Anteprima
Vedrai una selezione di 8 pagine su 34
Appunti di Storia della filosofia antica (lezioni complete) Pag. 1 Appunti di Storia della filosofia antica (lezioni complete) Pag. 2
Anteprima di 8 pagg. su 34.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di Storia della filosofia antica (lezioni complete) Pag. 6
Anteprima di 8 pagg. su 34.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di Storia della filosofia antica (lezioni complete) Pag. 11
Anteprima di 8 pagg. su 34.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di Storia della filosofia antica (lezioni complete) Pag. 16
Anteprima di 8 pagg. su 34.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di Storia della filosofia antica (lezioni complete) Pag. 21
Anteprima di 8 pagg. su 34.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di Storia della filosofia antica (lezioni complete) Pag. 26
Anteprima di 8 pagg. su 34.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di Storia della filosofia antica (lezioni complete) Pag. 31
1 su 34
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

SOLE BENE

Luce Essere/verità Idee

vista realtà Intelletto

nous

occhio visibili (oggettività)

(coscienza)

Come il sole genera immediatamente la luce, così il bene genera essere e verità.

 Verità: alétheia ciò che non si nasconde;

 Idea: rimanda alla radice di vedere, l’idea si lascia vedere, così come la verità;

Tra questi due poli, da intendersi come fuori dal tempo, non viene spiegato come dalla luce e dall’essere si

produca la polarità tra intelletto e realtà intelligibile e tra vista e realtà visibili.

 Perché l’essere si articola in intelletto e realtà intelligibili?

 Perché il bene non genera solo essere ma anche coscienza?

Questo non ci viene detto, ma è lasciata una traccia riguardo la realtà visibile: “e la facoltà della vista non

l’ha perché dispensata dal sole come un fluido che filtra in essa” rapporto come fluire, scorrere della

luce del sole che si manifesta poi come vista.

La luce del sole scorre e dona la potenza della vista/occhio. La vista è lo scorrere della luce del sole che si

manifesta come attività percettiva.

! La luce del sole è esteriorizzazione, mentre la vista è interiorizzazione. Il gesto manifestativo della luce si

rovescia e si riflette su di sé interiorizzandosi. Il fluire si rovescia in modo che la luce diventi percezione di

sé, non semplice esteriorizzazione.

L’esteriorizzazione della luce si interiorizza in un punto limite. Il sole genera la luce, una sfera, che non è

diffusa ma la cui superficie è costituita dai centri di visione, c’è un ribaltamento del fluire della luce che

diventa vista e occhio immediatamente possibilità di vedere degli oggetti.

La cosa provocatoria è che ciò che succede tra vista e sole, succede tra BENE, essere verità e intelletto e

realtà intelligibili.

Il bene si esteriorizza e l’intelletto interiorizza il bene come coscienza: la manifestazione del bene non è

una manifestazione di essere puramente oggettivo ma è una interiorizzazione dell’essere nella verità.

 Il rapporto qual è la tra unità e molteplicità?

 Abbiamo un solo intelletto?

No, ma diversi punti di coscienza e dobbiamo immaginare il bene come il centro di una sfera con sulla

superficie vari intelletti. Il bene si dona (esteriorizza) e si rovescia in un interiorizzarsi (coscienza): si

manifesta non solo come essere ma anche come centri autonomi di percezione dell’essere (manifestazione

del bene).

Come gli occhi sono centri autonomi in cui la luce si percepisce, così gli intelletti sono centri autonomi di

percezione del bene.

Senza questo ragionamento non capiamo come mai il bene si manifesta anche come intelletto (coscienza).

15 ottobre 2014

Il bene è il centro originario di luce ideale e, fuori dallo spazio e dal tempo, questo centro sarà una sfera

luminosa e infinita. Il bene non ha impedimenti o condizionamenti nella sua manifestazione, è libero dono

di sé e incondizionato.

L’esteriorizzazione del bene deve essere vista in contemporanea con l’interiorizzazione:

BENE

Questa esteriorizzazione è completamente libera e quindi è libera da essere esteriorizzazione, altrimenti

sarebbe condizionata dalla sua identità, ciò implica che essendo incondizionata e libera rispetto a sé,

immediatamente è il suo contrario (si esteriorizza e interiorizza). Tutto è in unità immediata visto che

siamo fuori da spazio e tempo.

Il bene genera questa polarità fuori da s e t.

Differenza fondamentale:

 sole e occhi sono distanziati da un sfera fisica;

 bene e punti di coscienza hanno una relazione immediata, i componenti non sono risucchiati dal

centro e ognuno è rivelante tutti gli altri.

Non c’è coincidenza tra bene e punti di coscienza, non abbiamo staticità ma nemmeno un

movimento spazio temporale visto che siamo fuori dal t/s.

Immaginiamo tale unità non come successione di interiorizzazione ed esteriorizzazione ma come

una respirazione senza manifestazione fisica (espansione/concentrazione).

La sfera del bene è un ritmo oltre lo spazio ed il tempo in cui tutte le componenti della sfera

vivono in completa unità e trasparenza l’una rispetto all’altra.

Nella sfera non possiamo separare l’oggettivazione dell’essere nelle idee dalla coscienza dell’idea, l’essere

oggettivo è istantaneamente oggettivo e cosciente di sé. Altrimenti non saremmo fuori da s/t.

L’essere nella sua manifestazione più elevata è unità di essere e coscienza. Ciò spiega anche l’idea di bene

come dono di sé che genera l’autonomia di un altro. L’altro se non è cosciente non può essere autonomo.

