Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
TEORIA DELLE DUE FONTI
Abbiamo nel '900 un grosso interesse per le fonti della storia del Cristianesimo. Canfora in
Filologia e libertà approfondisce la filologia neotestamentaria. Siamo in un fermento di progresso
di metodologia degli studi dal punto di vista filologico e della tradizione orale. Mettendo insieme
queste nuove metodologie di studi nasce la teoria delle forme.
Ipotesi delle due fonti
Vediamo le proporzioni: Matteo e Luca sono composti in gran parte da Marco, tutti e due hanno la
fonte Q che probabilmente Luca ha tenuto un po' di più e ciascuno ha delle fonti proprie.
Criteri di storicità:
molteplice attenzione: testimonianza di almeno due fonti indipendenti;
imbarazzo per le comunità primitive (improbabile che sia stato inventato, es. battesimo di
Giovanni.
Giovanni l'Evangelista, prefiguratore di Gesù, tolto da Giovanni e rimaneggiato da Mt,Mc e
Lc.
La storicità di Luca: egli conosce e ha conservato, come alcuni pensano, delle tradizioni più
autentiche o per una coincidenza storica il Gesù di Luca, in modo indipendente, è più vicino al
Gesù storico anche se non sta riferendo delle fonti storiche?
Abbiamo un esempio della preghiera: anche nelle altre fonti ci sono dei momenti di preghiera, essi
sembrano dei momenti forti di predicazione, sostituivano il passaggio presso il tempio. E' un
messaggio molto forte nelle comunità primitive.
Questo si vede anche nelle lettere di Paolo: emerge la dinamica momento di preghiera e risposta
divina.
Anche i miracoli e l'atteggiamento di Gesù che emergono da Luca pongono gli stessi problemi. La
pratica, in Luca, è l'amore di Dio: basti pensare al figliuol prodigo.
Dissomiglianza: tradizioni che non appartengono né al giudaismo contemporaneo né alle
comunità primitive (criterio discusso, non tanto per interpolazioni posteriori, ma per
isolamento figura di Gesù).
Es, Lc 9,60: lascia che i morti seppelliscano i loro morti ( un rimando alla filosofia cinica,
frase che non sappiamo bene interpretare, frase scomoda e anomala che potrebbe risalire
ad una fase originaria della predicazione. Anche l'annuncio del regno dei cieli non era
condiviso da tutti: è in parte estraneo al giudaismo. Tale messaggio era però troppo diffuso
e non poteva essere eliminato.
Plausibilità storica: corregge le distorsioni del precedente: le peculiarità di Gesù devono
essere viste solo all'interno del contesto giudaico e agli sviluppi delle comunità successive.
Si cerca che cosa sia ben compatibile con il contesto giudaico che con le comunità
primitive. Un esempio abbastanza significativo è l'atteggiamento di Gesù nei confronti della
legge: egli non ha mai voluto abrogare la legge (continuità tra predicazione e contesto
giudaico), ma nelle comunità primitive vediamo che probabilmente Gesù ha avuto nei
confronti della legge un duplice atteggiamento. Si parla di revisione e radicalizzazione.
Coerenza: criterio di appoggio.
• 18 marzo 2016
Episodi delle tentazioni di Satana (Luca dà la notizia)
Vi sono delle pratiche particolari ed estreme (come il digiuno di 40 giorni) che vengono suggerite
dal Testo. Il fatto che esse siano riprese in Matteo e Marco è significativo, in quanto attestato in
due diverse fonti.
Nella struttura della Fonte Q è molto sviluppato l’episodio della tentazione diabolica, mentre in
Marco è solamente accennato. Il diavolo cerca di convincere Gesù ad assumere il ruolo di
sovrano; nella Fonte Q c’è l’immediata risposta del Messia, che dice di non essere destinato a
rivestire un ruolo politico o ad instaurare un regno terreno.
Il primo episodio che si trova nella Fonte Q è il racconto delle tentazioni di Satana, che corre
parallelo nelle diverse fonti (salvo alcune lievi differenze).
Parti in verde: sono presenti anche in Matteo. Le varie unità possono essere spostate tra i Vangeli;
la linea narrativa non è imprescindibile nei Vangeli.
Capitolo 6 (per Matteo è il 5) – Nucleo delle prescrizioni
In questo caso, in Luca, può essersi conservata una parte autentica dell’originale predicazione di
Gesù.
Luca: Beati voi poveri; Matteo: Beati i poveri in spirito, i miti, i misericordiosi, gli operatori di pace, i
perseguitati. Matteo sembra più interessato a un aspetto morale.
Gli studiosi concordano che, in questo caso, ciò che è scritto nel Vangelo di Matteo derivi dalla
Fonte Q e non direttamente dalla predicazione del Messia, così come le parti inerenti alle
persecuzioni da parte dei giudei e del conflitto (Beati voi quando vi insulteranno, vi
perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia).
Luca si concentra in particolar modo sulle maledizioni: Ma guai a voi ricchi… Qui Luca pare aver
conservato meglio ciò che è scritto nella Fonte Q; si tratta del bisogno di comunicare una certa
aggressività o è qualcosa che si trova realmente nel Gesù storico?
Luca: Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro; Matteo è invece più sintetico:
col giudizio con cui giudicate sarete giudicati.
