Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Modelli di governance aziendale
MODELLO DUALISTICO
- Assemblea
- Revisore
- Consiglio di sorveglianza
- Collegio sindacale
MODELLO MONISTICO
- Assemblea
- Revisore
- Consiglio di amministrazione
- Comitato di controllo sulla gestione
È importante notare che, sebbene le società quotate italiane siano poche centinaia, solo pochissime di esse adottano sistemi alternativi di amministrazione e controllo. L'adozione di questi sistemi segue delle mode e, da un certo punto di vista, c'è stata una predilezione prima per il sistema dualistico e ora per il sistema monistico.
All'entrata in vigore della riforma del diritto societario del 2003, pochissime società avevano deciso di adottare sistemi alternativi di amministrazione e controllo, e al tempo il
professorWeigmann disse che ci sarebbero voluti 20 anni per capire l'effettivo successo di questi nuovi sistemi alternativi. Dopo alcuni anni Intesa San Paolo decise di adottare il sistema di amministrazione dualistico e venne quindi affrontato anche in modo molto dettagliato dalla dottrina il tema dell'adozione da parte delle società del sistema di amministrazione dualistico proprio per le S.p.A. e proprio per le banche. E quindi parve aver successo prevalente il sistema dualistico, sennonché successivamente questa stessa banca decise di abbandonare il sistema di amm. dualistico, per adottare il sistema monistico. Questa scelta portò ad un cambio di "moda" verso l'adozione da parte delle banche o società di assicurazioni di un sistema di amministrazione monistico.
Sistema di amministrazione tradizionale
L'Assemblea
Assemblea ordinaria
L'Assemblea ordinaria ha alcune competenze delineate dallo stesso codice civile. In particolare,
Competenze dell'Assemblea
L'Assemblea ha il compito di approvare il bilancio, nominare e revocare gli amministratori. Inoltre, nomina e revoca anche i sindaci e il soggetto incaricato della revisione dei conti. Delibera sulla responsabilità degli amministratori e dei sindaci e determina il compenso degli stessi se non è previsto dallo statuto.
Un'altra competenza dell'Assemblea ordinaria è l'approvazione dell'eventuale regolamento dei lavori assembleari, introdotto solo nel 2003. L'Assemblea delibera anche sugli altri oggetti attribuiti dalla legge alla sua competenza, nonché sulle autorizzazioni eventualmente richieste dallo statuto per il compimento di atti degli amministratori. Resta ferma la responsabilità di questi ultimi per gli atti compiuti.
Questa competenza è molto importante perché prima della riforma del 2003 si discuteva molto su quale fosse l'organo sovrano, alcuni sostenevano...
che l'assemblea dei soci venga coinvolta nelle decisioni particolarmente importanti o complesse. In questo caso, gli amministratori possono presentare tali decisioni all'assemblea per ottenere la sua approvazione. Tuttavia, la responsabilità delle decisioni rimane a carico degli amministratori, mentre i soci non sono responsabili delle decisioni prese dall'assemblea nei confronti degli altri soci. La riforma del 2003 ha stabilito che l'amministrazione spetta esclusivamente agli amministratori, ma è ancora possibile coinvolgere l'assemblea in determinate circostanze.siano delle conseguenze rispetto alla responsabilità del CdA. Tuttavia, nel caso in questione, non vi è alcuna conseguenza per il CdA, che mantiene la sua responsabilità immutata. Nel procedimento decisionale all'interno della società, è importante distinguere diverse fasi: l'autorizzazione, la decisione, l'esecuzione e l'esercizio del potere di rappresentanza. L'autorizzazione è quando il CdA chiede all'assemblea di autorizzare una determinata azione. Questa autorizzazione non è determinante per il CdA, che mantiene comunque il potere di decidere su determinate azioni. Successivamente, vi è una fase esecutiva che deve essere distinta dalla fase decisionale. In seguito alla fase decisionale, potrebbero esserci delle conseguenze sulla responsabilità del CdA. Tuttavia, nel caso in questione, non vi è alcuna conseguenza per il CdA, che mantiene la sua responsabilità immutata.sia una fase detta dell'esercizio del potere di rappresentanza. Nelle S.p.A. spesso non abbiamo una distinzione tra la fase decisoria e la fase esecutiva, mentre la stessa rileva molto per le S.r.l. perché in queste si prevede che i soci possano, non soltanto autorizzare gli amministratori a compiere determinate azioni, ma anche decidere determinati atti. Nella prospettiva della riforma del 2003 l'obiettivo era quello di evitare che gli amministratori potessero scaricare la responsabilità portando determinate decisioni in assemblea e lasciando che fosse la stessa a decidere le operazioni da compiere. Assemblea straordinaria Innanzitutto l'assemblea straordinaria ha competenza rispetto alle deliberazioni che modificano lo statuto. È poi previsto che la stessa sia competente per la nomina, la sostituzione e la determinazione dei poteri dei liquidatori. Vi è poi una clausola di chiusura in cui si afferma che all'assemblea straordinaria sonoDemandate altre competenze per alcune materie previste dalla legge. È importante sottolineare che la differenza che intercorre tra assemblea ordinaria e straordinaria consiste in una differenza relativa all'oggetto della materia da trattare in assemblea, ovvero non esiste in senso astratto un luogo chiamato assemblea ordinaria o straordinaria. L'applicazione delle regole sull'una o l'altra assemblea dipende prevalentemente dall'oggetto dell'ordine del giorno da portare in assemblea.
