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Roma antica e la fase tardo repubblicana

Nella fase tardo antica romana, si identificano i tratti dominanti della fase successiva, e questo è l'esito di una riflessione che ha posto al centro dell'attenzione la tardoantichità solo negli ultimi decenni. Primi si riteneva che la fase finale della storia romana fosse una fase di per sé declinante e quindi non meritevole di attenzione. Questo periodo si definiva poi "basso impero" e non "tardo antichità", quindi anche il cambio di definizioni è una valutazione. Si riteneva che questo periodo non fosse una fase positiva, che erano intervenuti mutamenti di carattere negativo. La ricostruzione e la percezione della storia di Roma è anche una percezione che è fortemente condizionata dalle tendenze e orientamenti del periodo in cui viene studiata, quindi ad esempio il periodo del basso impero che era considerato negativo, negli ultimi 50 anni è

Diventato un periodo da riscoprire, all'insegna di un nuovo modo di guardare alle fasi di transizione e di trasformazione, e di poterle concepire non solo come la fine di un percorso ma come un periodo innovativo che crea le premesse per ciò che verrà dopo.

Questo atteggiamento si è registrato in tempi più recenti anche per quanto riguarda la fase tardo repubblicana e l'inquadramento della storia della Roma repubblicana, che nei decenni passati non ha generato grandi interessi. È diventato invece oggetto di particolari attenzioni soprattutto in contesti anglosassoni, perché si è sviluppata la tendenza di interpretare ciò che è accaduto alla fine della repubblica alla luce di schemi, parallelismi e analogie, e in qualche caso di forzature, con ciò che è accaduto in altri momenti della storia. Quindi non possiamo avvicinare le concezioni di populares e optimates con altri termini di altri periodi della storia.

perché diventa occasione di travisamento di ciò che è accaduto in quel momento in particolare. Per leggere e comprendere la storia antica dobbiamo sempre far riferimento alle testimonianze più o meno coeve.

Nel sistema dell'onomastica romano, canonicamente si distingue tra il prenomen, il nomen e il cognomen. Il nomen fa riferimento al nucleo familiare, il cognomen è il soprannome e il prenomen è il nome proprio. Il senso dell'onomastica è il fatto che l'onomastica è il primo riflesso di un sistema che dà particolare importanza all'appartenenza di un individuo, in una società come quella romana che è di tipo oligarchico, proprio perché pone l'accento sull'appartenenza degli individui a un nucleo familiare piuttosto che un altro. Importanza in questo contesto del soprannome, cioè del cognomen, che è il primo indicatore del ruolo che un soggetto ha avuto all'interno

diun determinato contesto. Anche questo dato istituzionale che riguarda l'onomastica ciaiuta quindi a capire la periodizzazione.Il sistema romano, non solo dal punto di vista politico e istituzionale ma anche socialee della mentalità, è stato costituito da una commistione di aspetti tra loroapparentemente contrastanti. Il punto di vista istituzionale fa riferimento alle strutture.Per quanto riguarda le fonti, c'è la necessità di verificare lo stesso dato alla luce di piùfonti, quando possibile, come nel caso del discorso della tavola di Lione comparato conTacito. La storiografia, fra i vari generi letterari, ha in alcuni casi un andamento dicarattere annalistico. Conservazione della memoria di tipo familiare, riflesso di unamentalità di tipo gentilizio. Il contraltare di questa conservazione della memoria di tipogentilizio. Società organizzata non solo dal punto di vista oligarchico, ovvero facendoriferimento e dando spaziomaggiore ad alcune categorie e tipi sociali, ma dal punto divista gentilizio.Le fonti letterarie non sono costituite soltanto dalla storiografia, e anchel'orientamento della storiografia è diverso. Non esiste solo quella annalistica, cheracconta gli eventi anno per anno. I romani sono consapevoli dell'importanza, alla finedella repubblica, di conservare la loro memoria, e anche dell'importanza di conservarlanon parlando solo di singoli episodi e fatti ma concependo la storia in maniera piùestesa, ciò attraverso un metodo e criterio di conservazione dei dati. In questo sensoallora non esiste solo la storiografia annalistica rappresentata da Livio, Dionigi, Tacitoin età imperiale. Il modello annalistico ha una lunghissima durata. Parlando di metodoannalistico però non facciamo riferimento solo a questi autori e a questi periodi dellatarda repubblica e dell'impero, ma possiamo far riferimento anche a fonti che anchepiù

Avanti continuano a conservare questo modello, fonti attraverso le quali possiamo ricostruire la storia della cosiddetta tarda antichità. Ad esempio Ammiano Marcellino, che è autore di Res gestae, ovvero non si tratta di annales ma fanno comunque riferimento a fatti accaduti sempre secondo il modello annalistico. Autore la cui opera si colloca alla fine del IV secolo d.C., nella fase di Teodosio, e ci dà un esempio di una storiografia annalistica, stilata secondo questo vecchio modello, ma che ha attenzione particolare anche per la nuova realtà dell'impero, caratterizzata dal confronto tra paganesimo e cristianesimo. Il primo secolo a.C. è la fase del cosiddetto alto impero o del principato, il II secolo come fase del principato adottivo, il III secolo come momento caratterizzato da questa cesura che è la cosiddetta crisi del terzo secolo (dal 234/35 al 284), quando finisce la dinastia dei Severi che copre il periodo dalla fine del II e inizio del III.

