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Pio IX abbandonò il Quirinale e si rifugiò a Castel Gandolfo. A questo punto si aprì
l’enorme problemi di regolare i rapporti con l’ex-stato pontificio, ovvero la Santa Sede, che
fisicamente rimase a Roma, perché lo stato italiano doveva trovare un modo per convivere
comunque con il potere spirituale. 3
Nel 1874 Pio IX emanò il cosiddetto “Non ovvero proibiva solennemente agli
Expedit”
italiani cattolici osservanti di partecipare in qualsiasi forma alla vita politica dello stato
italiano.
Però Vittorio Emanuele II e la destra storica si rendono conto che non possono rimanere le
ostilità con la Santa Sede per cui attuarono le Legge delle Guarentigie: legge interna
dello stato italiano unilaterale, ovvero senza accordo con il Papa, dove lo stato italiano
regola a suo modo come trattare la Santa Sede. Questa legge equivale a un “contentino”
per ripagare la Santa Sede di avergli tolto il potere temporale.
La legge delle guarentigie è divisa in 2 parti: la prima parte che riguarda il Pontefice e la
seconda parte che riguarda i privilegi della Santa Sede.
I principali punti erano:
La persona del Papa è sacra e inviolabile;
La religione cattolica diventa religione di stato;
I palazzi pontifici godevano di una sorta di extraterritorialità, ovvero nessuno sarebbe
potuto entrare in quei territori senza il consenso del Pontefice. contrasto di questa
legge; ovvero accorda l’invio e la ricezione libera dei diplomatici
Afferma il diritto di legazione,
della Santa Sede.
Lo stato italiano si impegnava annualmente ad erogare una cifra enorme alla Santa
Sede. una sorte di risarcimento;
Non vengono sciolte le truppe pontificie ma il Papa ha diritto a mantenere il suo
esercito;
Si garantiva alla Santa Sede di mantenere un ufficio di poste e telegrafi e si
impegnava a mantenere la sua segretezza.
Questa legge garantiva inoltre una serie di privilegi enormi al clero.
Malgrado questa legge unica, Pio IX si rifiuta anche di usufruire di ciò che prevedeva
c’era nessun punto che prevedeva l’immodificabilità della legge
questa legge perché non
da parte di governi futuri.
La questione romana rimarrà aperta per molti anni e si chiuderà nel febbraio 1929 con i
Patti Lateranensi tra stato italiano e Santa Sede.
la destra storica comunque riesce a completare l’unificazione
Nel biennio 1870-1871
nazionale. Un altro risultato che riesce ad ottenere nel 1876, è il pareggio di bilancio,
grazie alla politica fiscale molto dura del Ministro delle Finanze Quintino Sella. Fu però
l’ultimo anno di governo della destra storica perché erano maturate le condizioni per un
cambio di maggioranza.
A capo della sinistra c’era Agostino Depretis che, con un celebre discorso di Strabella del
10 ottobre 1875, enunciò il programma della sinistra e che differenziano la sinistra storica
dalla destra. I punti del programma di Depretis erano:
Affermò solennemente la sua fedeltà alla monarchia;
Propose l’istruzione elementare obbligatoria per tutti;
Propose il decentramento amministrativo;
Affermò la difesa dello stato laico.
L’ultimo governo della destra storica di Minghetti cade nel 1876 e Vittorio Emanuele II
chiama Depretis come Capo del Governo. Il mutamento parlamentare da destra a sinistra
venne anche consacrato dalle elezioni del novembre 1876.
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