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AUMENTI DI CAPITALE E FUSIONI SOCIETARIE
C’è sempre un effetto contabile in capo alla conferitaria, quando si parla di aumento di capitale. Posso avere delle
conseguenze contabili anche in capo alla conferente se come nell’esempio (qui avremo la continuità) ho anche come
conferente un veicolo, quindi una società la quale scorporerà i beni e al posto dei beni scorporati avrà i titoli/azioni.
L’approccio è quello matriciale, quindi bisogna vedere tutti gli elementi insieme. In tutto questo c’è un approccio
valutativo, uno contabile, il rispetto della normativa, l’operazione vigilata. L’aspetto di collegamento è il ruolo o i ruoli
del professionista.
Fusione
La fusione è un’operazione complessa che rientra nell’ambito del funzionamento dell’impresa, del ruolo del
professionista nella fase di funzionamento dell’impresa. È una operazione di crescita. Il modo attraverso cui si arriva
alla fusione è l’aumento di capitale. La fusione la si vede innanzitutto come uno strumento, un’operazione che
favorisca la crescita, non a caso è stata inserita nell’ambito del funzionamento dell’impresa.
Favorisce la crescita in che modo?
È il classico strumento di crescita di solito esterna dell’impresa. II processi di crescita si distinguono in crescita interna
e esterna. Anche il conferimento nei confronti della conferitaria era un processo di crescita esterna. Quello interna
poteva essere da un meccanismo virtuoso di autofinanziamento che via via permetteva all’impresa di incrementare il
proprio patrimonio e di crescere in maniera graduale. Il conferimento, l’acquisizione e la fusione creano delle
discontinuità che si riflettono nelle valutazioni e hanno come effetto una crescita esterna, nella maggior parte dei casi.
L’approccio che si segue è quello di partire dai possibili significati di tipo generale per scendere nelle particolarità di
tipo particolare.
Integrazione verticale
Ci sono casi che portano a un’integrazione verticale, ossia un processo che avviene tra imprese attive in stadi di
produzione continui.
Esempio: quando vado a fondere l’impresa che produce dei beni con quella che li commercializza ho un’integrazione
verticale. È quasi il processo opposto a quello del conferimento, dove vado a scorporare da una società che opera in
un determinato ramo e lo porto da un’altra parte. Attraverso la fusione è come se lo riportassi dentro.
Integrazione orizzontale
L’integrazione può essere anche di tipo orizzontale, quindi fusione tra società che operano nello stesso settore.
Integrazione conglomerale
Si ha una operazione di integrazione di tipo conglomerale nel caso di una fusione tra imprese che operano in settori
diversi di attività.
Non è l’unica possibilità di crescita, questa è un’operazione di fusione tra società indipendenti, che non fanno parte di
un gruppo, tra cui non esistono operazioni di partecipazione. Spesso ci sono operazioni di fusione tra società che hanno
rapporti di partecipazione, che fanno parte di un gruppo, quindi c’è il momento in cui scorporo e quello in cui
incorporo. Nell’ambito di razionalizzazioni e ristrutturazioni all’interno di gruppi aziendali, la fusione può essere
un’operazione che rimette in ordine.
In un certo momento avevo ritenuto opportuno (anche per contingenze di tipo fiscale piuttosto che per agevolazioni
ottenute se si delocalizzano delle operazioni in un certo luogo) scorporare determinate attività, dopo alcuni anni mi
rendo conto che non va più bene quindi reincorporo, quindi fondo. Questa è un’altra funzione della fusione o
significato.
Possibili finalità della fusione
La fusione può avere finalità produttive, tecnologiche, commerciali, logistiche e amministrative.
Finalità produttive
La fusione permette di migliorare l’utilizzo e lo sfruttamento degli impianti e delle attrezzature oltre che di
incrementare o integrare le capacità produttive degli impianti e di integrare le fasi produttive consecutive.
Finalità tecnologiche
Riguardano il conseguimento di economie di scala e sinergie nella ricerca e progettazione, oltre che l’acquisizione di
brevetti, licenze e know-how (ad esempio, quando una società si fonde con la società che ha possiede il brevetto, di
cui la prima necessita, così da mettere a fattor comune i processi produttivi).
Finalità commerciali
Attraverso la fusione si può ottenere la riduzione della concorrenza, l’ampiamento e integrazione della gamma di
prodotti e il potenziamento delle tecniche di commercializzazione, di pubblicità e della logistica.
Sempre tra le finalità commerciali potrei avere un miglioramento delle proprietà commerciali: se fondo due grandi
società che operano nel settore della distribuzione, la concentrazione e la crescita si possono in questo caso scontrare
con la politica anti-trust.
Finalità logistiche
Ottimizzazione del processo distributivo, quindi ottimizzazione del trasporto e del magazzinaggio.
Finalità amministrative
Da un punto di vista amministrativo dovrei riuscire a ridurre i costi amministrativi e potrei riuscire a compensare gli
squilibri esistenti nelle strutture amministrative delle società partecipanti alla fusione.
La fusione parte da due o più società di solito e arriva a una ed è un’operazione che può avere anche risvolti negativi.
