferno e specularmente la montagna del Purgatorio, che è quindi altoquanto è profondo l'Inferno. Le anime del Purgatorio sono disposte in 7 cornici corrispondenti ai peccati capitali, in ordine decrescente di gravità, più si avanza, più si sale verso il Paradiso, all'inizio sono puniti i peccatori più gravi ovvero i superbi e in cima quelli meno gravi. Dante distingue i vizi capitali in tre categorie: desiderio del male altrui: superbia, invidia, ira – poco amore per il bene (indifferenza): accidia – amore eccessivo per le cose terrene: avarizia, gola, lussuria – c'è tra essi mobilità, a differenza dell'Inferno, le anime percorrono tutte.

le sette cornici, sostando inognuna il tempo necessario per purificarsi, questo a livello teorico perché in realtà Dante incontra leanime nella cornice del peccato che più li caratterizza; il Purgatorio in se è un luogo provvisorio,dopo il Giudizio Universale è destinato a svuotarsi, si può definire il regno del tempo: le animeragionano in termini di tempo numerabile, mentre le anime nel Paradiso e nell'Inferno ragionano intermini di eternità.

Le pene in Purgatorio non hanno solo carattere punitivo, ma anche rieducativo, c'è una minuziosaliturgia penitenziale, in ogni cornice vengono illustrati esempi negativi del vizio e esempi positividella virtù opposta di questi ultimi, il primo riguarda sempre la beata Vergine Maria.

Le anime del Purgatorio inoltre pregano, in ogni cornice viene recitata una preghiera diversa.

Quando Dante entra dalla porta del Purgatorio, l'angelo custode imprime sulla sua fronte 7 P,

Per ogni peccato capitale, man mano che Dante poi supera ciascuna cornice, gli viene tolta un P, in modo che arrivato in cima alla montagna, egli sia completamente mondato da quei peccati. Ogni volta che l'angelo cancella una P dalla fronte di Dante, pronuncia una delle beatitudini evangeliche (dal Vangelo di Matteo).

Ai piedi del monte c'è l'Antipurgatorio, il vestibolo del Purgatorio, dove si trovano coloro che si sono pentiti tardi, in fin di vita, e per questo devono sostare un po' là prima di entrare nel Purgatorio vero e proprio; in cima alla montagna si trova il Paradiso terrestre, l'Eden, dove Dio avrebbe creato Adamo ed Eva.

Tutto questo è un'invenzione di Dante, che dà forma artistica a un concetto teologico che era stato definito soltanto in tempi recenti, ovvero nel concilio di Lione del 1274, ancora nelle visioni duecentesche il Purgatorio non esisteva.

Jaque le Gauffe: la nascita del Purgatorio ('900)

Purgatorio =

stadio intermedio tra la dannazione e la salvezza, regno del tempo; ciò che preme alle anime là è abbreviare il tempo in cui si trovano in quel luogo, per questo chiedono a Dante di far sapere a chi è in vita che la loro anima si trova in Purgatorio; la nascita di questo stadio intermedio ha dato vita a una serie di opere di suffragio (preghiere, indulgenze), la chiesa, con l'accettazione teologica dell'esistenza del Purgatorio, afferma la propria giurisdizione anche sulla sorte delle anime nell'aldilà, perché il tempo che le anime passano là può essere contato, ma anche tradotto in moneta per la chiesa, in cambio delle quali compie le opere di suffragio che servono a abbreviare il tempo che l'anima passa là, cosa che poi viene combattuta dalla riforma luterana.

Canto I due terzine usate per l'esposizione, la proposizione di ciò che andrà a trattare; "navicella del mio ingegno".

immagine topica che tornerà anche in Paradiso (canto II); si volta pagina, si lascia indietro l'Inferno; la materia si innalza, non è cosa per tutti quello che stascrivendo, nell'invocazione alle Muse viene precisato che il massimo dell'aiuto sarà chiesto a Calliope, musa della poesia epica.

"piche": gazze, riferimento alle Metamorfosi di Ovidio, libro V, dove si racconta che le pieridi avevano sfidato le muse e per questo erano state trasformate in piche, quindi viene qui espresso il concetto di una trasformazione già avvenuta; invocazione alla divinità + cenno minaccioso verso chi ha osato spingersi troppo oltre.

Si entra poi nel vivo: viene recuperata per prima la dimensione cromatica, prima impressione di Dante: colore azzurro dell'aria, il cielo è sereno (nell'Inferno era tutto buio, il cielo non era visibile); seconda impressione: le stelle, adesso Dante si trova all'aperto e può vedere le

costellazioni (Venere è considerata una stella); il Purgatorio inizia all'alba, il sole sta sorgendo e per questo si vede anche Venere, egli dice che illumina la costellazione dei pesci, anche se questa cosa è stata dimostrata come impossibile; ci sono poi quattro stelle non viste mai da nessuno se non dai primi uomini, Adamo ed Eva, dovrebbero essere le quattro stelle della croce del sud, che ai tempi di Dante potevano essere state avvistate da qualche esploratore che si è spinta al di là dell'Equatore, rappresentano le quattro virtù cardinali. Dante stacca poi lo sguardo e c'è l'apparizione improvvisa di un vecchio solitario, dall'aspetto austero: è Catone l'Uticense, che in realtà non viene mai nominato, ma è lui che Dante ha scelto come guardiano del Purgatorio. Catone: anticesariano, che si è ucciso per non sottomettersi al suo regno, pagano e suicida, nonostante tutto si trova ad essere