E prima che cominci la fase cosiddetta della tetrarchia, che ha come apice soprattutto la figura di Diocleziano, e che è caratterizzata da un nuovo rapporto tra oriente e occidente. Dopo questa fase, che comporterà un notevole cambiamento dal punto di vista gestionale, perché l'impero diventerà più esteso dal punto di vista territoriale e quindi avrà bisogno di una nuova struttura, dopo la fase costantiniana tra II e III decennio, arrivando al periodo degli ultimi decenni del IV secolo si colloca l'opera di Ammiano Marcellino, che fa riferimento al quadro del IV secolo. Ammiano Marcellino segue il metodo annalistico, quindi c'è ancora l'idea di una storia che si racconta alla vecchia maniera facendo riferimento ai singoli fatti. Questa opera, che secondo la tradizione è stata composta in 31 libri, non è conservata per intero. Problema del naufragio delle fonti, che era presente anche per Livio e Dionigi di Alicarnasso.

Dei 31 libri si sono conservati i libri che coprono un periodo un po' più ristretto e vicino all'autore, che va dal 353 al 378. Il concetto quindi è che la storia annalistica non si appunta solo su avvenimenti lontani in maniera relativamente poco approfondita, ma man mano che si avvicina all'epoca in cui vive l'autore diventa più dettagliata. Questo lo notiamo anche nel caso di Ammiano, dove nei 31 libri sono conservati più specificamente quelli che si riferiscono al periodo a lui più vicino. Questo vuol dire che Ammiano, a differenza di Livio che raccontava la storia dei secoli precedenti, si occupa della storia dei secoli precedenti ma buona parte della sua opera è invece dedicata a un periodo più ristretto e a lui più vicino, quindi segue il modello annalistico ma ha notevole attenzione per gli avvenimenti della sua epoca. Non è solo tanto un annalista, ma è anche un po' uno storico contemporaneo.

È importante poter dire che quando parliamo del IV secolo a.C., abbiamo a disposizione una fonte più o meno vicina degli eventi di cui si occupa. Ammiano poi fu un soggetto che aveva competenze molto simili a quelle di una sorta di segretario, era una figura a servizio dell’imperatore Giuliano. Quindi abbiamo uno storografo annalista che si ispira alla tradizione precedente, ma anche che in qualche misura si occupa di eventi a lui vicini. Veniva da Antiochia, quindi dall’Asia minore, il che vuol dire che guardava all’occidente e a Roma del IV secolo d.C., che era in trasformazione, con gli occhi con cui li poteva guardare un uomo che veniva dall’Oriente. Aspetto importante del chi ci dice cosa di un determinato periodo storico. L’incidenza della tipologia documentaria di un tipo di racconto che abbiamo e sull’orientamento diventa più forte via via che si va avanti nella storia di Roma. Per gli storici che vivono nella tarda

antichità diventa particolarmente importante capirne il punto di vista, perché ci consente di capire molto sul tipo di immagine che di una certa epoca viene data. Un tema centrale di questo periodo sarà la definizione della cosiddetta tardoantichità, per ciascuna di queste fasi storiche possiamo individuare delle sotto fasi, che non sono frutto solo della storiografia moderna ma anche di ciò che la storiografia antica ha concorso a rappresentare dandone un certo giudizio. Si tende ad usare un'espressione che implica una valutazione non più negativa di questa fase della storia romana. Fase che secondo alcuni inizia nel IV secolo, secondo altri nel III secolo con la cosiddetta crisi del III secolo, secondo altri ancora comincia nel II secolo con il principato adottivo. In ogni caso, questa fase non viene più definita basso impero perché ha un'accezione negativa, di declino. È necessario chiedersi chi rappresenta questa

Tardo antichità, ovvero chi narra questo periodo e da quale punto di vista (Ammiano Marcellino, storico militare, personaggio che ha vissuto al fianco di Giuliano quindi esponente di una certa visione repubblicana). Bisogna capire anche che tipo di fonte abbiamo, se pagana o cristiana. Stiamo sempre parlando di storiografia annalistica ma con un cambiamento, la storiografia della tarda repubblica fa i conti con i secoli precedenti, quella dell'inizio del I secolo (Tacito) cerca di dare un bilancio di ciò che è avvenuto nella prima fase dell'impero, la storiografia del IV secolo, che non è costituita solo da Ammiano Marcellino, fa i conti con una situazione e contesto che è in profonda trasformazione e che ha come primo punto essenziale il conflitto tra paganesimo e cristianesimo, poi il ruolo essenziale che assumono le strutture ecclesiastiche ed episcopali, quindi è una società in profonda trasformazione.

- I secolo ->

Il periodo è caratterizzato dalla successione di queste due dinastie, con al centro l'anno dei 4 imperatori (68-79) - II secolo -> dal princi

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Publisher
A.A. 2018-2019
92 pagine
4 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ANT/03 Storia romana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher .Artemis. di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia romana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Mastrorosa Ida Gilda.