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.V. .V. (VIVUS VIVO)
Abbiamo inoltre l'edizione pubblicata a Toscolano nel 1521, essa è la redazione del Folengo:
abbiamo un gioco continuo di diversi caratteri. Questa edizione ospita una serie importantissima di
illustrazioni che non fu mai più utilizzata.
Nel 1522 Alessandro Paganino continua a pubblicare opere tradizionali come il Calepino, un
dizionario latino.
La dimensione di questa azienda che è ormai quasi completamente stabilita sul Lago di Garda,
non diventa mai una produzione di tipo provinciale, ma guaderà sempre a Venezia e al mercato
internazionale. 10 novembre 2015
Inchiostro proibito – Libri censurati nell’Italia
contemporanea
Sono i quaderni del master di editoria.
Censura: è un esame da parte di una autorità relativa a degli scritti da stamparsi, delle opere o
pellicole.
Cremuzio Cordio fu accusato e tutti i sui testi vennero censurati e bruciati, ciò è testimoniato da
Tacito nel 25 d.C.
La libertà di stampa è fondamentale ed emerge nella Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del
cittadino (1789) e nello Statuto albertino (1848). Sia la Dichiarazione che lo Statuto albertino sono
considerati i primi momenti a livello europeo della cosiddetta libertà di stampa significa la
cancellazione della censura preventiva. Fino al 1789 in Francia e al 1848 in Italia chi voleva
pubblicare un libro doveva avere una licenza di stampa e il testo doveva passare attraverso
l’esame di magistrature competenti.
L’articolo 21 della Costituzione italiana si riferisce al diritto di manifestare liberamente il proprio
pensiero: la stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure. Si può procedere a
sequestro soltanto per atto motivato dall’autorità giudiziaria in caso di delitti.
Roberto Cicala afferma che la censura sembra avere cambiato volto, l’influenza del mercato è
oggi più forte e surclassa la stessa autorità giudiziaria.
Tale studioso sottolinea l’importanza del libro, della espressione, dell’informazione e della
trasmissione delle idee e dei valori. Il libro non deve essere concentrato in poche mani, ciò
potrebbe causare manipolazioni di realtà.
Viva Caporetto! – Curzio Malaparte: testo pubblicato nel ’21, bruciato in piazza e ricopertinato
con altro titolo nel ’23. Sarà pubblicato nel 1980.
Il titolo è molto provocatorio, l’autore è un fascista rivoluzionario: il testo inneggia i soldati che
l’autore chiama “santi” e critica il generale Luigi Cadorna.
Per Malaparte Caporetto è una presa di coscienza popolare che mette in discussione la borghesia
e la corruzione romana. Malaparte prende atto che tale visione sia di difficile comprensione, allora
decide di revisionare il testo a favore della nuova stagione politica.
Mafarka Il futurista – Tommaso Marinetti: testo pubblicato nel 1909. Mafarka, un guerriero del
Nord Africa, vuole combattere i nemici e, dopo esserci riuscito, decide di dedicarsi alla ‘creazione’
di suo figlio, automa e semidio alato.
Il romanzo è criticato per oltraggio al pudore: Marinetti viene processato e l’autore magnifica il suo
lavoro, in particolare elogiando l’eroe africano che si innalza dall’eroismo guerresco a quello
filosofico ed artistico.
Marinetti ripubblica tale testo come romanzo processato, ma viene condannato in appello dalla
Cassazione. Nel 1920 il romanzo viene pubblicato.
Il garofano rosso – Elio Vittorini: pubblicato a puntate dal 1933, è un romanzo di formazione
che racconta di amori adolescenziali e del rifiuto del fascismo da parte dei giovani.
Nel ’34 il testo è definito pornografo e viene pubblicato da Mondadori nel ’48.
Topolino – Nerbini: egli, nipote di Collodi, chiede il permesso di pubblicare tale fumetto.
Mondadori capisce la potenza di Topolino e acquista i diritti in America, pubblicherà il testo nel
1935.
Gli altri fumetti americani, invece, vengono lentamente ostacolati dalla censura: nel ’38 il Ministero
della cultura popolare censura ufficialmente le pubblicazioni non ispirate ai valori del fascismo, ma
non Topolino.
Inoltre nel ’42 vengono eliminati i ballons sostituiti da didascalie in rima baciata, scompaiono
personaggi americani, viene ucciso Topolino.
La mascherata – Moravia: racconta una parodia della dittatura fascista come il Nazismo era
riuscito ad attribuire la colpa del rogo dei libri ai comunisti, mascherando e travisando la verità, lo
stesso fa la dittatura. Moravia narra di una dittatura immaginaria. Bompiani pubblica il testo nel
’41, ma viene subito sequestrato.
Ragazzi di vita – Pasolini: lavora al libro dal 1950, visita le borgate, frequenta i ragazzi e studia
comportamenti e abitudini. Si appassiona alla realtà degradata e vitale, dove lui prova le passioni.
Salinari e Asor Rosa hanno criticato il successo di Pasolini, entrambi erano intellettuali di sinistra,
ma non particolarmente inseriti nel partito.
La storia è ambientata nel dopoguerra e ruota attorno al giovane Riccetto che, nel primo episodio,
salva una rondine mentre sta annegando. Il giovane, una volta cresciuto, lascerà annegare un
bambino.
Dal punto di vista linguistico Pasolini usa il lessico delle borgate, mentre la voce narrante è
debordante e mantiene un italiano standard.
Pasolini sarà processato per tale testo, ma verrà difeso da Ungaretti e da Carlo Bo.
