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Teoria della Costituzionalità

La teoria del controllo di costituzionalità è stata realizzata molto precocemente, già nel 1803 con il caso Marbury vs Madison. In questo caso, la Corte Suprema si è pronunciata dichiarando che la Costituzione è la legge Suprema del paese e come tale, sono subordinate alla Costituzione sia le leggi federali che quelle statali.

La Corte Suprema degli Stati Uniti può quindi dichiarare incostituzionale sia una legge federale, adottata dal Senato e dalla Camera dei rappresentanti, sia una legge di uno dei 50 Stati. Questo avviene attraverso i vari ricorsi che vengono presentati e che prima o poi portano la questione di costituzionalità alla Corte Suprema.

Esempi:

Nel 2010 il presidente Obama ha lanciato una grande riforma della sanità negli Stati Uniti, il famoso Obamacare. La Corte costituzionale ha dichiarato, in parte, questa riforma incostituzionale.

L'aborto, nel 1973, è stato legalizzato dalla Corte perché...

In un caso famoso, ha– giudicato che fosse incostituzionale una legge statale che perseguiva penalmentel’aborto.

La teoria del controllo della Costituzionalità è stata un grande vantaggio per gli Stati Uniti, dato che in Europa è stato applicato solo dopo la fine della Seconda guerra mondiale.

Il controllo di costituzionalità ha, però, creato grandi problemi negli Stati Uniti, ad esempio la DRED SCOTT, sentenza del 1857 di che legittimava la schiavitù dicendo che uno schiavo era proprietà del proprio padrone e nessuna legge glielo poteva togliere.

CASO ROOSEVELT C’è un’altra vicenda famosissima che mette in luce come il controllo di costituzionalità possa 1937 essere un po' problematico. Nel era Presidente degli Stati Uniti Franklin Delano Roosevelt, che, dopo il crollo della borsa di Wall Street nel 1929, intervenne con una legislazione sociale del New Deal.

Essa interveniva su due

I pilastri della tradizione economica della Common Law sono la libertà di contratto e la libertà di proprietà. Come è stato affermato nel caso Lochner del 1905 dalla Corte Suprema, che era influenzata dai lavori di Herbert Spencer, teorico del darwinismo sociale, lo Stato non dovrebbe interferire con la libertà di contratto e la libertà di proprietà. Secondo Spencer, la società dovrebbe promuovere i migliori e non preoccuparsi di coloro che non soddisfano questi requisiti e che quindi "perdono" nella competizione darwinista che si svolge all'interno del mercato. La teoria del darwinismo applicata alle scienze sociali di Spencer implica che il contratto sia considerato assolutamente libero e non debba essere minimamente intaccato dalla legislazione statale. È un modo attraverso il quale la competizione si esprime perché i legami contrattuali sono liberi; pertanto, ognuno decide in funzione.

delle proprie capacità, delle proprie forze, della propria disponibilità, a lavorare e a quali termini contrattuali e lo stesso vale per la proprietà.

Conclusione: aveva dato vita a grandi personaggi e per questo l’America viene considerata la terra delle opportunità.

Roosevelt deve per forza interferire con il contratto e con la proprietà, perché qualsiasi legislazione sociale (diritto del lavoro) procede attraverso la limitazione della libertà contrattuale e la limitazione della proprietà, perché le parti, il datore di lavoro e il prestatore d’opera, non sono affatto in una posizione simmetrica, non hanno lo stesso potere contrattuale.

La proprietà viene limitata perché la legislazione sociale prevede forme di espropriazione.

Corte Suprema, nel 1937, quando si trova ad esaminare questa legislazione sociale di Roosevelt, dichiara tutto incostituzionale perché la Corte Suprema era composta da

giudici che si erano formati sulle teorie di Spencer; quindi, ogni violazione del principio della libertà contrattuale e della libertà della proprietà era considerata una grossolana violazione della Costituzione; Roosevelt fa delle dichiarazioni pubbliche molto dure contro la Corte Suprema, proponendo al Congresso di raddoppiare il numero dei giudici della Corte Suprema, da 9 a 18, in modo da essere messo in condizione di alterare la maggioranza della Corte; Il Congresso, soprattutto il Senato, non accetta questa misura, il Court-Packing Plan, perché la considera una violazione del principio della separazione dei poteri e un'interferenza con l'attività della Corte; quindi, questa proposta viene bocciata; Il blocco si supera quando cominciano a dimettersi i giudici, in quanto molto anziani, e al loro posto Roosevelt nomina dei giudici che erano in sintonia con le sue idee.

Le mie opinioni;

La Corte cambia orientamento giurisprudenziale e comincia ad avallare la legislazione sociale.

IN CONCLUSIONE: la giustizia costituzionale non è una cosa ovvia.

Le decisioni della Corte, che sia italiana o americana, vengono spesso influenzate dalla POLITICA.

Il rapporto tra democrazia, quindi leggi, e il controllo di costituzionalità non è un rapporto sereno e facile, basta poco perché qualcuno contesti ai giudici costituzionali di aver compiuto qualche errore, perché in qualche modo non si sono limitati ad un'analisi tecnica del testo della legge, ma sono esondati in una valutazione politica che dovrebbe spettare soltanto al Parlamento eletto.

