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Nell’oper vediamo come un vortice centrifugo di segni che sono resi dinamici dalla

disposizione a raggiera di linee rette, suggerisce quasi l’impressione dell’onda sonora che si

diffonde nell’aria, mentre i colori contribuiscono a dare questo senso di espansione

partendo dal nero del centro per arrivare ai toni giallastri e rosati dei bordi.

9. Titolo: “Ritratto di Marinetti”

Autore: Carrà

Data: 1911

Descrizione: Il ritratto occupa quasi interamente lo spazio del dipinto; il volto tra due

rettangoli di un quadro smembrato, occhi pungenti, sguardo di sotto in su e sigaretta posta

tra le labbra. Appoggiato in avanti, Marinetti sta scrivendo su un foglio bianco in primo

piano, due piccole ciotole in primo piano; foglio bianco con la firma a destra, foglio scritto

(con la dedica) sul tavolino, a sinistra. Si tratta di un’altra opera dove Carrà sperimenta la

sovrapposizione dei piani, data la neonata influenza Cubista. Marinetti viene raffigurato

quasi in maniera “violenta”, con un rosso e un marrone accesi che vanno a delineare quelle

linee taglienti che lo dividono in molti piani.

10. Titolo: “Dinamismo di un Cane al Guinzaglio”

Autore: Balla 44

Data: 1912

Descrizione: Il quadro fa parte della riflessione sul tema del movimento, tema molto

caro all'autore. Qui viene rappresentato, come se si trattasse di una ripresa fotografica (a

cui si riferisce anche il taglio della composizione): simultaneamente sono presenti le

diverse immagini delle zampe e della coda del cane nella successione determinata dal

moto, e lo stesso per le gambe della padrona e per l'oscillazione del guinzaglio. Attraverso il

movimento, come attraverso la luce, si dissolve la materialità dei corpi, nonostante il fatto

che siano rappresentati realisticamente. Le figure sono rappresentate in monocromo, con

linee di contorno "tratteggiate", su un fondo piatto.

_________________________________________________________

Primitivismo

Quando parliamo di Primitivismo non parliamo di un movimento, bensì di un approccio

che ha le sue origini fin dai primi esperimenti anti-accademici. Si colloca agli inizi del

Novecento per il solo motivo che alcune personalità artistiche di questo periodo, non

avendo aderito a nessun movimento, si possono definire tali per tecnica e stile adottati.

L’artista Primitivista prende ispirazione dall’arte delle civiltà primitive perché considerate

come una leggendaria civiltà dell’oro. La convinzione che la forma più felice di vita sia

quella risalente al primo periodo dell’umanità, in parte ancora presente nei sopravvissuti

popoli primitivi, ha come conseguenza la sfiducia nella civiltà moderna, con il suo

progresso tecnologico e le sue istituzioni sociali e politiche (come abbiamo ben visto in

Gauguin). Da qui l’idea di recuperare quella presunta libertà originaria che si identificava

con la vita dell’uomo primitivo. Parliamo di ciò dagli ultimi anni dell’Ottocento, con

l’incremento degli studi di antropologia e con la costituzione di collezioni di oggetti

etnografici.

Le Opere:

1. Titolo: “Beatrice Hastings davanti ad una Porta”

Autore: Modigliani

Data: 1915

Descrizione: L’effigiata è la scrittrice Beatrice Hastings, con la quale l’artista ha

intrattenuto una appassionata e breve relazione sentimentale. Grazie alla sua breve

esperienza di scultore, Modigliani acquisisce alcune tecniche sulla solidità della forma e

sviluppa altresì una notevole abilità di sintesi volumetrica e lineare che trasferirà sulla tela

donando ad ogni immagine ritratta una singolare densità cromatica che va via via

delineandosi sempre di più creando un universo umano popolato da figure piatte, corpose

e ben stilizzate. Oltre a ciò, è interessante notare come la Beatrice di Modigliani sia

“vuota”: l’espressione fredda, gli occhi svuotati e la linea netta e morbida, ricordano le

maschere Africane, soprattutto per la forma accentuata delle labbra e dal naso quasi

stilizzato.

2. Titolo: “La Musa Addormentata”

Autore: Brancusi 45

Data: 1910

Descrizione: La baronessa Renée Irana Frachon posa per lui dal 1908 al 1010: una serie

di studi realistici in posizione ancora verticale, andati perduti, sono all’origine della prima

versione della “Musa addormentata” , che sostituisce al busto tradizionale il frammento

della testa tagliata. Qui solo le strie dei capelli sono patinate, in contrasto con la luminosità

del volto levigato. Sotto la superficie uniforme affiorano gli occhi chiusi e la bocca

socchiusa in una fessura asimmetrica, la cui incisione evoca una presenza inafferrabile; la

sottile linea del naso - unico rilievo evidente - emerge dall’ovale e ne delimita i versanti

che, senza cambiare piano, scivolano lungo le sopracciglia allungate sotto i capelli.

Sostituendo al busto la testa adagiata private dell’elemento che la connette al corpo - il

collo - e deposta come una maschera, lo scultore cancella i tratti del viso per concentrarsi

sulla sua forma ovoidale, “astraendo” così un oggetto dagli echi ancora umani.

