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L'AUTRIER QUANT JE CHEVAUCHOIE:

Francia tra 12 e 13 secolo fioritura economica: nuova borghesia di stampo urbano e attorno alla

fioritura economica ce ne è una culturale: tra i trovatori c'è andrieu contredit (arras, paesino della

francia da cui proveniva). Il manoscritto porta solo la musica della prima strofa poiché le altre sono

uguali. Struttura semplice e al primo verso corrisponde una linea melodica, al secondo un'altra.

Terzo e quarto invece riprendono rispettivamente la melodia del 1 e del 2 con delle variazioni.

Cosa si nota di strano rispetto alla storia d'amore cortese? Storia d'amore che non viene

solitamente realizzata ma solo idealizzata. L'io lirico rimane comunque un cavaliere (origine

nobile), mentre il contesto e il ceto da cui deriva l'interlocutrice è una pastora: donna che viene

incontrata per caso mentre sta cavalcando durante un viaggio. Comincia a promettergli delle cose

per adularla e si vanta delle sue ricchezze. Lei si sente adulata ma dice che è già impegnata con il

pastore Robin. All'interno delle liriche c'è un contesto pastorale. Tra i due inizia un dialogo che il

più delle volte vede il cavaliere vantarsi della sua posizione e la ragazza non sa se cedere. La fine

non è sempre uguale in tutte le composizioni: spesso la ragazza non cede perché innamorata di

un altro uomo.

Cos'è una pastorella? Presentano tratti insoliti rispetto alla tradizione lirica di trovatori e trovieri. Gli

studiosi di 800 e 900 si sono interrogati circa questa figura e questo genere della pastorella.

Genere lirico che sorge nel 12 secolo, grande successo nel 13.

Caratteristiche: presentazione dei personaggi, racconto dell'incontro, racconto di una vanteria.

Questo viene inserito in un contesto agreste. Riviere pubblica un' antologia che rivede le

discussioni precedenti sul genere e da nuove caratteristiche:

-Quadro pastorale

-Incontro tra narratore e pastore

-Contrasto

-Interlocutrice deve essere donna non sposata e vergine: non sempre questo elemento viene

esplicitato nelle liriche. Spesso la donna è impegnata.

Commette errori filologici, Paden invece tenta di raccogliere tutte le liriche che in qualche modo

potessero avere le caratteristiche del genere. Inserisce pastorelle di tutti i continenti: repertorio più

ampio:

-Mondo pastorale

-Personaggi: uomo e giovane donna

-Stile narrativo e dialogico

-Punto di vista dell'uomo

-Trama: scoperta e tentata seduzione

Non c'è più il racconto di una vanteria come originariamente accadeva. Non si ricavano

insegnamenti morali né elementi che elevino il lettore o il narratore. Morale cinica e materialista.

Pertanto si pensava che queste liriche avessero un origine popolare: il popolo ignorante delle

raffinatezze trobadoriche e trovieriche le ha composte. Questa idea non è veramente sostenibile

anche perché alcune pastorelle sono inserite all'interno dei carmina burana.

Marcabru, l'autrier jost'una sebissa: primi tempi della fioritura della poesia lirica provenzale. Prima

pastorella della storia: prima alla quale si da una data (1130-1140). Rispetto alla lirica precedente

la pastora è differente: qui è irremovibile, mentre in precedenza è titubante. La pastora in questo

caso da un insegnamento morale a chi dovrebbe averla per lignaggio. (Manoscritto R che

testimonia la musica di marcabru: prima lirica del manoscritto). Gli studiosi dicono che la morale di

marcabru si contrappone a quella di colui che è considerato il primo trovatore: Guglielmo duca

d'Aquitania. Vuole affermare che il cavaliere rispetto al chierico è superiore in amore. Marcabru

rispetto alle liriche di Guglielmo la villana sta insegnando qualcosa di esatto rispetto al cavaliere.

12 secolo questo modello di morale contrapposto a quello cortese non sembra avere maggiore

successo rispetto alle liriche dei cavalieri che cantano l'amore per la donna in modo attuale.

Proliferano manifestazioni liriche in cui recuperando il conflitto tra cavalieri e chierici sembra

emergere una cultura clericale sorta all'interno delle scuole dei chierici. Da una parte c'è

l'affermazione dell'amore cortese in contesti in cui si richiede un certo decoro, all'esterno di essi si

pone l'accento sulla morale che non è della corte o della chiesa ma delle città: gli interessi

economici della classe borghese dettano un'etica preponderante basata sul denaro. Se la donna

nelle liriche trobadoriche veniva idealizzata nella classe clericale si manifesta una misoginia che

sembra una regressione ma è il contesto tipico all'interno del quale si sviluppa la classe borghese.

Cultura anti cortese che si sviluppa nella Francia del nord, al sud si sviluppa la morale dei trovatori:

cortese e laica, non è poesia religiosa, nel nord non è così perché il giogo della chiesa è più forte

al nord rispetto al sud: quando Eleonora d'Aquitania sposa luigi VII e si sposta alla corte di Francia

si rileva che si incontrano due mondi culturali differenti (nord e sud). Luigi VII vede la dittatura

religiosa sulle sue decisioni. Al sud la cultura predominante era quella delle corti che tendevano a

divertirsi. Al nord vige anche l'opposto: tendenza degli uomini a dimostrare un contrasto rispetto

alla morale dominante, questo al sud non accadeva perché meno coercitivi.

Carmina burana:

1 lirica nos duo boni.

