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Disturbo del neurosviluppo e sintomi positivi rilevanti
Se presente un disturbo del neurosviluppo, devono esserci sintomi positivi rilevanti. In particolare, questo criterio riguarda lo spettro autistico poiché questi disturbi possono avere sintomi che possono assomigliare molto ai sintomi della schizofrenia. Quindi, se ci troviamo nel caso di una persona che da bambino aveva una diagnosi di disturbo dello spettro autistico (non necessariamente di autismo grave, ma anche di Asperger, per esempio), devo comunque avere dei deliri presenti in maniera talmente rilevante da giustificare una comorbidità tra schizofrenia e disturbo dello spettro autistico.
Sintomi positivi
I sintomi della schizofrenia possono manifestarsi attraverso un comportamento bizzarro, allucinazioni e disturbi della forma del pensiero visivo.
Il comportamento bizzarro può manifestarsi attraverso la persona che parla o cammina in un modo che non è completamente comprensibile (ad esempio, potrebbe esprimersi con parole o frasi che non rispettano le regole grammaticali o comportarsi in modo strano nei confronti...
Descrizione generale
La schizofrenia è un disturbo psichiatrico caratterizzato da una serie di sintomi che influenzano il pensiero, l'umore, l'affettività e il linguaggio.
Umore ed affettività
Le persone affette da schizofrenia possono sperimentare variazioni dell'umore e dell'affettività, che possono manifestarsi in modo imprevedibile e intenso.
Linguaggio
Le persone affette da schizofrenia possono presentare disturbi del linguaggio, come allucinazioni. Le allucinazioni possono coinvolgere tutti i sensi e consistono nell'esperienza di percepire cose che non sono presenti nella realtà. Le allucinazioni uditive, come ad esempio sentire voci, sono le più comuni. Queste voci possono essere costanti e portare a una convinzione delirante che siano reali. Le allucinazioni sono spesso precedute da un periodo di angoscia intensa.
Un altro sintomo comune della schizofrenia sono i deliri. I deliri sono convinzioni che vengono considerate vere nonostante le prove contrarie. I deliri più comuni sono quelli di persecuzione o paranoide, in cui la persona crede di essere spiata o minacciata da qualcuno, e quello erotomanico, in cui la persona crede di avere una relazione segreta con qualcuno.
equivalgono.
Pensiero
Coscienza e capacità cognitive
Capacità di giudizio e insight esame di realtà
Tutti i sintomi delle persone possono rientrare in una delle 7 caratteristiche aspetto ,ecc. sintomi positivi sono allucinazioni comportamento bizzarro e disturbi del pensiero e deliri.
Sintomi NEGATIVI
Oltre i sintomi positivi vi sono anche quelli negativi. Quelli positivi sono tutti quelli in cui vi è l’aumento dell’attività mentale come per esempio le allucinazione. Sono un estremo patologico del percepire qualcosa come avere funzioni che si esprimono troppo. I sintomi negativi invece comportano la funzione contraria, dunque calante. Essi sono classificabili come APPIATTIMENTO AFFETTIVITÀ, ANEDONIA, APATIA. Tutti questi comportano un calo all’interno della sfera dell’umore e affettività. L’appiattimento affettivo è un sintomo che prevede il fatto che la persona non provi delle emozioni proprie.
All'evento a cui è esposto, la persona è completamente appiattita e sembra non reagire adeguatamente agli stimoli emotivi che gli vengono presentati. Ci si accorge che la persona è appiattita dall'espressione facciale, poca espressività ecc. e influenza anche le relazioni interpersonali.
ANEDONIA è la piena mancanza di interesse verso attività ricreative o rapporti. È una situazione più generale e riguarda la perdita di interesse più generale. Nell'alesittimia la persona ha poca alfabetizzazione emotiva e poca consapevolezza nelle emozioni mentre nell'anedonia vi è proprio una mancanza di interesse.
L'APATIA è una forma specifica di anedonia e riguarda una sola situazione sociale, una sola persona o attività ricreativa. Vi è la ridotta motivazione a fare una certa cosa nello specifico.
ALOGIA riguarda le capacità linguistiche. La persona, per esempio, risponde in ritardo.
A domande e può avere anche blocchi molto lunghi mentre parla. Deriva da logos e quindi riguarda la parola.
