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La questione grammaticale
Nell'ambito del modello operativo e in sintonia con il tipo di syllabus scelto, va affrontato il modo in cui verrà gestita la questione grammaticale. Sussiste il problema di come presentare in modo sistematico ed efficace il sistema linguistico allo studente in modo tale che lo possa interiorizzare.
Krashen, nel suo modello, propone che l'esposizione a input comprensibile sia sufficiente per l'acquisizione della lingua straniera: nuovi sviluppi, però, indicano che l'esposizione a input quantitativamente elevato e comprensibile non sia la chiave per lo sviluppo linguistico. Questo perché l'attenzione dello studente va naturalmente al messaggio e non naturalmente alle forme utilizzate per creare il messaggio.
I nuovi orientamenti postulano la necessità che lo studente porti la sua attenzione alla dimensione formale della lingua come primo passo verso l'interiorizzazione. Per poter evolvere la
Per migliorare la propria competenza linguistica in Interlingua, lo studente deve notare l'esistenza delle forme e il loro significato grammaticale. La questione metodologica consiste nel sapere come rendere visibile agli studenti la grammatica della lingua in apprendimento. Questo può avvenire aumentando la frequenza delle forme nell'input o rendendole salienti attraverso l'enfasi a livello orale o attraverso accorgimenti grafici (grassetto, corsivo...).
Storicamente l'insegnamento della grammatica è stato di tipo deduttivo: allo studente venivano fornite delle regole grammaticali della lingua, che dovevano essere imparate a memoria e poi applicate soprattutto nella traduzione di frasi. Questa impostazione metodologica si contrappone a un altro approccio orientato su chi apprende, quello induttivo. Quest'ultimo si basa su due constatazioni importanti:
- Una focalizzazione sulla grammatica nei programmi di lingua è un mezzo per un
Le abilità ricettive raggiungono alti livelli in maniera più veloce rispetto a quelle produttive; al contrario, nel caso di apprendimento di lingua seconda, invece, l'ordine si inverte.
Nei secoli scorsi i metodi di insegnamento utilizzati, come quello di grammatica e traduzione (XIX secolo), non tenevano conto della distinzione delle abilità linguistiche in scritte, orali, ricettive e produttive.
La competenza sociolinguistica
Saper formulare frasi grammaticalmente corrette non è sufficiente per poter affermare di possedere una competenza comunicativa in una lingua. Il nuovo concetto introdotto dalla competenza appropriateness: sociolinguistica è quello di non si parla più solo di correttezza grammaticale.
Con i lavori di Fishman, la sociolinguistica ha reso chiara l'importanza della situazione sociale in cui avviene una comunicazione: qui ci sono delle variabili (rapporti di ruolo tra parlanti, luogo della comunicazione, argomento).
- comunicativo§ S: scene, setting. Luogo o scena in cui avviene un evento comunicativo;
- P: partecipanti all’atto comunicativo.
- E: ends. Scopo della comunicazione, fini ed esiti.
- A: atti linguistici. Chiedere, dare informazioni, scusarsi…
- K: keys. Modo e tono della comunicazione da adottare: serio, scherzoso…
- I: instrumentalities.
Canali della comunicazione: parlando, scrivendo, modalità remoto…
N: norme d’uso e di interpretazione.
G: genere linguistico prodotto. Barzelletta, poesia, articolo di giornale, conversazione…
Chi partecipa ad un evento comunicativo fa delle scelte per ognuno di questi livelli e quello che produce è il risultato dell’influenza di tutte queste variabili.
La competenza testuale
La competenza linguistica e quella sociolinguistica non sono abbastanza. La competenza testuale porta oltre al livello morfosintattico. La competenza testuale consiste nella capacità di elaborare testi e discorsi pieni.
La linguistica testuale considera come unità minima comunicazionale il testo, non più la parola né la frase. Ogni testo è contraddistinto da almeno due dei seguenti aspetti:
- Scopo comunicativo.