All'interno dei carmina ci sono 11 pastorella ma solo due hanno la musica. Lingua latina. Due

pastori incontrano una giovane pastora la cui pelle è rovinata dal lavoro e dalle mansioni. Lei ha un

gregge con alcuni animali e rimprovera ai due pastori il fatto che rifiutano la vita attiva e mettono in

primo piano l'amore per il guadagno. Solitamente un personaggio protegge il cavaliere mentre

l'altro il chierico: la pastora muove accuse contro i due pastori. Prendono la parola chiudendo la

lirica e ribadiscono la prerogativa del canto dicendole di rimanere nella sua condizione sociale,

perché loro rivendicano il loro magistero. Lirica contro marcabru: tenta di mettere argini alla

sfrontatezza dei cavalieri. In questo caso gli uomini vanno contro la donna dicendo di essere loro a

dettare la morale. Secondo questo concetto i chierici rivendicano il diritto di fare la morale.

2 exit diluculo:

Sembra collegata alla precedente anche perché è collocata subito dopo essa. Tutte le liriche dei

carmina non hanno notazioni vere e proprie se non neumi. Canzone che si trova in un altro

manoscritto (monaco), nel quale però manca l'ultimo verso. Un altro manoscritto porta una musica

che è simile a quello della canzone exit diluculo ma non è la stessa. Si tratta di un caso di

contraffattura.

Altra lirica nei carmina burana: ich was ein chint so wolgetan, clemecic. Non c'è un dibattito tra la

donna e l'uomo. Alternanza latino e tedesco. La narratrice è la donna e c'è un ritornello. Per questi

elementi non sembra una pastorella. Il cavaliere inoltre avrebbe sedato la ragazza. Non si può

nemmeno dire che non si tratti di una pastorella: ci sono connotazioni pastrorali. Amore

materialista e cinico proprio della classe clericale del tempo e che nei carmina burana da una delle

sue manifestazioni più lampanti. Non ci sono altri testimoni che riportano questo testo. Da dove è

stata presa la musica? Usa la musica di ecce tempus gaudii, che ricava dal manoscritto F

(principale manoscritto del repertorio di notre dame). Operazione che sembra un po' forzata:

vengono aggiunte note non previste nella metrica, aggiunge un verso che non c'era.

Dic christi veritas/bulla fulminante:

Canto non intonato da orff, scrittura simile a quella gotica: onciale. Notazione adiastematica tipica

di questo momento storico. Lungo melisma su dic e struttura sillabica per quanto riguarda il

proseguimento della melodia. Scrittura ancora primitiva, serie di ipotesi che permettere di dare un

valore alle parti melismatiche ma non sillabiche. Prime parti più vicine alla notazione moderna, la

seconda rimane senza valori ritmici. Nota che precede il lungo melisma, ultima nota che si

aggancia alla struttura neumatica: questo melisma potrebbe essere una tropatura, inizialmente non

c'era.

Prima fase: interamente sillabica

seconda fase: viene aggiunto un melisma

fase successiva: viene aggiunta la seconda e poi la terza voce.

Il secondo canto è costruito sull'ultimo melisma del primo. Testo morale e invettiva alla ricerca della

carità sparita dal mondo e dal contesto in cui viveva lo scrittore. Inizia a immaginare posti fantastici

nei quali potrebbero essere andati i caritatevoli.

È stato eseguito più volte e si è tentato di cantarlo anche nella versione originaria senza melisma.

La convinzione di fare queste musiche come nel passato non è percorribile. L'unica cosa che

abbiamo sono le testimonianze musicali: in questo caso mancano informazioni circa l'impianto

ritmico, il Codice burano adotta una forma che potrebbe sembrare arcaica (adiastematica) in realtà

si sa che il codice è stato compilato intorno al 1230 quando si sapeva già scrivere la notazione

ritmica. In questo caso viene assunta la scrittura tipica del monastero in cui viene scritta: sapevano

già l'andamento e avevano solo bisogno di rimandi mnemonici.

Altra testimonianza: dic christi a tre voci.

Un altro manoscritto presenta la scrittura adiastematica del codex anche se precedente. Non aiuta

nella scrittura.

Dic christi: 3 strofe

Bulla: strofe interpolate tra le tre di dic christi e sono anche in questo caso 3.

Probabilmente in questi brani venivano usati strumenti ma non si sa quali.

Non esiste una musica medievale: i gruppi propongono questi brani in modo diverso. Musica

pensata per testimoniare una memoria.

Nel codex buranus esistono dei melismi non presenti nelle forme adiastematche, non possono

essere trascritti per questo.

Dic christi presentato in 3 quartine, la separazione tra versi si intuisce dalla rima e dal numero delle

sillabe e il loro accento: 6 sillabe, verso proparossitono per i primi 4 versi: quartina con una sua

identità. Seconda quartina: 7 sillabe, ma essendo in latino sono 8 di tipo parossitono (piano).

Canto dalla struttura apparentemente regolare ma il numero di versi non corrisponde: terza

quartina vengono alternati 8 e 7, quindi risulta:

1: 6 PP (proparossitono)

2: 7 P (parossitono)

3: alternati 8 e 7

Tempus est iucundum: orff, presenta la musica anche sul manoscritto. Testo tedesco che conclude

il brano che permetteva di generare la melodia del nuovo sulla base del preesistente, ma si può

anche immaginare che sia stato aggiunto per creare una melodia famigliare all'ascoltatore. Unico

manoscritto che riproduce questa musica è il codex e lo fa in formato adiastematico. Come può

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Dettagli
Publisher
A.A. 2016-2017
28 pagine
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/07 Musicologia e storia della musica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Cheroll13 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia della musica medievale e rinascimentale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Daolmi Davide.