- Descrizione generale
- Umore ed affettività
- Linguaggio
- Sensopercezione
- Pensiero
- Coscienza e capacità cognitive
- Capacità di giudizio e insight
01/12/2020 la volta scorsa abbiamo iniziato a definire la schizofrenia e abbiamo parlato un po' delle caratteristiche e un po' dei fattori di rischio: il rischio familiare, di quello che hanno eventualmente i gemelli figli di genitori con schizofrenia, i fratelli. Si è notato come nei pazienti con schizofrenia vi sia una conclamata e cronica compromissione cognitiva, anche se non c'è una voce del DSM che indichi che questo sia uno dei criteri per fare diagnosi. Cognitivo vuol dire, come lo abbiamo definito quando abbiamo studiato l'Assessment psicofisiologico, compromissione di una o più funzioni mentali di ordine superiore quindi parliamo per esempio delle
capacità di memoria, parliamo della comprensione, parliamo della pianificazione e parliamo del ragionamento. Il quadro intellettivo nei pazienti con schizofrenia non è necessariamente compromesso a livello globale ma piuttosto sembra che le capacità cognitive di questi pazienti non siano conservate. Ci sono dei pazienti, con età avanzata, molto sintomatici e che assumono un trattamento farmacologico che vengono seguiti nelle CRAP (comunità riabilitativa) che possono effettivamente presentare un ritardo mentale che si aggiunge a quell'età avanzata, alla diagnosi di schizofrenia. È molto difficile guardarli e distinguere chi è affetto da demenza chi da schizofrenia perché la compromissione cognitiva diventa talmente grave che li fa somigliare appunto a delle persone con demenza. Quindi questo aspetto ci fa capire che, pur non essendo qualcosa che concorre direttamente con la diagnosi, in quanto non è né un sintomo.negativo né un sintomo positivo, è qualcosa di molto significativo ed è un'informazione imprescindibile quando si deve strutturare un intervento riabilitativo per i pazienti con schizofrenia, bisogna infatti programmare gli interventi tenendo conto del livello cognitivo della persona perché potremmo anche correre il rischio per esempio di programmare degli interventi che non sono adeguati al livello cognitivo della persona, nel senso che sono troppo difficili. Quindi il fatto di avere dei sintomi, non è di per sé una condizione sufficiente per poter fare la diagnosi. I sintomi sono soltanto una parte dell'valutazione diagnostica che noi facciamo perché se siamo in presenza di sintomi devo andare a valutare quanto questi sintomi compromettono il funzionamento della vita della persona. Nel caso della schizofrenia, se i sintomi durano da sei mesi, si parla di compromissione del funzionamento e parliamo quindi di disabilità sociale.occupazionale ovvero parliamo di sintomi che creano una disabilità. Questa disabilità non è intesa come ritardo mentale ovviamente ma disabilità intesa come ridotta abilità e quindi il funzionamento di vivere e di comportarsi in almeno uno dei suoi ambienti di vita abituali per esempio nel lavoro, a scuola, nel ruolo genitoriale, nell'autonomia, nel prendersi cura di sé stessi, nelle relazioni interpersonali e tempo libero. Qualora voi abbiate i sintomi ma non abbiate la compromissione del funzionamento, la diagnosi non si può fare. Ma di solito se davvero i sintomi sono presenti così come dice il DSM, trovarsi nella condizione in cui questi sintomi non causano un marcato disagio o una marcata disabilità in almeno una di queste aree è molto molto molto improbabile. I sintomi positivi o sintomi negativi sono talmente gravi e alla fine invalidanti che è difficile che una possa continuare a vivere e lavorare.Adesso vediamo tre casi di schizofrenia: uno lieve, un caso grave nella media e un caso molto grave.
Caso lieve: questo è il caso di questa ragazza che si chiama Alessandra, ragazza carina timida e un po' remissiva che oggi a 30 anni (occhio all'età) e molto legata alla giovane madre ma non vuole che questa sia invadente. Ha un ragazzo fin da quando aveva 16 anni ma con lui non si diverte. Nel 97 si diploma logopedista e inizia le sue sessioni. Viaggiare e cambiare ambiente la stanca molto ma è determinata nel suo lavoro. A Natale del 98 va a Parigi con il ragazzo per capire se lo amava ma dopo pochi giorni la riportano a casa delirante, allucinata, confusa e terrazzata. Non sa spiegare cosa sia accaduto e viene sottoposta a un programma intenso di cure ambulatoriali. Guarisce presto dai sintomi psicotici non ha "soft-signs" (che vuol dire che non ci sono rimasugli dopo il trattamento le cure).