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EVOLUZIONISMO E PSICOLOGIA

Si tratta di una psicologia di stampo britannico e nordamericano. Molti allievi americani di Wundt fondarono i primi dipartimenti e cattedre di psicologia in America; in realtà, il debito che tali psicologi nordamericani ebbero nei confronti di Wundt non riguardò propriamente i modelli teorici, quanto piuttosto l'acquisizione di metodi di ricerca di stampo sperimentale. Con l'unica esclusione di Titchener, infatti, questi psicologi, dal punto di vista teorico presero ispirazione dall'evoluzionismo darwiniano. L'origine delle specie Il 1859, anno in cui Charles Darwin pubblica "L'origine delle specie", è una data importante non solo nella biologia ma anche della psicologia. L'idea di evoluzione risaliva a tempi anteriori a Darwin, ma fu la teoria darwiniana a rendere tale teoria nota al grande pubblico e a fornirle un sostegno empirico considerevole. Si tratta di un'idea recente, basti pensare che fino alla metà del 1700 era ancora.diffusa tra gli uomini di cultura e di scienza che le varie specie animali esistenti fossero state create una diversa dall'altra e che si fossero riprodotte immutate fino al momento presente. Si tratta di una credenza risalente all'antichità, che alla metà del 1700 trova sistemazione nella classificazione di Linneo, che classificò gli appartenenti ai tre regni della natura (minerale, vegetale e animale) presupponendo una creazione divina cui le diverse forme esistenti dovevano essere fatte risalire. Lo stesso concetto di specie era legato a questo atto creativo divino: le specie per l'epoca erano tante quante erano state create all'atto della creazione, e l'uomo (che partecipa solo in piccola parte all'intelligenza divina) ha il compito di osservare il creato e ricostruire il piano della creazione. Il contemporaneo di Linneo, Georges Louis Leclerc (conte di Bufon) può essere considerato uno dei più diretti precursori delle

teorie evoluzioniste. Nella sua Storia naturale (opera colossale, 44 volumi nella seconda metà del 1700) egli propose una visione più dinamica, soprattutto per quanto riguarda l'aspetto geologico: un'idea che gli valse il monito delle autorità religiose. Nella seconda metà del 1700, tuttavia, il clima illuministico e la sua fede nella ragione era propizio al superamento delle vecchie concezioni fissiste (idea della fissità della specie) e creazioniste: sempre in Francia, il collaboratore di Buffon, Jean Baptiste Monet (cavaliere di Lamarck), elaborò una prima teoria evoluzionistica (anche se la denominazione è impropria, in quanto all'epoca non si parlava di evoluzionismo ma di trasformismo): gli animali possono subire delle modificazioni nella loro struttura corporea dovute alle circostanze ambientali, le quali provocherebbero negli animali determinati bisogni che porterebbero all'azione, all'uso o al disuso di certi

Organi creando determinate abitudini; negli animali non ancora giunti al termine del loro sviluppo gli organi si potenziano o si atrofizzano a seconda dell'uso o del disuso, e questo rafforzamento o indebolimento dell'organo verrebbe trasmesso per via ereditaria alle generazioni successive (es. giraffa che ha il collo lungo per mangiare le foglie delle piante alte). Questa teoria suscitò un dibattito modesto: poco dopo la morte dell'autore contro di essa prese netta posizione il naturalista francese Cuvier, un detrattore di ogni forma di evoluzionismo o trasformismo.

Le teorie di Lamarck sarebbero state riaccolte più avanti, quando però l'opera di Darwin aveva già portato al centro del dibattito scientifico il problema dell'origine dell'evoluzione. Trent'anni dopo la morte di Lamarck, nel 1859, esce L'origine delle specie di Darwin, che avrebbe innescato un dibattito estremamente acceso non solo tra i naturalisti e gli studiosi ma anche tra le

persone di diversi livelli culturali. In quest'opera veniva esposta un'organica teoria della evoluzione sostenuta da un'ampia gamma di dati empirici. Riscosse un grande successo, basti dire che la prima edizione di 1250 copie venne venduta in un solo giorno. Ebbe successo perché:

  • Negli ambienti scientifici dell'epoca si erano create delle aspettative attorno agli studi di Darwin;
  • Come lo stesso Darwin riconobbe nella sua autobiografia, ormai si erano accumulati molti dati empirici che suggerivano l'idea evoluzionista e che necessitavano solo di essere sistematizzati in una teoria organica.

I capisaldi della teoria darwiniana:

  • Variazione: parte dall'ovvia constatazione che tra gli esemplari di una stessa specie sussiste un'ampia variabilità di caratteristiche individuali. Fu portato a ipotizzare che tale variabilità spontanea potesse essere trasmessa ereditariamente;
  • Lotta per l'esistenza: caratterizza le forme viventi
(sia a livello di individui che a livello di specie); in tale lotta sopravvivono solo le forme che trovano miglior adattamento alle difficoltà ambientali che incontrano. - Selezione naturale in natura è operante una sorta di selezione naturale che ha come risultato la sopravvivenza degli organismi più adatti alle caratteristiche dei rispettivi ambienti e la scomparsa di quelli non idonei. La teoria della evoluzione venne ispirata da: - Charles Lyell: geologo (uno dei fondatori della geologia) che nelle sue opere aveva evidenziato come la crosta terrestre avesse raggiunto la sua struttura attraverso una serie di mutamenti simili a quelli attualmente in atto. Trasferendo l'idea delle mutazioni geologiche a quello delle mutazioni organiche, ritenne di poter individuare anche in questo ambito una serie di modifiche e trasformazioni su un arco temporale molto lungo (secoli, millenni). Darwin portò con sé le opere di Lyell nel viaggio che compì tra 1831 e

