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Fonti per la Storia romana
I tratti comuni delle fonti per la Storia romana sono:
- Scarsità: in confronto alle epoche posteriori, i documenti antichi sono in quantità inferiore e ciò ci obbliga ad un'analisi approfondita di essi, che richiede anche una competenza tecnica.
- Impossibilità di usare le fonti in modo immediato: ogni documento deve essere decifrato, tradotto, interpretato, datato.
- Difficoltà di uso statistico dei dati: il campione da noi posseduto, oltre ad essere poco significativo, è casuale; alcuni periodi e alcune località sono molto meglio documentate di altre.
Es -> una maledizione (defixio) proveniente da Bologna, dal testo, in greco e in latino, di complessa lettura e interpretazione, per via dell'uso di una lingua popolare, con errori ortografici e sintattici e di un lessico magico particolare.
Nel testo inoltre non abbiamo alcun elemento di datazione interna. Per quanto riguarda la dimensione magica nell'Antichità, sappiamo dell'esistenza di ricette magiche, soprattutto scritte su papiro, che andavano poi arrotolate e seppellite in un luogo di sepoltura recente pronunciando delle formule. Questa defixio, essendo di piombo, capiamo essere invece una maledizione nei confronti di qualcuno. Tale pratica fu descritta dallo storico Plinio il Vecchio.
FONTI LETTERARIE
Ritenute fino a qualche tempo fa le uniche fonti della ricostruzione storica sia perché molti altri tipi di fonti non erano stati scoperti (es. monete, papiri), sia perché illuminavano i temi politici, militari e culturali che erano ritenuti i soli oggetti della Storia. Con l'allargamento del suo concetto, le fonti letterarie hanno perso parte della loro preminenza, ma nella nostra disciplina conservano comunque una grande importanza.
Tuttavia, quando si leggono le opere degli autori antichi
è bene ricordare che queste opere non sono pervenute direttamente, ma sono già il frutto di una mediazione (ad eccezione di poche opere ritrovate su papiri letterari). In particolare, le opere della letteratura greca e latina sono giunte al presente attraverso la tradizione manoscritta medievale (un esempio è il testo di Tacito sul discorso di Claudio). Bisogna inoltre stare attenti al contesto in cui l'opera è stata copiata. Per esempio, una copia tramandata ai posteri attraverso un contesto scolastico dovrebbe comunque lasciare dubbi sulla sensibilità e l'attenzione degli studenti durante la trascrizione. Parisinus Latinus 5763 -> Il primo foglio del con il Bellum Gallicum di Cesare. Risalendo al IX secolo, è uno dei manoscritti più antichi dell'opera cesariana. Redatto in qualche scriptorium monastico della Francia medievale, si conserva oggi alla Bibliothèque Nationale de France di Parigi. La lettura del testo nonè immediata, anche per via della conservazione del manoscritto stesso.
PeriochaeEs. -> Un piccolo frammento delle di Livio, libri XLVII-XLVIII, rinvenuto da E. Breccia nel 1934 a Ossirinco. Il suo ritrovamento è quindi risultato dell’attività di scavo della ricerca italiana. Edito come Papiri della Società Italiana, XII, 1292 è stato poi restituito al Museo Egizio del Cairo. Il testo si data al III-IV sec. d.C.
Quando si lavora con i papiri, bisogna ricordare che sono, in parte, risultato di attività di scavo archeologico (dalla fine dell’800), in parte, risultato del contributo dei contadini egiziani ai ritrovamenti degli stessi. Quando i contadini egiziani, che usavano i depositi di materiale organico attivo, si sono accorti dell’interesse degli archeologi europei nel recuperare pezzetti di papiro scritto negli stessi depositi, decisero di farlo anche loro, con lo scopo di venderli successivamente sul mercato antiquario.
collezionisti poi li compravano per arricchire le loro collezioni. Bisogna quindi capire se il manoscritto studiato è unico o ci sono dei frammenti in altre collezioni che lo completano. Altro aspetto importante da considerare è il lasso di tempo intercorso tra l'originaria redazione di un'opera letteraria e la sua prima edizione a stampa. Spesso possono passare anche 16 o 17 secoli e in quel caso la trasmissione del testo è assicurata solo da copie manoscritte. Possono però sorgere problematiche di vario genere: il processo di copiatura porta inevitabilmente ad una corruzione del testo (soprattutto per quanto riguarda le cifre) e molte volte da uno stesso manoscritto nascono rami di interpretazione e copiatura diversi. Altre volte ci sono anche modifiche di comprensione del testo, ovvero sostituzioni di periodi complessi con alcuni meno complessi e più fruibili. -> Alla Filologia classica spetta il compito di ricostruire, sulla basedei manoscritti esistenti, un testo il più vicino possibile a quello redatto dall'autore, l'archetipo.
I generi letterari di interesse per la ricostruzione della Storia romana sono:
- Storiografia
- Biografia
- Storiografia ecclesiastica (per il periodo tardoantico)
- Geografia
- Antiquaria
- Trattatistica politica
- Pamphlet politico
- Apologetica cristiana
- Trattatistica militare
- Oratoria
- Epistolografia
- Letteratura giuridica
- Generi della finzione letteraria, ovvero Poesia, Teatro e Romanzo.
