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La percezione sociale: gli Altricap 3

Ogni giorno spendiamo gran parte della nostra energia e del nostro tempo per capire gli altri. Questo accade perché pensiamo che comprendere il comportamento possa aiutarci a capire e predire quello dell'universo sociale. Molto sfruttato anche dalla cultura di massa (es reality show)

PERCEZIONE SOCIALE = studio del modo in cui le persone arrivano a formulare idee circa le altre persone, i loro sentimenti, le loro intenzioni e le loro disposizioni stabili. Modo in cui ci creiamo delle impressioni sugli altri. -> Comunicazione non verbale

Teorie ingenue di personalità

Aree:

  1. Riconoscimento o identificazione delle personalità degli altri -> comunicazione non verbale
  2. Giudizio e attribuzione sulle cause dei esiti dei comportamenti (identificazione delle cause, delle ragioni dei comportamenti)

COMUNICAZIONE NON VERBALE

Modo in cui le persone comunicano, intenzionalmente o no, senza parole. Comprende le espressioni del volto,

Il tono della voce, i gesti, le posizioni e i movimenti del corpo, l'uso del tatto e lo sguardo. Spesso capita che il ricevente sia poco allenato a capire, interpretare queste informazioni non verbali. Siamo "analfabeti" della comunicazione non verbale. È fonte di moltissime informazioni utili per capire gli altri. Espressioni facciali -> fondamentali per comunicare informazioni utili per la sopravvivenza. Teoria di Darwin: universalità delle espressioni facciali (valida per 6: rabbia, felicità, sorpresa, paura, disgusto e tristezza). MA le culture occidentali mantengono delle barriere piuttosto rigide nell'utilizzo di quelle 6 espressioni facciali, che si sovrappongono spesso, invece, nelle culture asiatiche. Alcune categorizzazioni variano da cultura a cultura. La cultura influenza la comunicazione non verbale in diversi modi:

  • Regole di esibizione: regole, proprie di ciascuna cultura, che controllano quali tipi di espressione emotiva
  • Contatto visivo
  • Uso dello spazio personale (prossemica) - culture ad alto contatto o a basso contatto
  • Emblemi - gesti che dispongono di definizioni chiare e facilmente comprensibili

FORMAZIONE DI IMPRESSIONE

  • Teoria implicita di personalità - schema di persona
  • Approccio olistico - percezione complessiva della persona. NON semplice somma dei tratti
  • Alcuni tratti - elementi centrali per la percezione, attorno ai quali si organizza l'intera configurazione (caldo/freddo)
  • Altri tratti - elementi periferici (altri aggettivi non particolarmente importanti, non avrebbero influenzato l'impressione)

TEORIE IMPLICITE DI PERSONALITÀ

  • Le nostre idee, rappresentazioni sui cluster di tratti di personalità - insieme di tratti che si accordano tra di loro (se una persona è gentile è anche generosa, non può essere maleducato)
  • Schemi per

economizzare risorse cognitive —> estrapolare più informazioni possibili da un campione di dati limitato

Possibilità di variazioni idiosincratiche —> - teorie diverse da persona a persona (dipendono dalle esperienze specifiche) - teorie molto diverse per la stessa persona

Si sviluppano lungo un arco di tempo —> in base alla propria esperienza si arricchiscono

Forte componente culturale (es personalità bohémien o sui gù)

Influenza della lingua —> cultura e lingua producono teorie implicite condivise

Valutiamo gli altri in base a due fattori: calore e competenza

Teorie implicite sono scorciatoie mentali effetto primacy

Da come lo descrivo riesco a prendere i suoi comportamenti relazionali

TEORIE ATTRIBUZIONALI

Individuazione di una causa (a livello di giudizio inferenziale) che noi attribuiamo come causa di un comportamento osservato, altrui o di noi stessi.

Ci spieghiamo il perché degli esiti dei nostri

Comportamenti e attribuzioni causali

Individuiamo e spieghiamo il perché degli estinti dei comportamenti osservati. ATTRIBUZIONI CAUSALI: Individuazione delle cause dei comportamenti che osserviamo negli altri, ma anche i nostri stessi comportamenti. Alla base della psicologia ingenua. Attraverso esse le persone spiegano gli eventi sociali, al fine di controllarli, prevederli e quindi mettere in atto comportamenti adeguati. La ricerca sull'attribuzione ha come scopo quello di capire come le persone spiegano (attribuiscono le cause) il proprio comportamento o quello altrui. TEORIE ATTRIBUZIONALI = le risposte ai nostri perché. Corrispondono ad un inferenza. (Intuizione, ragionamento fallace, lacunoso basato sull'impressione) INFERIRE da ciò che osserviamo la vera natura delle persone e le ragioni delle loro azioni. *osserviamo i comportamenti* ATTRIBUZIONI CAUSALI: Interpretare le cause degli eventi. Spiegare il perché degli esiti. Azzardare ipotesi sul perché.

del comportamento proprio o altrui, inferiamo da ciò che osserviamo. Secondo Heider (1958), le persone agiscono come scienziati dilettanti, cercando di individuare la causa delle azioni. Le attribuzioni possono essere fatte a fattori interni (disposizionali) o esterni (situazionali). Solitamente, si tende a preferire attribuzioni a fattori interni, poiché sono più facili e immediate, mentre attribuire le cause a fattori esterni richiede più tempo ed energia. Il locus nei processi di attribuzione si riferisce all'origine della causalità. Possiamo attribuire il comportamento a fattori interni o personali, come motivazioni, impegno o abilità, oppure a fattori esterni o situazionali, come la difficoltà del compito o la fortuna. L'individuo utilizza le informazioni a sua disposizione per fare inferenze sulle cause del comportamento. Tuttavia, non attribuiamo le stesse cause quando spieghiamo il nostro comportamento rispetto a quello degli altri. Questo è noto come errore fondamentale di attribuzione, che indica la tendenza generale di giudicare i fattori che determinano il comportamento degli altri in modo diverso da come giudichiamo i nostri.

