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STRESS E RISCHI PSICOSOCIALI NELLE ORGANIZZAZIONI
Secondariamente la ricerca ha evidenziato che la percezione di insicurezza lavorativa impatta nega-
tivamente sullo stress e le condizioni di salute del lavoratore.
2.3.4 Relazioni interpersonali
La qualità delle relazioni interpersonali sul luogo di lavoro è uno dei fattori con il potenziale più forte
per impattare sulla salute dei lavoratori. Le relazioni interpersonali sono state spesso concettualizzate
nei termini del supporto sociale ricevuto dai colleghi di lavoro.
I meccanismi attraverso i quali il supporto sociale influenza gli esiti di stress e salute possono essere
diversi. Innanzitutto la carenza di supporto sociale ha un effetto diretto sullo stress, tale per cui la
mancanza di considerazione e aiuto da parte di colle-
ghi favorisce l’insorgere dello stress (meccanismo 1).
Secondariamente il supporto sociale influenza la rela-
zione tra gli altri fattori di rischio e gli esiti di stress e
salute (meccanismo 2). In questo caso l’effetto di un
determinato fattore di rischio sulla salute dipende dal
livello di supporto sociale disponibile: quando questo
è più elevato, l’effetto del fattore di rischio conside-
rato sarà relativamente più moderato; quando invece
il supporto sociale ricevuto sarà scarso, l’effetto del
fattore di rischio considerato sarà più forte. Il terzo
meccanismo attraverso cui il supporto sociale inter-
viene nel processo dello stress è impattando sull’esperienza degli altri rischi psicosociali (meccani-
smo 3).
Un secondo aspetto di interesse relativo alle relazioni interpersonali è lo stile di leadership adottato
dal diretto superiore. I due stili di leadership che hanno ricevuto attenzione a tale riguardo sono quello
abusante o punitivo e quello passivo.
Lo stile di leadership abusante o punitivo si caratterizza essenzialmente per un comportamento ag-
gressivo nei confronti dei collaboratori. Gli effetti sulla salute dei collaboratori di un leader con questo
stile di comportamento possono essere profondi: alienazione dal lavoro e mancanza di speranza nel
futuro, intenso stress, ansia e depressione.
Invece, lo stile di leadership passivo coincide essenzialmente con una modalità di gestione di tipo
laissez-faire, caratterizzabile dall’incapacità o indisponibilità a prendere decisioni e ad assumersi le
responsabilità associate al ruolo ricoperto. Una leadership di questo tipo è fonte di stress in quanto
genera altre situazioni stressanti, quali indeterminatezza del ruolo dei collaboratori (ambiguità di
ruolo) e conflittualità interpersonali.
Negli ultimi 10-15 anni è stata dedicata un’attenzione crescente al fenomeno della conflittualità in-
terpersonale estrema nel luogo di lavoro, definita con il termine di mobbing.
Il mobbing riguarda una serie di comportamenti ostili condotti nei confronti di un lavoratore dal su-
periore o dai colleghi – in rari casi dai sottoposti –, reiterati frequentemente e per un periodo relati-
vamente lungo di tempo. L’esposizione a una situazione di mobbing e il processo psicologico di
stigmatizzazione che non raramente accompagna l’escalation del conflitto, processo attraverso il
quale le voci e le dicerie sparse nell’ambiente di lavoro fanno terra bruciata attorno alla vittima, pos-
sono condurre a conseguenze psicofisiche devastanti. La vittima può riportare reazione severe da
stress, disturbi d’ansia, depressione e un aumentato rischio di incidenza di malattie cardiovascolari.
Nei casi più estremi è stato osservato anche un comportamento di tipo suicidario.
102
A.A. 2016/2017 • APPUNTI • CAPITOLO 1
STRESS E RISCHI PSICOSOCIALI NELLE ORGANIZZAZIONI
2.3.5 Giustizia organizzativa
La giustizia organizzativa riguarda in generale la percezione del lavoratore di essere trattato in ma-
niera giusta sul posto di lavoro. Il concetto psicologico di giustizia deriva da quello di equità, secondo
il quale la percezione di iniquità genera stati affettivi negativi e motiva gli individui a mettere in atto
delle risposte per modificare la situazione, risposte che possono essere sia di tipo cognitivo, sia di
tipo comportamentale.
Le forme di (in)giustizia organizzativa che sono state prese più spesso in considerazione come poten-
ziali fattori di stress sono:
• la giustizia distributiva;
• la giustizia procedurale;
• la giustizia interazionale.
La giustizia distributiva è relativa alla percezione di adeguatezza di quanto si riceve dall’organizza-
zione. Riguarda quindi l’equità percepita dall’esito finale dei processi di assegnazione e allocazione
sui quali si esercita la discrezionalità da parte dell’organizzazione e dei suoi dirigenti.
La giustizia procedurale riguarda l’equità del processo decisionale stesso, ossia dei metodi e delle
procedure applicate dai decisori nelle scelte di allocazione e assegnazione.
La giustizia interazionale, un’estensione di quella procedurale, riguarda il processo di comunicazione
che accompagna la decisione. Essa si riferisce in particolare al trattamento interpersonale ricevuto dal
lavoratore influenzato dalla decisione, trattamento di cui il decisore è ovviamente responsabile. Tale
trattamento viene valutato nei termini dell’onestà, rispetto, cortesia e civiltà mostrati dal decisore.
