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Queste iniziative miravano:

1 1. Acquisire il piu possibile di inserti pubblicitari;

2. Cercare di legarsi ad alcuni partiti politici che potessero sostenerlo soprattutto per quanto

riguarda la Democrazia Cristiana e il partito Comunista.

Tutte queste iniziative si rivelano sciagurate poiché costosissime e senza risultati significativi. Il

gruppo invece di sanare il debito ne accumula un altro enorme.

Diviene dunque molto vulnerabile e il buco finanziario era enorme, i soldi arrivano nel luglio del 1977

(ben 20 miliardi di lire) che consente una ricapitalizzazione del gruppo, giunti dal Banco Ambrosiano

legati alla loggia P2 e alla banca vaticana. Il Banco Ambrosiano chiese molti interessi e lo fece per

acquisire molteplici interessi all’interno dell’impero Rizzoli.

In Rizzoli inizia ad acquisire un peso enorme Bruno Tassr Blin quasi si sostituisce ad Angelo Rizzoli

Junior. Piero Ottone viene sostituito nell’agosto del 1977 da Franco di Bella (anche lui che faceva parte

della Loggia P2), poiché il suo operato era scomodo alla Loggia P2. Altri collaboratori di spicco del

Corriere della Sera non si riconoscono più nella linea di Bella e lasciano il giornale. Nel 1978-79

iniziano a comparire sul corriere della Sera degli articoli non firmati e firmati dalla sigla C.S. (Ovvero

firma del Corriere della Sera, del giornale stesso), che non era mai avvenuto in precedenza. In questi

articoli compare l’orientamento della Loggia P2, compaiono gli attacchi agli Agnelli e nel 5 ottobre del

1980 viene pubblicata un’intervista indotta da Maurizio Costanzo a Licio Gelli illustra il suo progetto

politico decisamente autoritario.

Nasce l’Occhio, un giornale che prende spunto da un giornale inglese Daily Mirror, venduto al prezzo

di 200 lire (un prezzo popolarissimo in quanto gli altri giornali erano venduti a 300 libri) era un

giornale di 32 pagine, diverso dai giornali italiani. Era diretto da Maurizio Costanzo, molto legato al

gruppo Rizzoli. Maurizio Costanzo era molto noto per aver condotto un talk show chiamato “Bontà

loro”, inaugurando il nuovo format del talk show. La tiratura dei primi numero dell’Occhio era di 6

milioni di copie. Era un giornale mal fatto, populista che puntava particolarmente sulla cronaca.

Questio giornale non decolla poiché:

1. In Italia non c’era la tradizione dei giornali popolari all’inglese. Erano presenti una quantità

immensa di giornali settimanali populista. Non c’era dunque mercato per questo tipo di

giornale , poiché i quotidiani rimanevano per i borghesi, gli studenti ecc. inoltre Costanzo non

era abile come direttore della carta stampata.

2. In quel momento stavano esplodendo le televisioni locali private, e dunque quel tipo di

pubblico che sarebbe stato interessato al giornale apprendeva le stesse cose guardando la tv.

L’Occhio fu un flop che pesò ulteriormente sulle finanze della Rizzoli, che verrà chiuso con un deficit

di 150 miliardi anche a causa di questa avventura sciagurata.

Nel 20 maggio del 1981 Cardi viene arrestato con l’accusa di esportazione illegale di capitali, e la stessa

sera il presidente del consiglio Arnoldo Forlani rende pubblico l’elenco degli /affiliati della Loggia P2

scoprto il 17 marzo. Questo è il momento del crollo del Gruppo Rizzoli poiché nell’elenco c’erano

moltissimi nomi, soprattutto dei vertici della Rizzoli affiliati alla Loggia P2. Lo scandalo ebbe un

contraccolpo sulla Rizzoli e sul Corriere della Sera. Il 2 giugno del 1981 Calvi viene trovato impiccato a

Londra. Cambia il direttore e viene scelto Alberto Cavallari (fino a quel momento corrispondente a

Parigi) ma il momento era troppo difficile e si arriva a chiedere l’amministrazione controllara del

giornale, sinonimo di fallimento. Saranno cedute molteplici testate e i Rizzoli persero il Gruppo

Rizzoli. Il Corrriere della Sera perse credibilità, il giornale che nel 1975 vendeva 500 mila copie ed era

il più diffuso, perse più di 100 mila copie.