1. STORIOGRAFIA
Si tratta del genere letterario di maggior interesse per la ricostruzione della Storia romana. Le fonti storiografiche in nostro possesso spesso vennero redatte molti secoli dopo gli eventi che narrano (es. Livio) e un numero considerevole di opere ci sono giunte solo attraverso citazioni ("frammenti") di autori posteriori.
In particolare, tutto ciò risalente a prima del IV secolo è da considerare come una ricostruzione non sempre attendibile, per via
Della scarsità di documenti. Per esempio le famiglie private ancora non avevano l'abitudine di conservare i documenti della propria storia, che invece poi riuniranno in occasione dei funerali di qualche membro. Inoltre, divenne poi abitudine annuale nelle città registrare gli eventi più salienti come le carestie e le eruzioni.
Per definizione ogni opera storiografica è portatrice di un punto di vista particolare, in qualche misura parziale e tendenzioso. La conseguenza è la necessità di un approccio critico. Lavorando su copie manoscritte, l'importante è usare un testo affidabile, ovvero uno che motiva le proprie scelte, dando conto di quali sono le alternative e fornendo un commento sul perché della scelta di una versione piuttosto che un'altra (vedi prossimo esempio).
Storia di Roma arcaica Dionigi di Alicarnasso, I, 72, 2 -> Si tratta di uno dei più antichi frammenti storiografici su Roma (le prime opere
Venivano scritte ingreco). Dionigi riportò qui un passaggio della perduta opera di Ellanico di Le sacerdotesse di Era ad Argo.
Lesbo, Ellanico attribuiva la fondazione di Roma direttamente ad Enea (a differenza della versione canonica, che fa di Enea solo il progenitore del fondatore Romolo), forse insieme a Ulisse. Un'incertezza sul ruolo di Ulisse deriva dalle varianti della tradizione manoscritta che nel passaggio chiave hanno anche un'espressione che si può rendere "dopo Ulisse" (met'Odysséa).
Storia di Roma dalla sua fondazione Livio, , VI, 1, 1 -> Livio espose le sue incertezze sulla prima fase della storia di Roma, che oggi si può dire riflettano fatti oscuri sia per quelle che gravitano attorno allo studio storiografico. "[...] la troppa antichità, che li rende simili a quelle cose che per la grande distanza nello spazio a malapena si possono discernere, sia perché in quei tempi scarnie rari erano i documenti scritti.
unici sicuri custodi della tradizione storica, [...]”.2. BIOGRAFIA
Si tratta della storia di una singola persona che ha avuto un ruolo determinante nel processo storico. Evidente era l’obiettivo di proporre queste grandi figure come modelli etici, da seguire o da evitare (si nota in particolare nelle Vite parallele di Plutarco).
Vita di Alessandro, i lettoriPlutarco, 1-> La biografia è diversa dalla storia: “non mi diano addosso se non riferisco tutti i fatti né narro in modo esaustivo quelli presi in esame tra i più celebrati, ma per lo più in forma riassuntiva. Io non scrivo storia, ma biografia; spesso un breve episodio, una parola, un[...] motto di spirito, dà un’idea del carattere molto meglio che non battaglie con migliaia di morti, grandi schieramenti di eserciti, assedi di città”
3. GEOGRAFIA
Autori da ricordare: GeografiaStrabone di Amasea (64 a.C. - 20 d.C. circa), autore di una in 17 libri. Una geografia
più umana che fisica, con molti riferimenti storici. Germania, Tacito (I sec d.C. ca.), un'etnografia dei Germani costruita per contrasto sui costumi della Roma del tempo. In realtà è una profonda riflessione sulla trasformazione della res publica dello stato romano in un'egemonia, nella quale si sono persi alcuni valori fondamentali, di onore e di virtù, che Tacito riconosce alle genti germaniche.
Guida della Grecia, Pausania (II sec d.C.), autore di una opera improntata a far conoscere al mondo romano le peculiarità della cultura greca.
Geografia Strabone, XIV, 5, 2 -> Strabone riportò che i cilici (della Cilicia, zona dell'Asia) organizzavano le loro bande di pirati e la tratta degli schiavi li indusse a darsi ad azioni scellerate, essendo divenuta molto remunerativa. Secondo Strabone, oltre alle rotte commerciali, la crescita dell'attività economica dei pirati era dovuta ad altri due fattori: il riconoscimento dei romani
di Delo (isola della Grecia) e il mutamento del sistema economico-sociale a Roma, che prevedeva il sistema della villa con le coltivazioni gestite da schiavi. Per Strabone quindi lo svilupparsi della pirateria in Cilicia non era solo una questione di geografia locale (conformazione delle coste e mancanza di altre attività economiche), bensì era Roma stessa che alimentava l'attività dei pirati, col favorire il mercato degli schiavi a Delo e col fornire la richiesta di schiavi per le coltivazioni. Strabone fece così un ragionamento di carattere geopolitico.
Il concetto di Italia in età romana
Strabone nel suo lavoro di geografo cercò di spiegarci che cos'è l'Italia, ai suoi tempi entità con precisa identità politica. Strabone, VI, 1,4 -> Descrizione dell'Italia meridionale. Riportando il t