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STRUMENTI A TUTELA DEL DINIEGO O DEL SILENZIO
Contro il diniego espresso o tacito dell'accesso (ma anche contro il differimento), gli strumenti
sono di due tipi:
• Ricorso giurisdizionale (TAR e Consiglio di Stato, processo semplificato in cui si può anche
difendersi da soli) → il ricorso deve essere presentato entro 30 giorni. Il giudice ha un potere
particolare. Se accoglie il ricorso, ritenendo fondate le ragioni addotte, può ordinare
all'amministrazione di mostrare il documento. Sono poche le ipotesi in cui il giudice amministrativo
da un tutela piena e questa è una di quelle.
• Ricorso di tipo amministrativo (strumento di contestazione) → (1) se il diniego promana da
un'autorità regionale o locale, ci si può rivolgere a un difensore civico. Dovevano essere istituiti in
ogni comuni, ma per carenze finanziarie sono stati istituiti solo a livello regionale e provinciale. (2)
Se si tratta invece di diniego proveniente da un'amministrazione statale, ci si può rivolgere alla
Commissione nazionale per l'accesso ai documenti amministrativi, istituita a Roma presso la
presidenza del Consiglio dei Ministri.
→ Questi soggetti riesaminano la richiesta e, se la ritengono fondata, chiedono all'amministrazione
di riaprire il procedimento. Se l'amministrazione non risponde entro 30 giorni, l'accesso si
considera fondato. È come se l'amministrazione desse l'assenso all'accesso. Silenzio - assenso. A
differenza del giudice, l'autorità non può obbligare l'amministrazione a consentire l'accesso. Se
l'amministrazione non ha intenzione di consentire l'accesso, lo deve fare in modo espresso e
giustificato.
Negli ultimi anni, il concetto di trasparenza si è modificato. La trasparenza non è più solo una
questione tra alcuni cittadini e l'amministrazione, ma può essere intesa in un'accezione più ampia,
come possibilità per tutti i cittadini di conoscere come l'amministrazione esercita le sue funzioni. È
diventata uno strumento per consentire una sorta di partecipazione democratica del cittadino
all'esercizio dell'attività amministrativa.
Se con la legge 241 la trasparenza irrobustiva il diritto di difesa della parte (trasparenza come
strumento di miglior difesa per il cittadino), oggi si può dire che il concetto di trasparenza sia più
ampio perché nel 2013 è stato adottato il Testo Unico sulla trasparenza dell'azione amministrativa
33/2013 che ha riconosciuto una seconda generazione di diritti o interessi ai cittadini, com'è
avvenuto in tutti gli altri paesi democratici e occidentali, a partire dagli Stati Uniti.
Sono stati i primi ad adottare la legge generale sul procedimento, ma anche i primi ad adottare un
Freedom of Information Act. Tutti hanno la possibilità di conoscere certi atti. Diritto del cittadino
di conoscere le informazioni in possesso dell'amministrazione pubblica, al fine di aumentare la
partecipazione e anche la legittimazione democratica delle amministrazioni. Si esce dalla logica
individuale che presiede alla legge 241, per rendere pubblici dei documenti che l'amministrazione
produce e detiene.
Secondo il Freedom of Information act, tutti gli atti in possesso dell'amministrazione dovrebbero
essere conoscibili. A ciò si ispira il testo unico sulla trasparenza e in questa direzione va anche la
legge Madia. 55
27 Ottobre 2015
Il principio di trasparenza non è più visto come strumento di potenziamento della difesa
individuale del singolo, ma come strumento che consente una diffusa conoscibilità dell'azione
amministrativa. Serve innanzitutto a recuperare una maggiore legittimazione dell'attività
amministrativa, che spesso è vista come qualcosa di estraneo ai cittadini.
Accanto a ciò, ha assunto il valore di strumento di prevenzione contro la corruzione. A questo
fenomeno il legislatore ha cercato di porvi rimedio prima con la legge anti corruzione 190/2012, a
cui è seguito il Testo unico sulla trasparenza 33/2013. la trasparenza può essere uno strumento di
lotta alla corruzione perché “la luce del sole è il miglior disinfestante”. Se ciò che fa
l'amministrazione è conosciuto e accessibile, è più difficile nascondere i fatti.
Questo principio impone all'amministrazione di rendere pubblici una serie di dati, attraverso i
propri siti web, attraverso i quali si può accedere a banche dati contenenti varie informazioni.
La nostra legge, a differenza dei sistemi che si ispirano al Freedom of Information act, specifica
quali sono i documenti che l'amministrazione ha l'obbligo di pubblicare. Non tutti i documenti
devono quindi essere pubblicati. OBBLIGHI DI COMUNICAZIONE
Investono tre ambiti distinti:
Settore dell'organizzazione → pubblicare i dati sul personale delle amministrazioni
pubbliche, i nomi delle persone fisiche preposte ai singoli uffici. Delle norme più specifiche
riguardano gli incarichi ai dirigenti (informazioni su curriculum, atto di nomina e
compenso). Pubblicare gli incarichi dirigenziali esterni (informazioni sui compensi) e le
consulenze esterne. Ii dati di valutazione della performance, i bandi di concorso, tutte le
società partecipate (alcuni comuni ne hanno migliaia), i vincitori degli appalti.
