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1. SOTTOPORRE A VERIFICA LE IPOTESI SUL FUNZIONAMENTO
DELLA LINGUA-BERSAGLIO
Partiamo dall’interlingua che è il sistema linguistico di chi sta
apprendendo una lingua, ha la caratteristica di essere in continua
evoluzione, cosa spinge questa evoluzione? Una cosa è l’input (nuovo
input nuovo stimolo), un’altra cosa sono le ipotesi che io faccio parlando,
quando sperimento nuove parole e strutture. Capirò cosa è accettabile e
cosa no dalle reazioni dei miei interlocutori.
L’output modificato
Di fronte a una reazione che manifesti la possibile scorrettezza
dell’ipotesi, l’apprendente è indotto a riformulare l’enunciato, cioè a
produrre output modificato a partire da una nuova ipotesi o comunque da
un aggiornamento dell’ipotesi precedente.
Ex: PNN è il parlante non nativo /INT: intervistatore
PNN: poi un bicchiere
INT: un che, come?
PNN: bicchiere
utilizza la tecnica di ricerca del ricordo stimolato →fanno fare delle cose
che registrano e poi ripropongono lo stimolo, fermano il registratore e
chiedono allo studente “a cosa stavi pensando?” E così lo studente è
stimolato a ricordare.
Questa parlante non nativa spiega che non ricordava la parola, ma
siccome non la sapeva ha detto bicchiere per vedere la reazione (lo dico
e vedo).
L’output quindi viene prodotto per vedere se funziona.
24
Si collega a ciò l’atteggiamento esplorativo → dici una cosa ma sei
aperto al fatto che magari non è giusta.
A: ah, the dog is barking to
B: at
A: at the woman.
→ A accoglie subito la correzione del suo pari e la incorpora.
Autocorrezione
Gli episodi contenti autocorrezioni spesso non ricevono feedback da parte
del partner parlante nativo per cortesia/ politeness
Questo può indurre gli apprendenti a supporre che la loro ipotesi, nella
versioneautocorretta sia confermata dal silenzio dell’interlocutore.
2. OUTPUT PER AUTOMATIZZAZIONE
Automatizzare l’uso delle strutture apprese (stimolare una produzione
grammaticalmente sempre più evoluta)
La seconda funzione cruciale dell’output è quella di automatizzare, quindi
rendere più rapido e meno faticoso, l’uso delle strutture linguistiche
apprese.
Inoltre accresce la fluenza dell’eloquio.
La capacità di elaborare le informazioni (processing) è limitata. Secondo
un principio naturale di economicità si cercano di sostituire i processi
intenzionali, che richiedono una quantità significativa di tempo e
memoria, con processi automatici che consentono alla mente un notevole
risparmio di energie.
Output ed elaborazione delle informazioni
La pratica (produzione costane di output) può contribuire a rendere
automatico l’uso di alcun strutture inizialmente prodotte in modo
controllato.
3. L’OUTPUT E L’ELABORAZIONE MOFOSINTATTICA
Stimolare l’elaborazione grammaticale della lingua da apprendere.
Qui entra in scena di più la grammatica.
La necessità di farsi capire nel momento in cui si formula un enunciato
pushed streched output)la
spinge (o sforza: infatti si parla di o
produzione verso una realizzazione grammaticalmente avanzata.
pushed output:
Input viene richiesto uno sforzo maggiore di produrre un
output più comprensibile, articolato più strutturato dal punto di vista
sintattico. (portato agli estremi, è come se ti dicessero “dai provaci
ancora”.)
Ex: vedi slide 25
out
La cosa importante nel pushed non è che provo e riprovo e arrivo alla
fine, ma l’importante è che provo e riprovo, la cosa importante per il
potenziamento della competenza è fermarsi a riflettere e a porre
attenzione a ciò che ho detto anche se poi l’esito finale non è target like.
LA GESTIONE DIDATTICA DELL’OUTPUT
Come l’insegnante può orientare l’attività didattica in modo da stimolare la
produzione di output:
focus on meaning (fonM) focus on form (FonF) Focus on
formS (FonsFs)
(Più libera)
- Diretta +
diretta
Stimoli alla produzione che non più diretta
manipolazione
vincolano minimamente gli apprendenti della
nelle strutture linguistiche da operare
FonF, FonM, FonFS
Non sono metodi
Non sono approcci
domanda: Focus on meaning, on form and on forms non sono metodologie o
metodi, sono prospettive/punti di vista sul rapporto tra codice e messaggio
nell’insegnamento. All’interno di esse possono rientrare tre approcci diversi
approccio: insieme delle “teorie sulla natura della lingua e sul processo di
apprendimento”
metodo: insieme delle scelte effettuate sulla base dei presupposti teorici
stabiliti a livello di approccio per selezionare, graduare, presentare la lingua da
insegnare.
Da un unico approccio possono nascere diversi metodi. Nella modernità il
concetto di metodo è superato, si usa di più metodologie.
