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DIDATTICA:
- FONDAMENTI DELLA DIDATTICA – FONDAMENTI STORICI ED EPISTEMOLOGICI DELLA DIDATTICA, DALL'ANTICHITÀ AI GIORNI NOSTRI:
L'oggetto della didattica è lo studio della pratica d'insegnamento, organizzazione razionale dei metodi e delle azioni tese all'ottenimento di un efficace progetto educativo. La didattica rappresenta la mediazione tra il soggetto che apprende e l’oggetto da apprendere occupandosi quindi della relazione insegnamento - apprendimento.
Il concetto di Didattica ha origine con la Paideia greca. Questa civiltà sviluppa un modello ideale di formazione, un'idea della formazione di un'umanità nutrita di una cultura e di civiltà che assegna all’uomo un’identità culturale e storica. L’humanitas dell’uomo non è posseduta per natura, bensì è frutto di educazione. Essa si afferma nell’età dei Sofisti e di Socrate e segna il passaggio da una dimensione pragmatica ad una teorica dell’educare che si delinea secondo i caratteri universali della filosofia.
Con il ‘600, si afferma un modello di pedagogia epistemologica e socialmente impegnata rappresentata da Comenio, il padre della didattica “Didactica Magna”. L’idea è quella di una educazione universale, egli sostiene di dare la possibilità di insegnare tutto a tutti, l'espressione di tale principio è PANSOFIA, insegnare tutto a tutti senza distinzione di sesso e classe di appartenenza.
Tra la fine del ‘600 e gli inizi del ‘700 si affermano due modelli pedagogici e scolastici, l’Empirismo e lo Storicismo che si oppongono al razionalismo e all’universalismo:
- L’empirismo (LOCKE): il fondamento ontologico dell’educazione è la natura, Locke riteneva che la mente fosse una tabula rasa in cui le conoscenze si formano attraverso l'esperienza, rifiutava infatti l’innatismo ossia la concezione che considerava l’uomo in possesso fin dalla nascita di un insieme di conoscenze, tutti nascono uguali, dipende dalla possibilità di iscrivere le conoscenze in ciò che in natura è disponibile accogliere. Scienza come mezzo educativo.
- Storicismo (VICO): il fondamento dell’educazione è la storia. L’uomo si istruisce perché subisce le determinazioni storiche e sociali del contesto in cui vive. La storia è l’habitat della formazione, centro della cultura e modello di formazione.
Rousseau, nel suo Emilio ha una precisa visione rivoluzionaria perché mette al centro dell’educazione il bambino. Rousseau riconosce l’infanzia, un momento fondamentale, quello della crescita. Al tempo infatti, il bambino era un adulto immaturo. Ci sono tre elementi importanti nella pedagogia di Rousseau:
- Educazione naturale: R. attribuisce tre diversi significati:
- a. L'educazione è naturale in senso empirista, così come la natura la determina;
- b. Naturale in senso spontaneo, ciò che è legato ai bisogni spontanei dei bambini;
- c. Naturale inteso come contatto con l’ambiente esterno.
- Educazione negativa: l’educatore deve essere tale ma deve anche sapersi nascondere, rendere implicita la propria azione d’insegnamento. L’insegnante deve anche sapere essere superiore, saper stare in silenzio, non intervenire.
- Educazione indiretta: amplificare l’implicito anziché l'esplicito, focalizzarsi di più sull’ambiente che sull’allievo.
Queste tre tendenze si raggruppano in tre aspetti della pedagogia roussoiana:
- Puerocentrismo: non è assecondare i bisogni dei bambini, è conoscere, intercettare le loro peculiarità, caratteristiche. La scoperta dell’infanzia come età autonoma è dotata di carattere e finalità specifiche assai diverse da quelle dell’età adulta.
I percorsi verso il problema che la didattica emerge via via che si specializza il discorso nell’educazione (et. Basse, medie, superiori). Presenti si dicono cultura e senso didattico extra scolastico - di et.
DIDATTICA: Riflessione attorno all’agire didattico, cioè alle attività coerente con l’insegnare. Da un punto di vista storico, se vogliamo interpretare il termine “insegnamento”, dobbiamo riconoscere che le riflessioni dell’umanità si possono centrare attorno ai punti:
FILOSOFIA → e poi PEDAGOGIA (insegnamento)
fu un primo elemento dell’800 (1924) una didattica vera e propria.
