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LA RIFORMA AMMINISTRATIVA
L'apparato amministrativo fu riformato in modo tale da riformare la gerarchia
dei funzionari imperiali destinati a divenire una vera e proprio casta
nell'ordinamento sociale. Diocleziano avviò anche una ristrutturazione globale
delle province che furono aumentate di numero e quindi ridotte per estensione
ma incorporate in diocesi a loro volta riunite in prefetture. In questo
riordinamento l'Italia veniva posta per la prima volta sullo stesso piano di tutte
le altre province dell'impero e perdeva definitivamente ogni privilegio sia
politico che fiscale. Ad eccezione di Roma, anche le città italiane da quel
momento cominciarono ad essere sottoposte al pagamento delle imposte.
Sicilia, Sardegna e Corsica per la prima volta vengono amministrativamente
unite alla penisola.
POLITICA RELIGIOSA DI DIOCLEZIANO
Pensando che il cristianesimo fosse una nuova religione, Diocleziano decretò
nel 303 una campagna contro il Cristianesimo, le cui strutture ecclesiastiche in
alcune regioni erano oramai divenute centri di potere autonomi. L'adesione alla
religione cristiana fu considerata causa di esclusioni dagli pubblici uffici e da
cariche di ogni ordine e grado. Ai cristiani veniva tolta la possibilità di usare le
vie della giustizia in propria difesa nonostante fossero innocenti. Le chiese
furono chiuse.
Nel 305 Diocleziano si ritirò abdicando e costrinse anche Massimiano a
compiere lo stesso gesto. Diocleziano non tornò a Roma, ma a Spollato
(Croazia).
Quando nel 306 Costanzo Cloro morì, l'esercito proclamò imperatore suo figlio
Costantino ma la popolazione di Roma proclama a sua volta Massenzio.
Seguirono anni drammatici che videro l'eliminazione di diversi augusti e cesari
sino a che per il controllo dell'occidente si ridusse a Massenzio e Costantino.
Quest'ultimo sconfisse il suo avversario sul ponte Milvio (312). Costantino si
sposto a Milano e da lì emano nel 313 un editto con il quale legittimò
solamente la libertà di culto a tutte le religioni professate nell'impero
affermando dunque il principio della “libertà conoscenza e tolleranza religiosa”.
I cristiani per la prima volta trovarono piena legittimazione e sostegno politico
da parte della massima autorità dello stato. Il testo dell'editto è conservato
grazie alla lettera che Costantino scrisse al governatore della Bittinia (Asia
minore).
1) Diocleziano ---augusto---> Massimiano
Galerio +311 --- cesare---> Costanzo Cloro
Massimino Daia +313 -- augusto ---> Severo +307
Massenzio (morto nella battaglia di monte Milvio, 306 augusto dal popolo dal
senato di Roma, governa in Ita, Africa, a 15 anni sposa figlia di Galerio ) +312
Costantino
<--- ----> (+337) morto nel 337, dal 306
proclamato augusto dall'esercito in Britannia, nel 312 è stato riconosciuto
augusto dal senato romano
dopo la vittoria ottenuta su ponte Milvio
Costantino <----> Licino +324
\-----------> Monarchia triarchia
Dopo la morte di Severo la tetrarchia diventa “ ” composta da:
Massimino Daia, Costantino e licinio. Nel 312, dopo la morte di Massenzio, la
Diarchia
Triarchia diventa ed è composta da Costantino e da Licinio che
insieme combattono contro Massenzio. Nel 313 Costantino e Licinio firmano
l'editto di Milano. Imprigionato nel 324 e giustiziato nel 325 per ordine di
Costantino, riportando in vigore la monarchia e rimarrà come tale sia
nell'impero romano cristiano che in quello islamico. Dopo la morte di Licinio,
Costantino organizza il primo concilio ecumenico. L'alleanza tra Costantino e
Massimino Daia
Licinio indusse il cesare ad autoproclamarsi unico augusto,
acclamato anche dalle truppe stanziate in Siria da dove marciò verso il Bosforo.
Viene sconfitto il 30 aprile 313 da Licinio quest'ultimo, deciso a impossessarsi
anche della parte occidentale dell'impero, prima di marciare contro Costantino,
diede l'ordine di uccidere diversi membri delle famiglie dei tetrarchi passati:
1) il figlio di Galerio
2) il figlio di Flavio Severo
3) il figlio di otto anni e la figlia di sette anni di Massimino
4) la moglie di Diocleziano
Nello scontro armato con Costantino, Licinio rimase sconfitto e il trattato di
pace concluso ne 317 fu rispettato fino al 324 quando Licinio fu fatto
prigioniero
321 = Costantino riconosce l'autorità dei tribunali ecclesiastici nelle
cause di natura civile, rinunciando ad una delle prerogative fondamentali
dell'impero cioè alla gestione della giustizia, almeno nel caso in cui,
entrambe le parti in causa avessero accettato di comune accordo il
giudice ecclesiastico;
Il primo concilio ecumenico si è tenuto a Nicea dal 20 maggio al 25 luglio del
325. Il concilio fu convocato dall'imperatore Costantino che apre i lavori con un
discorso in latino. Al concilio parteciparono: Eusebio di Cerea, testimone
popolare, riferisce la presenza di 250 vescovi provenienti da ogni parte
dell'impero; secondo Attanasio di Alessandria, all'ora diacono, anche lui
presente a Nicea, riporta il numero di 318 partecipanti tra i quali 250 vescovi,
pare che il numero di 318 sia esatto in quanto il concilio viene chiamato “il
grande e santo concilio dei 318”, che corrisponde al numero dei servi di
Abramo (genesi 14, 14).
il vescovo di Roma Silvestro (314-335) era rappresentato da due preti.
