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I ribelli non vogliono essere puniti per la rivolta prodotta e richiedono che si cessi il processo di
esautoramento degli enti locali e lo sforzo di restaurazione religiosa. R. muore nel 1576.
Si riuniscono gli stati generali delle province, le quattro province – Fiandre, Brabante, Zelanda e
Gheldria – sostengono le richieste presentate a R. Le province più orientali sono più moderate e
possibiliste: si era diffuso meno il protestantesimo e la repressione era stata minore.
Il Brabante accompagna la sua richiesta con elaborazioni ideologiche: vengono riprese le tesi
costituzionaliste del basso medioevo.
Nel 1577 le corporazioni di Bruxelles, Anversa e Gand prendono il potere e insediano consigli
comunali filocalvinisti e diventano l’esempio per le altre città. Il radicalismo calvinista spaventa i
nobili: viene inviato come governatore Alessandro Farnese, egli pone le sue basi di operazione nel
Lussemburgo e a Namur.
A questo nuovo governatore una parte delle province fa delle proposte conciliative: nel 1579
l’Artois e le Fiandre meridionali francofone chiedono libertà di culto, ripristino del ruolo degli stati
generali e del consiglio di stato. Il governatore generale avrebbe dovuto essere affiancato da un
consiglio, ciò era stato però scavalcato dalla Costituzione delle giunte.
Siamo alla riproposizione degli equilibri tradizionali che avevano retto la Borgogna e la sua eredità
fino a Carlo V: un accordo preferenziale tra i grandi nobili e la dinastia. Farnese accetta le richieste
e il 6 gennaio del ’79 viene proclamata l’unione di Arras.
A queste condizioni le province meridionali francofone accettano di riconoscere la sovranità e di
tornare all’obbedienza degli Asburgo. Di fronte allo sfaldamento del fronte antiasburgico i ribelli
radicali rilanciano proclamando il 23 gennaio del ’79 l’unione di Utrecht.
Rodolfo II, ultimo discendente di Ferdinando I, cerca di mediare tra i ribelli e la Spagna. Filippo II
non vuole concedere la tolleranza religiosa e i cattolici si sentono perseguitati.
Nel 1580 il trono dei Paesi Bassi viene offerto a Francesco Ercole di Valois, duca d’Angiò: era
l’ultimo della famiglia reale francese. F.V accetta che gli stati generali possano destituirlo nel caso
violi la legge. Egli accetta il trono, viene accettato dalle province del Nord, non dalla Gheldria. Nel
1581 Filippo II viene deposto.
Le province settentrionali sono guidate dai ceti medi-urbani: l’esperimento di F.V finisce nel 1583
perché, avendo cercato di impadronirsi di Anversa, subisce uno smacco e decide di tornare in
Francia.
Nel 1584 Guglielmo d’Oranges viene assassinato e Alessandro Farnese riesce a prendere Gand,
Bruxelles e Anversa. Egli impone agli eretici di andarsene entro due anni dai territori da lui
recuperati. 200mila tra anabattisti e calvinisti si sposteranno.
Gli stati generali cercano un altro sovrano ed offrono la corona al conte di Leister!?, l’amante della
regina d’Inghilterra Elisabetta I. La regina non dà aiuti consistenti e il suo amante tenta di
organizzare un colpo di stato, fallisce e torna in Inghilterra.
Nel 1588 le province settentrionali si proclamano confederazione indipendente, dopo anni e anni
di lotte e di mancato accomodamento con gli Asburgo.
Farnese non riesce a riconquistare le province settentrionali: nel 1588 Filippo II decide di
intervenire nelle guerre di religione francesi parte delle truppe viene dirottata ad aiutare la lega
in Francia.
Farnese, per dieci anni, non potrà disporre delle truppe.
Non si arriverà mai più, per tutto l’antico regime, all’unificazione delle due province. Al congresso
di Vienna vengono accorpate sotto la corona olandese, ma poi vi sarà una ribellione.
La Francia non si rassegna alla separazione, continuerà a tentare di sottomettere le province fino
alla fine della guerra dei trent’anni del 1648.
Gli equilibri promessi con la pace di Arras, però, non vengono mantenuti: le province vengono
cattolicizzate, i Paesi Bassi meridionali si configurano come una minaccia permanente verso quelli
settentrionali e verso la Francia.
Il sistema delle giunte non viene eliminato: stati provinciali e generali non vengono mai consultati,
non vengono restituiti i poteri ai luogotenenti e i fiamminghi vengono tenuti all’esterno dalle
decisioni politiche.
La regione resta fedele agli Asburgo: chi conta, in questa regione, è la grande nobiltà terriera.
L’alleanza tra Asburgo di Spagna e nobiltà terriera consente il mantenimento della regione. Gli
Asburgo controllano gli affari militari ed economici, i nobili le campagne. Le città sono guidate dai
patriziati urbani, gli stati provinciali mantengono il controllo delle finanze locali (diritto fiscale e
possibilità di contrattare coi rappresentanti del sovrano l’ammontare dell’imposizione).
Questo tipo di alleanze consente di passare sopra agli impegni dell’unione di Arras.
Nell’ultima fase del ‘500 ciò che resta dei Paesi bassi fedele alla Spagna è un esperimento
costituzionale: Filippo II ne cede la sovranità alla figlia Isabella, moglie dell’Arciduca d’Austria.
Questa coppia asburgica diventa la coppia dei sovrani dei Paesi Bassi.
Dal 1598 l’onere ricade sulle province meridionali: i due arciduchi riescono ad ottenere una
quantità crescente di imposte dai territori che sono loro affidati. Il governo congiunto dura fino al
1621.