COME SONO NOMINATI I GIUDICI IN USA?

Vi sono giudici federali e giudici statali.

Il grosso dei reati viene giudicato all'interno di corti statali.

Giudici statali nominati dal governatore oppure eletti.

Vi sono due ipotesi di elezioni:

Le elezioni in cui il giudice dichiara la

sua affiliazione politica (repubblicana o democratica). Le elezioni in cui il giudice NON dichiara nessun tipo di affiliazione politica e si presenta davanti al corpo elettorale come un tecnico. Ciò significa che già negli Stati il potere giudiziario riflette quelle che sono le convinzioni politiche dell'elettorato del governatore. Quest'ultimo, in quanto è tenuto a scegliere i giudici in una lista di persone competenti, tende a nominare coloro che sono in sintonia con le sue opinioni politiche. In Italia i giudici sono selezionati per concorso, mentre negli USA sono eletti; quindi, in quest'ultimo hanno sin da subito una connotazione politica. I giudici federali vengono nominati dal Presidente degli Stati Uniti e confermati dal Senato. Non sempre il Senato conferma la decisione del Presidente. Nel 1987, ad esempio, il presidente Reagan designò Robert Bork, grande giurista iperconservatore, ma la nomina fu bocciata dal Senato. Le audizioni, acui sono sottoposti i giudici in Senato, sono molto dure, in quanto i senatori sono autorizzati a fare domande su tutto, anche sulla vita privata dei giudici. L'esempio è il caso di un giudice di colore che si chiamava Thomas della Corte Suprema degli Stati Uniti, accusato di molestie sessuali, che è riuscito a scamparla di fronte al Senato per un solo voto, rischiando la bocciatura. Una caratteristica abbastanza singolare del sistema americano è che la Corte Suprema degli Stati Uniti è investita di migliaia di ricorsi all'anno. A differenza delle Corti costituzionali europee, che devono obbligatoriamente pronunciarsi, la Corte Suprema americana decide autonomamente, motivando la decisione, quali casi esaminare. In genere, la Corte Suprema degli Stati Uniti decide 70 casi all'anno rispetto alle migliaia di ricorsi presentati. Questo fa sì che quest'ultima si concentri soltanto sulle questioni più importanti. Ad esempio, se vi

è una divergenza sull’interpretazione di una legge (per cui una Corte federale, oppure un tribunale statale, interpreta una legge come incostituzionale e un’altra la interpreta come costituzionale) in genere questo caso viene deciso dalla Corte Suprema, perché il conflitto di interpretazioni sulla costituzionalità di una legge è considerato un elemento molto serio che esige una pronuncia definitiva. Per tutto il resto la Corte è autorizzata a ignorare il caso.

La trasparenza è un elemento fondamentale nell’ordinamento giudiziario americano ––> La dimostrazione di questo è anche nelle decisioni, che avvengono a maggioranza o all’unanimità. I giudici che non sono stati d’accordo con la decisione della maggioranza possono pronunciarsi con delle opinioni dissenzienti, dichiarando il loro dissenso rispetto alla decisione della maggioranza. Ciò nella Corte penale italiana è vietatissimo.

che decide in modo segreto, quindi, senza che si sappia quali sono state le maggioranze e l'unica motivazione della decisione è quella che accompagna la sentenza votata dalla maggioranza della Corte. I giudici che sono stati sconfitti, perché sono finiti in minoranza, possono scrivere un'opinione dissenziente con la quale spiegano i motivi per i quali non hanno deciso insieme alla maggioranza. Ciò dimostra come la politicità della decisione della Corte sia abbastanza evidente, nel senso che, se ad esempio si forma una maggioranza conservatrice sarà probabile che la minoranza di giudici democratici si pronuncino con opinioni dissenzienti. Un altro elemento importante dell'ordinamento giudiziario americano è che, a differenza del nostro, di quello francese e di quello tedesco, in America non esiste una giurisdizione amministrativa, delegata a decidere controversie tra cittadini e pubblica amministrazione. Lì esiste.

Il giudice unico, ordinario, che decide tutto. In America si ritiene, infatti, che la pubblica amministrazione non abbia uno statuto speciale e, quindi, debba essere giudicato dal giudice ordinario senza alcun tipo di favore e senza che venga contemplata l'esistenza di un giudice ad hoc.

FORMA DI GOVERNO -> CAPITOLO 6 (PAGG. 101 - 117)

Il sistema americano è concepito sulla base della separazione dei poteri e anche dei pesi e contrappesi, secondo la logica che il potere frena il potere nonostante la divisione dei tre poteri; ciascuno condiziona l'altro.

La ridimensione del potere esecutivo era stata posta come soluzione alla difficile figura che si era vista attribuire il potere esecutivo. La scelta ricade su una istituzione monocratica, il presidente, a cui vengono conferiti dei poteri (mandato massimo di 8 anni, non scritto fino al 1851, la morte di Roosevelt che si prese 4 mandati)

Dettagli
A.A. 2021-2022
27 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/19 Storia del diritto medievale e moderno

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher funarolinda288 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia del Diritto Medievale e Moderno I e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Mannoni Stefano.