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Civil Law

Civil Law affonda le sue origini nel processo di codificazione del diritto, progressivamente attuato nell'Europa continentale. È in questo territorio che nascono le prime università. Tale nascita ha favorito il superamento delle tradizioni giuridiche locali, basate sulle consuetudini. Quest'ultime infatti non si prestavano allo studio, basti pensare alla vastità dell'impero romano. Nel sistema di civil law, i professionisti del diritto non sono i giudici, bensì i giuristi. Cioè coloro i quali lavoravano nell'università e raccoglievano le leggi, mettendole in testi scritti, per fornire alla popolazione un parametro di riferimento scritto, generale e astratto. Questa codificazione nei testi scritti non era altro che la volontà della società borghese di azzerare i privilegi delle classi nobiliari. Per altro, se il diritto era scritto, chiaro e certo in un testo normativo, si affermava anche il principio di uguaglianza.

permettendo ai borghesi di accedere ad un corpus giuridico organico. Mentre nei sistemi di common law le consuetudini locali sono state oggetto di trasformazione da parte dei giudici (che guardavano al sovrano), nel sistema di civil law questo non è stato possibile, ma le consuetudini locali sono state sempre più accorpate in testi organici, in modo tale che i borghesi (classe in ascesa) avessero un corpus organico certo e chiaro, attraverso il quale far valere le proprie ragioni. In questo modo le classi nobiliari e clericali perdevano sempre di più il loro potere. Questo processo è perdurato nei secoli, non è stato immediato.

Nei sistemi di civil law la produzione del diritto è tipica del rapporto tra governo e parlamento. Il giudice, in questo sistema, si limita ad applicare la legge alla controversia. Ecco perché la norma è astratta, generale, esteriore, inter-subiettiva, perché doveva essere applicata in qualsiasi

formattazione.

catalogazione.Ibridazione è la parola chiave nel definire il rapporto tra le famiglie giuridiche tradizionali.

La massima sintesi di questi due ordinamenti giuridici è l'Unione Europea. La Corte di Giustizia non solo interpreta il diritto europeo, ma lo crea. Nello stesso tempo però l'Unione produce moltissimi atti scritti: regolamenti, direttive, ecc..

CONCLUSIONI

Il diritto non è solo dato da un complesso di norme giuridiche che lo stato pone, ma è l'insieme delle interpretazioni dei casi che danno i giudici sulla base di una determinata legge (le sentenze), e le interpretazioni sulla base della dottrina, dei giuristi. Non ci possiamo limitarci a studiare il diritto solo guardando la norma: di quella norma dobbiamo avere una visione ampia. Dobbiamo sapere l'interpretazione che di quella norma è stata data dal giudice e dal giurista (il quale si rifà anche al contesto sociale-culturale).

Il diritto pubblico si occupa

Il diritto è una disciplina che si occupa dell'organizzazione dei pubblici poteri. Quindi ha a che vedere nei rapporti tra l'autorità pubblica e i privati (il diritto privato regola i rapporti e conflitti tra soggetti privati). Al di là della distinzione tra pubblico e privato (che hanno all'interno altre molte distinzioni), il diritto che noi conosciamo è il diritto posto dallo stato: un complesso di norme giuridiche che si pone degli obiettivi e che per poter essere compreso deve essere implementato dall'interpretazione della giurisprudenza e della dottrina.

LO STATO E I SUOI ELEMENTI COSTITUTIVI

L'organizzazione dei poteri pubblici per eccellenza è lo Stato. Lo Stato è l'ordinamento giuridico generale e originario. Tutti gli altri ordinamenti giuridici (che siano regionali o internazionali) sono tutti ordinamenti derivati, che si basano sulla volontà degli stati.

Lo Stato è un concetto che ricorre quotidianamente. La superficie globale è

divisa in territori: in linea di massima non c'è parte abitata del nostro globo che non sia parte di uno stato. Ogni volta che abbiamo bisogno di qualcosa che supera le nostre difficoltà, ci appelliamo allo Stato.

Definire lo Stato, seppur può sembrare superfluo, non è così facile: lo Stato infatti non è una realtà materiale. Esso agisce con mezzi e per mezzo degli uomini (i funzionari pubblici).

Grazie ai mezzi di cui è dotato lo Stato si possono raggiungere determinati obiettivi. La tutela della salute (obiettivo) viene raggiunto tramite i mezzi (ospedali e medici). Lo Stato però non è uomini né cose. Si tratta di un'organizzazione, un modo di stare insieme degli uomini e una realtà immateriale che però è capace di azioni concrete. Lo Stato è una realtà con la quale abbiamo costantemente a che fare e che condiziona la nostra vita.

