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Riassunto Colonialismo Italiano nel XIX e XX secolo
Le origini della colonizzazione italiana in Africa vanno ricercate nello stabilirsi del protettorato francese in Tunisia che, cancellando le speranze di una pacifica penetrazione italiana nel paese, spronò i successivi governi a una più energica azione nelle sole zone dell'Africa rimaste ancora fuori della sfera d'influenza delle maggiori potenze.
Questo episodio, noto come lo schiaffo di Tunisi, convinse il governo a iniziare una politica coloniale. Ma al momento non era possibile conquistare una delle vicine e ricche terre dell'Africa mediterranea. Perciò l'Italia nel 1882 inizia la penetrazione in Eritrea. La conquista si arresterà però quasi subito, perché l'Italia si trova di fronte l'Etiopia: non un gruppo di tribù sparse ma un impero millenario ben organizzato.
Nel 1887 salì al potere Crispi. Al pugno di ferro in politica interna Crispi affianca una
ripresa della politica coloniale perché vuole fare dell'Italia una grande potenza. Così Crispi fa occupare l'Eritrea. Favorisce poi l'ascesa di Menelik al trono imperiale d'Etiopia in cambio della concessione del protettorato, ossia della sottomissione coloniale del suo paese all'Italia. Infine, quando secondo Crispi, Menelik non rispetta gli accordi, quindi l'Italia gli muove guerra ma va incontro ad una tragitta sconfitta (Adua). È il 1896 e Crispi è costretto a dimettersi. Nel frattempo, fin dal 1890, l'Italia si era andata interessando alle coste somale e aveva proceduto con una serie di pacifiche penetrazioni, mediante trattati con i piccoli sultani locali. Solo nel 1905 l'intera zona fu riscattata dal governo italiano e formò il nucleo principale della nuova colonia della Somalia italiana. Al principio del XX sec. quindi, l'impero coloniale italiano aveva le modeste proporzioni delle colonie.dell'Eritrea e della Somalia, povere di risorse naturali.
LA QUESTIONE MEDIO ORIENTALE
Le rivolte in Arabia
La Rivolta Araba, svoltasi fra il 1916 e il 1918, fu avviata dallo Sharīf de La Mecca, dopo la promessa che gli Alleati avrebbero procurato la completa indipendenza degli arabi dal giogo turco-ottomano, qualora gli arabi avessero combattuto contro Istanbul nella Prima guerra mondiale. Un Grande contributo a queste rivolte venne dato dall'azione dell'archeologo inglese Lawrence d'Arabia, che aiutò i vari popoli arabi a liberarsi del giogo turco.
Dopo la Grande Guerra
Una tra le più importanti conseguenze della Grande guerra fu la rielaborazione dei confini geopolitici alla luce dello smembramento di antiche istituzioni imperiali. Il crollo dell'impero Ottomano permise alle potenze del vecchio continente di estendere la propria influenza in queste aree di strategico interesse introducendo "l'invenzione degli Stati". Iraq, Israele, Giordania,
Libano, Siria, Kuwait e Arabia Saudita furono entità statali istituite ad hoc principalmente da Francia e Gran Bretagna attraverso il sistema dei mandati concesso dalla Società delle Nazioni. I nuovi confini, arbitrariamente tracciati, toccarono pericolosamente le corde della religione e delle etnie delle varie popolazioni coinvolte innescando pericolose dinamiche ancora oggi sotto gli occhi del mondo. Tra le nuove entità - come detto - il Kuwait, per contenere l'estensione irachena a sud-ovest e limitare a un lembo di terra lo sbocco sul Golfo Persico; il Libano, per indebolire la Siria; la Transgiordania, per evitare l'eventuale espansione a est del futuro Israele. Nel Medio Oriente quindi gli stravolgimenti apportati dalla Grande guerra furono probabilmente molto più profondi e duraturi di quelli del secondo conflitto mondiale. Il trattato di Sèvres (10 agosto 1920) La Turchia rinunciava a ogni pretesa diSovranità su Egitto, Cipro (confermando la sovranità britannica) e sulle isole del Dodecaneso, compresa Castelrosso, che venivano ufficialmente riconosciute territorio italiano dopo otto anni di occupazione. La Sublime Porta accordava inoltre l'indipendenza ai paesi arabi quali Higaz, Negd, Asir, Yemen, Siria, Palestina, Transgiordania e Iraq. Perdeva ogni territorio europeo eccetto Costantinopoli e il Corno d'Oro; cedeva alla Grecia, oltre alla Tracia e alle isole di Imbro e Tenedo, l'amministrazione d'una parte dell'Anatolia occidentale tra il golfo di Adramiti e quello di Scalanova con la città di Smirne; riconosceva l'indipendenza dell'Armenia nei vilayet di Erzurum, Trebisonda, Bitrlis e Van; concedeva l'autonomia al Kurdistan. L'Anatolia sud-occidentale venne ritenuta zona d'influenza italiana, mentre quella sud-orientale assegnata a quella della Francia, che estendeva in tal modo l'occupazione della
Siria fino allacatena del Tauro, comprendendo tutta la Cilicia.