Settore della gestione finanziaria → pubblicare il bilancio dell'ente, i patrimoni immobiliari,
tutti gli atti di sovvenzione, erogazioni di contributi o somme a qualunque cittadino a
qualsiasi titolo.
Custome satisfaction → tempi di pagamento delle amministrazioni dei propri fornitori,
rendere pubbliche le carte di servizio (strumenti che regolano l'erogazione dei servizi
pubblici), tutta la modulistica relativa a qualunque istanza che il cittadino presenti verso
l'amministrazione. Questo terzo gruppo riguarda i rapporti tra cittadino e amministrazione.
Per garantire il rispetto di questi obblighi, dato che in passato non vi era nessun controllo o
sanzione, sono state introdotte dal Testo Unico dei meccanismi di enforcement, ovvero di
rafforzamento dell'obbligo.
1) Innanzitutto, è stato previsto un obbligo di programmazione per le amministrazioni che devono
dotarsi di un piano per la trasparenza, di solito triennale. Questo deve contenere le attività e i modi
con cui quell'amministrazione intende diffondere la cultura della trasparenza al proprio interno. Il
piano per la trasparenza di fatto coincide con il piano contro la corruzione. Ad esempio, uno
strumento adottato prevede che per le commissioni giudicatrici dei concorsi non siano nominate
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sempre le stesse persone.
2) È inoltre previsto un sistema di vigilanza, per cui in ogni amministrazione viene nominato un
responsabile per la trasparenza che verifica il rispetto degli obblighi di informazione previsti dal
Testo Unico ed eventualmente segnala eventuali inadempienze ad un uomo-ente: Autorità
Nazionale Anti Corruzione (ANAC), presieduta oggi da Raffaele Cantone. È un ente che ha parecchi
poteri in materia di contratti pubblici.
3) Infine, è previsto il cosiddetto accesso civico (art 5 Testo Unico sulla trasparenza). Ogni cittadino
può controllare quali dati le amministrazioni hanno pubblicato o meno. Qualora si accorga che non
abbiano pubblicato alcuni dati, può esercitare questo diritto di accesso civico, chiedendo al
responsabile per la trasparenza la pubblicazione degli atti dovuti. L'accesso civico spetta a
chiunque, la legittimazione è estesa a qualunque cittadino in quanto cittadino; questo
diversamente dal diritto d'accesso nel procedimento amministrativo. L'amministrazione entro 30
giorni ha l'obbligo di pubblicare sul sito i dati richiesti. In questo modo, il cittadino è sollecitato a
controllare l'effettivo rispetto degli obblighi di comunicazione e ha uno strumento per esercitare
questo controllo.
La Legge Madia è una legge di profonda riforma dell'amministrazione. È una legge delega → fissa
dei principi delegando il Governo all'adozione dei decreti legislativi. È stata approvata ad agosto e
ha lasciato un anno al Governo per emanare dei decreti legislativi che andranno ad incidere sul
procedimento amministrativo, sull'accesso e l'organizzazione amministrativa.
In alcuni casi, la legge Madia è direttamente applicabile e ha modificato alcune norme della legge
241.
Questa legge delega il Governo, all'art 7, entro 6 mesi a ridefinire gli obblighi di comunicazione, ad
ampliarli e ad ampliare anche l'accesso civico anche in via telematica, salvo il rispetto della privacy.
Sicuramente, rispetto al passato,il testo unico sulla trasparenza introduce degli istituti che hanno
effetti positivi. Vi sono però dei limiti, soprattutto se si confronta questo sistema con quello degli
altri paesi occidentali.
1) Secondo il Freedom of Information act, è tutto pubblicabile e anzi, l'obbligo di comunicazione
riguarda tutti i documenti, salvo ciò che è vietato pubblicare. Il legislatore interviene quindi solo a
disciplinare ciò che non si può pubblicare. Questo perché si ritiene che tutte le informazioni
appartenenti alle amministrazioni appartengono alla collettività.
Nel nostro sistema italiano, la regola è opposta. L'amministrazione è obbligata a pubblicare solo
ciò che la legge individua come obbligatorio. L'ambito oggettivo, ovvero la quantità di documenti
pubblicabili, è più ristretto e più difficilmente determinabile.
2) Il secondo limite riguarda una questione finanziaria. La legge afferma che tutta questa riforma
dev'essere fatta a costo zero. Come si fa? È stato un grosso limite all'applicabilità in concreto di
questa riforma e non sembra che la legge Madia risolva questo problema.
3) Inoltre non è nemmeno chiara la linea di demarcazione tra l'accesso pubblico (attraverso
l'accesso civico) e il diritto di accesso individuale. L'accesso civico può essere esercitato solo
riguardo ai documenti per i quali c'è obbligo di comunicazione. La legge Madia cerca di avvicinare
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questi due elementi. Continua.. IL PROCEDIMENTO AMMINISTRATIVO
FASE 3 → FASE DECISORIA
La fase decisoria può chiudere il procedimento in diversi modi. Il modo più normale è l'emanazione
del provvedimento finale, atto amministrativo idoneo a produrre effetti giuridici esterni. L'organo
competente a emanare il provvedimento finale assume la decisione all'esito di una valutazione
complessiva del materiale acquisito al procedimento.
Tuttavia, la chiusura del procedimento con un provvedimento espresso, non è l'unico modo di
conclusione del procedimento. È infatti possibile che si concluda con