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ATTI PERLOCUTORI
effetti da parte del parlante sulle credenze, i sentimenti e le condotte
dell'interlocutore.
La sociolinguistica ha cinque macro oggetti di analisi:
– lingua come varietà linguistiche
– lingua nella societa’
– lingua nella situazione
– lingua nell'interazione verbale e nella comunicazione
– lingua nella conversazione
Come abbiamo visto, la lingua in una società è soggetta a molte variazioni.
In particolare il successo sociale dei membri di una societa’ e il loro accesso a
privilegi sociali dipendono decisamente dalla buona organizzazione del loro uso
linguistico (Bernstein 1958/68). Lo “strato inferiore” e lo “strato medio” usano
varianti molto diverse della medesima lingua storico-naturale, presupponendo che le
differenze nel comportamento linguistico non siano neutrali, ma determinate dai
rapporti sociali vigenti all’interno di ogni strato sociale nonché dalla rispettiva
posizione sociale degli individui. Bernstein (1961) ha dato una spiegazione al fatto
che i bambini che appartengono ad una classe di livello socio-economico basso
presentano uno sviluppo del vocabolario inferiore rispetto a quelli che appartengono
ad un livello sociale più elevato affermando che essi presentano difficoltà perchè
esposti ad un codice linguistico ristretto. Questo autore ha introdotto il concetto di
codice linguisticodistinto in codice ristrettoche viene descritto come un linguaggio
che rimane molto ancorato al contesto, nel quale i significati vengono lasciati
impliciti, i concetti complessi e astratti spesso non sono espressi, grammatica è
semplice e c'è poca organizzazione del discorso, codice elaborato da frasi più lunghe
con una grammatica completa, frasi complesse più ricche di parole e congiunzioni
(quindi si ha più scelta di termini).
Le famiglie che usano un codice ristretto nel proprio linguaggio soffrono di uno
svantaggio socio-culturale, e questo porta a loro più difficoltà nel campo scolastico,
dove si tende ad usare il codice elaborato (per poter fare esercizi di grammatica o di
composizione), quindi la possibilità di avere buon livello di istruzione è in parte
condizionato dalla classe di appartenenza (Bernstein 1961-1971).
Ma proprio la sociolinguistica, che è incentrata sulle “barriere linguistiche” può
contribuire alla soluzione del problema della disuguaglianza sociale, facendo
emergere la richiesta di una educazione compensatoria che permetta una riuscita
sociale nell'ambito scolastico per tutti, attraverso metodi di diminuzione delle barriere
linguistiche.
Labov si contrappone a Bernstein affermando che l'insuccesso o il successo scolastico
sarebbe in correlazione al grado di integrazione dei giovani nel gruppo dei pari: più il
giovane è integrato nel proprio gruppo di pari, meno ha successo a scuola.
Per lingua nella situazione intendiamo quel fenomeno che contiene e collega i
fenomeni contiene e collega i fenomeni linguistici con fenomeni extralinguistici da
un lato relativi al parlante, dall'altro relativi alla situazione fisica e sociale. Il concetto
di situazione si basa sul comportamento linguistico del parlante. La teoria sociologica
su cui si fonda questo approccio è composta dai seguenti concetti fondamentali:
– comportamento
– società
– gruppo
– status
– ruolo
– stato sociale
– posizione sociale
Il concetto di situazione si distingue tra situazioni comportamentali linguistiche ed
extralinguistiche.
Oltre a questo aspetto si inseriscono anche fattori di natura psicologica e situazionale.
questi elementi vanno a costituire inoltre la costellazione del discorso che è l'aspetto
comportamentale extralinguistico in senso stretto.
Che cos’è la comunicazione?
Si puo’ parlare di comunicazione quando:
- si hanno almeno due persone, poiché la comunicazione è un’interazione tra
due o piu’ soggetti;
- essa puo’ essere verbale, paraverbale e non verbale;
- deve esserci sia l’intenzione di voler comunicare qualcosa all’altro, sia la
volonta’ dell’altro di starci ad ascoltare e magari anche di rispondere a cio’
che ho appena detto;
- spesso è caratterizzata da interessi divergenti orientati al raggiungimento di
uno scopo;
- la comunicazione puo’ avvenire anche stando in silenzio, infatti anche solo
con gli occhi o con un cenno della testa posso comunicare con chi mi è vicino;
- nella comunicazione dovrei usare tutti e quattro gli strumenti di
comunicazione e cioè le parole, la voce, il corpo e l’immagine sia
dell’ambiente che mi circonda che della persona con cui parlo;
- c’è cooperazione tra due o più soggetti e viene svolta un’azione sociale
mediante l'uso di un linguaggio, di segni o di comportamenti condivisi che
rispettano regole precise.
C’è comunicazione verbale quando è presente una conversazione, che ha una precisa
sequenzialità, poiché si svolge nel tempo ed ha un inizio, una parte intermedia ed una
fine. A sua volta questa è regolata dalla prospettiva e dalla retrospettiva di ogni
elemento, ovvero l’apertura di un’aspettativa che deve essere confermata o meno al
comparire di un elemento. Abbiamo capito anche che essenziale è il modo in cui i
partecipanti ad una conversazione sono orientati a questo principio sequenziale come
risorsa fondamentale della comprensione e dell’intellegibilità reciproca dei parlanti
mentre comunicano. (F.Giolo 2007).