Le sponde del Mar di Marmara, del Bosforo e dei Dardanelli e le isole di Samotracia, Imbro, Lemno, Tenedo e Mitilene nell'Egeo erano smilitarizzate e sottoposte alla supervisione di una Commissione internazionale di controllo.
L'Ascesa al potere di Ataturk Mustafà Kemal adunava le forze superstiti della nazione turca pianificando la lotta per l'indipendenza. L'obiettivo non era la restaurazione dell'Impero ottomano, ma la costituzione di un nuovo Stato nazionale turco. Fu sconfitto il regime autonomo dell'Armenia; l'Armenia russa cedette i distretti di Kars, Ardahan e Artvin (cessione che sarebbe stata riconosciuta dalla Russia sovietica nella pace di Mosca, il 16 marzo 1921). Il 10 settembre 1922, nell'ambito della guerra greco-turca (1919-1922), le truppe kemaliste riconquistarono Smirne.
Il trattato di Losanna (24 luglio 1923)
Questo trattato annullava quello di Sèvres:
La Turchia recuperava le aree di Smirne, la Tracia fino alla Maritsa e le isole di Imbro e Tenedo; la smilitarizzazione - comunque affidata al governo turco - veniva circoscritta alle sponde degli Stretti e alle isole a essi più vicine.
La fine del Sultanato
Il 2 novembre 1922, dichiarato decaduto il sultano, Costantinopoli perdette il rango di capitale in favore di Ankara (già sede dell'Assemblea nazionale), nuovo cardine della Repubblica, ufficialmente proclamata il 31 ottobre 1923. Il 20 luglio 1936 la Convenzione di Montreux avrebbe riconosciuto la piena sovranità turca sulla zona degli stretti concedendo anche il diritto di poterli fortificare. Ataturk sarebbe poi morto nel '38 lasciando un incolmabile vuoto di potere nello stato.
Egitto
Il Regno d'Egitto fu il primo vero stato moderno egiziano come nazione indipendente; esso nacque nel 1922, anno in cui il governo britannico concesse all'Egitto l'indipendenza al fine di sopprimere la
crescita del nazionalismo, ufficializzandolo con una piena indipendenza nel 1936, e durò fino al 1953, quando in seguito alla Rivoluzione Egiziana del 1952 venne abolita la monarchia (di fatto in precedenza l'Egitto era stato un territorio formalmente ottomano sotto occupazione britannica dal 1882 al 1914, e dal 1914 al '22 era diventato un protettorato britannico).
Siria e Libano
La potenza europea pretendeva la costituzione di una speciale provincia, il "Piccolo Libano". Quando nel 1920 scoppiò la rivolta araba che proclamò l'indipendenza della Siria le truppe di Parigi intervennero nuovamente occupando il paese.
Sotto il nome di Siria o di "Stati del Levante" furono riuniti i vilayet turchi di Aleppo, Beirut, Damasco e Deir el-Zor. Il paese venne suddiviso in quattro Stati riuniti in federazione: Stato di Damasco, Stato di Aleppo, Libano e Stato degli Alawiti. Il 1° gennaio 1925, Damasco e Aleppo furono accorpati in un unico
Stato di Siria (capitale Damasco).
LA PALESTINA
Accordo di Sikes-Picot (16 maggio 1916)
Dopo quattrocento anni di dominazione ottomana, la spartizione della regione fu pianificata da Francia e Inghilterra con l'accordo segreto di Sikes-Picot che divideva l'area compresa tra la Siria e l'Iraq in differenti aree d'influenza.
Le forze militari britanniche occuparono la Palestina nel 1917. Tre anni dopo, la conferenza di San Remo attribuirà ufficialmente il mandato a Londra, confermato dalla Società delle Nazioni il 24 luglio 1922.