- Coerenza con la situazione.
- Coesione: presenza di elementi linguistici che collegano le frasi tra di loro.
Una tale
La competenza testuale permette di accettare come testo un insieme di frasi-enunciato (concezione normale di testo) ma anche frasi-enunciato singole o non frasi con uno scopo comunicativo e coerenti con la situazione comunicativa. Divieto di fumare, flight AZS234 now boarding.
Le frasi all'interno di un testo sono sempre legate da un fitto reticolo di rapporti, impliciti e espliciti, che ogni individuo competente sa cogliere ed esprimere. La competenza testuale si occupa quindi sia di quella morfosintattica, propria delle frasi, sia di quella grammatica verticale, che lega le frasi-enunciato tra loro.
La competenza pragmatica si riferisce a quella dimensione di lingua che prevede il suo utilizzo per un preciso scopo comunicativo. Si passa dalla visione della lingua che esprime significati (aspetto semantico referenziale) ad una dimensione della lingua come strumento di azione sociale. Nella letteratura si possono distinguere due aree di indagine:
- Macrofunzioni:
Secondo il modello di Jakobson, la lingua svolge diverse funzioni:
- Funzione emotiva: esprime i sentimenti del parlante.
- Funzione poetica: enfatizza l'aspetto estetico del linguaggio.
- Funzione conativa: mira a influenzare o persuadere il destinatario.
- Funzione referenziale: si riferisce al mondo esterno e trasmette informazioni oggettive.
- Funzione metalinguistica: riflette sulla lingua stessa e ne analizza gli elementi.
- Funzione fatica: verifica la comunicazione e mantiene aperti i canali di comunicazione.
Il messaggio è il frutto dell'elaborazione linguistica del parlante, utilizzando i mezzi linguistici scelti per riferirsi a un contesto specifico. La lingua viene usata per persuadere, convincere o comunicare in un certo modo. Le microfunzioni della lingua includono:
- Atto locutorio: l'atto del dire, la frase effettivamente detta durante la comunicazione.
- Atto illocutorio: l'atto nel dire, ciò che si vuole intendere dicendo quella frase.
- Atto perlocutorio: l'effetto sulla persona a cui ci si rivolge.
Esempio:
Atto locutorio: “Sta suonando il telefono”.
Atto illocutorio: “Richiesta implicita di andare a rispondere”.
Atto perlocutorio: rifiuto all’invito tramite la risposta “Sto studiando”.
Searle opera un’ulteriore distinzione tra scopo e forza. La situazione descritta sopra è un atto indiretto, che ha meno impatto sulla persona. Un atto diretto potrebbe invece essere “Per favore, puoi andare a rispondere al telefono?”. Quest’ultimo può avere una diversa forza pragmatica, che dipende da fattori come il luogo, il rapporto di ruolo… È molto diverso sentirsi chiedere per favore o sentirsi dire “Rispondi subito al telefono!”. Il corretto utilizzo della forza pragmatica è un elemento di elevata competenza linguistica. Lo studente deve essere messo in grado di riconoscere il valore comunicativo di un enunciato nonché di saper produrre enunciati linguistici con un valore comunicativo e con
Una forza appropriata. La competenza paralinguistica dimensione prosodica:
La competenza paralinguistica è definita dalla accento, enfasi, stress, intonazione, ritmo, pause, velocità... Questa dimensione è fondamentale per la comunicazione e impatta il suo successo: una comunicazione monotona impatta sulla intellegibilità della comunicazione stessa.
La competenza extralinguistica:
La competenza extralinguistica è esterna alla lingua verbale, ma sempre presente: consiste nella capacità di usare appropriatamente la comunicazione non verbale. Ne sono esempi:
Cinesica:
- studio dell'importanza della postura, espressione facciale, gestualità e dei loro significati. Questi elementi possono amplificare, sottolineare, contraddire, sostituire la comunicazione verbale; possono talvolta anche avere delle connotazioni culturali.
Prossemica (Hall):