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Coscienza degli altri → capacità di comprendere che gli altri sono entità separate dotate di
caratteristiche specifiche, diverse dalle proprie. La comparsa delle emozioni sociali e la loro
espressione indica che il bambino è consapevole dell’effetto del giudizio degli altri sul sé → nascita
di una teoria della mente, comprensione dei desideri, dei pensieri e del punto di vista attraverso cui
gli altri vedono e sentono la realtà.
Sviluppo Morale:
-teorie psicoanalitiche → l’uomo è amorale per natura; l’interiorizzazione di norme e divieti
parentali precursori sociali e culturali formano il Super-io (coscienza).
-teorie dell’apprendimento sociale → il bambino apprende le norme con l’osservazione e
l’imitazione dei modelli proposti dalla famiglia e dai mass media.
-teorie cognitiviste → lo sviluppo intellettivo promuove lo sviluppo morale
Nascita del senso di autostima: insieme di valutazioni che riguarda il sé nei suoi diversi aspetti di sé
fisico, capacità sociali e identità. Senso di autostima promosso da desiderio di essere accettati,
vulnerabilità al giudizio degli altri e consapevolezza delle proprie competenze. Il carattere rigido
delle prime reazioni fisiologiche, evolve rapidamente verso forme flessibili grazie all’influenza
delle relazioni sociali e abilità cognitive → consapevolezza di se e degli altri e conoscenza
dell’ambiente che lo circonda.
Sviluppo cognitivo: modificazione sostanziale delle strutture mentali che il bambino utilizza per
interagire con la realtà. Sviluppo sociale: passaggio dell’individuo da un’iniziale predisposizione
biologica all’interazione sociale, allo sviluppo di competenze applicabili ai diversi contesti che
caratterizzano la vita dell’individuo. Imprinting: particolare forma di apprendimento precoce,
riconoscono e seguono la madre o un suo surrogato.
Rapporto con i pari: comportamenti favoriti dai legami di amicizia → promuovono comportamenti
pro-sociali, facilitano cooperazione solidarietà e aiuto, aiutano ad appianare i conflitti, consentono
di superare emozioni negative favorendo la collaborazione, incrementano la sensibilità e l’interesse
per l’altro, aumentano le risposte simpatetiche, incrementano la prontezza all’intervento per
alleviare il disagio altrui.
Età prescolare → interazioni complementari e reciproche
Infanzia → relazioni selettive, basate su affinità e interessi, soprattutto dello stesso sesso
Adolescenza → relazioni stimolo di confronto, sostegno e supporto all’autostima
Lo sviluppo del Linguaggio e della Comunicazione
Linguaggio è una capacità estremamente complessa: si deve analizzare suoni linguistici,
padroneggiare pattern articolatori per produrre fonemi, acquisire ed ampliare il vocabolario,
padroneggiare regole morfologiche e sintattiche, apprendere funzioni comunicative in base al
contesto. Il linguaggio fa parte dei sistemi comunicativi, ma se ne differenzia per: creatività
(possibile produrre un numero infinito di messaggi con un numero limitato di unità-base),
arbitrarietà (relazione tra suono e significato).
Il Sistema Linguistico: suono → fonologia; significato → semantica (lessico, morfologia, sintassi,
grammatica); contesto → pragmatica (funzioni comunicative, conversazione, discorso).
Sottosistemi Linguistici:
-fonologia → riconoscere, distinguere e produrre suoni
-fonema → la più piccola unità di suono
-semantica → significato delle parole e delle frasi
-morfologia →principi e regole che consentono di modificare forma e significato delle
parole
-morfemi → unità minima dotata di significato
-lessico → vocaboli conosciuti e immagazzinati
-sintassi → principi che governano l’ordine di parole e morfemi per formare una frase
-pragmatica → modulare e comprendere i significati in relazione al contesto
Acquisire il linguaggio significa diventare competenti in fonologia, semantica, sintassi e
pragmatica. È un potente dispositivo culturale comunicativo, cognitivo e sociale.
Acquisizione del linguaggio: -posizione innatista → conoscenza geneticamente determinata delle
regole. -posizione interazionista → i bambini devono sviluppare alcune abilità cognitive prima di
iniziare a parlare: sviluppo del linguaggio all’interno dello sviluppo cognitivo. Prima impara
agendo sulla realtà, poi capisce quello che fa.
-approccio funzionalista → prime espressioni verbali veri e propri atti linguistici. Il
linguaggio nasce dalla comunicazione interpersonale.
-approccio neuro-costruttivista → processo di progressiva specializzazione delle aree
emisferiche, risultato dell’interazione tra vincoli biologici e l’esperienza.
I gesti comunicativi:
-performativi o deittici, esprimono un’intenzione comunicativa che si può individuare
osservando il contesto. Sono utilizzati per chiedere aiuto o intervento (richiesta) o per
attirare o condividere l’attenzione (dichiarazione).
-referenziali o rappresentativi, esprimono un’intenzione comunicativa, il loro significato
varia sulla base del contesto. Relazione tra repertorio vocale e gestuale nello sviluppo.
Le prime parole verso gli 11-13 mesi. Inizialmente hanno un uso non referenziale, usate in contesti
specifici e riutilizzati. Si riferiscono a persone o oggetti familiari e azioni compiute abitualmente.
