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IL POTERE
Una dimensione cruciale della politica internazionale è la dimensione
potestativa, ossia la dimensione del potere. Distinguiamo le varie
congiunture internazionali a seconda degli assetti, delle gerarchie di
potere che emergono in queste congiunture. Parlare del potere nel sistema
dall'uguaglianza formale tra gli
internazionale fa spostare l'attenzione stati
alle ineguaglianze
nell'arena internazionale, il fatto che sono tutti sovrani,
che emergono tra gli stati che ne fanno parte.
Anche se sono formalmente uguali e non riconoscono superiori, non significa
che non vi sia una disparità tra i diversi attori statali di svolgere queste funzioni
sovrane e si creano quindi delle gerarchie di fatto nel sistema internazionale,
delle gerarchie di potere tra stati, queste gerarchie tendono a introdurre anche
qualche forma di origine nell'area politica internazionale, ci aiutano a spiegare
questa cosa, danno stabilità e una qualche prevedibilità. Ci aiutano quindi a
mettere a fuoco delle dimensioni importanti della vita politica internazionale.
queste
Come possono produrre ordine queste gerarchie? Prima di tutto
disparità potestative riducono in qualche misura il tasso di sicurezza
nell'arena internazionale e quindi tendono a ridurre anche i fenomeni
competitivi che dipendevano dall’insicurezza anarchica. Le gerarchie di potere
costituiscono un primo argine al dilagare dell’insicurezza, generata e rinnovata
dell'anarchia internazionale. Le gerarchie di fatto introducono anche qualche
forma di controllo sull'ambiente politico internazionale e stabiliscono una
qualche forma di ordine. Quindi bisogna guardare oltre il dato di fondo
strutturale dell'anarchia, i diversi assetti di potere che determinano a loro volta
diversi tipi di potere politico internazionale che si vengono a creare. L'analisi
degli assetti di potere ci aiuta a capire le differenze tra le varie congiunture
internazionali.
> Pensiamo al sistema internazionale dopo la fine della guerra fredda: si è
creato un sistema irriconoscibile rispetto a quello della guerra fredda, è una
grande discontinuità. Lo stesso era successo dopo la seconda guerra mondiale.
Quindi se ci sono delle costanti, ci sono anche delle differenze. Da adesso
valuteremo quindi le differenze di funzionamento da un momento all'altro,
valuteremo le differenze nelle diverse arene regionali.
La prima cosa da valutare per distinguere una congiuntura dall'altra è
l'assetto del potere . Considereremo soprattutto il numero di grandi potenze,
quella che Waltz chiamava polarità. Al mutare della polarità, del numero dei
principali poli di potenze del sistema internazionale, tende a mutare anche il
funzionamento del sistema internazionale. Il potere è riconosciuto da Waltz
come un fattore estremamente importante e come ulteriore elemento nella sua
definizione di struttura internazionale. È un elemento della struttura del
sistema internazionale, come l'anarchia. Questo ci dà un quadro della sua
L'anarchia è
concezione sistemico strutturalista del sistema internazionale.
un dato costante, spiega numerose condotte. La polarità invece è un
sistema strutturale mutevole, che può cambiare nel tempo e che dipende
dalle principali differenze tra una congiuntura e l'altra.
Ci sono quindi delle costanti sistemiche: l'anarchia
Ci sono poi delle variabili
- gli assetti di potere > in particolare la polarità
- Lo spazio geografico > la dimensione geopolitica del sistema
internazionale
- La dimensione dell'ideologia, il fattore ideazionari, quindi valuteremo il
livello maggiore o minore di omogeneità tra gli attori e al variare del
livello di omogeneità ideologica, culturale cambia la dinamica politica
internazionale
- Le istituzioni
- Il tempo, le modalità genetiche attraverso le quali viene alla luce un
sistema internazionale, e questo ci farà capire come sistemi
internazionali nati in un tempo diverso funzionino in modo diverso.
Le gerarchie che si determinano, rappresentano in effetti una differenza
fondamentale tra l'anarchia degli individui descritta da Hobbes e l'anarchia
degli stati. Con Hobbes avevamo proiettato quello che Hobbes diceva a
proposito degli individui nella sfera anarchica internazionale. Allora si tratta di
un'analogia calzante per certi aspetti, però per altri aspetti e un'analogia
perfino fuorviante. In effetti dell'anarchia individuale descritta da Hobbes c'è
qualcosa di simile ad una perfetta uguaglianza tra gli individui che la popolano
perché c'è un’eguale capacità degli individui diversi, di farsi del male. Ogni
individuo sperimenta una vulnerabilità assoluta. Questa situazione non viene
replicata esattamente nello stato di natura interna statale, lo stato più debole
non può sconfiggere lo stato più forte, non è nemmeno in grado di causare un
danno notevole agli interessi fondamentali dello stato più forte. Si attua una
condizione di invulnerabilità, almeno per gli stati più potenti.
quindi la
> Ad es il Guatemala non potrà mai essere una vera e propria minaccia per gli
Stati Uniti. Durante la guerra fredda Stati Uniti e URSS erano seriamente
minacciati negli interessi fondamentali solo dall'altra superpotenza.
