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L'impero ha difficoltà ad essere riconosciuto da Bisanzio

L'impero ha difficoltà ad essere riconosciuto da Bisanzio, il papa in teoria era ancora unito alle chiese d'Oriente; i due imperi devono necessariamente accordarsi. Si pensava ad un matrimonio con Irene ma la cosa rimane solo teorica. Si dovevano stabilire relazioni diplomatiche e commerciali. Bisanzio riconosce a Carlo il titolo di imperatore ma non romano (Carlo poi se lo attribuisce, Sacro Romano Impero). La restaurazione non era legittima del tutto non essendo romana. Carlo cede i territori della laguna veneta dove le isolette avevano dato vita ad un agglomerato ben protetto, ancora però non si immaginava un grandioso futuro. Questo patto non ebbe particolare seguito ma Venezia ci guadagna moltissimo essendo sul regno italico ma all'interno dell'Impero bizantino, sfruttando il doppio vuoto di potere. Nell'814 Carlo muore lasciando un vero e proprio capolavoro considerando la partenza. Si spostò per tutta la vita nonostante Aquisgrana fosse.

la capitale con la cappella adimitazione di Ravenna, un circolo di intellettuali (Carlo era analfabeta nel senso chenon era colto) dove inizia la carriera Benedetto d'Aniane.Non esce dallo schema di potere del mondo franco lasciando l'eredità ai figli tra cui siafferma Ludovico (poi detto il Pio), educato da precettori ecclesiastici, porta avanti leistanze ecclesiastiche e ha una grande consapevolezza del titolo di imperatore. Questacommistione rischia di essere pericolosa per la Chiesa, nell'824 vincola l'elezione delvescovo di Roma ad un previo giuramento verso l'imperatore (il papa fa finta diaccettare).L'Europa medioevale si regge tra impero e papato che si legittimano a vicenda,l'equilibrio è molto precario e presto degenera. L'impero non ha una vita molto lungaanche a causa del rapporto vassallatico-beneficiario. Già Ludovico non ha la forza perimporsi sui vassalli.Benedetto di Aniane viene incaricato di

riformare la vita monastica e riorganizzare la chiesa all'interno dell'impero. Benedetto in realtà aveva un nome goto, Vitira; il nome Benedetto viene dall'ammirazione per l'omonimo di Norcia e per la sua Regola (nel mondo franco era più diffusa quella di Colombano). Ritiene che la Regola migliore sia quella del monaco di Norcia e la estende a tutti i monasteri dell'impero essendo rigida ma non troppo ed era strutturato dando ai monaci la piena consapevolezza di essere uomini che potrebbero sbagliare. I monaci erano molto differenziati all'interno della comunità stessa, gli abati devono essere in grado di distinguere quali compiti siano più adatti per i vari confratelli (discretio). Succedeva che alcuni bambini appena svezzati venivano affidati ai monasteri, spesso per il bene stesso dei bambini in quanto potevano mangiare e studiare. Questi bambini si ritenevano superiori agli altri essendo cresciuti lì ed erano spesso loro ad

arrivare ai piani più alti. Sapevano anche meglio il latino rispetto ai monaci "conversi". Si può estendere anche alle donne per cui la vita matrimoniale era il passaggio da un padrone (padre) ad un altro (marito). Le monache erano le uniche donne a poter studiare e a scrivere.

Ludovico ebbe vari eredi che lottarono tra loro fino a rimanere in 3. Alla morte del padre inizia la lotta (Lotario, Carlo il calvo, Ludovico il germanico). Lotario viene sconfitto e nell'accordo di Verdun prende il titolo di Imperatore e il regno d'Italia con una stretta fascia di territori a nord, in regioni che ancora oggi sono bilingue. pag. 11

Accordo di Verdun e giuramento di Strasburgo sono gli ultimi elementi della nascita dell'Europa. Il giuramento è comprensibile ad entrambi gli schieramenti perché è bilingue; il popolo dei Franchi nell'842 era diviso in due grandi aree linguistiche che non si comprendevano tra loro. Queste due lingue diverse

Esistono già da prima dell'842, forse già ai tempi di Carlo Magno. Intorno all'870 la dinastia si frantuma e la dignità imperiale perde di significato e si lega alla corona d'Italia. Dall'875 all'888 l'eredità torna sotto Carlo il Grosso che muore però nell'assedio di Parigi da parte dei Normanni, ponendo fine all'impero carolingio.

Si è parlato poco degli aspetti economici che evolvono rispetto all'età Tardo Antica. Con il V-VI secolo le regioni occidentali egemonizzate dai Franchi conobbero un declino economico e demografico. L'egemonia franca costituisce un momento di pace che permette una ripresa demografica, soprattutto nelle zone germaniche.

Il VII secolo segna la fine dei sistemi economici antichi, gli scambi diminuiscono e ruotano soprattutto intorno ai beni di lusso a causa degli alti rischi del trasporto. Viene favorito il sistema curtense, determinato dall'aspirazione

all'autoconsumo intorno alla produzione agricola; gli artigiani affiancavano la loro attività al lavoro nei campi. Il ceto militare è l'unico che non partecipa alla produzione considerandolo un lavoro umiliante. I monaci partecipano in prima persona alla produzione e sono anche proprietari fondiari. Nelle curtes dei monasteri c'è una buona unione tra teorie e prassi della curtes avendo i trattati di agricoltura e le opere degli agronomi romani antichi. I monasteri ancora non sconvolgono l'assetto dell'Europa, fatta ancora di molte terre non coltivate, fino al 1000 ci si basava molto sui prodotti della foresta (che paradossalmente aumentava le condizioni di vita dei coloni con una dieta molto più variegata). La popolazione vive nelle campagne, le città sono fortemente decadute e contratte; Firenze da un accampamento si era estesa dall'odierna Piazza Signoria a Santa Croce, la Firenze longobarda si estendeva tra Piazza Signoria.