DIDATTICA: nel 1950 la didattica era un’arte ma si apriva verso un’evoluzione di conoscenze e di metodologie.
Tommaso /Gentile scrive:“L’essenza della didattica...”
L’“insieme” non è sapere, questo fatto, preludiamo, è capace di attivare la struttura mentale dell’allievo, produrre una creatività - IDEA ANCORA VIVO -
Se le sapere forma, allora ci sono delle condizioni per trattare questo sapere.
2. La progettazione curricolare: Proposta da Tayler (1949). Il curricolo è un dispositivo teorico e metodologico che articola obiettivi (finalità) e mezzi (pratiche). Il curricolo è un dispositivo d'istruzione corredato di tutti i contenuti e strumenti di lavoro opportuni per rendere praticamente attuabile un determinato percorso didattico:
- Selezione degli obiettivi;
- Selezione dei contenuti;
- Individuazione degli step di apprendimento;
- Individuazione delle strategie didattiche;
- Individuazione dei sistemi di valutazione.
La progettazione curricolare si articola in:
- Atteggiamenti centrati su obiettivi predefiniti: determinato modo d’intendere la progettazione curriculare, si realizza attraverso la scelta a monte di obiettivi da perseguire:
- Curricolo: dispositivo di istruzione corredato di tutti i contenuti e strumenti di lavoro opportuni per rendere praticamente attuabile un determinato percorso didattico (selezione degli obiettivi, selezione dei contenuti, individuazione degli step di apprendimento, individuazione delle strategie didattiche, individuazione dei sistemi di valutazione);
- Modello di Gagné e Briggs — atteggiamenti centrati su obiettivi aperti: dalla fine degli anni '80, in connessione con l’affermarsi del secondo cognitivismo (costruttivismo), si affermano modelli di progettazione più aperti e flessibili:
- Progettazione orientata ad ambienti di apprendimento (scaffolding, aiuto da una persona ad un’altra per svolgere un compito), dei quali l’utente deve avvalersi per procedere autonomamente nel percorso conoscitivo: (carattere sociale dell’apprendimento, differenza come risorsa, impiego di contesti autentici di apprendimento, metacognizione e autovalutazione, ecc...).
3. Dispositivi relativi alle finalità del progetto — obiettivi didattici: la fase cruciale di ogni progettazione è l’individuazione degli obiettivi, essi permettono di allestire il progetto e l’intervento, presentare in maniera chiara i risultati attesi, selezionare strategie e metodi migliori. Un obiettivo didattico risponde alla domanda: che cosa l’allievo deve essere in grado di fare al termine dell’unità didattica per dimostrare di avere imparato quello che ci si aspettava? Tali obiettivi devono essere operazionalizzati, ossia formulati allo scopo di agevolare la definizione di interventi didattici e di momenti valutativi.
- Tassonomie: nella definizione ed operazionalizzazione degli obiettivi è possibile fare riferimento alle tassonomie degli obiettivi, ovvero una classificazione sistematica secondo una gerarchia ascendente che va dalle abilità elementari a quelle più complesse. Le tassonomie consentono di progettare, allestire, svolgere e valutare l’intervento didattico. Bloom (1956) propone un programma di tre tassonomie per diverse sfere: cognitiva, affettiva e psicomotoria dell’alunno. In particolare, il dominio cognitivo viene strutturato in sei livelli: conoscenza, comprensione, applicazione, analisi, sintesi, valutazione. In un suo successivo lavoro, Bloom (1971) produce una versione semplificata che sposta l’accento sulla distinzione tra conoscenza e capacità: conoscenza dei termini, conoscenza dei fatti, conoscenza di regole e principi, capacità di effettuare operazioni concrete e adattamenti, capacità di compiere applicazioni. Ai modelli proposti da Bloom hanno fatto seguito altri schemi, tra cui quella proposta da Krathwoll (2001) con una importante revisione della celebre tassonomia di Bloom. A differenza dei modelli lineari propone una matrice che distingue i contenuti dai processi, con l’obiettivo di facilitare la definizione degli obiettivi di apprendimento, la scelta delle attività didattiche, la messa a punto di un sistema di valutazione.
4. Dispositivi di valutazione.