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LA RETORICA DELL’ASSENZA E LO STATO DI NATURA.
Gli indigeni sono contenti di vivere senza leggi, giudici e libri. Sono felici del vivere immersi nella natura.
LA NUDITÀ E L’ETÀ DELL’ORO.
Le vergini indigene sono paragonate a delle ninfe driadi per la loro bellezza (paragone con l’antichità).
Questa serie di esplorazioni colpiscono gli intellettuali che cercano di ricavarne delle questioni. L’esperienza
delle scoperte geografiche, dalle Canarie all’America, porta con sé una mitologia utilizzata come
immaginario (repertorio composito di immagini, miti…) europeo precedente (Amazzoni, uomini con teste di
cane…). Questo immaginario verrà rivitalizzato, torna in Europa e chi lo legge trova delle conferme; per
questo viene riutilizzato e fisicamente proiettato in un altro territorio. Inizia a mettersi in moto la
consapevolezza di un uso metaletterario, un uso letterario dell’immaginario.
Un personaggio importante è Thomas More. Secondo lui vi è un modo di vivere, quello secondo natura,
voluto da Dio. Se il vivere secondo natura corrisponde al modo di vivere degli indiani allora gli europei non
hanno bisogno di vestiti, di leggi, di re (critica esplicita della società inglese).
Inoltre, agli indiani non interessa l’oro e l’interesse degli europei verso gli indigeni e il voler mostrare loro
come utilizzarlo è solo una scusa. Dagli ‘30 del 1500 comincia a svilupparsi una letteratura di accusa gli
spagnoli di barbarie, maltrattamenti verso gli indiani e la circolazione di questi testi è una propaganda
anti-spagnola. Verso gli anni ’50 cominciano a scontrarsi il cristianesimo cattolico e il cristianesimo
protestante.
IL VIAGGIO DI RAPHAEL (protagonista di Utopia) HYTHLODAY.
Egli era del Portogallo, lasciò tutto il patrimonio in patria e partì con Amerigo Vespucci.
Compì tre viaggi e al quarto, l’ultimo, decise di rimanere nelle Americhe.
VIVERE SECONDO NATURA.
Virtù = vivere secondo natura, come Dio li ha creati
VESTI, NATURA E RAGIONE.
Ogni famiglia fa le proprie vesti, adatte all’estate e all’inverno.
VESTI E PEDAGOGIA.
Utilizzano pelli, cuoio e lino. Ognuno ha un solo abito che può durare anche due anni.
IN SPREGIO DELL’ORO.
Gli utopiani prendono diamanti, argento e oro solo quando li trovano. Non ne vanno in cerca e quando li
trovano allora li puliscono. Con essi si adornano bambini e ragazzi che, una volta diventati adulti, li
abbandonano, perché se ne vergognano.
VASCO DE QUEIROGA E LA NUDITÀ.
Gli indiani sono adatti alla dottrina cristiana perché sin dalla nascita sono umili, obbedienti, poveri e
disprezzano il mondo. Inoltre, sono nudi e camminano scalzi senza un copricapo; se ne vanno in giro come
gli apostoli.
Hans Staden fu un soldato e marinaio tedesco che effettuò due viaggi nelle Americhe su navi spagnole e
portoghesi. Fu catturato dal popolo brasiliano dei Tupi e dopo il suo ritorno, avvenuto nel 1555, pubblicò un
racconto sulla propria prigionia. Vi sono una serie di immagini che riproducono la vita degli indigeni e anche
ciò che ha passato lui. Dà una nuova visione del cannibalismo: intorno ad esso si articola una complessa
dimensione culturale fatta di costumi, riti… un contesto piuttosto complesso e stratificato.
Il cannibalismo inizia a diventare una metafora che veicola le accuse che gli ugonotti/calvinisti e i
protestanti si rivolgono.
André Thevet, francescano cattolico, fu uno scrittore ed esploratore francese. Anch’egli parlava della nudità
dei tupinamba; essa sembra aprire una discussione su cosa significa vivere in una dimensione naturale,
senza civiltà e il perché gli indigeni scelgono di restare nudi. Egli comincia a rielaborare l’immagine di
Staden, di Vespucci e di altri.
IL CANNIBALISMO BELLICO E VENDICATIVO.
I corpi sono fatti a pezzi e cotti, distribuiti a tutti. In quanto alle interiora, normalmente le mangiano le
donne, e la testa la riservano per essere appesa in cima, in segno di trionfo e vittoria. I Tupi assegnano alle
varie parti delle funzioni sociali diverse (le regole vengono riaffermate attraverso le pratiche) e il pasto
cannibalico è sempre pubblico. →
“Questi selvaggi sono meravigliosamente vendicativi” cannibalismo come guerra. Una vendetta che ha a
che fare con il trionfo e la vittoria. Questi sono i “cannibali amici” e gli “altri cannibali” sono quelli che
assomigliano ai cannibali di Vespucci e di Colombo, alleati dei portoghesi quindi nemici dei francesi.
Villegagnon sostiene:
“Questo è il mio corpo, questo è il mio sangue: queste parole non si possono interpretare altrimenti che il
corpo e il sangue di Gesù Cristo vi sono contenuti”
Léry risponde:
“Non solo volgarmente, ma piuttosto spiritualmente mangiare la carne di Gesù Cristo e, peggio ancora, alla
maniera dei selvaggi chiamati Ou- ëtacas, vogliono masticare e ingoiarselo tutto crudo”
(cannibalismo = accusa ai cattolici). Nel 1577 scrive un libro sul Brasile dopo aver letto le opere di Thevet.