Quando ci sono due consigli di amministrazione ne rimane uno. La stessa cosa vale per il management: non serviranno
più due top management, ne basta uno. Le imprese sono fatte anche di persone e non solo di processi, quindi quando
le sinergie toccano le imprese, possono avere su di esse anche risvolti negativi. La fusione potrebbe servire per salvare
una società che non ha futuro, come alternativa alla liquidazione, è un modo di incorporare un’impresa che non ha
futuro. Questo però inciderà non poco sulle valutazioni e sui rapporti di forza. Dalla fusione possono derivare numerosi
problemi poiché si uniscono culture aziendali e società tra loro diverse, quindi non è un’operazione semplice.
Tipologie di fusione
Anche l’operazione di fusione è normata in modo rigoroso dal legislatore, come nel caso del conferimento aziendale
e a differenza della cessione. Art. 2501 c.c. e seguenti. Vi sono vari tipi di fusione.
Fusione pura (o propriamente detta)
È la fusione perfetta dal punto di vista teorico, non altrettanto riscontrabile nella pratica, è quella che prevede che a
seguito della fusione nasca una nuova società che deriva dalla fusione delle due precedenti (che vengono estinte). A e
B mettono in atto una fusione pura e a seguito della fusione ho C.
Fusione per incorporazione
Una o più società vengono incorporate in una che esiste già. Sempre A e B, A incorpora B. A e B si fondono attraverso
l’incorporazione di B in A. B scompare e A rappresenta il risultato della fusione.
Fusione inversa
Di regola funzionale all’incorporazione o propedeutica all’incorporazione è l’acquisto di una partecipazione
nell’incorporata o incorporanda da parte dell’incorporante. Quindi se A incorpora B di solito, prima di effettuare
questo tipo di incorporazione, A acquista una partecipazione in B.
La fusione inversa per incorporazione è quella in cui chi incorpora non è la società che detiene la partecipazione ma è
la società partecipata. Incorporazione di una società avente una partecipazione nell’incorporante. È B, partecipata da
A, che incorpora A.
Fusioni di tipo eterogeneo
Esistono fusioni di tipo eterogeneo tra una società di capitali e una società di persone.
MLBO – Merger Leverage Buy Out
C’è poi la fusione nota come LMBO (Leverage Merger Buy-Out), fusione a seguito di acquisizione con indebitamento,
art. 2501 bis.
Fusione per incorporazione
Cosa accade in A?
A acquisisce tutte le attività e le passività di B. tra A e B in questo momento non ci sono rapporti di partecipazione,
sono due società autonome con azionisti diversi. L’acquisizione del patrimonio di B da parte di A ha come conseguenza
il fatto che A deve aumentare il capitale sociale/il patrimonio netto emettendo delle azioni che, a questo punto, sono
assegnate a quelli che erano gli azionisti di B e che, a seguito della fusione, diventeranno nuovi azionisti di A.
Il passaggio logico fatto rispetto alle altre operazioni è che nel caso precedente non si aveva un’incorporazione da
parte della conferitaria della conferente ma si aveva il trasferimento di una parte della conferente dalla conferitaria
ma la conferente rimaneva viva. Pertanto le azioni emesse a fronte del trasferimento dei beni venivano assegnati alla
società e non ai soci della società conferente. Nel caso di specie la società B non esiste più perché è fusa. Gli effetti
dell’operazione di trasferimento si hanno in capo, non in capo alla società fusa, ma ai soci della società fusa, quindi è
un’operazione che interessa almeno due società (se no non posso fondere) e ha degli effetti sulle stesse, anche sui
soci di A (perché, di fatto, in A avviene un aumento di capitale a favore dei soci di A nuovi, quindi dei vecchi soci di B
che diventano soci di A). I vecchi soci di A non partecipano all’aumento di capitale quindi la loro quota viene diluita.
Quale è la contropartita che viene data a fronte del conferimento di beni?
Azioni, nel caso del conferimento in natura chi conferiva riceveva azioni della conferitaria. Nel caso della fusione i soci
della fusa ricevono le azioni. È per questo che l’operazione di fusione nella prassi viene definita un’operazione che
prevede lo scambio di carta contro carta. L’operazione di conferimento in realtà prevedeva beni contro carta. In
entrambe le operazioni non abbiamo esborso di denaro da parte di chi incorpora, piuttosto che della conferitaria, se
non nel caso di specie o per dei conguagli. Il legislatore stabilisce dei limiti a questi conguagli per evitare che
un’operazione di fusione si trasforma in un’acquisizione.
Confronto fusione – conferimento
Fusione Conferimento
Si trasferisce tutta l’azienda. Si trasferisce tutta l’azienda.
L’incorporata sparisce. Rimane viva la società – la conferente.
La contropartita del trasferimento dell’azienda sono La contropartita del trasferimento dell’azienda sono
azioni emesse ad hoc (dall’incorporante piuttosto che azioni emesse ad hoc (dall’incorporante piuttosto che
dalla conferitaria) escludendo di regola i vecchi soci. dalla conferit