La ricerca ha evidenziato come le diverse forme di giustizia, che sono fenomeni talvolta indipendenti,
siano importanti fattori di rischio. La percezione di ingiustizia genera stati emotivi negativi che inne-
scano risposte comportamentali di diverso tipo, quali ad esempio comportamenti controproduttivi.
Allo stesso modo vi sono evidenze che legano la percezione di ingiustizia alla numerosità delle as-
senze per malattie e ai disturbi psichiatrici di lieve entità. 103
STRESS E RISCHI Il ruolo delle caratteristiche individuali
PSICOSOCIALI NELLE
ORGANIZZAZIONI
CAPITOLO • 2
1 Una tipologia delle caratteristiche individuali
La tabella 1 propone una tipologia delle caratteristiche individuai principali rilevanti per il processo
dello stress. Tale tipologia differenzia le caratteristiche demografiche (incluse quelle etniche e cultu-
rali) da quelle disposizionali, le quali sono ritenute tratti relativamente stabili della personalità. Queste
ultime, a loro volta, sono differenziate in fattori di vulnerabilità e fattori protettivi, a seconda del loro
effetto sul processo dello stress.
Tabella 1 Tipologia delle principali caratteristiche individuali rilevanti per il processo dello stress
Caratteristiche disposizionali
Caratteristiche demografiche Caratteristiche di vulnerabilità Caratteristiche protettive
Età Comportamento di tipo A Hardiness
Genere Overcommitment Resilienza
Caratteristiche etniche e culturali Workholism Senso di coerenza
Alessitimia
Affettività negativa
In generale le caratteristiche individuali sono concettualizzate come fattori in grado di modificare la
relazione tra gli stressors e gli strain.
2 Caratteristiche demografiche, etniche e culturali
2.1 Genere biologico
Ricerche condotte nella comunità hanno evidenziato differenze di genere sostanziali per ciò che con-
cerne alcuni esiti emotivi tipici del processo dello stress, ossia ansia e depressione. Il risultato di
queste ricerche è che le donne riportano dei livelli di salute mentale peggiore rispetto agli uomini.
Ciò è vero sia a livello subclinico, ossia relativamente a una sintomatologia non inquadrabile in un
disturbo vero e proprio, sia a livello clinico, in altre parole per ciò che concerne la prevalenza di
specifici disturbi mentali dello spettro ansioso e depressivo.
Per ciò che concerne le possibili ragioni di questo minore benessere riportato dalle donne, sono state
avanzate spiegazioni di tipo biologico, di tipo disposizionale e che fanno riferimento a fattori esterni.
• Spiegazioni di tipo biologico: si ricollegano a differenze note tra i generi a livello ormonale e
genetico; queste spiegazioni, tuttavia, hanno mostrato fino a ora un basso potere esplicativo.
• Spiegazioni di tipo disposizionale: hanno ricevuto un certo sostegno empirico e riguardano la
maggiore intensità delle esperienze emotive nelle donne e la più accentuata tendenza a rimu-
ginare sugli stati emotivi negativi sperimentati; inoltre la maggiore empatia di cui sarebbero
capaci e il maggiore investimento nelle relazioni interpersonali. In linea con queste spiega-
zioni, vi sono studi che hanno mostrato una tendenza delle donne a rispondere più frequente-
mente a situazioni stressanti ricorrendo a strategie di coping centrato sulle emozioni, mentre
gli uomini ricorrerebbero più spesso a strategie centrate sul problema.
• Spiegazioni che fanno riferimento a fattori esterni: hanno un certo riscontro empirico e si
riferiscono ad un profilo di rischio diverso per uomini e donne dovuto al fatto che le une e gli
altri tendono ad avere occupazioni diverse. Pertanto, gli uomini riportano più spesso incidenti
105
• CAPITOLO 2 APPUNTI • A.A. 2016/2017
STRESS E RISCHI PSICOSOCIALI NELLE ORGANIZZAZIONI
sul lavoro e problematiche di salute dovute all’esposizione ad agenti fisici, mentre le donne
problematiche di tipo stress-correlato.
Inoltre vi sono alcuni fattori psicosociali a cui, indipendentemente dal settore occupazionale,
le donne sono maggiormente esposte. Tra questi:
a) il sovraccarico di lavoro derivante dalla sempre più frequente doppia carriera
casa/azienda;
b) il minor potere nelle relazioni sociali;
c) la maggiore esperienza di fenomeni di maltrattamenti e abusi, in particolare a sfondo
sessuale.
In termini pratici, un modo per integrare la dimensione del genere nella valutazione dei fattori di
rischio per lo stress è quello di valutare se vi sono differenze significative tra uomini e donne, nell’or-
ganizzazione valutata, per ciò che riguarda l’esposizione ai fattori di rischio psicosociale considerati
e se le condizioni di salute delle donne sono significativamente peggiori di quelle degli uomini.
2.2 Età
Vi è stata una crescente attenzione a livello europeo, negli anni più recenti, alla relazione tra età e
condizioni di salute e sicurezza lavorativa. Questa attenzione è stata diretta in particolare ai lavoratori
più giovani e a quelli più anziani.
Relativamente ai lavoratori più giovani, vi è evidenza di una maggiore esposizione a fattori di rischio
di tipo fisico, al lavoro a turni, a un orario di lavoro irregolare e al lavoro durante i fine settimana. Gli
esiti di queste situazioni sono un’accresciuta probabilità di sviluppare disturbi di tipo muscolo-sche-
letrico e di riportare incidenti sul lavoro rispetto agli altri lavoratori.
Per c