dell'agente —>sottostimati fattori esterni, sovrastimati fattori interni

Le CAUSE di questi ERRORI:

  • Ruolo della cultura —> individualista(Stati Uniti) vs collettivista(Giappone)
  • Disponibilità delle informazioni —> combinata all’assunzione di prospettiva
  • Assunzione di prospettiva —> attore vs osservatore

*Ci focalizziamo sui dati principali, tralasciando il contesto (nonsiamo capaci di fare attenzione a tutte le informazioni)

Più attenzione agli attori che alla situazione/scenografia

*differenza attore – osservatore:

  • La tendenza a sovrastimare le caratteristiche disposizionali non si verifica in riferimento ai propri comportamenti personali
  • Tendenza sistematica a spiegare il comportamento altrui in termini di fattori disposizionali e il proprio in termini situazionali

Dicotomia tra AUTOATTRIBUZIONE (a supporto del sé, dell’autostima) ed ETEROATTRIBUZIONE

LEARNED HELPLESSNESS(impotenza) : ATTRIBUZIONE

E DEPRESSIONE M. Seligman -> esperienza soggettiva di inadeguatezza appresa, impotenza acquisita La convinzione che i risultati siano indipendenti dalle azioni che si compiono Stile attribuzionale: Fallimenti -> cause interne, stabili e globali Stile esplicativo/attribuzionale - Helplessness appreso -> stile esplicativo appreso - Lo stile esplicativo è il modo in cui abitualmente spieghi a te stesso perché accadono gli eventi. Uno stile esplicativo caratterizzato da un' interna, stabile e globale spiegazione degli eventi negativi è definito "pessimistico" - Quello "ottimistico" è uno stile esplicativo caratterizzato da spiegazioni esterne, momentanee e specifiche, degli stessi eventi negativi CONSEGUENZE: due tipi di atteggiamento - Uno volto all'acquisizione di competenze, definito mastery oriented, caratterizzante individui che non si scoraggiano di fronte alle difficoltà e agli errori.ma sono stimolati a migliorare le proprie strategie. L'altro definito helpless, si riscontra in individui che, a parità di capacità potenziali e prestazioni iniziali, reagiscono alle sconfitte peggiorando notevolmente le prestazioni e diminuendo gli sforzi. Convinzioni diventano la profezia che poi interiorizziamo e fissiamo come giudizio assoluto circa le nostre capacità. Convinzioni che ci creiamo - condannarci a fallimento o stimolati a migliorare. SELF-SERVING BIAS (=distorsione sistematica di giudizio a favore del sé) Vera e propria asimmetria nei processi di attribuzione della responsabilità a sé o al partner per un successo comune. Tendenza sistematica a sopravvalutare la propria responsabilità per un successo e a sottovalutare il merito degli altri. Quando facciamo valutazioni del perché un nostro comportamento ha avuto successo tendiamo a sovrastimare la nostra personale responsabilità/il nostro merito, esottostimare il contributo/merito degli altri. Spiegato come: meccanismo ego-difensivo, egoistico, ego-protettivo. 2 componenti: - Ego-enhancing bias -> distorsione sistematica di giudizio per accrescere la figura del sé. - Ego-protective bias -> proteggere l'autostima scaricando responsabilità dell'esito negativo sugli altri. IL MODELLO DELLA COVARIAZIONE - Kelley Gli osservatori emettono i loro giudizi sulla base della covariazione/correlazione tra gli effetti e le loro possibili cause. Nel processo di covariazione vanno considerate tre variabili: 1. Persone 2. Stimoli che caratterizzano la situazione di osservazione 3. I tempi e le modalità di interazione delle persone con gli stimoli (circostanze) TEORIE ATTRIBUZIONALI - Kelley 3 tipi fondamentali di informazioni: 1. Consenso -> come altre persone si comportano nel confronto dei medesimi stimoli, in quelle stesse situazioni in quel momento. 2. Specificità -> come le persone si comportano in altre situazioni simili o diverse. 3. Consistenza -> come una persona si comporta nel tempo, in situazioni diverse ma simili. Queste informazioni vengono utilizzate per attribuire le cause degli eventi e dei comportamenti.

l'attore risponde ad altri stimoli (stesso modo o diverso)

Coerenza -> la frequenza con cui il comportamento osservato fra lo stesso attore e il medesimo stimolo si verifica nel tempo e in varie circostanze

Maggiore probabilità di attribuzione interna -> bassa specificità, alta coerenza, basso consenso

Maggiore probabilità di attribuzione esterna -> alta specificità, alta coerenza, alto consenso

IL CONCETTO DI SÉ

CAP 4/5: CHI SONO IO? La risposta varia in base alla situazione/contesto (es presentazione per sito per cercare coinquilino, amore, lavoro, sport)

Ogni "me" sociale equivale a ciascuna presentazione che dà di me.

DESCRIZIONI:

  • Aggettivi o caratteristiche che descrivono il proprio sé, i tratti distintivi (sono flessibili)
  • Appartenenze a gruppi sociali per descrivere se stessi e il significato
Dettagli
A.A. 2021-2022
18 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/01 Psicologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Martina.Moricchi di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia delle relazioni e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Udine o del prof Kodilja Renata.