Le prime parole vengono inizialmente prodotte in risposta a sollecitazioni dell’adulto,
successivamente vengono usate per anticipare o ricordare un’azione e in ultima fase le parole
vengono usate come simboli per categorizzare il mondo. Inizialmente c’è un linguaggio olofrastico,
con le parole usate come singole frasi; l’uso è contestualizzato e vi è una ipoestensione del
significato dei vocaboli. In poco tempo si decontestualizza la referenza e vi è una iperestensione di
significato. Nei 17-24 mesi c’è un aumento consistente del vocabolario e compare il linguaggio
telegrafico (composizione di due parole escludendo articoli, congiunzioni, etc). Verso i 36 mesi
padronanza nell’uso di competenze sintattiche e grammaticali più specifiche.
Il bambino impara presto a conversare usando l’intonazione appropriata e a 4 anni sa già adattare il
linguaggio in funzione dell’interlocutore. L’ampliamento del vocabolario e l’acquisizione di
maggiori abilità nelle strutture sintattiche, permette al bambino di 5 anni di partecipare a
conversazioni con gli adulti e i propri pari, spiegando e giustificando i propri punti di vista e a far
riferimento ad eventi passati o futuri.
La disabilità intellettiva
La DI indica il sintomo predominante e comune di varie situazioni patologiche, che differiscono per
eziologia, caratteristiche e gravità, investendo tutte le aree della personalità. Caratteristica
fondamentale è il funzionamento intellettivo sotto la media e le limitazioni nel funzionamento
adattivo. Il comportamento adattivo è la capacità di adeguarsi ai ruoli socialmente condivisi propri
della fascia di età e dell’ambiente socioculturale cui il soggetto appartiene. Il funzionamento
adattivo è il grado di adeguamento agli standard di autonomia personale previsti per la loro fascia
di età e contesto ambientale.
Criteri diagnostici della DI nel DSM-IV: funzionamento intellettivo significativamente al di sotto
della media (QI<70); Concomitanti deficit o compromissioni nel funzionamento adattivo attuale,
capacità del soggetto di adeguarsi a standard propri della sua età e del suo ambiente culturale;
esordio prima dei 18 anni. È un deficit del funzionamento intellettivo e del funzionamento adattivo.
Il deficit del funzionamento intellettivo deve essere confermato da una valutazione clinica e da un
test di intelligenza individuale standardizzato. Il deficit del funzionamento adattivo comprende
insuccessi nell’affrontare le richieste standard che limitano il funzionamento nella vita quotidiana.
Col tempo questi casi si adattano alle richieste dell’ambiente e diventano adulti normali; sono
proposti incontri mensili per valutare progressi e lavorare su nuove difficoltà.
Il Funzionamento Intellettivo Limite (FIL) è un limbo tra normalità e DI (QI compreso tra 71 e 84),
riferito anche alla difficoltà di adattamento. Questi bambini tendono ad adattarsi al loro ambiente e
diventare adulti normali.
Eziologia della DI: fattori di rischio prenatali (infezioni in gravidanza, cause immunologiche,
assunzione di farmaci, droghe e alcol, esposizione ad agenti fisici nocivi, problemi cronici di
salute); natali (nascita prematura, sofferenza alla nascita, infezione da herpes genitale, trauma
cranico durante il parto); post-natali (infezioni, trauma cerebrale, veleni o tossine ambientali,
anossia, carenza ormonale, malnutrizione). Non è possibile tracciare un percorso evolutivo
dettagliato, la DI è caratterizzata da estrema variabilità. Ma è possibile individuare alcune
caratteristiche specifiche:
-concretezza → difficoltà di astrazione, mancanza di abilità di cogliere le relazioni di
somiglianza
-rigidità → impedisce l’estensione di una conoscenza a situazioni diverse.
-capacità di pianificare e prevedere → limiti nella capacità di astrazione
-qualità dell’esperienza percettiva → più lenta e imprecisa
-scarsa capacità attentiva → scarse prestazioni in compiti che richiedono tempi prolungati di
attenzione, i tempi di risposta aumentano al diminuire del QI
-limitazioni a carico della memoria → scarsa capacità di organizzare il materiale da
ricordare
-abilità comunicativo linguistiche → apprendimento incerto e tardivo
-apprendimenti scolastici → abilità acquisite per uso funzionale adattivo
Gli individui nascono con un potenziale intellettivo. Circa 1/3 dei casi di DI siano per causa
genetica. Le varie sindromi si differenziano nella gravità delle carenze generali, nella stabilità del
QI, nei profili cognitivi, nella variabilità all’interno della sindrome e nei condizionamenti genetici
sullo sviluppo emotivo, affettivo e sociale. Nella loro media, le varie sindromi sono più o meno
gravi e ogni sindrome può essere caratterizzata da una diversa variabilità interna.
Intelligenza, valutazione del QI e Disabilità intellettiva
Accezioni e contesti di rifermento all’intelligenza distinti in 2 categorie: Generali, l’intera gamma di
funzioni cognitive e psichiche, e Differenziali, ciò che differenzia gli individui nella capacità di
affrontare compiti cognitivi.
Disturbi Specifici dell’Apprendimento
Disturbo → interessa uno specifico domin