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Petrarca 13)

Dove si trova la famiglia; Andrea ha sottoscritto un contratto presso la DittaRicordi. L'itinerario intellettuale di De Chirico si basa su un'accanita lettura di libri, condi-visa con il fratello ("leggevamo e studiavamo molto"), alla Biblioteca Nazionale Braidense. Ad influenzarlo maggiormente è l'Ecce Homo di Nietzsche, uscito a giugno 1909 nella tradu-zione di Henri Albert. La certezza di questa edizione è data da una meditazione sulla mortescritta da Savinio sulla rivista di Lugano, dove si trovano dei riferimenti lessicali. Inoltre, in un testo di De Chirico del '12 vi è un'esatta citazione da questa edizione; la frase fa leva sul meccanismo della sorpresa, centrale nella sua produzione. Ad ottobre racconterà dei viaggi a Roma e Firenze all'amico di Accademia Fritz Gartz, cui esprime la necessità di di-staccarsi dalla pittura dei colleghi di Monaco per far confluire le esperienze.

millenarie.1910▪ Febbraio – Marzo

Si trasferisce a Firenze, in via Lorenzo il Magnifico 20. Condivide con il fratello uno stu-dio in Viale Regina Vittoria 3 (oggi Viale Don Minzoni). Nelle Memorie della mia vita(Milano, 1962) descrive i problemi di salute vissuti in questo periodo, nel quale legge libri29di filosofia più che dipingere. Alla Biblioteca Nazionale Centrale (collocata, prima deglianni ‘30, nella vecchia sede degli Uffizi), i registri evidenziano la lettura di Nietzsche (Aldi là del bene e del male), Platone, Tacito, Schopenhauer e molti altri, ma bisogna ancheconsiderare la probabile condivisione dei libri con Savinio. Inoltre, indaga testi di archeo-logia antica, mitologia e arte romana. Se Boccioni accantonò l’idea di studiare letteraturaimpiegandola sempre in maniera “strumentale”, De Chirico invece vi si immerge.

Dicembre

Scrive a Gartz con entusiasmo che da Così parlò Zarathustra ebbe una sorta di illumi-nazione.

Definisce Nietzsche il più grande poeta mai esistito (e non filosofo; è la sua ri-flessione intuitiva, non logica, ad affascinarlo), che gli ha mostrato tutto sotto una nuovaluce: Michelangelo è "rozzo", David non è un superuomo; "Zarathustra è arrivato".
1911▪ Aprile – maggio
Probabilmente viaggia a Roma per il cinquantenario dell'Unità d'Italia, come annunciain una lettera a Fritz. Infatti, tra metà aprile e il 3 maggio, De Chirico scompare comple-tamente dai registri della biblioteca.
Luglio
In un testo del '29 pubblicato sulla rivista Selection con lo pseudonimo Angelo Bardi, dicedi aver lasciato Firenze per un "felice impulso", mentre nell'autobiografia dirà di esser-visi recato per le insistenze del fratello. La vera ragione è che nel giugno si era iscrittoalle liste di leva per volere della madre, convinto di essere assegnato alla terza categoria(vierano i figli di madre vedova, esentati dal servizio); per un disguido, fu invece asse-gnato alla prima categoria, per la quale avrebbe dovuto intraprendere la leva di due annie poi andare sul fronte libico. Pertanto, lui e la madre emigrano il 7 luglio; l'8 arrivano aTorino dove restano circa 4 giorni (e non 2, come dice nell'autobiografia) visitando lamostra delle tre capitali per il Cinquantenario. Arriva a Parigi il 14 luglio. Qui risiededa febbraio, nella colonia greca, il fratello Andrea, che aveva tenuto il suo primo concertoa gennaio 1910. Dapprima alloggia nell'albergo Le Pelletier, poi si sposta vicino agliChamps-Élysées, infine in 43 Rue de Chaillot.Pur non avendone certezza per l'assenza dei registri bibliotecari francesi, è presumibileabbia letto Umano, troppo umano: tra gli aforismi vi è Originale, dove si dice che l'origi-nalità non è data dalla novità in sé, ma dalla rilettura di

oggetti già visti in modo nuovo.

Agosto

Passa tre settimane in una località termale a Vichy, su consiglio del dottore. Qui si recherà anche negli anni a venire, come testimoniano le lettere ad Apollinaire e Fritz.

1912

La lettera protocollare per diserzione che lo sollecita ad arruolarsi giunge il 29 febbraio, dovegli si chiede di presentarsi al distretto militare più vicino: Torino. Il 9 marzo fugge dalla Caserma Cernaia dove era stato ingiustamente rinchiuso e rientra a Parigi, venendo condannato in contumacia.

Espone al Salon d'Automne e stringe rapporti con molti intellettuali di spicco (non per "necessità", dato che in questo periodo vende solo un dipinto). Apollinaire dalla giuria del Salon des Indépendants osservò il carattere di sorpresa delle sue opere; De Chirico lo omaggiò donandogli alcune tele. Le informazioni riguardo all'incontro con questi sono contradditorie: nell'autobiografia del

‘62 dice che avvenne alla fine del ‘12, mentre nel testo del ‘29 lo collega al Salon del ‘13, quando sarebbe stato segnalato da Picasso (che però non si trova a Parigi).

1913▪ 30 Espone al Salon des Indépendants. Il suo atelier si apre entro febbraio in 42 Rue Mazarine, ma sappiamo dalle recensioni che lo spostò prima del Salon d’Automne in 115 Rue Notre-Dame-des-Champs (dove il 5 ottobre tiene la sua prima personale). Forse per necessità di spazio, a metà ottobre si sposta a 9 Rue Campagne-Première, dove resta fino al rientro in Italia. A Montparnasse si trovano anche Apollinaire, il fotografo Eugène Atget e Picasso.

