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SOCIOLINGUISTICA ITALIANA 2023 GRETA GIRARDI
Italiano regionale e sostrato dialettale
Il sottofondo dialettale, sempre latente – anche se il dialetto è ormai fortemente insidiato, specie nella
pratica quotidiana delle grandi città – ha reagito ovunque determinando una varia coloritura dell’italiano
che possiamo definire regionale e che corrisponde sostanzialmente alle aree (…) dell’Italia dialettale
(Pellegrini, 1962).
Italiano regionale come varietà di lingua
• Dal concetto di variabile sociolinguistica al concetto di varietà della lingua.
→ →
Variabile variante varietà
Varietà linguistica: italiano regionale, varianti in esclusiva co-occorrenza diatopica
1. Italiano di Firenze
Fonetica:
vediamo tre foni consonanti sordi che prevedono ostruzione totale del canale (OCCLUSIVE): k, t, p.
-k- è occlusiva velare, -t- è dentale e -p- è bilabiale →
-k-, -t-, -p- > -h-, -θ-, -ɸ- [ai ha'ϕiθo] (hai capito) spirantizzazione
I due foni sono AFFRICATE palatali; la prima è sorda e la seconda è sonora
→
-ʧ- , -ʤ- > -ʃ- , -ʒ- [la ʃil'jɛʒa] (la ciliegia)
Lessico: Geosinonimi (sciocco (scarso di sale); pigiare; …)
Morfologia: oggi si cena [si ʃena] fuori (modalità impersonale: al posto di mangiamo)
Fonetica + sintassi: raddoppiamento (di consonante) fonosintattico (è vvero / a ccasa) (quando
preceduta da vocale accentata)
2. Italiano di Milano
Fonetica
-s- > -z- ˈkaza ko'zi noˈjozo
ts- > dz- ˈʣampa / ˈʣuk(:)ero / ˈʣio
/e/ > e ˈpjero / ˈʣero /ˈbene
/e/ > ɛ ˈfrɛt(:)a / ˈnɛb(:)ja / ˈfrɛd(:)o (quando “e” è in confine sillabico: sillaba chiusa e viceversa
→ sillaba chiusa = vocale aperta e viceversa) perˈkɛ
→davanti
“eccezione”: ˈsempre ad una consonante nasale (m) la “e” è sempre chiusa
Debolezza delle consonanti intense e di quelle che altrove sono intense: ɲ ʃ λ
→
ˈsoɲo ˈpeʃe ˈfiλo gruppi palatali (sogno, pesce, figlio)
no raddoppiamento fonosintattico a casa è vero
Morfologia: non viene usato il passato remote, solo passato prossimo
Lessico: geosinonimi (insipido; schiacciare; …)
SOCIOLINGUISTICA ITALIANA 2023 GRETA GIRARDI
3. Italiano di (de) Roma
Fonetica
Sonorizzazione -k- -p- -t- ai gaˈbido (hai capito)
Insonorizzazione delle occlusive: C+s > C+ʦ ˈpolʦo / ˈpɛnʦo / ˈskarʦo / inˈʦom:a
-b- / -ʤ- > -b:- / -ʤ:- inkreˈdib:ile ; ˈaʤ:ile la ˈb:orʦa ; la ˈʤ:ɛnte
-λ- > -j- moje ; mɛjo
distribuzione e / ɔ ˈʧentro ˈlet:era ˈdɔpo koˈl ɔn:a
me / se / te ‘mi / si / ti’ me svejo / se sveja / te digo ‘ti dico’
Lessico: geosinonimi (sciapo; un pulsante se preme; mo vengo)
Lessico + sintassi: «ci sta un amico mio che è dottore»
Morfologia: stare a + infinito pro gerundio (sta a piove ‘sta piovendo’)
Italiano regionale e sostrato dialettale
Il sottofondo dialettale, sempre latente – anche se il dialetto è ormai fortemente insidiato, specie nella
pratica quotidiana delle grandi città – ha reagito ovunque determinando una varia coloritura dell’italiano
che possiamo definire regionale e che corrisponde sostanzialmente alle aree (…) dell’Italia dialettale
(Pellegrini, 1962).
