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RIPORTATE DALL’ARTICOLO 2424 DEL CODICE CIVILE

Chiaramente per ovviare al problema del riporto del leasing dalla Nota Integrativa, qualcuno potrebbe

pensare di modificare il Bilancio ed inserire un’apposita voce all’interno dello SP, in modo da poter

evidenziare tali debiti. La disciplina dettata dall’OIC 11 esclude tale fattispecie, dato che attribuisce al solo

legislatore la competenza di modificare il bilancio (dato che è il Codice civile a dettarne lo schema).

L’unico caso ammesso è quello dettato dall’OIC 17, che stabilisce che è possibile rappresentare

diversamente gli schemi di Bilancio, ma con riguardo al solo bilancio consolidato.

Anche il bilancio di verifica non contiene la voce “debiti da leasing”, in quanto è un mero stato dei conti

conforme al bilancio d’esercizio.

Sarà dunque un’integrazione alla contabilità che darà le informazioni necessarie (dato che andranno

comunque inserite nella Nota Integrativa, ma questa non è contenuta nel bilancio di verifica.

A giudizio del professore, in un’ottica operativa del business dell’impresa il TFR è un connotato tipico del

business aziendale per le piccole e medie imprese. 32

Riclassificazione funzionale dello Stato Patrimoniale

Si procede facendo un confronto temporale: si nota che il debito a m/l termine è esploso (guardare PFN) a

seguito di un aumento di tutte le immobilizzazioni è stata fatta un’operazione straordinaria ossia una

fusione inversa (operazione di LBO) ex art. 2501 bis c.c.. Quindi un veicolo acquirente è stato indebitato,

viene capitalizzato con una parte di patrimonio, poi viene indebitato, e con le risorse finanziarie compra

partecipazioni nella società target; il secondo step è una fusione inversa dove la società target incorpora il

veicolo che è stato costituito per l’acquisizione e a seguito di questa operazione succede che la società

target viene gravata del debito che è servito all’acquirente per acquistare il capitale della società target.

Queste operazioni cosa comportano? Una rivalutazione degli asset.

Per effettuare questa operazione, qual è la cautela che ci richiede il codice civile? Quella di essere in grado

di rimborsare il debito. 33

Nel periodo T2 si nota che il Risultato Netto è negativo nonostante il trend positivo del fatturato, il costo

aumentato è rappresentato dagli ammortamenti, che sono aumentati, perché le immobilizzazioni sono

aumentate. Nel periodo T3 l’EBIT è positivo ma il RN è ancora negativo.

è dato dal fatto che il disavanzo da annullamento fusione che consente la rivalutazione del valore delle

immobilizzazioni, se le immobilizzazioni vengono rivalutate devono poi essere ammortizzate, gli

ammortamenti sono esplosi nel periodo T2.

Nel periodo T3 gli ammortamenti sono dimezzati in quanto è stata aumentata la vita utile dei cespiti. I

principi che disciplinano gli asset materiale e gli ammortamenti sono gli OIC 16, OIC 24 e IAS 16. Quando si

modifica la vita utile di un asset è necessario che questa decisione sia sostenuta da perizie, da una relazione

tecnica fatte da un soggetto indipendente (rischio di reporting – informazione non affidabile).

Inoltre, nonostante i ricavi siano aumentati, il costo del personale si è ridotto. Infatti, quando la società

avverte uno stadio di crisi, agire sulla leva del personale, ricorrendo alla cassa integrazione e

esternalizzando queste attività (questo comporta, però, un rischio operativo), è un modo per variabilizzare

la struttura reddituale dell’impresa.

N.B. L’EBIT (reddito operativo) e l’EBITDA (reddito operativo maggiorato degli ammortamenti e delle

svalutazioni intercorse) non sono GAAP misure il che implica che o ci si rifà alla definizione proposta dalla

EFAS guida in joint venture con AIAF, oppure, nel documento si dovrà specificare quali componenti si è

scelto di considerare. Ad esempio, la svalutazione dei crediti non dovrebbe essere considerata nell’EBITDA

ma dato che le perdite su crediti sono un ricavo dell’anno precedente non realizzato possono essere

considerate come perdita gestionale connessa allo svolgimento dell’attività.

EBITDA è l’aggregato economico che maggiormente assomiglia e approssima un flusso di cassa. 34

L’ANALISI DEL PROFILO REDDITUALE: LA RICLASSIFICAZIONE DEL CONTO ECONOMICO A VALORE AGGIUNTO

Nel Conto Economico riclassificato vanno identificati i due aggregati fondamentali: l’EBITDA (ossia il Reddito

Operativo ante ammortamenti e accantonamenti, detto anche “Margine Operativo Lordo”), il quale

esprime la capacità della gestione caratteristica di produrre reddito e remunerare i fattori della produzione

rappresentati dal CIN (nel caso di analisi funzionale dello SP), e l’EBIT (ossia il Reddito Operativo, Margine

Operativo Netto), il quale rappresenta la performance reddituale del business. Al di sotto dell’EBIT si

dovranno individuare tutti i fattori finanziari atti a finanziare i fattori della produzione.

Valore Aggiunto

Il serve ad individuare il primo margine dell’impresa (Ricavi - costi operativi esterni, ossia i

costi che derivano da terze economie, come i beni, i servizi e il godimento beni di terzi). È una sorta di

fatturato netto che è funzionale a remunerare i fattori della produzione aziendale.

