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IL CORRIERE DELLA SERA
In questi anni la stampa italiana soprattutto quotidiana si irrobustisce moltissimo e alcuni di questi
giornali assume le caratteristiche di giornali internazionali.
Corriere della Sera che in questi anni vede la direzione di Luigi Albertini, momento di massimo
splendore di questo giornale. Albertini apparteneva ad una ricca famiglia di Ancona caduta in
disgrazia, e proprio per questo motivo egli si dà al giornalismo. Giunge al Corriere nel 1896, dopo aver
lavorato in altri importanti giornali, come Credito e Cooperazione (giornale economico). Non
possiamo definirlo un vero e proprio giornalista, infatti nel Corriere diviene responsabile della zona
amministrativa e gerente. Arrivando alla direzione del Corriere della Sera, compra anche le azioni del
giornale stesso. Da questo momento in avanti i direttori dei giornali saranno anche i loro proprietari.
Accordo con la proprietà che prevede la ristrutturazione delle quote societarie, divise in 5: Crespi 32,
De Angeli 11, Pirelli 7, Beltrami 4 e Albertini 2. Secondo un accordo Albertini era libero sulla linea
politica da adottare, sui servizi e sull’attività redazionale ma era vincolato sulla proprietà per alcuni
punti: Nomina o revoca del:
1. Redattore capo;
2. Capocronaca;
3. Corrispondente capo da Roma (importantissima figura di con il potere centrale)
Albertini da quando diviene direttore a quando deve dimettersi (con l’avvento del fascismo) eserciterà
un potere assoluto sul giornale. Il suo potere non era dovuto dal possedimento delle quote bensì dal
fatto che riesce a rendere il Corriere della Sera
Da forte impulso alla pubblicazione di una catena di pubblicazioni supplementari al quotidiano. Le
collaborazioni editoriali erano già nate in passato, la prima fu “Gazzetta Letteraria”, nata nel 1876 da
Versezio, supplemento settimanale della “Gazzetta Piemontese” che rimase in vita fino al 1902 (che
raccoglieva la collaborazione dei principali letterati della penisola scrivendo racconti o romanzi). 1879
Fanfulla Federico Verdinois con un supplemento chiamato: “Il Fanfulla della domenica”,
supplemento solo ed esclusivamente letterario affidato ad un importante uomo: Ferdinando Bartini.
Questo diventerà il primo supplemento a livello nazionale e interamente dedicato all’arte e alla
letteratura, importante poiché vi collaborarono I più grandi letterati del tempo Verga, Carducci,
D’Annunzio, De Amicis. In questo giornale si vede molto bene la transizione dal naturalismo, verismo
al decadentismo.
Il principale supplemento editoriale di attualità fu “La Tribuna Illustrata” nel 1890, che rappresenta il
vero prototipo del settimanale moderno, diviene uno dei modelli del supplemento e del settimanale di
attualità (e non più solo di letteratura). Evasione data da un elemento visivo e dalla snellezza nei
caratteri e nei contenuti testuali.
“La Domenica del Corriere” viene varata nel 1899, l’idea non era di Albertini ma lui riuscì a
irrobustire tutta la collana dei supplementi. “Il Corriere della Sera” si proponeva di essere un giornale
borghese moderno. La ricerca della “Domenica Del Corriere” e quella di guardare un pubblico di alto
tenore e nel gusto si doveva catturare l’attenzione del pubblico borghese senza sdegnare il pubblico
popolare. Era un giornale molto accattivante, di alto gusto che però doveva poter essere alla portata di
tutti. “La Domenica del Corriere” aumento’ le vendite del Corriere e traino’ le firme. Inizia a formarsi
il collaboratore del Corriere della Sera, precedentemente all’arrivo della Terza pagina. Albertini pensa
di fare del corriere una scelta editoriale per la famiglia. Il quotidiano rimaneva per l’uomo, la
Domenica del Corriere era rivolta a tutti e iniziarono ad uscire altri supplementi mirati esclusivamente
all’ambito famigliare. Alla Domenica del Corriere Albertini affianca un consumo di periodici che
andava incontro a tutti i bisogni di lettura della famiglia. “La Lettura” ,supplemento mensile del
Corriere della Sera, nata nel 1901 con Giuseppe Giacosa, con un costo di soli 50 centesimi. Nel 1903
nasce “Il Romanzo Mensile”, per la prima volta il giornale si fa editore di libri. E il romanzo che il
Corriere della Sera propone ai suoi lettori come romanzo del mese. Il Corriere della Sera e il primo ad
affidarsi ad un’agenzia letteraria. Traducendo e proponendo al corriere della sera romanzi, novelle,
racconti grazie ad una conoscenza dell’offerta editoriale internazionale e ad una conoscenza delle
lingue. Il problema dei giornali per bambini dell’epoca era il costo elevato a causa dell'alto costo delle
illustrazioni della stampa e il loro prezzo rendeva la diffusione minore (e dunque un costo elevato). Il
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Corriere della Sera lancio’ “Il Corriere dei Piccoli” un giornale per bambini ad un costo ridotto che
grazia ad un'elevata vendita ebbe una diffusione molto ampia. Per questo motivo il Corriere della Sera
si impone come il giornale più venduto di tutta Italia. Il Corriere della Sera divenne inoltre una vera e
propria industria con la sede Solferino con più di un migliaio di addetti tra redattori, corrispondenti,
tipografi, ecc..
Nasce nel 1905 la Terza Pagina, luogo istituzionale d’eccellenza per tutta la creme d’Italia dell’epoca.