L’italiano è interferito dal dialetto. I dialetti reagiscono all’italiano.
l’indagine Rüegg 1956 e la geo-sinonimia
Modalità d’indagine: questionario postale Campionamento: 55 province italiane / 124 parlanti
Questionario: 242 oggetti e momenti della vita quotidiana Consegna: rispondere in italiano
Tendenza di fondo: estrema proliferazione lessicale
RISULTATI DELL’INDAGINE:
• ‘rigovernare le stoviglie’: lavare i piatti 52/106; fare i piatti (19/44); rigovernare (10/17 spec.
Tosc); fare la cucina (5/7 spec. S)
• (il brodo o la minestra si mangia nella) ‘scodella’: piatto fondo (43/67); fondina (23/40, Nord);
scodella (17/34 spec. Tosc. e C.), piatto cupo (12/16 spec. Sud)
• per gli impianti sanitari viene il ‘trombaio’: idraulico (quasi passim?); trombaio (4/8 spec. FI);
fontaniere (4/5 BO PG NA SA)
Per prendere il brodo dalla pentola si usa il:
mestolo (39 / 81, anche mescolo); coppino (18/31 RM > PA); ramaiolo / romaiolo (13/23 spec. Tosc);
cucchiaione (8/9), sgommarello/sgommarolo (3/5 spec. RM)
‘Che sa poco di sale’:
insipido (38/73); scipito (18/26); sciocco (12/19 spec. Tosc); sciapo (10/16 spec. AN > PE); sciapito (12/14);
dolce di sale (12/13); dolce (11/12); insulso (4/4)
SOCIOLINGUISTICA ITALIANA 2023 GRETA GIRARDI
• ‘marinare la scuola’
marinare (36/57); salare (17/18); far filone (9/14 AQ > CS); bigiare (5/13 Lomb); far forca (4/8 spec. FI),
bruciare (4/6 VE, PD, BS, RA); segare, far sega (4/6 spec. RM); bucare (3/5 TO, LU, PI); (1/3); far Sicilia (2/2)
La geosinonimia oggi (da Nesi-Poggi Salani 2013)
• scarso di sale’:
TO: insipido 6, sciapo 6
MI: insipido 9
FI: sciocco 10
RM: sciapo 11
CT: liscio 5 (insipido 4);
AQ: ’nzipido 5
• 'mestolo':
TO: mèstolo 12
MI: mèstolo 11
FI: romaiolo 11
RM: méstolo 5, mèstolo 3, sgommarèllo 4
AQ: coppino 4
→
‘il giorno prima di ieri’ centro: ieri l’altro, l’altro ieri; sud: avantieri
→
‘il giorno successivo a domani’ dopodomani
→
‘in questo momento’ mo al sud
→
‘sono le 15,40’ toscana: venti alle quattro; sud: quattro meno dieci
→
‘straccio‘ (per passare in terra / per spolverare) toscana: cencio
Varietà della lingua: l’”italiano regionale”
Quando si parla di italiano regionale ci si riferisce innanzitutto all’oralità (…). In realtà si può affermare che
l’italiano regionale è concretamente il nostro corrente italiano parlato e che della sua vitalità si trovano poi
le tracce anche nella pagina scritta (Poggi Salani, 2010).
Come intendere la regionalità
1. (Poggi Salani 2010)
Si intende per italiano regionale un italiano che vari su base geografica. È bene chiarire subito che
in questo caso con l’aggettivo regionale non ci si riferisce propriamente alle regioni amministrative,
ma a regioni linguistiche di varia estensione, e che quindi regionale vale «di una certa zona» ed
equivale a locale. In questo quadro si collocano dunque le tante forme della nostra lingua che
qualifichiamo con qualche determinazione geografica, l’italiano di Torino o di Catania, di una
qualsiasi piccola città o invece di una più vasta area (con le sue similarità e variazioni interne).