La coppia riesce, grazie al permanere della guerra, a creare un’imposizione fiscale-statale
permanente. Per affrontare le spese belliche, gli stati provinciali si indebitano, in seguito devono
però pagare i capitali a chi ha prestato denaro, ecco perché finiscono per concedere ogni anno la
stessa cifra ai principi.
Svolta: 1609 tregua di dodici anni tra le Province Unite e le autorità asburgiche. Con la
tregua le P.U. vengono riconosciute, ma la parte cattolica della parte settentrionale non riscontra
particolari giovamenti da tale tregua. I cattolici sono tollerati, ma non ammessi.
Il porto di Anversa, che era stato chiuso dagli olandesi, resta chiuso. Tale porto fluviale viene
sostituito da Amsterdam, che però si trova nelle P.U. ribelli.
La tregua vale solo per l’Europa: gli olandesi possono attaccare gli Asburgo al di fuori dell’Europa,
in particolare si concentrano in Asia e America (si impadroniscono del Brasile).
La fedeltà agli Asburgo
Le province sono aristocratiche nei loro assetti politici, forniscono ai sovrani le risorse da loro
richieste. Ognuna di queste province ha i suoi stati provinciali: la loro composizione varia, di
solito sono rappresentati clero, nobili rurali e città. Nella Fiandra, dal ‘500, le imposte in sede di
stati provinciali sono approvate solo dai quattro centri urbani maggiori.
In Brabante la composizione è ancora differente: il clero è rappresentato, ma solo tramite 13 abati
di grandi abbazie insieme all’arcivescovo di Malines e al vescovo di Anversa.
Nella nobiltà poteva essere rappresentato solo lo strato superiore, cioè chi godeva di alta giustizia
e poteva giudicare i sudditi emettendo condanne a morte. Dalla fine degli anni ’80 solo i titolati
possono entrare negli stati provinciali del Brabante.
Gli stati provinciali, che rappresentano le parti che contano delle diverse società locali,
mantengono il diritto di dialogare col sovrano.
I grandi nobili hanno incarichi diplomati e anche alla corte spagnola, non ottengono più la carica di
luogotenente delle truppe della provincia.
Il centro politico dei Paesi Bassi è Madrid, dove funziona una cancelleria dei PB che alla fine del
secolo, nel 1588, viene trasformata in un consiglio di Fiandra. A livello di monarchia ciò che resta
dei PB viene trattato come i domini italiani: viene ideato un apposito consiglio, come per l’Italia,
per le questioni dei Paesi Bassi.
Al vertice di tutto c’è il re: quando le province vengono governate dagli arciduchi loro hanno un
proprio consiglio di stato da cui sono esclusi i grandi nobili che vengono sostituiti con giuristi.
Questo è un periodo di governo caratterizzato dall’esperimento istituzionale. Ha termine il tentativo
di sostituire il gruppo di collaboratori dei sovrani: i giuristi, chiamati a far parte del consiglio,
tendono a formare una nobiltà di toga e a fondersi coi nobili e coi patrizi urbani. tentativo
Il
fallisce per motivi interni.
Ogni provincia ha un consiglio provinciale simile a quello che erano i parlamenti francesi: essi
sono tribunali d’appello rispetto a quelli urbani e coorti che possono promulgare la legislazione
regia o respingerla. Essi sono i custodi della tradizione giuridica delle singole province.
Nei PB spagnoli resta il sistema dei tribunali e finanziario i gruppi godono di poteri autonomi per
concessione o riconoscimento regio.
Nonostante la chiusura del porto di Anversa e il suo ridimensionamento economico, essa rimane
una delle città principali, insieme a Bruxelles.
La cultura francese, nei PB spagnoli, è dominante: essa diventa di moda, soprattutto per i ceti
superiori. Nelle regioni di sovranità spagnola, la Francia è il modello: nella repubblica delle
province unite, invece, la lingua ufficiale sarà l’olandese e il modello culturale sarà molto diverso.
Queste province meridionali, i PB spagnoli, restano una regione plurilingue: ciò non è stato un
problema in antico regime. Il francese è parlato a Sud, il fiammingo a Nord e il tedesco nella parte
orientale delle province. La lingua ufficiale è il francese.
Delle istorie veneziane
Opera di Nicolò Contarini, patrizio veneziano che nasce nel 1553 e muore nel 1631. Egli
proviene da una famiglia patrizia di condizioni modeste, è un uomo colto, studia a Padova, si
interessa di filosofia classica e la sua carriera nelle magistrature è tipica. Diventa luogotenente del
Friuli.
Nel 1599 entra nel consiglio dei dieci e nel 1601 diventa savio del consiglio: è una delle persone
che dirigono la politica veneziana. Quando vi è il contrasto tra Venezia e Papa Paolo V (la
questione dell’interdetto), lui si pone dalla parte dell’ala anti-pontificia.
Contarini sarà attivo nella guerra contro i pirati dalmati. Dal 1620 è nominato storiografo ufficiale
della Repubblica. Egli scrive una storia con impianto annalistico che giunge fino al 1604. Nel 1630
diventa doge e nel ’31 muore.
Si parla dei PB per i contatti economici e politici con Venezia. Sono presentati in modo
entusiastico, questi alleati amici della cattolica Venezia sono meravigliosi, da sudditi si sono
liberati – sono diventati una repubblica – diventando molto potenti. Da un paese piccolo come
superficie sono passati a grandissima condizione di ardire, di forze, di virt&ugrav