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L’INTEGRAZIONE DELL’EFFICIENZA EXERGETICA NELL’ANALISI COSTI

BENEFICI DELLE POLITICHE DEI TRASPORTI

SOMMARIO Obiettivo del presente lavoro è quello di presentare un diverso approccio analitico per

l’integrazione delle esternalità ambientali all’interno dell’Analisi Costi Benefici (ACB) del Sistema

Trasporti. L’approccio è basato su un’integrazione disciplinare tra Economia e Termodinamica che

vede l’uso degli indicatori exergetici come fattori di correzione del valore attuale netto (VAN)

applicato a diverse scelte strategiche inerenti il trasporto merci ed il trasporto passeggeri.

L’approccio ha avuto una prima applicazione empirica nella valutazione delle politiche di sviluppo

del sistema dei trasporti su rotaia del sistema senese; sono stati analizzati i diversi scenari a

disposizione della pubblica amministrazione arrivando a definire il rendimento exergetico di

ognuno di essi. Il valore d’uso del bene è riconducibile ai consumi energetici sostenuti nell’intera

filiera del sistema trasporti ai quali corrispondono specifici valori di mercato. La valutazione finale

è stata eseguita modificando il VAN delle singole ipotesi progettuali sulla base del rispettivo

rendimento exergetico (valore d’uso delle perdite).

Il lavoro svolto si è focalizzato su due problemi: internalizzare un’esternalità ambientale per mezzo

di un indicatore termodinamico all’interno di una metodologia economica, e l’uso del VAN come

strumento di scelta tra diversi progetti di investimento. Il metodo proposto consente di non limitare

le valutazioni alla sola ottica economica, permettendo di inserire gli investimenti in una prospettiva

di sostenibilità che non danneggi il profitto dell’investimento e nello stesso tempo riduca l’impatto

ambientale. Il metodo fornisce, inoltre, un ulteriore criterio di valutazione per il decisore pubblico.

Così come tale è il discorso sui rifiuti. Che non sono finiti nel momento che diventano rifiuti,

piuttosto iniziano una vita di riciclo o distruzione a cui serve energia, spazio e inquinamento.

George Ritzer

Ritzer ha adottato una prospettiva di analisi che è in larga parte influenzata dal lavoro teorico

sviluppato da Max Weber. Parla di Mcdonaldizzazione della società volendo indicare l'adozione nei

paesi avanzati da parte delle più importanti istituzioni sociali (scuola, sport, politica, religione...) di

quel principio di razionalizzazione e standardizzazione nella gestione delle risorse umane ed

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economiche che la McDonald's adotta quotidianamente nella sua offerta di servizi al consumatore e

nella sua organizzazione del lavoro. Ma si tratta di un principio che Weber aveva ritrovato anche

alla base del funzionamento della società del suo tempo e, in particolare, alla base del

funzionamento della burocrazia e di quella rigida organizzazione dei comportamenti degli individui

che la sua applicazione comporta. Si trattava però di un principio adeguato alla società industriale e

capitalistica che andava sviluppandosi con grande forza proprio in quei primi decenni del

Novecento in cui operava il grande sociologo tedesco. Ritzer invece l'ha applicato alle

contemporanee società ipermoderne, sostenendo che il funzionamento di queste ultime è simile a

quello della McDonald's, azienda che ha scelto come esemplare ma che avrebbe potuto essere

sostituita da molte altre. McDonald's opera infatti attraverso un impiego sapiente di quattro variabili

che vengono applicate in eguale misura ai clienti e ai dipendenti:

− Efficienza: cioè la capacità di offrire un metodo ottimale per soddisfare l'appetito dei clienti

attraverso un'efficace organizzazione delle mansioni lavorative dei dipendenti, ovvero una

catena di montaggio estremamente precisa e veloce che comporta per ogni operazione

effettuata una specificazione e una misurazione anche dei più minimi dettagli

− Calcolabilità: elevata attenzione agli aspetti quantitativi del prodotto venduto, la quale può

far pensare che, in qualche misura, la qualità per McDonald's tende a identificarsi con la

quantità;

− Prevedibilità: garanzia per il consumatore che i prodotti e i servizi offerti consentono di

ottenere quel piacere che è insito nella rassicurante mancanza di sorprese, perché saranno

sempre gli stessi ovunque; la prevedibilità riguarda anche la programmazione dei

comportamenti dei dipendenti al fine di migliorare la lor efficienza;

− Controllo: i clienti del ristorante fast food sono soggetti a controlli, sebbene di solito in

modo poco evidente. Le file, la limitatezza del menu e le scarse possibilità di scelta, le sedie

scomode, tutto porta a fare quel che i gestori desiderano: consumare in fretta e andarsene;

ma il controllo riguarda anche i dipendenti; vengono addestrati a compiere un numero molto

limitato di interventi, ed esattamente nel modo prescritto.

Ritzer ha inoltre sostenuto che esiste una quinta variabile: l'irrazionalità della razionalità: per

quanto riguarda il modello del fast food, ciò si traduce in problemi come la disumanizzazione del

lavoro svolto dai dipendenti o l'inquinamento dell'ambiente. Nelle società capitalistiche è presente

infatti, dagli anni Ottanta in poi, un orientamento dei consumatori verso scelte sempre più

personalizzate che consentono al singolo di esprimere la propria personalità e le proprie esigenze.