Il punto da sottolineare è che l'ineguaglianza nella capacità di fare del male,
l'insicurezza creano meccanismi di produzione dell'ordine politico-
internazionale. Viene meno una minaccia alla propria vita, ai propri interessi
vitali di trattare gli altri come una minaccia, nell'anarchia degli Stati ci si deve
guardare essenzialmente dai propri pari o da chi ha più potere di noi, tutti gli
altri possono essere ignorati o guardati con una certa rilassatezza. Si può
abbassare in qualche misura la guardia. Il bellum omnium contra omnes di cui
parlava Hobbes faceva sì che tutti fossero ugualmente esposti e diceva di
uscire creando il potere dello stato assoluto, il leviatano, che smilitarizzi i
singoli individui.
Bull, nel volume “La società anarchica”, si chiede come mai Hobbes non
applica la logica del Leviatano all'anarchia internazionale. Bull risponde che non
la fa perché non è il problema di cui sta trattando, non è interessato
all'anarchia internazionale ma è interessato a quello che succedeva in quel
periodo in Gran Bretagna, in parte non lo fa perché essendo un realista un
governo internazionale ormai gli sembrava improbabile, ma Bull dice anche
che Hobbes si rende conto che l'anarchia degli Stati non è la stessa cosa
dell'anarchia degli individui. Capisce che ci sono delle differenze e capisce che
l'anarchia interstatale è più sopportabile per gli attori che ne fanno parte.
Anche perché il livello di vulnerabilità è inferiore nell'arena internazionale che
tra gli individui. Chi sta in fondo alla scala del potere è in balia del più forte,
non ha possibilità di rispondere alla minaccia. Diversamente il più debole
nell’anarchia hobbesiana può armarsi. Nel sistema internazionale lo stato più
debole sa di non poter ribaltare la situazione di inferiorità. Le gerarchie di
potere si traducono anche in rapporti di controllo e quindi in fattore di ordine
nel sistema internazionale. Le gerarchie di potere stabilizzano le aspettative
degli attori, si sa in anticipo qual è la voce che si può trascurare e quella a cui
prestare la massima attenzione, cioè quella delle maggiori potenze. Si
conoscono in anticipo le regole del gioco che vengono stabilite dai più forti. Si
conosce quali sono le condotte consentite e quelle proibite, si sanno le linee
che non devono mai essere oltrepassate. Durante la guerra fredda sapevano
tutti a chi spettasse l'ultima parola, cioè alle due grandi potenze. Nell'arena
internazionale ci sono delle disparità di potere.
Cerchiamo di descrivere gli assetti tipici della disuguaglianza di
potere nel sistema internazionale. La prima forma è l'egemonia, una
struttura egemonica negli assetti di potere. L'egemonia è la più vicina a quello
che possiamo a vedere nell'ordinamento politico interno, che è un ordine
gerarchico, con una struttura di potere accentrato. Inoltre è più intuitivo un
assetto di potere egemonico anche perché è la condizione di potere più vicino
al sistema internazionale oggi, definito sistema unipolare, per dire che c'è uno
stato egemone. una condizione di supremazia da parte di un
Egemonia si riferisce ad
attore su tutti gli altri attori . È quindi caratterizzato dalla presenza di una
potenza così potente da riuscire a sovrastare con le sue forze quelle di tutte le
altri maggiori potenze messe assieme.
Si può poi distinguere un'egemonia regionale, cioè che abbraccia solo
una porzione geografica dell'arena internazionale, ad es l'URSS in Europa
orientale durante la guerra fredda oppure ad es gli Stati Uniti in America
dopo la dottrina Monroe.
Oppure un'egemonia può essere globale, cioè estendersi all'intero
sistema globale, come gli Stati Uniti dopo la guerra fredda. Gli Stati Uniti
sono tanto potenti da tener testa ad un'ipotetica coalizione internazionale
che raggruppi gli altri poli di potenza nel sistema internazionale. Ricorda
per certi versi l'impero britannico nell'ottocento, apogeo
dell’espansionismo imperiale, quindi tra le guerre napoleoniche e
l'unificazione tedesca.
In questi casi di pronunciata disparità di potere, è l'egemone che esercita un
controllo sul sistema internazionale o sulla porzione in cui si trova a dominare.
È l'egemone che determina le aspettative degli altri attori, che fissa le regole
del gioco e che sanziona eventuali inosservanze da parte degli altri attori delle
regole del gioco o che premia i virtuosi. Pensiamo ai tanti interventi americani
nell'area dei Caraibi. Si dà un rapporto simbiotico tra egemonia e ordine.
Dunque più è forte il leader egemone, il potere della potenza egemone, più è
solido e più diventa stabile l'ordine internazionale. Se è forte il leader è anche
forte l'ordine internazionale che si determina nell'area internazionale. Quando il
leader si indebolisce, si va indebolendo anche l'ordine politico internazionale. Si
indebolisce perché a quel punto diventa possibile per gli altri attori sfidare la
potenza egemone, violare le regole del gioco senza incorrere nella sanzione. La
crisi dell&