La Terza pagina del Corriere rappresenta un del giornale del Nord d’Italia, della città di Milano, che in
quel momento sta vivendo un take off industriale, per questo erano presenti molto spesso anche temi
di carattere economico.
Luigi Barzini, era pagato per scrivere i resoconti di viaggio, Barzini diviene molto popolare noto anche
per le sue imprese sportive (automobili) ed e’ uno dei primi che attira il pubblico femminile verso il
quotidiano. Vengono letti i suoi articoli non solo per l’eleganza dello stile ma anche perché conoscendo
il personaggio si voleva leggere le loro imprese poiché c’era un ‘io’ che raccontava. D’Annunzio e
Barzini erano le firme più importanti della Terza Pagina del tempo. La sua capacità fu quella di fare
del corriere della sera un corpo unico, composto da collaboratori esterni ed interni che si
identificassero nella linea del giornale stesso. Il Corriere della Sera aveva uno spirito conformista. Si
trasformò anche nella prima grande scuola di giornalismo, dunque un modello, un’istituzione e una
scuola vera e propria.
La linea politica del Corriere della Sera e di Albertini
Non fu un organo di formazione dell’opinione pubblica ma fu un fedele portavoce di alcune tendenze
dell’opinione pubblica molto moderata. Esprime dunque il moderatismo. Il giornale fu negli anni di
Giolitti suo aspro avversario, rappresento dunque l’opposizione di Giolitti poiché esprimeva una
tendenza oligarchica, moralista esprimendo la personalità politica di Albertini categorica, unilaterale,
gerarchica, aristocratica, oligarchica (simili ai conservatori inglesi). Il Corriere della Sera era
antisocialista e anticattolico. Giolitti era per una politica di inclusione dei socialisti e dei cattolici,
poiché rappresentavano le masse popolari che dovevano essere incluse nella politica. Mentre Giolitti
era un progressista, fautore delle riforme, il Corriere della Sera era un conservatore. Mentre Giolitti
confidava nel Parlamento, il Corriere poneva l’accento sul governo, sull’esecutivo. Quando Albertini
divenne direttore del Corriere ebbe come punto di riferimento Sidney Sonnino (uomo antigiolittiano),
fu l’uomo politico in cui Albertini si riconobbe di più. Sonnino nel 1897 scrisse un articolo “Torniamo
allo Statuto”, appello alla monarchia e al governo contro il potere eccessivo del Parlamento. Sonnino
contrapponeva ad un programma di riforme un programma liberale conservatore. Giolitti era
favorevole al libero esplicarsi delle forze e del meccanismo sociale. Sonnino invece era spaventato
dalla dialettica politica e dagli scioperi. Le simpatie per Sonnino diminuirono progressivamente,
poiché tra Albertini e Sonnino si consumò una frattura quando quest’ultimo divenne presidente del
consiglio nel 1906 e questa frattura si allargò maggiormente nel 1909 quando Sonnino presento un
programma editoriale che non trovava l’appoggio di Albertini. Albertini iniziò, successivamente a
questa delusione, ad avvicinarsi a Salandra. Ci fu una forte opposizione di Albertini alla riforma
elettorale del 1912 che avrebbe portato nel 1913 al suffragio universale maschile per collegi. Posizione
politica non solo conservatrice ma anche infeconda, privo di una visione politica (visione molto
astratta). Il Corriere della Sera fu un tenace difensore del liberismo economico e non a caso Luigi
Einaudi divenne una delle firme principali del giornale (fautore di un vigoroso produttivismo
industriale e molto contrario al protezionismo sia in agricoltura che in industria). Quasi tutti i
proprietari del Corriere della Sera erano cotonieri, che inizialmente avevano difeso il protezionismo e
successivamente si oppongono (per interesse). L’industria pesante appena nascente aveva invece
bisogno di protezione poiché era un’industria nascente che senza protezione non poteva lottare contro
i colossi europei. Il Corriere della Sera si fece portatore di un protezionismo dottrinario ma allo stesso
stampo portatore degli interessi dei cotonari.
La politica estera del Corriere della Sera
Senza dubbio ebbe una voce fondamentale nella politica estera. A capo dei servizi esteri del Corriere
c’era il fratello di Albertini, Alberto. Era un uomo diplomatico, anche autore di un network presso le
più importanti sedi diplomatiche straniere (scegli gli uomini giusti da mandare in luoghi giusti). A
Londra rimarrà per anni Guglielmo Emanuel, grandissimo giornalista corrispondente a Londra, che
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rappresentava Albertini. Paolo Bernasconi fu corrispondente da Parigi. Cavuri i da Vienna. Felice
Ferreo da Berlino. I giornalisti di maggior prestigio parlano di politica. Questo networks permetteva di
essere al corrente dei più sotterranei umori sia a livello nazionale che a livello internazionale. Dal
punto di vista delle posizioni fu definito triplicista continuando a ribadire la necessità della triplice
intesa: alleanza tra Germania, Italia e Impero Austro-Ungarico. Il giornale fu sempre attento a fare
distinzione tra i due alleati, sottolineando sempre che le simpatie del corriere della sera erano verso la
Germania. Il Corriere della Sera non nascose mai che con l’Austria c’erano motivi di divergenza (terre
irredente) che si sarebbero risolte sul piano diplomatico. Il Corriere della Sera era favorevole al
concetto del “concerto europeo”. Il giornale non era favorevole alle guerre, ma pensava che i diversi
Stati avrebbero dovuto risolvere le pressioni sul piano diplomatico (visione o