Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
ITIZIEN ANE
Il film gioca sull’ambiguità di “Rosebud” (“Rosabella”), ovvero l’ultima parola
pronunciata dal protagonista Charles Foster Kane (Welles). Nonostante le indagini, il
significato della parola non viene chiarito ai personaggi, ma solo allo spettatore.
La figura di Kane si ispira a William Randolph Hearst, che limitò la circolazione del
film e impedì che venisse menzionato da tutti i giornali e le radio di sua proprietà.
La prima scena ci mostra un cartello con su scritto “No Trespassing”. In opposizione
al cinema classico, lo spettatore non viene accompagnato nella narrazione ma anzi,
sembra quasi invitato a restarne fuori.
Kane viene mostrato per la prima volta al momento della sua morte. Il racconto della
sua vita, narrata in flashback, inizia con il famosissimo long take che, grazie ad
un’ampia profondità di campo, tiene a fuoco il bambino sullo sfondo mentre
Nel
all’interno della casa la madre e il padre discutono le sue sorti con il tutore.
momento in cui il padre cede al volere della consorte, scompare per un istante
dell’inquadratura. Lo spettatore viene a conoscenza del fatto che è violento nei
confronti del figlio solo alla fine, ma questo ci viene anticipato dal frapporsi della
madre tra lui e il bambino.
Il protagonista appare diverso a seconda di chi ne parla (definito da Welles stesso
come “prismatico”). La chiave del realismo sta nel mostrare la realtà nelle sue
sfaccettature, che il cinema hollywoodiano tende ad appiattire o ad eliminare.
Il film è molto frammentato nello stile, adattandosi al messaggio che vuole mandare.
Il regista impiega delle modalità diverse da quelle dell’epoca, come le riprese dal
basso che fanno sembrare il personaggio schiacciato dai soffitti (la qual cosa non è
affatto scontata, poiché normalmente nei teatri di posa sono sostituiti dai riflettori).
Welles lavorò a fianco di molti collaboratori brillanti, tra cui l’operatore Gregg Toland
e lo sceneggiatore Herman Mankiewicz, che dissero di aver “salvato il film
dall’egomania di Welles”.
La regola del gioco Quarto potere
e sono tra loro molto simili, pur essendo realizzati
da due registi profondamente diversi. Bazin scrisse infatti un libro insistendo molto
sull’assenza di montaggio in Renoir e sulla profondità di campo utilizzata da Welles.
17
IL NEOREALISMO
L’inizio del cinema della modernità viene solitamente fatto coincidere con la fine delle
Nouvelle Vague europee, spesso tralasciando l’importanza del Neorealismo italiano,
che si colloca tra queste due stagioni.
Il motivo per cui in Italia non vi fu una Nouvelle Vague, ovvero un movimento di rifiuto
della poetica cinematografica precedente, è proprio perché alla fine degli anni ’40 vi
fu il Neorealismo.
Esso nacque come reazione al cinema fascista. Quest’ultimo non era propriamente
Camicie Nere
indottrinante (salvo alcune eccezioni, come di Giovacchino Forzano),
ma tendeva piuttosto a distogliere l’attenzione attraverso storie frivole e superficiali.
Viene infatti definito il “cinema dei telefoni bianchi”, oggetti normalmente presenti
nelle case dei ricchi. I film dell’epoca fascista sono solitamente girati in teatri di posa
e, spesso, nemmeno in Italia.
Nel cinema fascista le uniche donne ad essere sessualizzate erano le “cattive”; nel
Neorealismo, invece, veniva fatta molta leva sul sex appeal dei personaggi.
Il Neorealismo fu uno dei pochi movimenti cinematografici a nascere “su carta”,
Cinema
poiché si sviluppò in un circolo di critici della rivista . Il movimento arrivò per
Roma città aperta
gradi, ma la data ufficiale di nascita fu il 1945, quando uscì .
Caratterizzati da storie sulle classi disagiate e lavoratrici, i film neorealisti trattano
soprattutto la situazione economica e morale del dopoguerra italiano, riflettendone
i sentimenti e le condizioni di vita.
Per una maggiore fedeltà alla realtà quotidiana, furono spesso girati in esterno, sullo
sfondo delle devastazioni belliche. Tuttavia, questa non fu una scelta prettamente
stilistica: i teatri di posa erano stati distrutti. Per lo stesso motivo, tipico del
Neorealismo è l’impiego di attori non professionisti.
I film neorealisti sono ricchi di musica e fanno uso del doppiaggio. Questi elementi di
continuità con la tradizione sono dovuti a delle necessità di budget: registrare in
presa diretta avrebbe richiesto molti più “ciack” e Rossellini si ritrovò più volte a girare
con della pellicola scaduta.
Il Neorealismo durò solo 6 anni, a causa dello scarso successo ottenuto in Italia. In
un paese appena uscito dalla guerra, al pubblico non interessava vedere film che
parlavano di povertà e distruzione. L’Italia non nascose il disturbo per la
rappresentazione della realtà arretrata in cui versava, e le istituzioni in qualche modo
ostracizzarono il movimento.
Ebbe tuttavia grande influenza all’estero, in particolare negli USA, dove De Sica
Sciuscià
ricevette persino l’Oscar per (1946). Inoltre, Rossellini sposò l’attrice Ingrid
«Se
Roma città aperta
Bergman, che dopo aver visto gli scrisse: ha bisogno di
un'attrice svedese che in italiano sa dire solo “ti amo”, sono pronta a venire in Italia
per lavorare con lei».