1914▪ Espone al Salon des Indépendants. Nei primi mesi realizza una personale e lascia in deposito le opere alla recentemente inaugurata galleria di Paul Guillaume.

1915▪ Nell’agosto la Francia entra in guerra; in un primo momento resta a Parigi con il fratello, ma a fine maggio

è costretto a rientrare in Italia, per arruolarsi.

OpereDe Chirico non condivide la dimensione fondativa dello sguardo: in un appunto del 1912 circaparla dell’Impressionismo con scarso interesse e prova quasi diffidenza verso un linguaggio af-fidato esclusivamente all’occhio. Egli vi oppone il meccanismo della sorpresa e dello spaesa-mento, che può donare felicità allo spettatore.

Enigmi“Enigma di un pomeriggio d’autunno”, 1910, Salon d’Automne del 1912

L’origine del dipinto viene chiarita in Meditazioni di un pittore. Cosa potrebbe essere lapittura dell’avvenire, successivo alla presentazione dell’opera. Per avere idee geniali bisognadistaccarsi dalla realtà e farsi cogliere dalla rivelazione: questo è ciò che gli accade un pome-riggio d’autunno, seduto in Piazza Santa Croce a Firenze, quando la natura gli sembrain convalescenza, forse anche per i malesseri intestinali.

L'inspiegabile illuminazione (unEnigma) lo coglie mentre osserva la statua di Dante al centro. La trasfigurazione avviene in un luogo di memoria storica, essendo la piazza oggetto anche dei testi di Foscolo. La facciata gotica della chiesa si riduce ad una sorta di tempio dorico (simile a quello delle Stimmate di San Francesco di Giotto, all'interno), mentre la statua viene risolta in una figura avvolta da un peplo, accompagnata dal tronco della Grecia classica. La mancanza della testa è forse da spiegare con il capo reclinato che aveva la scultura, ritratta da tergo. Accanto vi sono due figure, una in atteggiamento dolente. Il nostro sguardo è ostruito da un muro sbreccato, riferibile a quello che recinge la Cappella de Pazzi. L'infedeltà al dato reale è ribadita dal veliero sulla destra. Sembra esservi una trascendenza laica confermata dalle tende sul portale, simili a quelle di L'enigma dell'oracolo che rileggono.

L'iconostasi delle chiese ortodosse utili a separare lo spazio del fedele da quello della divinità. "Enigma dell'ora", 1911 (Salon des Indépendants del 1913)

Il porticato si basa probabilmente sull'Ospedale degli Innocenti. Un disegno intitolato "Enigma dell'arcata" riprende il motivo del loggiato, che potrebbe essere ispirato alla Cappella de Pazzi. L'enigma non è dato dall'orologio, ma dall'eterno presente di Nietzsche, come confermano le incongruenze prospettiche e le diverse tinte del cielo. "Enigma dell'arrivo e del pomeriggio", 1911-12 (Salon des Indépendants del 1913)

Raffigura l'arrivo a Parigi, che inizialmente non varia la sua produzione: ritornano il veliero e il muro di mattoni, che qui assume maggiore importanza. L'architettura templare fu tracciata in alcuni bozzetti, dove era stato inserito al suo interno un monaco buddista (tratto dal suo studio sincretico).

delle religioni). La forma sembra tratta dallo 31Sposalizio della Vergine di Raffaello (visto alla Pinacoteca di Brera), dal Tempietto di SanPietro in Montorio di Bramante o dall’antico Tempio di Vesta.

“La meditazione autunnale”, 1911-12

Al centro di un cannocchiale prospettico si ritrova la scultura di Enigma di un pomeriggiod’autunno: per la prima volta accediamo al mare. Sull’edificio sinistro vi è un lituo, ilbastone utilizzato dagli auguri etruschi. Il selciato è caratteristico della Roma archeologica,come testimonia una locandina sull’Esposizione Internazionale del 1911.

Torino (1912-15)

Nello scritto con lo pseudonimo di Bardi parla di sé stesso dicendo che, in seguito alla letturadell’Ecce Homo, realizzò tra il 1912 al ‘15 delle opere ambientate a Torino. La stagione chetrova si addica di più alla città, a suo dire ideale per le dissertazioni filosofiche, è l’autunno (anche se

I viaggi si svolgono sempre in altre stagioni). Torino viene inoltre descritta in una poesia come "la città quadrata dei vincitori, delle grandi torri e delle grandi piazze assolate" (i dolori intestinali di cui soffriva vengono enfatizzati dal caldo). "I piaceri del poeta", 1912.

La struttura è una stazione ferroviaria, come testimoniano l'orologio (ricorre spesso nei suoi dipinti, generalmente su un orario pomeridiano) e il treno sbuffante a destra, senza debiti archeologici. Abolisce la quinta destra inizialmente prevista nel bozzetto Enigma del mezzogiorno, facendo intervenire solo l'ombra. Al centro vi è una fontana che zampilla. È possibile associare l'opera al suo Canto della stazione, probabilmente dello stesso anno, dedicato ad una "piccola stazione". Sebbene la struttura sia simile a quella di Porta Nuova a Torino, è più plausibile che per le ridotte dimensioni si riferisca a Porta Susa.

dove è assente la fontana ma vi è la finestra sotto ogni arco (una stazione che "guarda da tutte le parti")

Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
40 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/03 Storia dell'arte contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Wakiwa di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'arte contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Rovati Federica.