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MORFOLOGIA
Morfologia = studio delle parole e delle varie forme che la parola può assumere.
Semplici
Parole Prefissate
Complesse = Derivate Suffissate Composte
Parola = unità del linguaggio umano istintivamente presente alla consapevolezza dei parlanti (varia a seconda dellalingua).
Tentativi di definire una parola:
- Caratteri separati da spazi bianchi (non si tiene conto delle lingue non dotate di scrittura).
- Unità che possono essere usate da sole (si escludono le parole grammaticali).
Non è possibile definire la nozione di parola una volta per tutte, si distinguono varie accezioni.
Nozione di parola fonologica: tutto ciò che si raggruppa attorno ad un accento primario.
Nozione di parola morfologica o sintattica: tutto ciò che non è costituito da più unità.
Lemma = forma di citazione, forma che troviamo sui vocabolari, rappresentante di tutte le forme flesse.
Lemmatizzazione = riportare una forma flessa al suo
- lemma.Verbo = radice + vocale tematica + desinenza flessiva. Esempio: se ad amare si toglie -re (desinenza flessiva dell'infinito presente), resta ama (tema del verbo). Il tema è costituito da am (radice) e a (vocale tematica).
- Le vocali tematiche dell'italiano sono tre: a, e, i.
- Classi di parole: le parole della lingua italiana sono classificate in 9 parti del discorso, o categorie lessicali.
- Possono essere:
- Variabili (nomi, verbi, aggettivi, pronomi, articoli) o invariabili (preposizioni, congiunzioni, avverbi e interiezioni).
- Aperte, cui si possono aggiungere nuovi membri (nomi, verbi, aggettivi, avverbi) o chiuse, formate da un numero finito di membri (articoli, pronomi, preposizioni, congiunzioni).
- Possono essere:
- Criteri secondo cui classificare le parole:
- Il criterio tradizionale è quello semantico, basato sul significato. I nomi designano "entità" o "oggetti", mentre i verbi "azioni" o "processi".
è un criterio insufficiente perché esistono nomi che designano processi (partenza, nascita) e verbi che designano stati (sapere, conoscere).
2. Le parti del discorso possono quindi essere riconosciute secondo il criterio distribuzionale (non tutte le parole sono intercambiabili in tutte le posizioni).
Morfema = la più piccola parte di una lingua dotata di significato. È un segno linguistico, ed è quindi costituito da un significante e un significato. Si possono distinguere tra morfemi lessicali (hanno un significato che deriva dalla loro collocazione nel lessico dell’italiano e non cambiano a seconda del contesto) e grammaticali (legati al contesto).
I morfemi possono inoltre essere:
- Liberi, se possono ricorrere da soli in una frase (es: bar, ieri, virtù).
- Legati, se non possono ricorrere da soli in una frase e si devono quindi aggiungere a qualche altra unità (es: per il plurale s in inglese o i in italiano).
I morfemi liberi
Dell'italiano sono parole; i morfemi legati sono quelli flessivi (genere, numero, desinenze dei verbi), isuffissi e i prefissi. Generalmente, in italiano, nomi ed aggettivi sono bimorfemici, mentre i verbi regolari sono trimorfemici. Ma le parole complesse possono essere composte anche da più di tre morfemi.
Il morfema è un'unità astratta che è rappresentata a livello concreto da un allomorfo (o morfo). Un caso di allomorfia in italiano è quello dell'articolo maschile: i e gli sono due allomorfi.