La Dichiarazione Balfour e il Movimento sionista
Con la nota Balfour del 2 novembre 1917 il governo britannico si era impegnato a costituire in Palestina un centro nazionale ebraico che potesse accogliere gli ebrei della regione e quelli che, a causa della diaspora, si trovavano in altre nazioni. Questo era una conseguenza del supporto sionista durante la prima guerra mondiale.
La questione fu molto dibattuta e proprio per questo motivo i
britannici non menzionarono esplicitamente la formazione di uno "Stato ebraico" ma preferirono utilizzare il termine ambiguo di "national home" che avrebbe tutelato anche i diritti civili e religiosi delle comunità non ebraiche della Palestina. Una grande ondata migratoria di ebrei si era già registrata a partire dalla seconda metà del XIX secolo. I primi insediamenti furono assimilati dalla componente araba e la società che venne a costituirsi era caratterizzata da un notevole grado di multiculturalità. Il flusso migratorio ebreo fu incoraggiato dai latifondisti arabi che, vendendo le proprie terre, accumulavano un'enorme quantità di denaro liquido - non reinvestito. L'acquisto sempre maggiore di terre da parte ebraica alimentò le prime preoccupazioni dei braccianti palestinesi che costituivano gran parte della popolazione. Scoppiavano dunque i primi disordini. Erano le iniziali avvisaglie del tragico e interminabile conflitto.conflitto israelo-palestinese, la radicalizzazione sarebbe avvenuta soprattutto a seguito dell'arrivo della componente ashkenazita, del completo disimpegno britannico (1947) e della nascita dello Stato di Israele (1948). La Transgiordania Per quanto riguarda la Transgiordania (o Giordania), durante il primo conflitto mondiale le tribù nomadi del deserto si sollevarono come tutti gli arabi mediorientali su istigazione britannica, contro il dominio turco. Unita inizialmente alla Palestina sotto mandato inglese, la regione ne fu staccata il 25 maggio 1923. Nel 1946 fu riconosciuta la totale indipendenza e Abdullah si autoproclamò re del regno hashemita di Transgiordania. Iraq I vilayet di Bassora, Baghdad e Mosul, staccati dall'Impero ottomano nel 1918 e occupati dalle forze militari inglesi, furono riuniti in un unico Stato arabo in area mesopotamica, comprendente i bacini medi e inferiori del Tigri e dell'Eufrate, che venne chiamato Iraq, nome cheo Regno Unito dalla Società delle Nazioni nel 1920, l'Iraq ottenne l'indipendenza nel 1932. Durante il periodo coloniale britannico, l'Iraq ha subito diverse rivolte e conflitti interni. Dopo l'indipendenza, il paese ha affrontato numerosi cambiamenti politici e sociali, inclusi colpi di stato, dittature e guerre. Durante gli anni '80, l'Iraq ha combattuto una lunga e distruttiva guerra con l'Iran, che ha causato enormi perdite umane e danni materiali. Successivamente, nel 1990, l'Iraq ha invaso il Kuwait, scatenando la Guerra del Golfo. Questo conflitto ha portato all'intervento militare internazionale guidato dagli Stati Uniti e alla successiva imposizione di sanzioni economiche all'Iraq. Nel 2003, gli Stati Uniti e i loro alleati hanno invaso l'Iraq, rovesciando il regime di Saddam Hussein. Questa guerra ha portato a un periodo di instabilità e violenza nel paese, con l'insorgere di gruppi terroristici come Al-Qaeda e successivamente lo Stato Islamico. Negli ultimi anni, l'Iraq ha cercato di ricostruire il paese e ripristinare la stabilità. Tuttavia, il paese continua ad affrontare sfide significative, tra cui la corruzione, la povertà, la disoccupazione e la minaccia del terrorismo. Nonostante le difficoltà, l'Iraq ha una ricca storia e una cultura antica, con siti archeologici di grande importanza come Babilonia e Ninive. Il paese è anche ricco di risorse naturali, in particolare petrolio, che costituisce la principale fonte di entrate per l'economia irachena. In conclusione, l'Iraq è un paese con una storia complessa e un presente difficile, ma con un grande potenziale per il futuro. La sua popolazione ha dimostrato una grande resilienza nel corso degli anni e continua a lottare per un futuro migliore.