Anteprima
Vedrai una selezione di 11 pagine su 50
Appunti di Semiotica Pag. 1 Appunti di Semiotica Pag. 2
Anteprima di 11 pagg. su 50.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di Semiotica Pag. 6
Anteprima di 11 pagg. su 50.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di Semiotica Pag. 11
Anteprima di 11 pagg. su 50.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di Semiotica Pag. 16
Anteprima di 11 pagg. su 50.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di Semiotica Pag. 21
Anteprima di 11 pagg. su 50.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di Semiotica Pag. 26
Anteprima di 11 pagg. su 50.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di Semiotica Pag. 31
Anteprima di 11 pagg. su 50.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di Semiotica Pag. 36
Anteprima di 11 pagg. su 50.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di Semiotica Pag. 41
Anteprima di 11 pagg. su 50.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di Semiotica Pag. 46
1 su 50
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

MORFOLOGIA

Morfologia = studio delle parole e delle varie forme che la parola può assumere.

Semplici

Parole Prefissate

Complesse = Derivate Suffissate Composte

Parola = unità del linguaggio umano istintivamente presente alla consapevolezza dei parlanti (varia a seconda dellalingua).

Tentativi di definire una parola:

  1. Caratteri separati da spazi bianchi (non si tiene conto delle lingue non dotate di scrittura).
  2. Unità che possono essere usate da sole (si escludono le parole grammaticali).

Non è possibile definire la nozione di parola una volta per tutte, si distinguono varie accezioni.

Nozione di parola fonologica: tutto ciò che si raggruppa attorno ad un accento primario.

Nozione di parola morfologica o sintattica: tutto ciò che non è costituito da più unità.

Lemma = forma di citazione, forma che troviamo sui vocabolari, rappresentante di tutte le forme flesse.

Lemmatizzazione = riportare una forma flessa al suo

  1. lemma.Verbo = radice + vocale tematica + desinenza flessiva. Esempio: se ad amare si toglie -re (desinenza flessiva dell'infinito presente), resta ama (tema del verbo). Il tema è costituito da am (radice) e a (vocale tematica).
  2. Le vocali tematiche dell'italiano sono tre: a, e, i.
  3. Classi di parole: le parole della lingua italiana sono classificate in 9 parti del discorso, o categorie lessicali.
    • Possono essere:
      • Variabili (nomi, verbi, aggettivi, pronomi, articoli) o invariabili (preposizioni, congiunzioni, avverbi e interiezioni).
      • Aperte, cui si possono aggiungere nuovi membri (nomi, verbi, aggettivi, avverbi) o chiuse, formate da un numero finito di membri (articoli, pronomi, preposizioni, congiunzioni).
  4. Criteri secondo cui classificare le parole:
    1. Il criterio tradizionale è quello semantico, basato sul significato. I nomi designano "entità" o "oggetti", mentre i verbi "azioni" o "processi".

è un criterio insufficiente perché esistono nomi che designano processi (partenza, nascita) e verbi che designano stati (sapere, conoscere).

2. Le parti del discorso possono quindi essere riconosciute secondo il criterio distribuzionale (non tutte le parole sono intercambiabili in tutte le posizioni).

Morfema = la più piccola parte di una lingua dotata di significato. È un segno linguistico, ed è quindi costituito da un significante e un significato. Si possono distinguere tra morfemi lessicali (hanno un significato che deriva dalla loro collocazione nel lessico dell’italiano e non cambiano a seconda del contesto) e grammaticali (legati al contesto).

I morfemi possono inoltre essere:

  • Liberi, se possono ricorrere da soli in una frase (es: bar, ieri, virtù).
  • Legati, se non possono ricorrere da soli in una frase e si devono quindi aggiungere a qualche altra unità (es: per il plurale s in inglese o i in italiano).

I morfemi liberi

Dell'italiano sono parole; i morfemi legati sono quelli flessivi (genere, numero, desinenze dei verbi), isuffissi e i prefissi. Generalmente, in italiano, nomi ed aggettivi sono bimorfemici, mentre i verbi regolari sono trimorfemici. Ma le parole complesse possono essere composte anche da più di tre morfemi.

Il morfema è un'unità astratta che è rappresentata a livello concreto da un allomorfo (o morfo). Un caso di allomorfia in italiano è quello dell'articolo maschile: i e gli sono due allomorfi.

Le parole semplici possono subire diversi tipi di modificazione. I processi morfologici più comuni sono:

  • La derivazione
  • La composizione
  • La flessione

La derivazione è l'aggiunta di una forma legata (affisso) a una forma libera e raggruppa tre diversi processi:

  • La prefissazione = aggiunta di prefissi (s + fortunato = sfortunato)
  • L'infissazione = aggiunta di infissi (mangi + ucchi + are = mangiucchiare)
  • La suffissazione = aggiunta di suffissi (bello + a = bella)
La suffissazione è l'aggiunta di suffissi (ad esempio, dolce + mente = dolcemente). I suffissi possono essere di diversi tipi: - Deverbali: formano nomi a partire dai verbi. - Valutativi: hanno la funzione di diminuire, aumentare, peggiorare o vezzeggiare il significato della parola. I prefissi e gli infissi, invece, non modificano la categoria grammaticale della parola. Nella derivazione, la testa della parola attribuisce al risultato la categoria lessicale, ad eccezione dei suffissi valutativi. Nella formazione delle parole composte, l'elemento di destra (suffisso o radice, nel caso della prefissazione) è spesso quello più importante. Ad esempio, nella parola "capostazione", la testa è "capo" (della stazione). Esistono tre tipi di composti: - Composti subordinati: uno dei due elementi è più importante dell'altro. Ad esempio, "capostazione" deriva da "capo [della] stazione", dove la testa è "capo". Al contrario, "lavavetri" non ha una testa chiara. - Composti coordinati: entrambi gli elementi hanno la stessa importanza. Ad esempio, "caffè latte" è formato da due sostantivi che hanno lo stesso peso. - Composti appositi: entrambi gli elementi sono necessari per identificare il concetto. Ad esempio, "pomodoro ciliegino" è formato da due sostantivi che insieme identificano un tipo specifico di pomodoro.