Il problema dei giornali del tempo non furono le tirature ma:

1. Da una parte la crisi economica e la situazione stagnante dei finanziamenti pubblicitari

2. Dall’altra i costi dei giornali e del lavoro che aumentarono a causa della crisi e dei sindacati.

Il risultato fu che molti giornali in quella fase presentarono un deficit molto grave. Solo 17 testate du

74 erano in pareggio, tutte le altre avevano un deficit.

Fino al 1975 c’erano stati sostentamenti alla tantum con bassi finanziamenti. Nel giugno del 1975

arriverà un grosso intervento sempre alla tantum, pero prevedeva il finanziamento di 90 miliardi di

lire in un biennio soprattutto diretto ai quotidiani. I quotidiani erano politicamente più importanti dei

settimanali ed erano più in deficit.

Inoltre questa legge era in vista delle elezioni politiche del 1976. Questa legge introduce l’istituto delle

sovvenzioni statali ai giornali (che si estenderanno poi successivamente ad altre emittenti).

2

Vengono introdotte alcune regole all’interno della stampa:

1. Viene introdotto l’obbligo della pubblicità dei bilanci, che permette per la prima volta di

riconoscere con approssimazione le tirature reali dei quotidiani.

Questa legge si rivela una legge tampone poiche nel 1977-78 la situazione era rimasta la stessa. Nel

frattempo i comunisti erano entrati nella commissione della stampa e della televisione, in parte in

virtù del Compromesso storico e di alcune leggi che vedevano la partecipazione dei comunisti in

parlamento. Elio Curcioli fu il padre della legge sull’editoria che verra varata nel 1981, legge che

ancora oggi regola i finanziamenti della stampa. La legge ha una gestazione laboriosissima: viene

studiata una legge organica a partire dal 1976, a cui si arriverà solo nel 1981. Era una legge complessa

e costosa (per lo Stato), poichè in cambio di queste sovvenzioni vengono introdotte delle leggi

antitrust e la concentrazione a tutela di uno Stato democratico. La stampa viene considerata come

soggetto fondamentale per la salute della democrazia. L’erogazione di denaro non è una perdita da

parte dello Stato poiché i giornali sostengono la pluralità di informazione all’interno della democrazia.

La legge prevede però delle regole:

1. Innanzitutto la legge antitrust che impedisca la formaizone di concentrazione della stampa

fissando un limite nazionale basato sulle tirature. Nessuna proprietà può superare con le

proprie pubblicazioni il 20% della tiratura globale, giornali sportivi compresi. Questa legge

rende obbligatoria la pubblicazione dei bilanci e venga indicata l’identità della proprietà dei

finanziamenti del giornale stesso.

2. Istituisce la figura fondamentale del Grante, una figura scelte in quegli anni dal presidente

della Camera e dal presidente del Senato. Il garante deve presentare relazioni semestrali sulla

stampa rendere pubbliche le relazioni fatte.

3. Finanziamenti agevolati per le riconversioni tecnologiche. I quotidiani che volessero

riconvertirsi dal punto di vista tecnologico potevano ottenere finanziamenti agevolati. È una

legge importante poiché si colloca in un momento di invenzioni tecnologiche importanti, che

faranno abbassare notevolmente i costi del giornale e della sua distribuzione.

