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Berlino, mostra internazionale dell’edilizia che tentava di trasformare Berlino Ovest, che presentava notevoli vuoti urbani.
Vennero invitati diversi architetti, tra cui Rossi, Eisenmann e Ungers. Si trattò di una ricostruzione critica della città,
attraverso un laboratorio di architettura moderna. Un primo piano IBA era stato organizzato negli anni ’50, vi parteciparono
oltre a L.C. anche gli Smithson. Il secondo IBA degli anni ’80 si contrappose al razionalismo degli anni ’50 con il tema
della città storica reinterpretata in chiave moderna. Una parte storica della città appartenevano a Berlino est. Rossi a
Edifici Residenziali sulla Friedrichstrasse (1980-88) , edifici con grandi superfici in mattoni accostati ad
Berlino realizzò
ampie vetrate, omaggi alle opere di Schinkel e di Mies. Inserisce inoltre in soluzione d’angolo, una possente colonna
bianca, derivata dalla classicità. Grande edificio a blocco per residenze, uffici, spazi commerciali e ampio parcheggio
sotterraneo comune, progettato nel 1992-94 e realizzato nel 1995-98. Occupa un intero isolato di delimitato da
Schützenstraße, Charlottenstraße, Zimmerstraße e Markgrafenstraße. La costruzione si trova nei pressi della
Friedrichstraße, in una zona gravemente bombardata durante la II Guerra mondiale. Per la sua progettazione Rossi si è
rifatto all’antica struttura urbanistica della Friedrichstadt, con l’obiettivo di ricostruire un frammento della Berlino del primo
Novecento, in gran parte caratterizzata dal tradizionale modello
tipologico dell’isolato a corte delimitato da quattro vie. In base alla
struttura particellare anteguerra, il blocco edilizio è stato
scomposto in 12 sezioni, molto diverse tra loro per stile,
dimensioni, forme, colori, materiali e tecnologie edilizie. Esse si
presentano verso l’esterno con molte più facciate, a volte anche
molto strette. L’unico elemento che unisce tutte le unità edilizie è
lo zoccolo grigio dei piani bassi, che contrasta con i piani superiori
dai colori molto forti (principalmente rosso e verde), tipici della
produzione di Rossi. La ripresa dell’edilizia anteguerra, l’antica
struttura particellare e l'altezza di gronda corrispondeva alle
richieste dell’allora assessore Stimman inerenti la "kritische
Rekonstruktion". Le facciate, sia esterne che sulle corti,
presentano riferimenti tipologici che vanno dall’edilizia di età guglielmina alle forme del Razionalismo italiano e alle citazioni
rinascimentali. La compresenza di stili storici e moderni, i dettagli particolarmente curati, gli infissi, le cornici, il bugnato
cinquecentesco evidenziano la visione postmoderna di Rossi, combinata con l’uso di elementi in ferro, vetro e altri materiali
della moderna tecnologia. I corpi di fabbrica interni creano quattro corti, concepite sia come luogo di vita interna (in
particolare la grande corte alberata) sia come elemento di passaggio pubblico da un lato all’altro dell’isolato, con l’obiettivo
di aprire l’architettura alla città. I prospetti, i tetti mansardati, l’ampio campionario di finestre, le torrette, le variegate forme
delle coperture e, soprattutto, le proporzioni generali, evidenziano i forti legami con l’edilizia berlinese premoderna. Lungo
la Schützenstraße sono stati restaurati e integrati anche i due frammenti edilizi posti sotto tutela, tra cui una vecchia casa
d’affitto di età guglielmina in stile neorinascimentale. Come pendant di questa facciata, sempre sulla stessa via, l'architetto
ha ricoperto l’altro frammento superstite dell’antico isolato, con la copia fedele di tre campate della facciata sul cortile di
Palazzo Farnese, commissionato a Roma nel 1514 ad Antonio da Sangallo il Giovane e concluso da Michelangelo nel
1546. Nei quattro lati del blocco edilizio sono presenti molte facciate, ma in realtà sono sei diversi disegni che,
alternativamente e con poche modifiche, si ripetono lungo tutto il perimetro, in modo da ottenere un certo equilibrio
compositivo. Tutto ciò doveva doveva dare l'impressione che l’isolato si fosse sviluppato in epoche e modi diversi. Dietro
le facciate, le singole particelle sono funzionalmente collegate fra loro; i piani hanno tutti la stessa altezza, in modo che gli
spazi interni possano svilupparsi in modo continuo anche dietro a più facciate. Inoltre le singole unità sono internamente
trasformabili, in modo che possano essere unite o ulteriormente suddivise a seconda delle esigenze degli utenti.
L’intervento non ha però funzionato come previsto, in quanto già dalla fine degli anni Novanta gli edifici residenziali sono
stati gradualmente convertiti in alberghi e in pensioni. Oggi solo una unità edilizia è adibita a residenza; il resto è occupato
da uffici e unità commerciali. Interessante confrontare questo prospetto con l’intervento che Rossi realizzò 10 anni dopo,
l’Isolato sulla Schuetzenstrasse(1992-97) dove l’architetto tenta di imitare la sommatoria nel tempo di diversi interventi,
usando colori vivaci come in una scenografia teatrale, sottolinea il carattere spontaneo della crescita storica di un isolato
urbano. Diventato famoso Rossi riceve commissioni in tutto il mondo: il Giappone realizza
Hotel il Palazzo a Fukuoka (1987-89) edificio alieno rispetto al tessuto urbano giapponese
l’
che presenta un prospetto cieco con colonne, tratto dalla tradizione dei palazzi italiani.