DEFINIZIONE DI STATO

Lo Stato viene

definito come: "Ordinamento giuridico a fini generali esercitante il potere sovrano su un dato territorio cui sono subordinati in modo necessario i soggetti ad esso appartenenti". Lo Stato, come concetto che attualmente abbiamo, non sempre è esistito nella storia. Convenzionalmente si dice che il processo di formazione dello Stato moderno si ha con la Pace di Westfalia, nel 1648. Questa data segna il processo di formazione dello Stato moderno e la nascita di un altro ordinamento giuridico: l'ordinamento internazionale. "Stato" è un termine che dà l'idea di stabilità, conseguita dalla comunità che lo compone. GLI ELEMENTI COSTITUTIVI DELLO STATO Detto ciò, quali sono gli elementi che ci fanno dire che siamo di fronte ad uno stato? Sono tre: 1. Sovranità - Interna: supremazia - Esterna: indipendenza 2. Territorio 3. Popolo Il territorio del globo è diviso in circa 193 stati. L'Unione Europea può

essere considerato uno stato? No. Ha un territorio e un popolo, ma gli manca la sovranità. Tant'è che il Regno Unito è uno Stato che, in quanto sovrano, ha deciso nel 1972 di aderire alle comunità economiche europee, e nel 2020 di uscire dall'Unione.

SOVRANITÀ - INTERNA

Sovrano è colui il quale non riconosce nessun altro potere sopra di sé. La sovranità è l'originarietà di tale ordinamento, la negazione di una derivazione da qualsiasi altro ente e, in ragione di questa, la legittimazione delle sue norme, rispetto alle norme che provengono da altri ordinamenti. La sovranità interna implica che solo lo Stato può produrre il diritto, imponendo e dettando la legge, e far sì che tale diritto sia osservato: monopolio della forza legittima dello Stato. Per chi non rispetta le norme, scatta la punizione (una delle caratteristiche della norma giuridica, come già visto, è

la coercibilità). Il monopolio stataledella forza legittima, che potrebbe sembrare un approccio non democratico, è una grandeconquista civile, in quanto rende pacifica la vita sociale, poiché non permette ai privati difarsi giustizia da sé.

Certo è che tale monopolio comporta anche un rischio: se questo monopolio è usato inmodo distorto, per opprimere i cittadini, non per dare loro libertà, allora lo Stato diventa 15dittatore. Lo Stato quindi ha un doppio volto: può essere il protettore benefico della vitapacifica dei cittadini, ma può anche diventare l’oppressore della libertà. Questo è il piùgrande problema del diritto costituzionale.

La sovranità interna, in conclusione, indica l’autosufficienza del potere politico statale inquanto in grado di giustificare con le proprie forze la sua esistenza, non dipendendo da altriordinamenti. Si esprime nella supremazia: lo stato è

l'unico che può produrre il diritto.

SOVRANITÀ - ESTERNA

La sovranità esterna è l'indipendenza dello Stato nei confronti di altri Stati. Si realizza quindi quando lo Stato è in grado di respingere le interferenze nei propri affari interni. Ecco qua che il diritto internazionale rende eguali gli Stati fra di loro. Nei trattati internazionali tutti gli Stati hanno pari diritti, perché hanno pari sovranità.

Consiste nello Ius excludendi omnes alios e nella capacità di intrattenere rapporti con altri. Si esprime nell'indipendenza giuridica.

Sovranità interna e esterna sono intrecciati. Se uno stato è sovrano lo è sia internamente che esternamente, altrimenti non è sovrano.

Titolarità della sovranità

Se lo Stato è sovrano, chi è che esercita effettivamente la sovranità? Come dice l'articolo 1 della Costituzione: "la sovranità è

esercitata dal popolo nei modi e nei limiti stabiliti dalla Costituzione". La Costituzione è la norma superiore a tutte, che dà legittimità a tutto. Il fatto che il sovrano sia attualmente il popolo è una conquista del costituzionalismo del '900. Si parte con Locke (fondamento immanente: contrattualismo), poi con la rivoluzione francese la sovranità passa alla nazione, nel tentativo di sovvertire lo stato assoluto precedente (fondamento nella nazione), e la nazione era un concetto astratto per far confluire tutte quelle genti che si trovavano sul territorio, senza dare loro una classe. Infine nasce il costituzionalismo del '900 (fondamento nel popolo), per limitare il potere: la Costituzione è un limite al potere assoluto. È un contratto fatto dalla comunità stanziata sul territorio per limitare il potere, è l'atto che limita il potere ("...nei limiti e nelle forme..."). Superamento.

della nozione tradizionale di sovranità

Lo Stato si è evoluto nel tempo (assoluto, liberale, socialdemocratico, ecc.)

Dettagli
A.A. 2022-2023
104 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/21 Diritto pubblico comparato

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher gabrielebuttiglione di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto pubblico comparato e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Sassi Silvia.