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HOMO CONSUMENS

Introduzione Bauman,

I temi tracciati dal libro sono due: il primo, quello di critica sociale, difatti, sostiene che quella di consumo che lui chiama modernità liquida è segnata dalla centralità dell'agire piuttosto che di lavoro, dall'agire ma l'autore, non legge questa evoluzione in maniera positiva ed inoltre definisce consumens che l'homo è onnivoro e dunque condannato all'infelicità; il secondo tema è legato al fatto che le scienze sociali hanno il compito di individuare le piste su cui lavorare per ridurre i problemi sociali. Il contributo che propone è quello del tema dell'agire morale (atto libero).

Capitolo primo. Mode volatili - L'irresistibile impulso a consumare a e trasformarsi dozzina di look essenziali per anticipare le mode

In una rivista di moda del 2005 venivano proposti "una del branco" si tratta di una promessa meditata con cura, un messaggio che affrontava tutte le preoccupazioni,

Le ansie e le esigenze alimentate della società dei consumatori. La frase "modebranco" rimanda in particolare al proprio gruppo di riferimento, degli altri che contano, di cui l'approvazione dipende il successo o il fallimento. Si ricorda, che in una società di consumatori, in cui i mercatolegami umani passano per il dei beni di consumo, il senso di appartenenza non si ottiene eseguendo le procedure stabilite e sanzionate dalle mode del branco a cui uno aspira, ma tramite l'identificazione dell'aspirante con il branco stesso; il processo di auto-identificazione dipende dai tribù postmoderne, Ma esoli, segnali di appartenenza. Nelle come vengono definite da le figure emblematiche e i loro segnali di identificazione rimpiazzano i totem delle tribù originarie. Essere in anticipo, nell'ostentare i segni delle figure emblematiche è l'unico modo sicuro per convincersi del fatto che il branco prescelto ci riconoscerebbe e ci accetterebbe.

Rimanere in anticipo è un modo per essere sicuri che il proprio desiderio di appartenere duri per tutto il tempo desiderato, inoltre, questa idea porta con sé una chance di sicurezza cui la vita di oggi ci priva in modo evidente e sofferto.

L'idea di anticipare le mode rispecchia la promessa di un grande apprezzamento e di una domanda di usa da parte del mercato. Questo viene tradotto in certezza del riconoscimento, dell'approvazione e di inclusione. L'idea di continuare ad anticipare rappresenta invece una saggia precauzione, onde non dimenticarsi che prima o poi gli emblemi di appartenenza con cui oggi ci identifichiamo andranno fuori mercato, rimpiazzati dai più nuovi. Si previene così il rischio di perdersi per strada, il senso di scontento e l'esclusione.

Inoltre, il messaggio che ci arriva riporta sempre una data di scadenza, e questo è un aspetto che si accorda bene con la visione del tempo del fatta di istanti e di nuovi inizi.

Ne derivadunque un duplice risvolto positivo: si è al contempo aggiornati e al riparo dal rischio di rimanere indietro in futuro. Questo messaggio implica però anche un assunto importante: il fatto che non durerà per sempre; quale che sia la garanzia che si acquista, sarà necessario rinnovarla. In terzo luogo, giacché l'offerta di quella guida della moda non comprende un look soltanto, ma una mezza dozzina, si è veramente liberi e si può scegliere un look che si predilige. Ma la scelta in quanto tale non è in discussione, dato che è esattamente ciò che si deve fare e che non si può non fare, se non si vuole rischiare l'esclusione. Quello che importa è che la responsabilità delle scelte è tutta nostra e non potrebbe essere altrimenti: è possibile scegliere delle opzioni diverse, ma non è possibile fare ameno di scegliere. Rimane dunque il fatto che

“libertà” e “scelta”, nella cultura del consumatore, sono sinonimi. La cosa più importante è non perdere mai il momento giusto per intervenire, se non ci si vuole trovare in ritardo rispetto alle mode del branco. Nel suo studio sugli stravolgimenti che si producono nella percezione ed esperienza del tempo, Aubert sottolinea il ruolo centrale dello stato di emergenza e il senso di urgenza che tale stato dovrebbe ondere; nella società attuale, soddisfano tutta una serie di esigenze esistenziali che in altri tipi di società tenderebbero ad essere soppresse o trascurate o sarebbero realizzate attraverso stratagemmi del tutto diversi. I nuovi espedienti, forniscono agli individui e alle istituzioni un senso di sollievo illusorio. Una delle illusioni principali è quella generata dalla condensazione momentanea di forme d’energia altrimenti disperse, provocata dai segnali d’allerta. Questi individui si cullano

Nell'illusione di poter conquistare il tempo. Oggi, la sofferenza umana tende a scaturire dalla sovrabbondanza di possibilità, piuttosto che da un eccesso di divieti (come in passato) e se l'opposizione tra il possibile e l'impossibile è subentrata all'antinomia tra ciò che è consentito e proibito, ci si deve aspettare che la depressione che scaturisce dal timore dell'inadeguatezza si sostituisca alla nevrosi provocata dal timore del senso di colpa, come forma più caratteristica e di uso di sofferenza psichica, fra i cittadini della società dei consumi. Quanto più ci immergiamo nell'urgenza di un compito immediato, tanto più allontaneremo l'angoscia da noi. Né l'apprendimento né l'oblio ci permettono di eludere gli effetti della "tirannia del momento"; dello stato di emergenza incessante. La vita del consumatore è una vita di continuo apprendimento.