Gli esseri intelligibili sono anche coscienze intelligibili, questo carattere comunitario spiega perché

l’esperienza del bene è indicata da Socrate come l’unica possibile per governare in modo giusto, dal

momento che il filosofo che ha questa esperienza, ha avuto l’esperienza della comunità originaria.

Il filosofo così sopperisce a quella lacuna di coscienza che gli altri, non avendo raggiunto l’esperienza del

bene, non possono possedere.

comunità originaria: sfera di una pluralità di centri in rapporto immediato e cosciente col bene.

Ognuno dei punti (che sono immagini del bene) è centro perché manifesta la trasparenza del centro nel

non

manifestare se stesso; vivono nella trasparenza del centro e quella reciproca. tendono verso una

meta volontariamente, ma possono avere un’attività accompagnata da coscienza che sia intesa come

volontaria.

Il mondo ideale è manifestativo quanto il bene: le idee tendono verso l’esterno ecco perché il mondo non è

solo ideale, ma vi è il mondo sensibile che è manifestazione di quello ideale. Vi è la generazione di una

realtà altra rispetto alla sfera stessa.

Non è un meccanismo automatico quello della generatività del bene ma una piena possibilità di

esercitare la libertà.

Ma come si arriva dal mondo ideale al mondo sensibile?

BENE

Ognuno dei punti è qualcosa che si manifesta, essi sono autonomi ma il loro manifestarsi non ci sarebbe se

non ci fosse l’origine. Il loro manifestarsi è mediato dal bene, inteso come determinato dalla propria

identità.

 Il risultato del primo grado di manifestarsi del bene è esteriorizzazione/interiorizzazione perché è

libero, è immediatamente il suo contrario;

 il manifestarsi dei centri (una sorta di secondo grado) che è determinato dall’essere se stessi è

un’esteriorizzazione infinita, essa resta sé. La luce esteriorizzata all’infinito è luce fisica (fisicità), cioè

spazialità. Tale fisicità è sempre INTERIORE alla SFERA.

l’unità di essere e coscienza si scinde.

La sfera non ha in sé interno ed esterno, la polarità nasce a partire del mondo sensibile. I punti

donano essere e anche coscienza. Ma dove è la coscienza in questa immagine?

Noi ci viviamo come un centro (coscienza) nel mondo sensibile, lo spazio è visto da noi come una

sfera. L’esperienza in sé è per tutti identica: tutti siamo come coscienza sensibile siamo un centro

rispetto alla sfera dello spazio.

La sfera non è accompagnata dalla nostra coscienza, essere e coscienza sono scissi: io sono

coscienza e davanti a me c’è un essere che non è la mia coscienza.

In quest’immagine i centri tendono verso il bene (l’esterno non è possibile, neanche l’interno in

realtà), la coscienza sarà al centro della sfera sotto forma di io empirico: l’io è un singolo, ogni

centro di coscienza sensibile nello sperimentare sé non sperimenta gli altri, come avviene invece

nella sfera intelligibile.

La coscienza del bene è in uno stato opposto: siamo un centro rovesciato rispetto al centro

originario dell’immagine precedente. Il centro di coscienza sperimenta spazio e tempo come sfera

di un essere non contemplato dalla sua coscienza.

Il bene è origine anche della realtà fisica, non solo intelligibile, a partire dall’immagine.

A partire dalla coscienza immanente a se stessa del centro rovesciato, non potremo mai ricongiungersi ai

centri della sfera intelligibili, ma ci relazioneremo indefinitamente allo spazio non accompagnato dalla mia

coscienza che si estende (esterno). SOLO in questo caso INFINITO POTENZIALE. 16 ottobre 2014

508-d4 (La Repubblica)

Condizione dell’anima rispetto al bene: l’anima deve rivolgersi alla luce della verità per comprendere la

realtà delle cose.

La verità è un non nascondimento del bene che si dona, non è ritratta in sé e separata dai soggetti che la

ricercano. Se non viene percepita dall’anima non è per responsabilità della verità ma del soggetto

conoscente che non si rivolge alla sua luce come dovrebbe.

L’idea di orientare l’anima verso la verità è una costante nei libri VI-VII perché la Repubblica è un itinerario

di orientamento della coscienza che è rivolta al mondo sensibile.

Tale separazione è esemplificata nel mito della caverna: gli esseri umani sono legati in fondo alla caverna

col volto rivolto alla parete su cui scorrono le ombre, senza potersi voltare a causa delle catene; tale

situazione può cambiare solo se ricevono la possibilità di riorientare lo sguardo (liberazione).

L’orientamento dello sguardo è già presente nel 508-d4 che indica la polarità della coscienza non rivolta e

rivolta al bene. esercita

“è manifesto che quest’anima ha l’intelletto” coscientemente la sua attività; il compito

dell’anima sta nel portare dalla non-coscienza alla coscienza l’attività del nous.

L’elemento che fornisce alle cose conosciute e a chi conosce, cioè la fonte della verità, è la manifestazione

originaria del bene. La manifestazione è Idea del Bene, intesa come “il farsi vedere del Bene”.

BENE

Essere/verità/idea

- L’essere inteso come non nascondimento è la visibilità;

- Tre termini intesi come unità;

508-e2 

“L’idea del bene dobbiamo pensarla causa della scienza e della verità” imprecisione!

“ pensarla in quanto conosciuta”: noi incontriamo la forma del bene e in quanto

conosciamo quell’idea acquis

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
34 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/07 Storia della filosofia antica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Erichto di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia della filosofia antica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Udine o del prof Lavecchia Salvatore.