SOCIOLINGUISTICA ITALIANA 2023 GRETA GIRARDI
La regionalità tratto distintivo del parlato italiano
2. (Poggi Salani 2010)
le varietà regionali (o diatopiche) dell’italiano costituiscono l’aspetto più appariscente della
variazione nazionale, rispetto alle altre varietà di lingua (socioculturali, o diastratiche; situazionali, o
diafasiche). Si dirà anzi che la variazione su base geografica, che pur appartiene in genere a ogni
lingua, è caratteristica spiccata ed essenziale dell’italiano.
Pervasività della diatopia
Con la denominazione italiano regionale si coglie (…) l’ampia gamma di fenomeni compresa fra l’italiano
della tradizione letteraria e il dialetto; e si mette in rilievo che in Italia la prima fonte di diversificazione
degli usi linguistici è quella legata alla diversificazione geografica, lungo l’asse diatopico (Berruto, 1987).
Nel 1987 costruisce l’architettura dell’italiano contemporaneo.
→
La dimensione diatopica L’interferenza del dialetto nell’italiano parlato
L’italiano parlato è sempre regionale (caratterizzazione diatopica come informazione involontaria).
“l’elemento regionale (…) dell’italiano è normalmente più accentuato a livello popolare” (Poggi Salani,
2010). “la forte misura del regionalismo in Italia è chiara conseguenza della storia ancora breve dell’italiano
come lingua effettivamente d’uso da parte della generalità della popolazione” (Poggi Salani,2010).
→
Geosinonimia Manzoni e l’Italia postunitaria
[S]upponete che, per uno strano miracolo, tutti questi che chiamate dialetti cessassero tutt’a un tratto
d’esistere; che dimenticassimo ognuno il nostro, e ci trovassimo ridotti a quella che chiamate la lingua
comune. Come s’andrebbe avanti? Come vi pare che potremmo intenderci, non dico tutti insieme,
napoletani, milanesi, romani, genovesi, bergamaschi, bolognesi, piemontesi, e via discorrendo; ma in una
città, in un crocchio, in una famiglia? / Quante cose […] quanti accidenti giornalieri, quante operazioni
abituali, quanti sentimenti comuni, inevitabili, quanti oggetti materiali, sia dell’arte, sia della natura,
rimarrebbero senza nome! […] Sapreste voi altri stendere in termini italiani nel vostro senso, cioè comuni di
fatto a tutta l’Italia, l’inventario di ciò che avete nelle vostre case? Di grazia insegnatemi il come, perché io
non lo conosco.
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Manzoni: l’italiano non è una lingua “vera” →
1. Il problema: “divorzio” tra lingua parlata e scritta “in Italia c’è una tale differenza tra lingua
parlata e lingua scritta, che questa può definirsi una lingua morta.”
→
2. La lingua scritta è morta perché non è vera lingua “ciò che costituisce una lingua, non è
l’appartenere a una estensione maggiore o minore di paese, ma l’essere una quantità di vocaboli
adeguata agli usi d’una società effettiva e intera.”
“Cosa diamine vorrebbe dire una lingua comune a tutta l’Italia, e nella quale un dotto italiano non sapesse
nominare tante cose che gli occorre nominare continuamente?”
La formazione della “lingua comune” nell’Italia del 1500:
un processo di standardizzazione linguistica
→
Selezione fra le varietà che si hanno a disposizione se ne sceglie una;
→
Descrizione a partire dalla varietà ne faccio vocabolari, grammatiche, lessici, ecc;
→
Elaborazione delle funzioni la varietà di riferimento deve consentire le funzioni di amministrazione,
medica, ecc. Deve poter essere utilizzata nelle funzioni più elaborate e formali;
→
Accettazione ci dev’essere un riscontro finale