Racconta dei fenomeni cannibalici di cui si hanno:
- La morte di un marinaio
- La morte di una bambina
Usa l’immagine degli indiani per descrivere la civiltà, portatrice di sfortune tra cui:
- La guerra fratricida tra i cristiani
- L’usura (civiltà corrotta)
COSE SINGOLARI E MOSTRUOSE.
“I fegati, i cuori e altre parti di questi corpi, non furono per caso mangiati dai loro furiosi assassini, per i
quali l’inferno stesso si risveglia terrorizzato? Allo stesso modo, dopo il miserabile massacro di un Coeur de
Roy, che professava la fede riformata nella città di Auxerre, quelli che commisero questo omicidio, non
tagliarono il suo cuore in pezzi e lo posero in vendita per quelli che lo odiavano e infine, dopo averlo
arrostito sui carboni, non se lo mangiarono? Da qui deriva che non si deve abborrire tanto la crudeltà degli
antropofagi, giacché tra noi ce ne sono di eguali e perfino più detestabili e peggiori. Non c’è bisogno di
uscire dal proprio paese, né di andare in America per vedere cose così singolari e mostruose”.
UN CANNIBALISMO DISTANTE.
“Questi malvagi si mantengono invincibili nella loro piccola regione, e inoltre, come cani e lupi, mangiano
carne cruda, e siccome la loro lingua non viene compresa neppure dai loro vicini, sono considerati tra le più
barbare e crudeli e temibili nazioni che possono essere incontrate in tutte le Indie occidentali e nella terra
del Brasile. E inoltre, siccome essi non possiedono né vogliono avere alcun trattato o commercio con i
francesi, gli spagnoli, i portoghesi o con alcun altro del nostro lato dell’Oceano, non sanno nulla sulle nostre
merci”.
Le opere di Thevet e Léry saranno utilizzate come propaganda, circolano in Europa e tradotte in varie
lingue. Saranno le più citate dell’epoca.
Pierre Eskrich e Jean Baptiste Trento, Nuovo Mappamondo Papista 1566-67
“E quindi i preti della provincia della Messa banchettano e bevono del loro buon vino, e non mangiano altro
che carne, come certi popoli del Brasile chiamati cannibali, che mangiano carne umana: questi debbono
essere della razza di tal genti, e debbono essere loro discendenti. Perché non mangiano altra cosa che
carne umana e sono molto crudeli e distruttivi, come i cannibali [...] Tutti questi suddetti macellai, e il
popolo che pure accetta questo genere di carne, sono come quelli della provincia della Messa, di questa
razza crudele dei cannibali del Brasile di cui si è fatta menzione sopra, che mangiano carne umana: questi
cannibali inviarono alcune truppe di gente a questo paese, e lasciarono della loro razza per tutto il mondo
papista, ragion per cui oggi ci sono più cannibali qua, e sono più crudeli e barbari di quelli nati in Brasile”.
È una satira contro i cattolici dell’epoca: i papisti sarebbero i discendenti degli indigeni brasiliani.
Questi temi saranno ripresi nella letteratura, nella filosofia, nelle corti…
• Michel de Montaigne: non ha mai avuto contatti con le Americhe ma ha intervistato coloro che ne
avevano avuti, raccontando le loro esperienze dirette. Fa un’operazione metodica: trasforma tutto
questo enorme immaginario delle cronache europee in uno strumento di ribaltamento per fare una
critica interna all’Europa. Egli afferma che tutte le civiltà sono uguali, non vi è una migliore delle
altre. Si interessa delle popolazioni barbare da molte ritenute selvagge ma sono da considerarsi
genuine in quanto sono più a contatto con la natura e sono più vicine alla semplicità originaria.
Servitore = figura inventata, la somma dei punti di vista, la voce semplice che consegna a
Montaigne l’immagine che egli vuole restituire al mondo europeo. I passaggi più importanti sono:
→
- La barbarie Chiunque chiama barbarie ciò che è straniero ai suoi costumi. Siccome non abbiamo
altro punto di vista per distinguere la verità e la ragione che l’esempio e l’opinione del paese nel
quale viviamo, a nostro giudizio in esso risiede la perfetta religione, il governo pienamente
compiuto, il più irreprensibile uso di tutte le cose.
→
- Il servitore Ho avuto a lungo presso di me un uomo che aveva vissuto dieci o dodici anni in
quell’altro mondo che è stato scoperto nel nostro secolo, nel posto dove era sbarcato Villegagnon,
e che egli aveva chiamato la Francia Antartica (colonia francese della metà del XVI secolo). Questa
scoperta di un paese infinito sembra sia di molta importanza.
→
- La nudità come metodo Se mi fossi trovato tra quei popoli che si dice vivano ancora nella dolce
libertà delle primitive leggi della natura, ti assicuro che ben volentieri mi sarei qui dipinto per
intero, e tutto nudo. Così, lettore, sono io stesso la materia del mio libro.
→
- Cosmografi e topografi Quell’uomo che era con me era un uomo semplice e rozzo, condizione
adatta a rendere una testimonianza veritiera; poiché le persone d’ingegno fino osservano, sì, con
molta maggior cura, e più cose, ma le commentano; e per far valere la loro interpretazione e
persuadere altri, non possono trattenersi dall’alterare un po’ la storia; non vi raccontano mai le
cose come sono, le modificano e le mascherano secondo l’aspetto che ne hanno veduto. E per dar
credito alla loro opinione e convincercene, aggiungono volentieri qualcosa in tal senso alla materia
originale, l’allungano e l’ampliano. Ci vuole un uomo o molto veritiero o tanto semplice da non aver
di che costruire false invenzioni e dar loro verosimiglianza, e che non vi abbia alcun interesse. Così
era il mio [...] Mi accontento, quindi, di queste informazioni, senza occu