Pertanto anche la McDonald's è costretta a raggiungere un compromesso con le scelte individuali e

con le specificità delle diverse culture. A Pechino, Seul e Taipei ad esempio i ristoranti McDonald's

dono diventati per i loro clienti luoghi di divertimento e riposo dallo stress della vita moderna,

mentre a Hong Kong gli studenti vi passano molte ore a studiare e chiacchierare, trasformandoli in

qualcosa di simile ai circoli giovanili e facendogli pertanto perdere il loro significato di ristoranti

fast food, il quale rimane associato soltanto ai tempi veloci con cui il cibo viene erogato ai clienti.

Ritzer ha inoltre sentito la necessità di ammorbidire la sua posizione, arrivando ad esempio ad

ammettere che la mcdonaldizzazione non è un processo così omogeneo come normalmente si ritine,

in quanto comprende numerose varianti e delle declinazioni di tipo soggettivo.

Alan Aldridge ha sostenuto che all'interno del concetto di irrazionalità della razionalità di Ritzer

vanno distinti tre specifici aspetti: l'illusione, la esternalità e la deumanizzazione.

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L'illusione si applica a due variabili: l'efficienza e la calcolabilità. Lo stesso Ritzer d'altronde

ammette che la velocità del servizio è ottenuta da McDonald's solamente a costo di scaricare sui

clienti una parte del lavoro (stare in coda, pagare immediatamente, prendere i tovaglioli e la

cannuccia, trovare un tavolo, portare il vassoio al tavolo, eliminare gli avanzi dopo aver mangiato

ecc... E' però un'illusione anche la calcolabilità: non soltanto perché la qualità viene trasformata da

McDonald's in quantità, ma anche perché la qualità inganna, in quanto le analisi nutrizionali

mostrano che alcuni dei prodotti di McDonald's contengono meno di quello che viene dichiarato.

Per quanto riguarda l'esternalità si fa riferimento ai processo di trasferimento all'esterno dei costi

aziendali interni. Le imprese come McDonald's sono infatti abili nello scaricare all'esterno i propri

costi. Per esempio, come si è detto, fanno lavorare i clienti. Oppure scaricano i costi sull'ambiente

naturale, il che produce delle conseguenze sui tassi di inquinamento e quindi, ancora una volta, sui

clienti.

La deumanizzazione che subiscono i dipendenti di aziende come la McDonald's, i quali reagiscono

comportandosi con una scarsa efficienza durante il lavoro. Ma anche per i clienti il pranzo è

deumanizzato e ridotto ad una pura funzionalità. Sia il gruppo dei dipendenti che quello dei clienti

sono inoltre diassuasi dal tentare di sviluppare delle relazioni personale al proprio interno.

Nel volume La religione dei consumi Ritzer ha ripreso un altro concetto da Weber: quello di

disincantamento del mondo, che si produrrebbe per effetto del processo di crescente

razionalizzazione in corso nella società. Ha però sostenuto che tutti i sistemi razionalizzati,

nonostante portino al disincanto, contribuiscono, paradossalmente, a creare anche nuove forme di

fascinazione. E questa è una capacità che è propria soprattutto dei nuovi luoghi di consumo come ad

esempio i centri commerciali. Tali luoghi hanno un carattere religioso di tipo magico, a volte sacro,

per tante persone e avvertono l'esigenza di offrire, o almeno danno l'impressione di offrire, un

numero sempre maggiore di scenari magici, fantastici e incantati in cui fare gli acquisti. A fianco

del disincantamento prodotto dalla razionalizzazione, sarebbe dunque in fase di sviluppo oggi nelle

società più avanzate anche un processo di reincantamento del mondo, grazie soprattutto al ruolo

esercitato dal consumo. Il consumo come una religione e i luoghi di consumo come delle

cattedrali. Non è un caso che per Ritzer i luoghi del consumo contemporanei siano anche

caratterizzati da una perdita del senso del tempo, uno stato di sospensione nel quale il tempo, a

differenza che nel resto della vita, sembra non avere molta importanza. I casinò di Las Vegas sono

per Ritzer un perfetto esempio di questo fenomeno.

Ciò che nei luoghi del consumo si tenderebbe ad ottenere, secondo Ritzer, è un effetto di

disorientamento del consumatore, che perde il senso del tempo e ogni legame con la realtà sociale,

diventa vulnerabile e finisce per acquistare prodotti di cui non ha realmente bisogno e spesso non si

può nemmeno permettere indebitandosi sempre più. Sarà più facile disorientare ulteriormente in

particolare riguardo al denaro, consumatori già disorientati rispetto al tempo. Tale visione però deve

essere oggi superata. Se è vero infatti che come sostiene Ritzer luoghi come i centri commerciali

sono in grado di produrre nel consumatore un effetto di disorientamento, è anche vero che il

consumatore a sua volta conserva comunque un'autonomia decisionale; quella del gestore del luogo

di consumo è una precisa strategia tesa a far perdere la nozione del tempo al consumatore, ma

questi, a sua volta, contrappone ad essa una sua specifica strategia. Il risultato finale deriva dunque

da un complesso processo di contraddizione tra le due strategie che vengono attivate da parte dei

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due soggetti in gioco. Gli individui nei luoghi del consumo sviluppano e gestiscono attivamente

la propria identità sociale. Oggi sono infat

Dettagli
A.A. 2014-2015
11 pagine
2 download
SSD Scienze politiche e sociali SPS/08 Sociologia dei processi culturali e comunicativi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher alessandro.lora-1993 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia dei consumi e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Padovan Dario.