Dopo la riforma del 2003 vi sono tuttavia delle delibere considerate dapprima competenza dell'assemblea ordinaria che possono essere delegate anche ad altri organi sociali. In particolare secondo il 2 comma dell'art. 2365 c.c. lo statuto può attribuire alla competenza dell'organo amministrativo o del consiglio di sorveglianza o del consiglio di gestione le deliberazioni concernenti la fusione, l'istituzione o la soppressione di sedi secondarie.
L'indicazione di quali tragli amministratori hanno la rappresentanza, la riduzione del capitale in caso di recesso del socio, gli adeguamenti dello statuto a disposizioni normative e il trasferimento della sede sociale nel territorio nazionale.
Un tema che merita attenzione nell'esame dell'art. 2365 c.c. è quello della permanenza delle competenze in capo all'assemblea pur in presenza di deleghe. Da questo punto di vista si deve innanzitutto che l'autonomia statutaria è molto ampia al riguardo e che storicamente nell'applicazione dell'art. 2381 c.c. relativa alle deleghe all'interno del CdA, si affermava la permanenza in capo al plenum del CdA della competenza a decidere anche su materie oggetto di delega. Partendo dunque da tutto ciò è abbastanza comune l'idea che resti competenza dell'assemblea la possibilità di deliberare anche in presenza di queste deleghe di competenza all'organo amministrativo.
Da un punto di vista applicativo la portata del problema è abbastanza limitata, in primis perché la presenza di queste deleghe non è poi così frequente nella prassi, e ove anche fossero presenti spesso e volentieri vi sono spesso riferimenti relativi al fatto che la competenza del CdA deve intendersi concorrente rispetto a quella dell'assemblea. Passiamo ora a vedere quale sia il ruolo dell'assemblea secondo il codice di autodisciplina. Il nuovo codice di autodisciplina offre meno spunti di riflessione rispetto alle competenze dell'assemblea rispetto a quelli che forniva il vecchio codice. È interessante rilevare che l'assemblea, anche da un punto di vista applicativo, sta vivendo negli ultimi anni una certa crisi come organo sociale nelle S.p.A., perché spesso l'assemblea si riduce ad un rito vuoto in cui vengono ratificate delle scelte compiute in altri "luoghi", spesso dai soci di controllo. Quindi si cercarivitalizzare il ruolo dell'assemblea come luogo in cui si instaura un dialogo tra l'organo amministrativo e i soci, in particolare i soci di minoranza o i soci istituzionali, che non intendono assumere un ruolo di gestione. Vi è anche un'altra evoluzione in corso relativa alla governance delle S.p.A. per quanto riguarda l'assemblea. Mentre storicamente i soci di minoranza erano investitori retail, negli ultimi 10-15 anni stanno assumendo importanza gli investitori istituzionali, anche gli investitori retail stanno smettendo di investire direttamente nelle società, ma investono indirettamente attraverso fondi di investimento. Da questo punto di vista il discorso è paragonabile rispetto all'evoluzione delle informazioni che devono essere inserite nei prospetti informativi. Mentre gli amministratori sono a conoscenza di tutte le informazioni relative alla società, i soci non lo sono o addirittura non possono, questo perché il ruolo del socio diLa minoranza sta sempre di più venendo ad assumere il ruolo di investitore che non ha ancora comprato azioni della società. L'assemblea svolge, in pratica, un ruolo informativo, di scambio di informazioni tra CdA e soci della società stessa.
Il nuovo codice di autodisciplina del 2020 da un certo punto di vista ridimensiona il ruolo dell'assemblea e ne chiarisce alcuni aspetti, in particolare rispetto alle decisioni che secondo la governance devono essere assunte dall'assemblea. Una delle prime competenze che viene rimessa all'assemblea è quella della decisione del sistema di governance applicabile alla società stessa, ovvero la scelta del sistema di amministrazione e controllo che la società andrà ad adottare.
Il nuovo codice di autodisciplina impone all'organo amministrativo di instaurare un dialogo con l'assemblea e dunque con i soci sottoponendo all'assemblea stessa la decisione in merito a determinati argomenti.
Uno di questi è quello relativo alla scelta del sistema di amministrazione e controllo, il CdA sottopone anche all'attenzione dei soci la proposta di adozione di un sistema di controllo interno.