L’Arialda – Giovanni Testori: testo teatrale simile ad una tragedia greca del 1960, esso costò un
processo all’autore per oscenità. Carlo Bo, Pasolini e altri intellettuali difenderanno il testo e
l’autore.
La ragazza di nome Giulio – Milena Milani: racconta di una ragazza che per emanciparsi ha una
vita vivace. Milena Milani è stata condannata nel ’66 a sei mesi di reclusione per oltraggio al
comune senso del pudore. Emerge una sollevazione di intellettuali e nel ’67 viene assolta nel
processo di appello.
Milani è passata alla storia per aver introdotto le mestruazioni nella letteratura italiana.
I disturbi dubitativi della coscienza – Pier Vittorio Tondelli: romanzo di viaggio a sei episodi
che è pubblicato nel 1980. Tondelli combina il linguaggio giovanile a quello contemporaneo, è un
cantore di antieroi.
Nel 2007 viene pubblicato Pasque di sangue che è ritirato dallo stesso autore a seguito di una
campagna di stampa contraria. Cita Carlo Ginzburg poiché aveva effettuato delle ricerche relative
ai processi cinquecenteschi legati alle streghe.
Gli antropologi accusano l’autore di aver confuso rito e mito, questa operazione è arbitraria. La
copertina del libro, inoltre, viene modificata e la silografia del 1517 viene sostituita con un disegno
relativo ad una farmacia.
In conclusione … la censura ad oggi è più una volontà dettata dal marketing, l’editoria diffusa ed
autoprodotta non ha più quella funzione di memoria, innovazione e interpretazione che aveva un
tempo. 12 novembre 2015
Il Corano arabico – San Michele in Isola
Unica edizione stampata tra 1537 e 1538. Edizione in folio di 232 carte.
Nel 1987, durante la scuola di specializzazione, la dott.ssa Angela Nuovo, non disponendo di
internet e cataloghi stampati, si è recata presso Venezia. In quel momento stava lavorando sulla
sua tesi su Alessandro Paganino.
La biblioteca di San Michele in Isola è dei frati francescani minori, essi avevano sede in questa
isola. L’isola è il cimitero di Venezia e molti personaggi illustri sono sepolti in questo cimitero.
La biblioteca possiede un esercizio spirituale stampato da Paganino. I cataloghi presenti erano a
libro ed erano sotto forma di manoscritto.
E’ stato ritrovato il Corano arabico, esso non ha note tipografiche e le sue caratteristiche non
danno indizi certi relativi al periodo di stampa. Abbiamo però una concessione di lettura emanate
dal vicario del Sant’Uffizio a Cremona egli concede ai padri lateranensi di tenere questo libro,
ovvero di non distruggerlo.
Abbiamo inoltre una nota di possesso di Teseo Ambrogio degli Albonesi: una parte dei libri di
Teseo erano presso il collegio di Pavia dove ha studiato la docente. Egli era uno studioso di lingue
orientali ed aveva una grande biblioteca.
Egli ha scritto nel 1539 un primo trattato relativo alle lingue orientali: egli cerca di dare i primi
alfabeti, tra le lingue abbiamo anche la lingua di Satana e quella dell’Arcangelo.
Egli pubblica anche un piccolo dossier di uno scambio epistolare avuto con Guillaume Postel dove
parla dell’edizione del Corano.
- E’ stato appena stampato il Corano (prima del ’39) e a Venezia da Alessandro Paganino e
dal padre. Albonesi cita proprio un brano specifico dandone la posizione esatta nel
fascicolo: quinto fascicolo, foglio prima del penultimo, al Corano stampato con caratteri
mobili.
- Le affermazioni sono state sufficienti per capire che Albonesi possedesse il Corano: nella
copia ritrovata troviamo una traduzione interlineare in latino. E’ esattamente il passo citato
precedentemente nel dossier.
- Postel richiede ad Albonesi di procurargli i caratteri per stampare l’edizione: ha fatto di tutto
perché Paganino vendesse al giusto prezzo i caratteri, ma non ce l’ha fatta.
Le testimonianze coeve già note affermavano che esistesse una copia del Corano arabo, proprio
a Venezia. Questa copia ha girato durante gli accorpamenti degli ordini religiosi durante il ‘500
si trovava a Cremona, poi a Vittorio Veneto e infine a Venezia.
Si tratta, secondo Armando Petrucci, di conservazione inconsapevole: un libro, con una certa
pregevolezza esterna e in arabo, ha avuto la possibilità di essere conservato proprio perché chi lo
aveva non sapeva di che cosa si trattasse.
Nel 1620 abbiamo la testimonianza di Thomas Erpenius, un grande orientalista olandese, il quale
facendo riferimento a questa edizione dice “ A VE è stato stampato un Corano nel 1539, ma tutti
gli esemplari vennero dati alle fiamme”. Qui nasce la leggenda del fatto che il Corano in arabo
fosse scomparso a causa dell’incendio. Di ciò, però, non c’è la minima testimonianza.
Non era un’edizione rivolta al pubblico dei primi orientalisti
- Essi usarono esclusivamente edizioni poliglotte ( metodo comparativo);
- Come pubblicare un testo in arabo senza una grammatica ed un dizionario;
L’edizione è stata stampata per l’esportazione, cioè per il mercato arabo-turco. Tutta la tiratura è
stata portata su questo mercato, lasciando a Venezia la copia procurata da Teseo Albonesi.
Islam e stampa
La stampa del Corano ci permette di conoscere i problemi della cultura: la radicale differenza tra il
mondo occidenta