Il punto chiave di tale riclassificazione è quello di determinare come l’impresa opera: a maggior valore

aggiunto corrisponde una minor contribuzione delle economie terze nel processo produttivo dell’impresa.

A tal proposito, si ricorda che ciò non è solo un vantaggio. Si pensi, infatti, al caso in cui vi sia una forte

contrazione dei ricavi (tramite fattori esogeni o endogeni, ovvero tramite la diminuzione dei prezzi o la

contrazione della domanda di beni): l’impresa con tale struttura avrà molti costi fissi, difficilmente

adeguabili alla minor struttura dei ricavi nel breve periodo. Ciò significa che l’impresa, nel breve periodo,

avrà impatti negativi significanti sulla redditività operativa.

Tale riclassificazione, dunque, ha una forte utilità nel caso di ristrutturazione aziendale.

La domanda che l’analista si pone è di individuare se e come il Valore Aggiunto, generato dal business,

possa riuscire a remunerare tutti gli altri fattori della produzione (costituiti dai costi operativi interni, ossia

tutti i costi che attengono all’impresa in senso stretto, come ad esempio il personale, gli ammortamenti,

ecc.). Un settore tipicamente con Valore Aggiunto negativo è quello delle società di calcio.

L’EBITDA è un flusso reddituale che approssima un flusso di cassa di natura operativa, non è altro che il

Reddito Operativo al lordo di tutti i costi non monetari.

Per passare dall’EBITDA a un flusso di cassa di natura operative dobbiamo rettificare l’EBITDA, più o meno

la variazione del capitale circolante netto da un esercizio all’altro, e sottrarre le imposte da questo

aggregato. Mi dà indicazione della capacità dell’impresa di creare reddito e generare un flusso di cassa.

Quando l’EBITDA può assumere la dimensione del flusso di cassa? 35

L’ANALISI DELL’ASPETTO FINANZIARIO DINAMICO: LE CATEGORIE DI FLUSSO SECONDO L’OIC 10

È una modalità di riclassificazione fondamentale; è utile per apprezzare quello che è il profilo

dell’economicità che attiene all’equilibrio finanziario dinamico, attraverso indici o indicatori.

Per esaminare la modalità di generazione dei flussi di cassa da parte dell’impresa, evidenziare i flussi di

cassa per area di business, tipicamente individuate in 3 categorie

L’OIC 10 ha richiesto di evidenziare i flussi di cassa per area di business, teoricamente individuate in tre

sezioni: Flussi finanziari derivanti dalla gestione reddituale/operativa

A. (ricavati tramite il metodo diretto o

il metodo indiretto), ossia i flussi di cassa generati dal business annualmente con il suo funzionamento. Essi

dovrebbero essere sempre positivi, altrimenti si potrebbe individuare un declino (se si vuole ristrutturare il

debito, è necessario che l’impresa generi della cassa “operativa”, altrimenti non ha senso provare a

ristrutturarlo); all’interno di questa area vi sono anche poste di matrice finanziaria (interesse incassati,

dividendi incassati), perché sono inseriti qua? Per limitare l’operatività del soggetto (limitare la soggettività

del compilatore) che va a predisporre il rendiconto finanziario. Perché nell’ottica dell’OIC 10 si dice:

siccome non sappiamo il compilatore del rendiconto finanziario sappia esattamente a quale area dei flussi

di cassa riferire questa fattispecie di interessi, se non è in grado di specificare esattamente la fonte di quella

36

fattispecie, me li inserisce nei flussi di cassa derivanti dalla gestione reddituale/operativa perché comunque

l’accensione del debito di natura finanziaria serve per gestire il business.

Il flusso di cassa operativo è uguale a EBITDA + o – la variazione del Capitale circolante netto operativo da

un esercizio all’altro; il Capitale Circolante Netto Operativo sono tutte le partite di breve termine che sono

esigibili o realizzabili nei dodici mesi, di natura commerciale/operativa, se le aggreghiamo insieme abbiamo

una modalità sintetica di poter procedere al calcolo dei flussi di cassa.

Se il Capitale Circolante Netto Operativo è incrementato, da un esercizio all’altro, l’EBITDA risulta diminuito

perché, pensiamo come se fosse una fattispecie di investimento, quindi se nell’anno x+1 il valore si

incrementa, il delta che si è verificato tra i due esercizi (significa che quell’attivo rappresentato dal CCNO,

significa che quell’attività non l’ho realizzata e quindi significa che non si è realizzata in disponibilità liquide

e quindi l’EBITDA deve essere rettificato in diminuzione.

Quando l’EBITDA può essere assimilato a un flusso di cassa? Quando tutti i ricavi e tutti i costi operativi

realizzati in un esercizio vengono pagati o realizzati in quell’esercizio (modello teorico che non si può

verificare)

Flussi finanziari derivanti dall’attività di investimento,

B. rappresentata in sostanza dal CAPEX, ossia

dagli investimenti in conto capitale che servono a produrre redditività dell’impresa (generalmente tali flussi

sono negativi, perché gli investimenti assorbono cassa - non la assorbono e la generano solo quando sono

dismessi, cosa che in continuità avviene raramente);

Flussi finanziari derivanti dall’attività di finanziamento,

C. costituiti perlopiù dai mezzi di

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A.A. 2024-2025
103 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/07 Economia aziendale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher gmp19 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Tecnica professionale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Franceschi Luca Francesco.