Ma come avviene la comunicazione?
Il segnale passa da una fonte A (emittente), attraverso un trasmettitore(per esempio la
voce), lungo un canale(per esempio il filo del telefono) a un destinatario B
(ricevente), grazie a un recettore(per esempio l'apparato acustico).
L'emittente (fonte) può trasmettere il messaggio in modi differenti (parole, gesti,
espressioni mimiche...); in ogni caso deve cifrarlosecondo un codice (come la lingua
italiana o l'alfabeto Morse). Il ricevente (destinatario), a sua volta, deve decifrareil
segnale pervenuto, decodificandolo correttamente. La quantità di informazione che
dal ricevente ritorna all'emittente, consentendogli di modificare i suoi messaggi
successivi è detta feedback.
In una comunicazione sono importanti anche gli sguardi, la postura, il movimento
delle mani e del corpo, le espressioni del nostro viso. La persona che ci è davanti
infatti non sempre interpreta e capisce il senso di quello che le abbiamo detto: a chi
non è mai capitato di fare un battuta, per noi inoffensiva e scherzosa ma il nostro
amico la intende in tutt'altro modo prendendola male? E in quel caso tu devi metterti
li a spiegargli che era uno scherzo, che non volevi offenderlo e provi a ridirgliela in
un altro modo. Quando parliamo con qualcun altro, che sia un nostro amico, un
parente, un impiegato in ufficio, un insegnante, o chiunque altro, bisogna stare attenti
a come reagisce e bisogna anche assicurarci che abbia capito e inteso cio' che gli
abbiamo detto, come noi in realta' volevamo farlo intendere. La comprensione del
linguaggio paraverbale, insieme a quella non verbale, è parte integrante del nostro
modo di relazionarci con gli altri e noi la utilizziamo quotidianamente, perlopiù a
livello inconscio, senza rendercene conto, non attribuendole la giusta importanza ma
per esempio il tono, elemento molto importante, è principalmente un indicatore
dell’intenzione e del senso che si da a qualsiasi nostra comunicazione e può
esprimere entusiasmo, disappunto, interesse, noia, coinvolgimento, apatia,
apprezzamento o disgusto ed ancora più importante è saper adattare il nostro ritmo
comunicativo a quello dell’interlocutore, poiché grazie a questo possiamo creare
immediata empatia, anche con uno sconosciuto.
L'approfondimento sugli aspetti paraverbali e non verbali di una comunicazione sono
molto utili, soprattutto perchè riguardano un aspetto del linguaggio che spesso noi
tendiamo a dare per scontato e a non considerare molto quando parliamo. Il
linguaggio paraverbale in una comunicazione non va sottovalutato, poiché esso incide
molto su ciò che vogliamo dire. Per mezzo del tono di voce infatti, inviamo una serie
di segnali al nostro interlocutore (anche senza volerlo) e allo stesso modo siamo in
grado ad esempio di capire con grande facilità se stiamo parlando con una persona
forte e sicura di sé, oppure fragile caratterialmente, anche solo dal modo in cui ci
parla. Manifestare la stessa opinione può essere fatto da due persone con effetti del
tutto diversi.
Essi sono quindi aspetti importanti e utili da conoscere in certi ambiti, soprattutto
professionali ma anche nella vita quotidiana, non meno del linguaggio verbale anzi,
addirittura di più poiché è difficile che il corpo o la voce dissimulino la verità, la
quale è facilmente riscontrabile guardando ad esempio i gesti, le movenze, il timbro
della voce del nostro interlocutore, e questo ci fa capire che non è tanto importante la
parola in sé, ma piuttosto il modo in cui essa viene detta. .
Durante il corso abbiamo affrontato anche il concetto di adulto nella mobilità.
Il concetto di adulto in mobilità fa riferimento allo straniero che migra in un altro
paese o per motivi di lavoro o per motivi di studio.
La mobilita’è un importante fattore per la societa’ perché con essa l’uomo si
arricchisce culturalmente, ma anche linguisticamente. L’adulto in mobilita’ è una
ricchezza sia per chi si sposta quindi per lo straniero, ma anche per il paese che
“ospita” lo straniero, poiché entrambi imparano qualcosa l’uno dall’altro in un
rapporto reciproco di dare/ricevere.
L’adulto che va all’estero dovrebbe essere accolto, ma anche accettato dal paese in
cui si sposta, con adeguati servizi che siano in grado di inserirlo correttamente nel
contesto in cui si trova in quel momento e che siano in grado di istaurare un rapporto
comunicativo con esso.
Nel libro di Fele Giolo “L’analisi della conversazione” ci sono tre concetti importanti:
1. repair;
2. presa del turno;
3. organizzazione delle azioni e organizzazione delle sequenze di azioni.
Per repair in italiano intendiamo la riparazione, cioè quel meccanismo che entra in
atto nel momento in cui, durante una conversazione, uno dei partecipanti sbaglia a
dire una parola o mal comprende un concetto.
La riparazione è infatti una categoria piu’ ampia e generale di quella di correzione,
che ha a che fare con gli aspetti piu’ specificat