testa nessuno dei due determina la categoria N).- Coordinati = sono sullo stesso livello (nave-traghetto è sia nave che traghetto, entrambe sono testa; insaliscendi non c'è testa perché è un N).- Attributivi/appositivi = uno dei due dipende dall'altro (in cassaforte, cassa è la testa; in discorso-fiume, fiume sta per 'lungo', discorso è testa). La flessione aggiunge alla parola di base informazioni relative a:- Genere- Numero- Caso- Tempo- Modo →- Diatesi (attivo passivo)- Persona Altri processi:- Conversione = cambiamento di categoria senza che sia stato aggiunto alla base un affisso manifesto (es: volere il volere). V N V A A N- Parasintesi = prefisso + base + suffisso (verbale, come ingiallire, o aggettivale, come sfegatato). Morfemi invisibili: in italiano, come in altre lingue, ci sono parole che non si prestano a comparazione e segmentazione:- In buono e migliore non si riesce a trovare

ciò che corrisponde a "più", né qualcosa che corrisponda al morfema lessicale della prima (buon-). La -e finale di felice può indicare sia il singolare sia, indistinguibilmente, il maschile e il femminile. È, terza persona dell'indicativo presente del verbo essere, non presenta che una vocale, non segmentabile ulteriormente. In tutti questi casi, abbiamo di fronte delle condensazioni di significati sotto le stesse unità significanti. Per analizzare morfologicamente questi casi si è proposta una distinzione tra morfema e morfo: il morfema non è un'entità concreta e lineare, ma un'entità astratta che si realizza in morfi. Le parole quindi non si scompongono in morfemi, ma piuttosto in fattori, detti morfi (o allomorfi), che possono rappresentare più morfemi. Si dice morfo, dunque, la realizzazione concreta di un morfema, che rimane un'entità astratta e non più.quando rappresentano lo stesso morfema ma in contesti diversi.

Esistono vari tipi di fonetica:

  • Articolatoria (produzione dei suoni)
  • Acustica (natura fisica dei suoni)
  • Uditiva o percettiva (ricezione del suono da parte dell'ascoltatore)
  • Forense (in ambito giudiziario)

La semiotica si interessa della fonetica articolatoria.

Per classificare un suono sono necessari tre parametri:

  1. Modo di articolazione = i vari organi della fonazione (labbra, lingua, velo palatino) possono essere posizionati in modi diversi nella produzione di un suono.
  2. Punto di articolazione = il flusso d'aria necessario per produrre un suono può essere modificato in diversi punti dell'apparato vocale (labbra, denti, alveoli, palato, faringe, ecc.).
  3. Sonorità = se le corde vocali vibrano si ha un suono sonoro, altrimenti un suono sordo.

I suoni si classificano in tre classi maggiori:

  • Consonanti = l'aria viene momentaneamente bloccata o deve passare attraverso una fessura molto

stretta; possono essere sia sorde che sonore.

Vocali = l'aria non incontra ostacoli, fuoriesce liberamente; sono sempre sonore.

Semiconsonanti (o approssimanti) = condividono proprietà sia delle vocali che delle consonanti; sono sempre sonore; non possono costituire il nucleo di una sillaba.

Punti di articolazione:

  1. Labbra = occlusione di entrambe le labbra
  2. Suoni bilabiali

    Sordo: [p] pane

    Sonoro: [b] bene, [m] mano, [w] uomo

  3. Labbra e denti = fessura che si forma appoggiando gli incisivi superiori al labbro inferiore
  4. Suoni labiodentali

    Sordo: [f] faro

    Sonoro: [v] vene

  5. Spazio interdentale (tipico dell'inglese)
  6. Suoni interdentali

    Sordo: [θ] thin

    Sonoro: [δ] there

  7. Denti = la parte anteriore della lingua (lamina) tocca la parte interna degli incisivi
  8. Suoni dentali

    Sordo: [t] tana

    Sonoro: [d] dente

  9. Arcata alveolare = la lamina della lingua tocca gli alveoli o si avvicina senza toccarli
  10. Suoni alveolari

    Sordo: [t] top, [s] sano, [ts] pazzo

    Sonoro: [d] mad, [z] casa

[dz] zero, [r] ramo, [n] nano6. Palato e alveoli = la lamina della lingua si avvicina agli alveoli e ha il corpo arcuato Suoni palato-alveolari Sordo: [š] scena, [tš] ciao Sonoro: [ž] je (franc.), [dž] gesto 7. Palato = la lingua si avvicina al palato Suoni palatari (o anteriori) Sonoro: [y] iodio, [ɲ] gnomo, [λ] agli 8. Velo (palato molle) = la lingua tocca il velo palatino Suoni velari (o posteriori) Sordo: [k] cane Sonoro: [g] gatto, [ŋ] ancora 9. Ugola Suoni uvulari Sonoro = [R] rue (franc.) 10. Laringe Suoni laringali Sordo: [h] have 11. Glottide Suoni glottidali Sordo: [ʔ] oh oh! Modi di articolazione delle consonanti: 1. Occlusive = occlusione completa [p] [b] [t] [d] [t] [d] [k] [g] [ʔ] 2. Fricative = l'aria passa
Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
50 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/05 Filosofia e teoria dei linguaggi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Alidst di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Semiotica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Marmo Costantino.