_________________________________________________________

Astrattismo

Con il termine “Astrattismo” tendiamo ad indicare qualcosa di più grande di un semplice

movimento, indichiamo più un concetto artistico che vuole rendere il soggetto in maniera,

per l’appunto, astratto e non naturale, non figurativo. Possiamo ricercare l’origine di

questa concezione nei primi esperimenti attuati da Kandinskij negli anni ’10 del

Novecento, da cui poi seguiranno una miriade di altri concetti e movimenti legati

all’Astrattismo. Ideologicamente, alla base di tutto ciò, possiamo identificare la volontà di

far prevalere l’essere interiore di un artista sul dato di fatto reale che è la raffigurazione del

soggetto, mettendo quindi in secondo piano la realtà di fatto e in primo piano le pulsioni

sentimentali dell’artista, dando totale libertà a colori, forme, movimento e linea. Tutto ciò

non stupisce se pensiamo che Kandinskij era Russo di nascita, infatti quelli sono gli anni di

una prima industrializzazione Russa, la nascita dei primi sindacati, era prevalsa la filosofia

Irrazionalista e il Cinema e la Fotografia diventavano sempre più sofisticati. La Russia,

come tutto il mondo, stava cambiando dalle fondamenta e l’arte, di conseguenza, doveva

esser vista in un’ottica del tutto diversa.

*(Consiglio: Vedere anche “Strada Principale e Strade Secondarie” di Klee)

-Il Caso Kandinskij (Astrattismo):

1900: Si trasferisce a Monaco dove lo Jugendstill era ben affermato. Qui farà vari

• esperimenti adottando una tecnica piuttosto piatta, con poca percezione prospettica.

1. Titolo: “La Vita Variopinta”

Autore: Kandinskij

Data: 1907

Descrizione: Di questo grande dipinto ciò che colpisce a prima vista è la grande vivacità

cromatica, impiegata per descrivere i mille colori dell’esistenza. Le numerose pennellate di

colore puro descrivono un caleidoscopio di figure, tutte impegnate in piccoli e significativi

gesti. Al centro c’è un vecchio dalla folta barba bianca, fulcro dell’intera composizione.

Cammina lentamente facendo leva su un bastone, mentre attorno a lui la vita varipionta 46

suona, sorride, passeggia, si rincorre. Una madre abbraccia il suo bambino, un giovane

intona delle note con un flauto, un gatto incantato assiste al concerto. A sinistra, un

mendicante si rivolge ad un sacerdote ortodosso, mentre sullo sfondo si svolge una scena

di combattimento. Contro un invisibile nemico si scaglia anche un mitico cavaliere con la

spada sguainata, lanciato sul suo cavallo in corsa per combattere il male. La scena è

probabilmente incentrata sull’arrivo dei mercanti in un mercato, proiettata in una

dimensione atemporale: tutti i personaggi che vi compaiono non hanno alcuna relazione

reciproca e sono rappresentati come simboli di eterni comportamenti umani. Il quadro fu

realizzato nella prima fase del percorso artistico di Kandinskij ancora molto influenzato

dell’arte popolare russa, il paesaggio è caratterizzato da colori acuti che ricordano il

cromatismo. I principali elementi del paesaggio – l’ansa del fiume, le nuvole già molto

stilizzate, la città sulla montagna – ritorneranno frequentemente nella pittura di Kandiskij,

ma progressivamente più semplificati e sintetizzati.

1911: Sempre a Monaco, si ritrova con Marc a fondare la rivista “Blaue Reiter”. Molto

• importante è la pubblicazione del suo primo libro teorico “Lo Spirituale dell’Arte”, dove

teorizza il colore, la forma e la linea in maniera sentimentale e spirituale, non scientifica.

2. Titolo: “Impressione N. 19 (Suono Azzurro)”

Autore: Kandinskij

Data: 1911

Descrizione: Kandinskij qui vuole sottolineare le affinità tra musica e pittura, conferendo

alle sue realizzazioni l’uso di questi termini, che derivano appunto dal gergo musicale. In

“Improvvisazione 19“, come nell’Impressione III realizzata nello stesso anno, domina un

unico colore: l’azzurro che viene applicato con il pennello asciutto. Una delle

preoccupazioni maggiori di Kandinskij in quegli anni è quella di riassumere un fatto

dinamico, di dare espressione al concetto astratto di movimento. Le “composizioni”, le

“improvvisazioni”, le “impressioni” sono la prima tappa verso l’evoluzione della forma

libera; secondo Kandinskij le “improvvisazioni” erano dipinti scaturiti da un evento di

carattere interiore, mentre le “impressioni” erano più legate a una esperienza diretta della

natura esteriore, che perveniva all’espressione in forma grafico-pittorica. Le

“composizioni” erano invece il frutto di una ricerca ed una riflessione che richiedeva un

lavoro lento, basato su studi preliminari e abbozzi.

3. Titolo: “Impressione N. 5”

Autore: Kandinskij

Data: 1911

Descrizione: Kandinskij sosteneva che il vero artista deve saper comunicare il suo

mondo interiore e che ogni forma non è altro che l'espressione di questo. Impressione V

riproduce, come indica il titolo, un'impressione diretta della natura esterna; si tratta,

infatti, dell'elaborazione di uno studio dal vero eseguito a Murnau. Nell'opera, per quanto

sia rappresentato un paesaggio naturale, non sono più riconoscibili gli elementi della

realtà. Le forme sono semplificate e smaterializzate, i colori primari, stesi su un fondo

bianco a grandi campiture, sono attraversati da linee nere spezzate che rimarcano i vertici

di maggiore tensione. Il vero punto focale del dipi

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Publisher
A.A. 2017-2018
95 pagine
1 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/02 Storia dell'arte moderna

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher lucasink di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'arte moderna e contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Saccà Lucilla.