Il 1984 è onsiderato un momento di passaggio per tre motivi:

1. Nel settembre del 1984 dopo due anni di amministrazione controllata e di commisariamento,

il Corriere della Sera inizia la sua rinascita. In questo modo viene salvato il Gruppo Rizzoli e il

giornale che dovevano essere venduti. Sono in molti ad aspirare alla proprietà dei libri, dei

settimanali ma soprattutto il Corriere della Sera. Fiat, la Pirelli e Mediobanca e altri soci tra

cui la Montedison (risanata), questa accordata compra il Corriere della Sera, un bel numero di

periodici ex Rizzoli e gestisce la Gazzetta dello Sport e il Mattino di Napoli. Il garante fa i conti

e vede che si supera il 20%. Vengono dunque vendute delle quote pur di conservare il

controllo. La Fiat indirettamente o direttamente svolgeva una grande funzione di controllo.

Nasce la RCS per quanto riguarda i libri.

2. Nel 1984 la Mondadori è reduce di una avventura terribile. La Mondadori si era lanciata in

un’impresa televisiva per fondare Rete 4. Per coprire l’enorme deficit vende rete 4, non

bastando servono degli ulteriori finanziamenti che arrivano da Carlo Benedetti (in quel

momento a capo dell’industria Olivetti e da Silvio Berlusconi). Nel 1984 Berlusconi completa

l’edificazione del suo impero televisivo in assenza di una legge di regolmentazione sulla

televisione, riuscendo ad acquisire anche Rete 4 possedendo già Canale 5 (lanciata nel 1980) e

Italia 1 (fondata nel 1982 da un altro editore). Tutti questi 3 network trasmettono su territorio

nazionale on temporaneamente i programmi con pubblicità nazionale essendo però fuori legge

poiché in italia esisteva una legge che permetteva solo televisioni locali private. L’escamotage

era stata quella di fondare e comprare tante piccole emittenti locali e metterle insieme in un

network che trasmettesse stessi programmi allo stesso orario attraverso due possibilità:

possibilità di interconnessione tra le diverse stazioni che potevano trasmettere allo stesso

orario i programmi. Fornire videocassette alle emittenti che venivano trasmesse nello stesso

momento rendendo contemporanea la trasmissione di pubblicità.Già nel 1955 in Inghilterra

una rete privata affiancava la rete televisiva pubblica BBC. Vi erano dei partiti a favore di un

sistema misto (tv private e pubbliche): buona parte della democrazia cristiana, il partito

liberale successivamente e dal partito socialista di Craxi. Contro c’era invece il partito

3 comunista e l’altra parte della democrazia cristiana. Questi gruppi sono gli stessi che durante

gli anni 90 formeranno in Centro Destra e il Centro Sinistra. Dal 1976 in poi il Partito

comunista era entrato nella RAI e inizia a difenderla. Il partito comunista e frange della

democrazia cristiana vorrebbero televisioni private che rimaserrero locali. Nel 1979 Rizzoli

fonda una televisione network privato chiamato PIN, egli si espone con il telegiornale

chiamato “Contatto” l’idea di Rizzoli è quella di provocare e di arrivare ad una legge che dia

alla luce ad una televisione nazionale. Qualcuno denuncia Rizzoli e la Corte istituzionale nel

1981 deve smantellare la sua rete poiché nazionale, e non locale. Le reti di Rizzoli vengono

comprate da Berlusconi e da Mondadori. Canale 5 diviene network nel 1980 e nel gennaio del

1982 Rusconi con italia 1 e la Mondadori con rete 4. Dal 1982 al 1984 inizierà un’accanitissima

concorrenza tra Berlusconi, Rusconi e la Mondadori che si gioca sugli ascolti. Lo scopo di tutti

e 3 è quello di catturare più ascolti possibili. Rusconi vende a Berlusconi al tempo giusto il suo

pacchett

Dettagli
Publisher
A.A. 2018-2019
6 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/08 Sociologia dei processi culturali e comunicativi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Giadaa98 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia del giornalismo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Piazzoni Irene.