PERCHÈ IL CONCILIO SI È RIUNITO?
Un prete di Alessandria di Egitto, Ario, ha contestato la dottrina della chiesa.
Questo sacerdote diceva che Gesù Cristo sarebbe la prima e la più alta delle
creature, ma sempre solo una creatura e ci sarebbe stato un tempo in cui egli
non sarebbe esistito, per questo motivo il figlio sarebbe inferiore al padre, in
conseguenza si nega l'unicità di Dio nelle tre persone della trinità, uguali e
distinte tra di loro. Il concilio condanna per eresia la dottrina di Ario.il concilio
riconosce la consustanzialità del figlio con il padre, dottrina definita nei primi
sette articoli del credo, scritti da Attanasio il grande (al tempo diacono di
Alessandria).
Il concilio di Nicea aveva anche rafforzato la posizione di Costantino che nel
330 stabilisce la propria sede nella città da lui costruita sulle rovine dell'antico
villaggio di pescatori Bisantio .
La nuova creatura di Costantino porta il suo nome che si conserva anche sotto
il dominio dei sultani fino al XX secolo, infatti in tutti gli atti firmati dai sultani
portano il nome di Costantinopoli (andare in Città).
È da precisare che Costantino fissa la sua dimora a Costantinopoli, ma la sede
dell'impero comunque rimane a Roma fino al 381 quando in vigore del III
canone del secondo concilio ecumenico viene ufficialmente trasferita a
Costantinopoli.
Già durante il regno di Costantino a Costantinopoli fu istituito un secondo
senato composto esclusivamente da gli esponenti dei ceti dirigenti che
avevano abbracciato la fede cristiana.
Lasciando alla chiesa piena libertà di risolvere tutti i problemi riguardanti la
dottrina cristiana, Costantino concentrò la sua attenzione sulla questione
economica dell'impero. Come prima forma economica istituisce una nuova
moneta d'oro chiamata SOLIDUS che diviene l'unica moneta universalmente
riconosciuta e accettata tanto negli scambi interni che in quelli internazionali.
Va sottolineato che non fu una riforma soltanto di natura tecnica, la moneta
d'oro infatti favorì coloro che già possedevano il metallo prezioso, coloro che
invece avevano fino a quel momento fatto uso della sola moneta di bronzo, si
trovarono ancora più poveri al punto tale che le vecchie monete persero anche
il loro valore nominale e cominciato ad essere pesate piuttosto che contate. La
riforma monetaria di Costantino colpì i ceti più poveri e rese i più ricchi e i ceti
dominanti, contribuendo ad aggredire gli squilibri sociali. La crisi delle classi
medie che avevano prosperato nelle città dell'impero giunsero a compimento.
Nella società romana del VI secolo ad un élite di ricche famiglie detentrici del
potere economico e politico si contrapponeva la stragrande maggioranza della
popolazione in via di progressivo impoverimento. I latifondi cominciano a
trasformarsi in centri di potere in grado di contrapporsi o comunque di
fronteggiare i rappresentanti dell'amministrazione dello stato a questo ceto di
latifondisti si andò affiancando anche la chiesa che cominciò ad accumulare
ricchezze specialmente attraverso donazioni a mano a mano che il suo potere
nella società civile, nella politica e nell'economia andava aumentando. Tra i
grandi proprietari e la popolazione impoverita si poneva un ceto sociale
formato dagli impiegati e funzionari statali di diverso livello presenti nei centri
dell'impero o nelle province cui era affidato il funzionamento della complessa
macchina dello stato la burocrazia andò così acquistando un enorme potere i
suoi massimi rappresentanti entrarono a far parte della nuova aristocrazia
dell'impero. I rappresentanti della burocrazia statale i presentarono agli occhi
dei cittadini come uomini avidi di denaro e corrotti pronti ad usare il proprio
potere amministrativo per arricchirsi a spese dei più deboli. Il principale
strumento di vessazione del cittadino da parte della burocrazia statale e la
principale causa di corruzione fu la enorme pressione fiscale che l'impero
esercitava sui suoi sudditi.
La macchina dello stato doveva autofinanziarsi per poter sostenere i propri
funzionari e per mantenere in piedi un esercito composto durante il regno di
Costantino di circa 500 000, questa somma era appena sufficiente per
difendere le frontiere dell'impero minacciate dai persiani, dagli slavi e dai
germani.
La nuova religione pur predicando l'uguaglianza di tutti gli uomini di fronte a
Dio non giunse mai a chiedere l'abolizione della schiavitù, però se lo schiavo
non era sottoposto al pagamento delle tasse ne alla leva la sua resa nel lavoro
era assai minore di quella di un colone asservito, ma libero. Dei grandi latifondi
poi il controllo di masse di schiavi numerose si rivelava troppo impegnativo da
rendere poco redditizia l'utilizzazione degli schiavi come si era verificato nei
secoli di massimo sviluppo dell'impero romano. La società del IV secolo si
presenta come una società assai più rigida di quella dei primi secoli
dell'impero. Costantino il grande
COSTANTINO II nato nel 317 da Fausta e . Prima della
nascita di Costantino II, nacque il primogenito di Costantino il grande (non di
Fausta), Crispo.
Viene nominato dal padre Cesare appena nato insieme al fratellastro.
Venne nominato CESARE anc