guardiano del Purgatorio, finora Dante era sempre stato categorico nel dire che chi non crede nel Cristo redentore non può salvarsi, più avanti diventa più elastico; già a partire da Lucano (Farsalia) il caso di Catone è sempre stato visto come un suicidio particolare, inoltre il fatto che fosse oltre ciò anche nemico di Cesare può essere stato giustificato da Dante con il fatto che egli fosse in realtà non nemico dell'impero ma di Cesare, della sua persona e non contro le istituzioni. Dante parla di Catone in vari luoghi: - Convivio, libro IV, cap. 5 - Monarchia, libro II, cap 5 L'idea che ne viene di Catone è che fosse un paladino della libertà, è rappresentato come un custode coscienzioso, le sue prime parole infatti sono di lamento nel vedere persone che sembrano essere uscite dall'Inferno, si chiede infatti se i tempi fossero cambiati o dove andremo a finire se i dannati escono dall'Inferno.

oppure se fossero stati cambiati i dettami dall'alto, cosicché Dante e Virgilio sono arrivati alle "mie grotte" (primo accenno ad una descrizione del Purgatorio). Interviene poi Virgilio facendo sì che Dante facesse reverenza a Catone e spiegando che non è venuto di sua iniziativa ma perché Beatrice è scesa a chiederlo, per questo vorrebbero vedere le anime che si trovano all'interno del Purgatorio. Il discorso di Virgilio è una captatio benevolentiae perché vuole ingraziarsi Catone così che sia favorevole alla loro venuta e conclude dicendo: "or ti piaccia gradir la sua venuta: libertà va cercando ch'è si cara, come sa chi per lei vita rifiuta", la libertà di cui si sta parlando è quella spirituale, che dovrebbe essere molto più cara a uno come te che ha rifiutato la vita se vissuta senza libertà, la visione di questo discorso non è quindi politica.

perché libertà è inteso in senso teorico, libertà spirituale. Utica: luogo della morte nel giorno del giudizio anche Catone si ricongiungerà con il suo corpo e si salverà andando in Paradiso. "editti eterni": non sono giusti per loro, perché Dante è vivo e Virgilio non è sotto la giurisdizione dell'Inferno, dal momento che Minosse, custode dell'Inferno si trova nel secondo cerchio, mentre Virgilio si trova nel primo, nel Limbo, dove si trova la moglie Marsia che sembra pregare ancora Catone affinché la considerasse sua e per amore acconsentì ad aiutarlo: un altro punto per ringraziarsi Catone è menzionare la moglie Marsia, essa era stata ceduta in amicizia a questo oratore Ortensio, che poi era morto, nella sua opera Dante parla del rapporto tra Catone e Marsia, paragonando la donna all'anima, che dopo la vita torna a Dio (allegoria). Virgilio chiede a questo punto di essere lasciato.

Entrare in Purgatorio, e se lo farà quando tornerà nel Limbo parlerà bene di lui alla moglie.

Catone è categorico e incorruttibile: ho voluto bene a Marsia ma quando eravamo sulla terra, ora siamo separati dal fiume infernale (Acheronte) e non ha più potere su di me in base alla legge che fu fatta quando uscì da là;

Catone ci fa quindi capire di essere stato liberato da Cristo al momento in cui è sceso nel Limbo dopo la morte, mentre Marsia è rimasta là.

Catone non vuole sapere chi è Dante, basta sapere che ha un compito che gli è stato dato dalla Vergine, però ci sono delle cose che deve fare per passare dal Purgatorio: cingersi di un giunco alla vita (rappresenta l'umiltà in quanto flessibile) - lavarsi il volto in modo da pulirsi dallo sporco accumulato nel passaggio all'Inferno (non è dignitoso presentarsi all'angelo custode, primo degli angeli del Paradiso,

che custodisce la porta del Purgatorio dopo aver passato l'Antipurgatorio. "Poi non sia di qua vostra reddita; il sole vi mostrerà, che surge ormai, prendere il monte a più lieve salita": ultimo consiglio di Catone, ovvero di non continuare la strada che li ha portati da lui, ma di seguire il sole che ormai, essendo l'alba, sta sorgendo, il quale indicherà loro la strada più agevole. Solo a questo punto Dante si rialza e si rivolge a Virgilio in attesa di una guida, Virgilio dice di seguirlo verso la zona da dove erano arrivati. "L'alba vinceva l'ora mattutina che fuggia innanzi, sì che di lontano conobbi il tremolar de lamarina": il sole che sorge supera la notte, vincendo l'ora mattutina = una delle ore liturgiche, l'ultima della notte; Dante, ora che è uscito dall'Inferno, si riavvia a riprendere la retta via che aveva abbandonato; quando arrivano nel punto in cui la rugiada non vuole essere.

Sciolta al sole, quindi in un punto ombreggiato, Virgilio raccoglie la rugiada con le mani e Dante gli porge le guance, lacrimose nel senso di ri.

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Publisher
A.A. 2020-2021
76 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/10 Letteratura italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher LauraFrosini di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura italiana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pisa o del prof Pacca Vinicio.