Luca: parabola del cieco che ne guida un altro (entrambi cadranno). Si esprime la necessità di una
guida superiore (Dio). Ognuno ben preparato sarà come il suo maestro: nessuno potrà mai essere
migliore rispetto al proprio maestro, potranno solamente eguagliarlo. Ciò che si legge nelle fonti
sembra essere una grande condivisione di valori e di poteri tra Gesù e i suoi discepoli, che sono
invitati ad intraprendere la Sua stessa opera di predicatore itinerante.
S’iniziano a leggere degli inviti a distanziarsi dalla vita collettiva e ad assumere uno stile di vita più
improntato sulle pratiche ascetiche, sulla solitudine e sulla meditazione.
Matteo sembra meno propenso a conservare quanto scritto nella Fonte Q rispetto a Luca che,
invece, ne riprende fedelmente il contenuto.
Luca: Perché mi chiamate Signore, Signore, e poi non fate ciò che dico?
Matteo: Non chiunque mi dice Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la
volontà del Padre mio che è nei cieli.
Luca: Chi viene a me e ascolta le mie parole e le mette in pratica, vi mostrerò a chi è simile; vi
sono delle prescrizioni etiche che improntino il modo di vivere di ognuno alla salvezza e al
rapporto con gli altri.
Luca 59, Matteo 21: Gesù avverte i discepoli che il seguirLo è una scelta estremamente vincolate
e dalla quale non ci si può sottrarre.
Luca: perdonaci i nostri peccati affinché anche noi impariamo a perdonarli; Matteo: rimetti a noi i
nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori.
In Matteo si legge una sorta d’indicazione per i rapporti tra i membri della comunità. 23 marzo 2016
Collage dell’esame basato sull’altro testo mentre la seconda parte è data dal Simonetti (II,III sec
d.C).
Lavoro sulle fonti: Cambiamenti dalla fonte Marco > Matteo-Luca - Matteo-Luca? > Fonte q -
Differenze teologiche, i Commenti servono solo per la spiegazioni di persone/oggetti sconosciuti
Caratterizzazione economica dei cristiani, come buoni > bontà/ porgi l’altra guancia.
Radicalità della proposta di G. per rompere i legami familiari che configurano l’uomo
come una persona normale/inserita nella società. La scelta è radicale, senza ritorno, cioè il
battesimo.
Preghiera del Padre nostro all’inizio è unica, ed è fondante seppur non sia inserita in un
contesto formale. Ha il senso di un’informalità, perché lo mette in contatto con Dio. >
invocazione a Dio, perdono che viene dall’esempio di Dio > relazione triangolare (uomo-G.-
Dio).
Detti/episodi legati all’avvento del regno dei cieli.
Fiducia nella provvidenza di Dio, misericordioso e in grado di pensare al bene dell’uomo
senza che questo se ne occupi perciò non servono i rituali da svolgere al Tempio.
Menzione del Figlio dell’uomo, passi escatologici di Mt e Lc da Tommaso, qui G. sembra
riconoscersi un ruolo nel regno dei cieli. > le fonti della parole di G. sono state elaborate più
volte. Qui si pensa alla fonte Q senza passi escatologici o a fonti del G. storico.
Seguire l’ortodossia religiosa (Esseni e Farisei) si rompe di fronte Fiducia e Fede >
solita domanda, il Cristianesimo prima di Paolo ha delle radici?
Messaggio forte di G riguardo il fuoco sulla terra cioè G per la separazione dei buoni e
dei cattivi > Fonte Q lo riporta come un forte elemento di divisione, mentre Mt dice “i nemici
dell’uomo saranno quelli della sua casa”.
Valenza sociale
Relazione tra gli uomini
Essenzialità senza vita di relazione stabile
Discepolato con relazione molto stretta con G.
Responsabilità individuale > da un lato di entrare in contatto con il divino dall’altro
responsabilità personale per la mancata radicalità se non si raggiunge la salvezza
Contesto storico e predicazione di G. verisimili
Preparazione richiesta al discepolo
Figura del predicatore (Battista) e profeta
Figlio dell’Uomo? > solo attestato da Lc, oppure era presente in Q. Che figura è?
Integrità della scelta
Provvidenza e la fiducia
Misericordia divina
Radicalità della scelta/antisociale
Rottura dei legami famigliari e sociali
Selezione
Ripresa della Legge nelle parole di G. (radicalizzazione)
Fretta/ansia della fine del mondo
Ruolo di G. (profetico?)
Importanza della parola che salva, non della croce/resurrezione.
L’80% delle parole di Mt e Lc sono di certo provenienti dalla stessa fonte. Questo testo non aveva
una linea narrativa, e non raccontava la sua morte e resurrezione, importanti invece nei sinottici.
Gli studiosi perciò hanno ipotizzato che ci fosse uno scritto dove 1) non era importante la morte di
G. 2) i discorsetti di G. di per sé erano un modo per fissare le parole dette da G., utili per la
predicazione itinerante.
Questo tipo di fonte è stata legata ai carismatici, giudeo-cristiani, che si ritenevano dotati di doni
particolari/ “carismi”.
Il periodo della deposizione della tradizione di G. si muove in 30 anni. E infine i nuclei
trattati sono quelli visti, che possono avvicinarsi al G. storico
Il Vangelo di Tommaso
Nel 1945 a Nag Hammadi (Alto Egitto) sono stati ritrovati in modo fortuito dei libri in un orcio di
terracotta, composti da pagine in papiro rilegate con copertine di cuoio.
Nel 1955 il governo egiziano ricompose la collezione dispersa tra gli an