E il Duomo. La cattedrale sorge fuori, in periferia della città. Perdono la connotazione urbana, gran parte delle strutture pubbliche non esistevano più o erano fatiscenti. Le grandi basiliche erano abbandonate a favore di piccole cappelle; teatri e anfiteatri non si sapeva cosa fossero e a cosa servissero e venivano chiamati Parlasci (il parlamento). Cronache e vite dei santi sottolineano come all'interno delle mura fosse normale avere boschi, prati e orti; anche chi vive in città deve contare sull'autoproduzione.

Il vescovo garantisce l'annona ed è il punto di riferimento dei cittadini. È lui che promuove la trasformazione dell'assetto urbano.

I Romani non costruivano la città direttamente sui fiumi per limitare il danno delle alluvioni (Firenze era a nord dell'Arno e Ponte Vecchio si trovava all'ingresso della città). Nel Medioevo non si hanno gli strumenti per portare l'acqua e le città.

Si spostano a cavallo del fiume. Il vescovo doveva riparare o prevenire i danni delle alluvioni. La progettualità dei vescovi li fa diventare santi (come Frediano che secondo la tradizione ha bloccato l'alluvione con un rastrello; è una mitizzazione delle opere di difesa di Lucca dalle alluvioni).

Le campagne sono i motori di sviluppo ma vi sono poche testimonianze scritte; i monasteri sono protagonisti perché i monaci sono gli unici che scrivono ciò che fanno. Le testimonianze rimangono comunque parziali.

Il sistema curtense favorisce la chiusura dell'economia basandosi solo sulle risorse interne. Tutto è aggravato dalla crisi dell'impero; Carlo e Ludovico tentarono di occuparsi dell'economia ma i successori rinunciano ed essa si ruralizza e precipita anche a causa dell'incastellamento.

Il castello (pur esistendo già in età romana) è caratteristico del medioevo con un elemento di originalità.

Rispetto all'area mediterranea, il castello europeo si sviluppa come un villaggio fortificato (castrum). Durante il periodo carolingio e fino al 900, il fenomeno dell'incastellamento si diffonde in tutto il territorio. Il castello diventa il centro amministrativo del territorio e il signore che lo governa sfrutta la popolazione attraverso un sistema di patto. Inoltre, il castello funge anche da centro difensivo per il contado. Il proliferare dei castelli è in parte dovuto alle invasioni dei Normanni, degli Ungari e dei Saraceni. Inizialmente, queste popolazioni erano considerate barbariche dai monaci, ma la realtà è più complessa. I castelli sono stati costruiti anche in regioni dove gli attacchi erano quasi inesistenti e alcuni castelli contenevano tombe e oggetti appartenenti agli "invasori". Ad esempio, nelle tombe dei Saraceni si trovavano oggetti cristiani, a indicare la fede del defunto.

L'incastellamento non era dovuto solo a questi attacchi ma era un fenomeno endogeno dell'Europa. Una spiegazione è che l'incastellamento è frutto della dissoluzione del potere pubblico. Tabacco parla di allodialità del potere pubblico (in teoria una contraddizione in termini, il privato diventa pubblico). È chiaro che il vero nemico di un signore è il vicino, non i Normanni. Il castello è alla base della società feudale come elemento di inquadramento politico, economico e sociale. Si svuota di significato la ripartizione pubblica del territorio fatta da Carlo, il potere del signore è dato dal governo sui suoi castelli, non su tutto il territorio. Feudo e Signoria sono diversi, tutti i feudi sono signorie ma non tutte le signorie sono feudi; per essere un feudo deve essere stato oggetto di un'investitura; se un signore costruisce e governa un castello in autonomia non è un feudatario. Per ogni feudatario vi sono

Almeno 50-60 signori che comandano solo perché sono i più forti escompaginano le suddivisioni carolinge. Lo stesso vale per i domini dei signoriecclesiastici, i vescovi-conte sono solo una minoranza. I proprietari dei castelli creano dei nuclei familiari la cui attività prevalente è quella militare in funzione della propria difesa, non per servire il sovrano; si crea il ceto dei cavalieri. I signori rompono lo schema ereditario franco di spartizione dell'eredità perché il castello è una realtà piccola, l'eredità passa solo al figlio maggiore (creando però instabilità). I cavalieri sono tutti coloro che non accedono all'eredità e vanno a fare la guerra per gli altri. Sono fondamentali nel variare gli equilibri politici del tempo e trasformano la guerra in una realtà specializzata. pag. 13

I Normanni non sappiamo bene da dove vengono e chi erano per mancanza di testimonianze scritte

precoci e che invece appaiono solo dopo il contatto con la cultura latina. Si chiamavano Vichinghi e fino ad almeno

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A.A. 2020-2021
27 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/01 Storia medievale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher MatteoGhirlanda20 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'Europa medievale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Salvestrini Francesco.