Le parole semplici possono subire diversi tipi di modificazione. I processi morfologici più comuni sono:
- La derivazione
- La composizione
- La flessione
La derivazione è l'aggiunta di una forma legata (affisso) a una forma libera e raggruppa tre diversi processi:
- La prefissazione = aggiunta di prefissi (s + fortunato = sfortunato)
- L'infissazione = aggiunta di infissi (mangi + ucchi + are = mangiucchiare)
- La suffissazione = aggiunta di suffissi (bello + a = bella)
testa nessuno dei due determina la categoria N).- Coordinati = sono sullo stesso livello (nave-traghetto è sia nave che traghetto, entrambe sono testa; insaliscendi non c'è testa perché è un N).- Attributivi/appositivi = uno dei due dipende dall'altro (in cassaforte, cassa è la testa; in discorso-fiume, fiume sta per 'lungo', discorso è testa). La flessione aggiunge alla parola di base informazioni relative a:- Genere- Numero- Caso- Tempo- Modo →- Diatesi (attivo passivo)- Persona Altri processi:- Conversione = cambiamento di categoria senza che sia stato aggiunto alla base un affisso manifesto (es: volere il volere). V N V A A N- Parasintesi = prefisso + base + suffisso (verbale, come ingiallire, o aggettivale, come sfegatato). Morfemi invisibili: in italiano, come in altre lingue, ci sono parole che non si prestano a comparazione e segmentazione:- In buono e migliore non si riesce a trovare
ciò che corrisponde a "più", né qualcosa che corrisponda al morfema lessicale della prima (buon-). La -e finale di felice può indicare sia il singolare sia, indistinguibilmente, il maschile e il femminile. È, terza persona dell'indicativo presente del verbo essere, non presenta che una vocale, non segmentabile ulteriormente. In tutti questi casi, abbiamo di fronte delle condensazioni di significati sotto le stesse unità significanti. Per analizzare morfologicamente questi casi si è proposta una distinzione tra morfema e morfo: il morfema non è un'entità concreta e lineare, ma un'entità astratta che si realizza in morfi. Le parole quindi non si scompongono in morfemi, ma piuttosto in fattori, detti morfi (o allomorfi), che possono rappresentare più morfemi. Si dice morfo, dunque, la realizzazione concreta di un morfema, che rimane un'entità astratta e non più.quando rappresentano lo stesso morfema ma in contesti diversi.Esistono vari tipi di fonetica:
- Articolatoria (produzione dei suoni)
- Acustica (natura fisica dei suoni)
- Uditiva o percettiva (ricezione del suono da parte dell'ascoltatore)
- Forense (in ambito giudiziario)
La semiotica si interessa della fonetica articolatoria.
Per classificare un suono sono necessari tre parametri:
- Modo di articolazione = i vari organi della fonazione (labbra, lingua, velo palatino) possono essere posizionati in modi diversi nella produzione di un suono.
- Punto di articolazione = il flusso d'aria necessario per produrre un suono può essere modificato in diversi punti dell'apparato vocale (labbra, denti, alveoli, palato, faringe, ecc.).
- Sonorità = se le corde vocali vibrano si ha un suono sonoro, altrimenti un suono sordo.
I suoni si classificano in tre classi maggiori:
- Consonanti = l'aria viene momentaneamente bloccata o deve passare attraverso una fessura molto
stretta; possono essere sia sorde che sonore.
Vocali = l'aria non incontra ostacoli, fuoriesce liberamente; sono sempre sonore.
Semiconsonanti (o approssimanti) = condividono proprietà sia delle vocali che delle consonanti; sono sempre sonore; non possono costituire il nucleo di una sillaba.
Punti di articolazione:
- Labbra = occlusione di entrambe le labbra
- Labbra e denti = fessura che si forma appoggiando gli incisivi superiori al labbro inferiore
- Spazio interdentale (tipico dell'inglese)
- Denti = la parte anteriore della lingua (lamina) tocca la parte interna degli incisivi
- Arcata alveolare = la lamina della lingua tocca gli alveoli o si avvicina senza toccarli
Suoni bilabiali
Sordo: [p] pane
Sonoro: [b] bene, [m] mano, [w] uomo
Suoni labiodentali
Sordo: [f] faro
Sonoro: [v] vene
Suoni interdentali
Sordo: [θ] thin
Sonoro: [δ] there
Suoni dentali
Sordo: [t] tana
Sonoro: [d] dente
Suoni alveolari
Sordo: [t] top, [s] sano, [ts] pazzo
Sonoro: [d] mad, [z] casa