In ciascuna delle tre prospettive ci sono diversi atteggiamenti nei confronti
della produzione di output da parte degli allievi:
focus on forms
Nel l’output segue la riflessione sulla lingua e ne
- costituisce un prodotto diretto
focus on meaning
Nel l’output sostituisce la riflessione sulla lingua, non
- c’è riflessione esplicita sulla lingua
focus on form focus on forms
Nel è tutto ribaltato rispetto al , prima chiedi
- agli studenti di produrre output, e sarà il fatto che loro non riescono a
produrre output o hanno delle cose che gli mancano e se ne accorgono e
da lì scaturirà la riflessione la lingua, però prima devono toccare con
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mano il fatto che c’è qualcosa che gli serve. Quindi l’output genera
riflessione.
FonFs: l’insegnamento prevede una focalizzazione specifica su singoli aspetti.
FonF: pone attenzione alla lingua in generale, focalizzazione sulla lingua in
general
FonM: invece non ha focalizzazione sulla forma ma si focalizza solo sul
significato IL FONFS
Nel Focus on forms ci sono delle focalizzazioni via via successive sui singoli
elementi grammaticali, morfologici e sintattici, uno dopo l’altro individuati a
priori.
Il percorso didattico è organizzato a partire da un sillabo sintetico e si procede
presentando o facendo scoprire gli elementi linguistici via via selezionati e poi
facendo utilizzare agli studenti in modo prima più guidato, con un controllo su
ciò che viene prodotto e su come lo si produce poi più libero.
LA SEQUENZA PPP
Presentazione pratica produzione, tradizione glottodidattica britannica.
Sequenza ideale, schema di riferimento.
La seconda e la terza fase della sequenza PPP sono propriamente dedicate a
stimolare l’output con modalità diverse. (prima spieghi poi dici adesso tocca a
te...)
Presentation: un elemento linguistico (struttura morfosintattica, struttura
associata ad una nozione o a una funzione comunicativa) viene prima
presentata. Poi per mezzo di esempi: testi orali o scritti (brano da leggere, frasi
pronunciate dall’insegnante, dialogo da ascoltare) o con la presentazione
esplicita della regola.
Practice: elemento linguistico viene fatto praticare con esercizi
Production: è una vera e propria produzione da parte degli studenti e da parte
degli apprendenti. Vengono proposte attività in cui si offre agli studenti
l’opportunità di utilizzare le strutture imparate.
Spesso questa PPP è preceduta da un’attività di “riscaldamento” per introdurre
l’area tematica affrontata successivamente, attivando il lessico e le
preconoscenze.
Criticità del FonFs
Se gli apprendenti sono esposti a delle versioni target, corrette preparate per
loro delle strutture della lingua obiettivo, una per volta, dopo un certo numero
di esercizi di pratica aggiungeranno questa versione target all’insieme di
versioni target che già possiedono.
(ex: unità 1 il plurale, unità 2 l’articolo... in ordine si imparano le cose)
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La criticità è che la lingua da apprendere sia un insieme di prodotti finiti
accumulabili in sequenza nella mente dell’apprendente (ex: congiuntivo fatto,
plurale fatto), invece man mano posso sempre aggiungere regole.
Non è una regola prodotto finito ma un insieme di regole che si incastrano.
Vantaggi e svantaggi del FonFs
Molto diffuso perché?
- Più facile per gli insegnanti
- Sillabo a priori
- Materiali didattici già pronti
- Possibilità di prevedere e controllare lo svolgimento di un corso, sapendo
in anticipo su quali elementi linguistici si andrà a lavorare in ciascuna
delle lezioni
- Soprattutto insegnanti non nativi della Lt.
IL FONM
È l’insegnamento in lingua veicolare di contenuti non linguistici. Ci si concentra
sul contenuto e non sulla forma. Insegni in inglese ma non l’inglese, ex la
medicina, la musica in inglese... tu vuoi trasmettere dei contenuti disciplinari,
non degli aspetti della lingua.
Il FonM è alla base di lauree in inglese, come turismo in inglese, medicina...
C’è un apprendimento linguistico incidentale. Lo scopo finale dell’attività
didattica rimane comunque l’apprendimento della lingua. Si tratta però di un
input qualitativamente più complesso.
Forme specifiche di FonM
Communicative Language Teaching Strong Communicative Language
o
Teaching.
Contesti di immersione all’interno di un’istituzione educativa.
Un caso particolare di immersione e quello rappresentato dall’insegnamento
CLIL.
Strong communicative LT: un esempio
(vedi slide)
27/04/18
Lunedi 14 recupero h. 13-16 IL FonM
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Insegnamento che si concentra sul significato, ossia sugli obiettivi comunicativi
dei parlanti.
Non si attira l’attenzione degli apprendenti sugli aspetti formali del codice.
La lingua assume una funzione eminentemente veicolare, (EMI = english
mediated instruction, ossia insegnamento mediato dall’inglese).
L’apprendimento linguistico è incidentale, ossia avviene mentre tu fai
qualcos’altro.
La lingua da apprendere è vista come un veicolo per la comunicazione in classe
e non come l’oggetto dell’insegnamento.
NB: lo scopo finale dell’attività didattica resta comunque l’apprendimento della
lingua.
Versione ‘forte’ dell’approccio comunicativo, in cui “non si insegna la
grammatica”. In questo tipo di approccio è nato il CLIL, quindi anche
l’approccio comunicativo versione forte è un esempio di focus on meaning
Forme specific