1836 su Beagle, il brigantino destinato a compiere una spedizione scientifica nei mari del Sud. Nel corso di tale viaggio ebbe modo di osservare molte specie che vivevano negli arcipelaghi più isolati di quei mari. In queste osservazioni notò che ogni singola specie animale e vegetale risulta perfettamente adattata alle caratteristiche del proprio ambiente. Sullo sfondo di tale osservazione, rilevò anche come in ogni generazione di una data specie alcuni individui sopravvivono, riuscendo poi ad accoppiarsi e riprodursi, mentre altri muoiono prima di riprodursi. In natura dunque sarebbe in atto una sorta di selezione: il problema era stabilire il principio che regola tale selezione e che, all'interno di una data specie, in un dato periodo e contesto ambientale, governa la grandezza della popolazione facendo sì che sopravvivano solo determinati individui. Alla ricerca di questo principio Darwin non ritenne di dover aderire alle teorie di Lamarck, di cui condivideva solo

parzialmente l'idea dello sviluppo degli organi in base all'uso/disuso e all'ereditarietà dei caratteri acquisiti, ma rilevò invece come gli allevatori erano soliti manipolare le razze degli animali domestici ottenendone di nuove (in cui apparivano più spiccati caratteri utili) attraverso il meccanismo della selezione: venivano accoppiati quegli animali che presentavano, in grado eminente, le caratteristiche desiderate. Si trattava a tal punto di capire come tale operazione potesse applicarsi in natura, la quale opera in modo cieco, senza riferimento a una volontà. Riflette a lungo su ciò e dopo il suo ritorno in Inghilterra si trovò tra le mani il saggio di Essay on the Principle of- Thomas Malthus: economista che scrive Population (1789) che ispira il principio darwiniano della lotta per l'esistenza. Malthus aveva sostenuto che mentre le risorse alimentari tendono a crescere in una proporzione aritmetica, la popolazione tendeeliminate attraverso il processo di selezione naturale. In altre parole, gli individui con caratteristiche che li rendevano più adatti all'ambiente avevano maggiori probabilità di sopravvivere e riprodursi, trasmettendo le loro caratteristiche ai loro discendenti. Nel corso di molte generazioni, queste variazioni favorevoli si accumulavano, portando alla formazione di nuove specie. La teoria dell'evoluzione di Darwin ha avuto un impatto profondo sulla nostra comprensione del mondo naturale. Ha fornito una spiegazione scientifica per la diversità delle forme di vita sulla Terra e ha smentito l'idea che gli organismi siano stati creati in modo immutabile. La teoria dell'evoluzione continua a essere supportata da un'ampia quantità di prove provenienti da diverse discipline scientifiche, come la paleontologia, la genetica e la biologia molecolare. In conclusione, la teoria dell'evoluzione di Darwin ha rivoluzionato il nostro modo di pensare sulla vita sulla Terra. Ha fornito una spiegazione coerente e basata su prove per la diversità delle forme di vita e ha aperto la strada a nuove scoperte e ricerche nel campo della biologia.

eliminate: il risultato di tale operazione di selezione sarebbe stata la formazione progressiva e lenta di una nuova specie. Estese poi questa idea a tutti gli organismi viventi, elaborando l'idea di selezione naturale, per cui tutti gli esseri viventi che sopravvivono alla lotta raggiungendo la maturità tendono a trasmettere alla prole le caratteristiche grazie alle quali sono riusciti a sopravvivere. Ma siccome un altro principio fondamentale dell'evoluzionismo è la variabilità, anche gli individui appartenenti alla nuova generazione avranno caratteristiche diverse tra di loro, e alcuni avranno le qualità adattive utili più sviluppate rispetto a quelle dei genitori. Saranno proprio queste qualità a sopravvivere, così che nel corso di molte generazioni possono verificarsi modifiche anche considerevoli nelle caratteristiche fisiche dei soggetti. Darwin si chiese poi come fosse possibile che da un singolo capostipite potessero discendere

specie diverse tra loro (perché la linea evolutiva non è unidirezionale ma divergente?). spiegò ciò con la diversità delle condizioni ambientali a cui gli individui devono adattarsi: ambienti diversi selezionano specie diverse.

La continuità naturale e il posto dell'uomo

Nel suo saggio D non parlava esplicitamente dell'uomo, ma era implicito che anche l'uomo (come essere vivente) è parte dei processi evolutivi che caratterizzano la sua teoria dell'evoluzione. In effetti, il dibattito sull'origine dell'uomo e sull'ascendenza umana iniziò immediatamente, suscitando un ampio dibattito.

Darwin impiegò più di 10 anni per rispondere alle obiezioni dei suoi avversari, a L'origine dell'uomo, partire dal 1871 con . In questa opera, la tesi della continuità animale-uomo non era solo formulata ma anche discussa con una gran

Dettagli
A.A. 2020-2021
189 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/01 Psicologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher alessandracominelli di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia della psicologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano - Bicocca o del prof Antonelli Mauro.