eparimenti di rapido oblio. Per ogni "devi" c'è un "non devi", e quale dei due sia l'autentico obbiettivoP a 1 di 9fi agff in fi ff ff ff fiff fi ff ff fi fi fi ff ff ff fi fidel processo di rinnovamento e quale invece non sia che uno strumento accessorio è una questione incerta. In una società abitata da consumatori e in un'epoca di "politiche della vita" l'autentico ciclogustalo e buttalo".economico è quello del "compralo, La vita del consumatore, la vita fatta di consumi, non di riduce all'acquisto e al possesso di qualcosa, e nemmeno si riduce al fatto che ci liberiamo diinqualcosa che abbiamo acquistato in precedenza. Ciò che la contraddistingue veramente è l'essere continuo movimento. WeberSe ha visto giusto, laddove sostena che il principio etico della vita produttiva era la dilatazione della grati cazione, allora il principio etico alla base della vita

delinsoddisfatti.consumatore dovrebbe essere il legittimo sentirsi Per una società che vede nella customer satisfaction la motivazione di fondo e l'obiettivo a cui si mira, l'idea stessa di consumatore soddisfatto è una minaccia. Il "consumatore" rappresenterebbe anche una catastrofe per se stesso. È come se fossimo sempre sospinti in una incessante ricerca di soddisfazione, salvo temere che, una volta soddisfatti, smetteremo di cercare. Con il passare del tempo però, non abbiamo nemmeno più il bisogno di farci sospingere per sentirci in questo modo, si parla di "noia". Gli incubi che consumensperseguitano l'homo sono le cose, animate o non, che minacciano di trattenersi più a lungo del necessario, e di ingombrare la nostra ribalta. Non è la creazione di nuovi bisogni ciò che costituisce la maggiore preoccupazione della società dei consumatori ma, è la sistematica tendenza a minimizzare,

con toni di disprezzo, i bisogni di ieri e più ancora a screditare l'idea stessa che la vita del consumatore debba essere guidata dalla soddisfazione dei bisogni: è tutto questo che mantiene in vita il consumismo e l'economia dei consumi. Essere rinati significa che ogni nascita precedente, insieme con le sue convergenze, è stata di fatto annullata. Ogni nuovo inizio ha l'aspetto rassicurante dell'avvento di qualcosa che si è da sempre sognato, ma di cui prima non si è mai osato fare esperienza. Giacché ogni punto nel tempo dovrebbe essere pieno di potenzialità ancora inesplorate, e ciascuna di queste potenzialità dovrebbe essere unica e originale è impossibile contare il numero delle trasformazioni che ciascuno di noi può attraversare, in quanto è un numero troppo elevato. Alcuni autori, parlano di come spesso siamo stanchi della nostra condizione e cerchiamo vie di fuga, ma una volta attuate.

dopo un po' ne saremo ancora sazi; altri invece de niscono il mondo in cui viviamo come una bancarella di mercato. Il sogno di rendere l'incertezza meno scoraggiante e la felicità più profonda, facendo meno sacri ciò che avvalendosi di un cambio di identità, è un sogno che sta a cuore dell'ossessione dei consumatori per la manipolazione dell'identità. Nel caso della definizione e della costruzione del proprio sé, la cultura consumista vieta qualsiasi punto di arrivo. È proprio l'apparente felicità di eliminare un prodotto o di sostituirlo ciò che lo definisce come prodotto di successo oppure no. Il rimescolamento delle identità, da cui l'inclinazione a scartare quelle costruite in precedenza e a sperimentarne di sempre nuove, è un effetto diretto del vivere di un tempo divisionista, di cui ogni singolo momento è gravido di possibilità inesplorate. Al tempo stesso però

Il rimescolamento delle identità si sta trasformando in un'attività ricercata ed essendo impossibile esaurire il campo infinito delle possibilità è probabile che non diminuiranno mai né l'entusiasmo né l'insoddisfazione per i risultati ancora insufficienti delle esplorazioni già fatte. I limiti tendono a generare risentimento: sono visti come limiti illegittimi. Per la cultura consumista, coloro che si accontentano sono "consumatori Al minaccia di esclusione, o il timore di essere esclusi, incombe anche su quanti sono soddisfatti dell'identità che possiedono e tendono a riconoscersi nell'immagine che gli "altri significativi" hanno di loro. La cultura consumista, invece, racchiude in sé una inestirpabile pressione ad essere qualcun altro. I mercati dei beni di consumo tendono a svalutare le proprie offerte precedenti, per lasciare spazio libero alla domanda pubblica di varietà.

i vecchi modelli e l’adozione di nuove tendenze sono caratteristiche intrinseche di questi mercati. L’innovazione e la creatività sono valori fondamentali per le aziende che operano in questi settori.
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Scienze politiche e sociali SPS/08 Sociologia dei processi culturali e comunicativi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher sara.unicdsc di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia dei consumi e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Gnasso Stefano.
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