L’aspetto più importante di questo complesso è soprattutto la sua collocazione. Il nuovo
edificio collega la parte commerciale della città con un’area di ricreazione e svago e segna
l’inizio dello sviluppo di questa parte di città. Il progetto dell’albergo potrebbe, con la sua
architettura, dare un’immagine diversa al piano generale proprio per la sua posizione
cardine e per il suo rapporto con il fiume. L’albergo si erge in arretramento su un basamento
che conforma la piazza. All’interno del basamento si trova un ingresso centrale, La galleria,
che distribuisce bar, discoteca e ristorante La piazzetta e si collega con le scale e ascensori
alla lobby dell’albergo. L’entrata principale dell’albergo avviene dalla piazza, che, come in
molte città italiane, è parte dell’architettura dell’edificio. Dalla piazza è possibile guardare
la facciata dell’edificio e le rive del fiume. L’architettura, come nei tempi antichi, è il punto
di riferimento per i cittadini e i turisti che vengono per ammirare e osservare la bellezza
dell’edificio. L’interno risulta più funzionale e regolare. Questo gioco con gli elementi della
Ristrutturazione
tradizione riassemblati in una sorta di scenografia, si ritrova anche nella
del Teatro Carlo Felice di Genova(1983-89), Il teatro
Carlo Felice è il principale teatro genovese ed uno dei
più noti in Italia. Nel 1981 fu bandito un altro concorso-
appalto a due fasi. Il concorso si concluse nel 1984 e
fu vinto dalla ditta Mario Valle s.p.a. di Arenzano, con
il progetto degli architetti Aldo Rossi, Ignazio Gardella,
Fabio Reinhart. Il progetto prevedeva, come imposto
dal bando di gara:
-il mantenimento del pronao dorico e del portico in
pietra di promontorio, decorato con i bassorilievi
originali;
- la trasformazione in piazza coperta della zona dietro
al pornaio (dove era posizionato il foyer del vecchio
teatro). Tale spazio sarebbe dovuto essere il punto di
continuità viaria tra la Piazza De Ferrari e la retrostante Galleria Mazzini.
Inoltre, il progetto proponeva la ricostruzione, quasi letterale, del volume esterno prospiciente la piazza, mentre ipotizzava
una immensa torre, quasi il doppio del volume barabiniano, nel lato posteriore. qui Rossi gioca con l’equivoco e la
provocazione, trasformando le balconate in facciate di palazzi che si affacciano sulla piazza della platea. Inoltre inserisce
una torre scenica, tratta da un progetto di Loos per Vienna, e un cono all’ingresso che rimanda alle forme di Baullè. Nel
,
Museo a Maastricht
in Olanda, (1990-94)
ritorna il montaggio di
pezzi semplici, al
centro inserisce una
cupola originale,
rivestita in metallo,
centro propulsore
dell’intero progetto. Il
Bonnefantenmuseum
(o 'Museo
Bonnefanten') è un
museo d'arte antica e
contemporanea,
situato a Maastricht. Il
progetto non presenta un’immagine univoca, bensì più immagini che alludono e rimandano ad architetture, pezzi di città
visti o studiati. Il progetto rientra in un più vasto intervento a scala urbana per un’ex area industriale che ancora denomina
il quartiere:Ceramique.
GIORGIO GRASSI e: Ha studiato architettura presso il Politecnico di Milano dove si è laureato nel 1960. Dal 1961 al 1964
ha lavorato per la rivista Casabella-continuità diretta da Ernesto Nathan Rogers (insieme ad Aldo Rossi, Vittorio Gregotti,
Gae Aulenti tra gli altri). Dal 1965 inizia la propria attività didattica a Pescara e poi presso varie università come l'Escuela
Técnica Superior di Valencia o i Politecnici federali di Losanna e Zurigo. Dal 1977 diventa professore ordinario di
Composizione Architettonica presso la facoltà di architettura del Politecnico di Milano. È Membro d'onore del Bund
Deutscher Architekten e della Internationale Bauakademie di Berlino. In questo contesto culturale gli studi di Giorgio Grassi
s'inseriscono parallelamente a quelli di Aldo Rossi (uniti per diversi anni dal lavoro a da studi comuni) nella ricerca analitica
dei caratteri fondanti dell'architettura, attraverso la costruzione di una genealogia dell'architettura stessa con lo studio di
manuali e trattati storici . ANTONIO MONESTIROLI, nato a Milano nel 1940, si è laureato in architettura al Politecnico di
Milano nel 1965 con Franco Albini. Inizia la professione con Paolo Rizzatto che diventerà uno dei più importanti designer
italiani. Dal 1968 al 1972 è stato assistente e collaboratore di Aldo Rossi. Dal 1970 ha insegnato Composizione
architettonica alla facoltà di Architettura del Politecnico di Milano e dal 1997 alla facoltà di Architettura Civile. Ha insegnato
alla Facoltà di Architettura dell'Università "G. d'Annunzio" di Chieti/Pescara e allo all'Istituto Universitario di Architettura di
Venezia (IUAV). Nel 1979 è stato Visiting Professor alla Syracuse University a New York, nel 2004 al Dipartimento di
Architettura della Delft University of Techology. Dal 1988 al 1994 è stato Direttore del Dipartimento di Progettazione
dell'Architettura del Politecnico di Milano. Dal 1987 è membro del Collegio dei docenti del Dottorato di Ricerca in
Composizione architettonica con sede allo IUAV di Venezia. Dal 2000 al 2008 &eg