Dopo questa breve stagione, i protagonisti del Neorealismo si dedicarono ad un tipo
di cinema più commerciale. Il movimento si dissolse infatti nel cosiddetto
Neorealismo rosa, in cui i tratti distintivi di questo cinema furono impiegati per
raccontare delle commedie.
Se Totò prima del Neorealismo era un personaggio immaginario e caricaturale, dopo
le sue storie furono “contaminate” dalla disoccupazione, dall’analfabetismo e da molti
altri fenomeni che, pur narrati allegramente, fornivano un’immagine cupa dell’Italia.
R R
OBERTO OSSELLINI
Trilogia della guerra fascista
Esordì con la , che ha più il valore di un apprendistato
piuttosto che di un reale inizio di percorso autoriale.
18
• Roma città aperta | 1945
Controcorrente è l’utilizzo del dialetto, poiché nei film coevi gli attori erano quasi
costretti ad impiegare un lessico assolutamente corretto. Qui vi è invece la chiara
volontà di mostrare la lingua utilizzata nel quotidiano. Le scene si svolgono negli
“spazi sociali”: le strade, i pianerottoli… I personaggi sono costantemente interrotti
da persone che svolgono le loro faccende, a volte sottolineate dalla mdp.
• Paisà | 1946
Il film racconta l'avanzata delle truppe alleate dalla Sicilia al Nord Italia attraverso
delle storie quotidiane.
• Germania anno zero | 1948
Il film è ambientato nella Berlino del 1946, dove un ragazzino di appena 12 anni
trascorre le sue giornate vagando per la città.
L V
UCHINO ISCONTI
Pur essendo di origini nobili, fu il più comunista dei tre protagonisti del Neorealismo,
seguito da De Sica e Rossellini. I suoi personaggi non agiscono politicamente perché
sono degli sconfitti, ma la lettura politica è comunque evidente.
Ossessione | 1943
Fu il film con cui Visconti esordì, per certi versi anticipando la poetica neorealista.
La trasposizione di questo film nel cinema hollywoodiano sarebbe un noir: una moglie
ed il suo amante complottano l’uccisione del marito. Tuttavia, il film è ambientato in
una zona indefinita dell’Italia, in cui l’uomo è un disoccupato allo sbando esistenziale.
Questa storia di amore e di morte è quindi immersa in una situazione di profondo
disagio sociale.
V D S
ITTORIO E ICA
Fu il divo maschile per eccellenza del cinema dei telefoni bianchi, ma subì una
trasformazione radicale quando divenne regista all’inizio degli anni ’40.
Insieme a Truffaut, fu uno dei più grandi registi di bambini. Questo sguardo sul
mondo, più diretto ed innocente, colpisce lo spettatore con maggiore forza.
• Ladri di biciclette | 1948
Il protagonista ci viene presentato come un vinto dalla prima inquadratura
(l’opposto di John Wayne): si autocommisera per tutto il film, ed è invece la moglie
a prendere in mano la situazione. La figura della donna nel Neorealismo è spesso
molto intraprendente, come nel caso di Anna Magnani per Rossellini.
Non vi è una vera destinazione del racconto: la mdp si limita a seguire il
personaggio. Il pedinamento è infatti tipico del Neorealismo.
Quando al protagonista verrà rubata la bicicletta e inizierà a cercarla per la città,
De Sica coglierà l’occasione per mostrarci altre situazioni della realtà italiana del
tempo, in un perfetto incontro tra film narrativo e documentario. Da un certo
punto del film in poi, l’adesione dello spettatore si sposta da quella di Antonio al
bambino, che diventa l’obiettivo del pedinamento.
• Umberto D. | 1952
Questa pellicola rappresenta la fine del Neorealismo italiano. Il fatto di non
precisare l’identità del protagonista è perfettamente in linea con la poetica
neorealista di “spersonificazione” dell’eroe.
19
IL CINEMA MODERNO
Negli anni ’50 lo spettatore ha la possibilità di esperire diverse modalità
cinematografiche, espresse sia da autori occidentali che orientali.
Infatti, proprio in questi anni assumono grande rilevanza i film giapponesi ed indiani,
insieme a tutte quelle altre esperienze cinematografiche che erano sempre state
“satelliti”.
Tra gli elementi che caratterizzano la fase moderna vi sono:
1. Improvvisazione
2. Rifiuto della spettacolarità
Si cerca di rivelare la realtà invece di riprodurla.
3. Predominio della regia sulla sceneggiatura
Non è più soltanto importante raccontare una storia, ma piuttosto l'azione
cinematografica.
4. Predominio dell'inquadratura sul montaggio
décadrage
In questo senso è degno di nota l'uso del , ovvero un procedimento che
provoca il vuoto al centro dell'immagine.
5. Ambiguità interpretativa
Lo spettatore deve «passare da un fatto all'altro come si salta di pietra in pietra
per attraversare il fiume» (Bazin, 1958). Questo aspetto serve a sottolineare
l’indecifrabilità del reale.
6. Rifiuto dello studio system
Al contrario, vengono promosse le produzioni indipendenti.
7. Riflessione metacinematografica
8. Inazione dei personaggi
Spesso accompagnata da una ricerca disperata del loro posto nel mondo.