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RELAZIONE TERAPEUTICA E COLLOQUIO CLINICO

La psicoterapia fornisce la soluzione di un disturbo all'interno di un sistema comunicativo

La relazione terapeutica è una interazione dinamica e attiva terapeuta-paziente e non può conteplare una relazione

unidirezionale terapeuta-paziente

La comprensione dell'altro si fonda sulla conoscenza di se stessi, delle proprie modalità di riflessione e sul proprio

modo di rapportarsi con la realtà esterna

Una rigidità dei propri schemi mentali, una visione non critica e perfezionistica del proprio pensiero, preclude una

sana relazione terapeuta-paziente

Un equilibrio interno saldo e al tempo stesso adattabile, malleabile e disposto all'adattamento, previene un dannoso

coinvolgimento emotivo e migliora le qualità comunicative e relazionali del terapeuta

La psicoterapia non è altro che un rapporto tra due persone che discutono di un argomento di comune interesse: il

disagio psichico

La terapia non si sofferma all'elargizione di una startegia terapeutica, è un'occasione di incontro con l'altro e di

confronto con se stessi

Un terapeuta deve saper incontrare il paziente, deve rendersi disponibile a farsi carico delle sue sofferenze e del suo

disagio, evitando eccessivi coinvolgimenti emotivi

La dote fondamentale per un terapeuta è la capacità di ascolto senza pregiudizi e schemi etici-ideologici precostruiti

Un terapeuta deve personalizzare e adattare le sue personali conoscenze formative in base al paziente che ha di fronte

La fiducia è la base di una buona terapia

Il paziente può presentare delle resistenze salutari che impediscono la continuazione o il regolare svolgimento della

terapia

Alcune di queste resistenze possono dipendere dal terapeuta ed una delle principali cause è una visione disuma che ha

il paziente del terapeuta: il porsi distaccato, il non sbagliare mai, il non saper comunicare, il non saper adattarsi alla

condizione socio-culturale del paziente, sono tutte condizioni sfavorevoli ad un corretto e sano rapporto paziente-

terapeuta

Spesso l'uso di un linguaggio complicato, ermetico e clinico unito all'atteggiamento distaccato, non denota

professionalità e ricerca di un distacco emotivo, che è comunque necessario, ma rappresenta un meccanismo di

difesa del terapeuta verso temtiche insolvibili e complicate

E' l'autorevolezza e non l'autoritarismo a creare un giusto equilibrio nel rapporto paziente-terapeuta

L'autorevolezza si costruisce nel tempo con il sapiente uso del mezzo terapeutico

Chi è sicuro di se e delle sue conoscenze non teme il coinvolgimento personale, poiché lo ha imparato a gestire dentro

di se, con se stesso e in fuzione del bene del paziente

Un buon terapeuta non domina il paziente, non gli si pone davanti ma di fianco

L'oggetto della terapia è tutto ciò che crea una disfuzionalità che genera sofferenza e malessere

L'oggetto di cura della psicoterapia è la psicopatologia, cioè una condizione che sul piano psichico viene considerata

patologica

Fare psicoterapia non significa soltanto curare un sintomo, ma scoprirne le cause e lo sviluppo attraverso il dialogo

ed il confronto con il paziente

Un sintomo è un espressione di disagio, di conflittualità, di un inadeguato modo di arrivare ad una soluzione di un

problema

L'espressione di un sintomo non può prescindere dalla persona che ne soffre

La vita psichica di una persona non contempla solo un flusso di emozioni, ma anche una costante attività di pensiero

I primitivi schemi sensoro-motori, geneticamente determinati, dei primi anni di vita si trasformanon in schemi

mentali che, sviluppandosi, diventano la struttura portante del modo di conoscere la realtà circostante e di

relazionarsi con essa

Mentre si conosce si provano emozioni, matura l'affettività e si modula il comportamento

L'essere psichico pensa, prova emozioni e ha un suo personale comportamento e non può essere analizzato/capito

correttamente scindendo queste componenti

Nel colloquio il terapeuta deve saper cogliere tutti gli aspetti del divenire essere psichico, cercando di cogliere il

contesto ambientale di crescita, le modalità di relazione e gli eventi più significativi della vita del paziente

Spesso il paziente tende a soffermarsi su alcuni aspetti, soprattutto del passato, in un ricerca quasi ossessiva della cause

del suo malessere, in questa situazione il terapeuta deve impedire che il paziente si focalizzi troppo su un solo evento,

perché ciò impedirebbe la ristrutturazione necessaria dei sui schemi mentali per risolvere vantaggiosamente il suo

disagio

L'uomo è generalmente portato a viversi come vittima degli eventi e non come arbitro del proprio destino

Il cerchio di Piaget rivela una concezione olistica, interdipendente e reciproca tra i fattori psicologici (cognitivo-

emotivo-comportamentale) e quelli relazionali, antropologici, filosofici, etici, religiosi, logici e biologici

IL PRIMO COLLOQUIO

L'ascolto è la base di un primo colloquio, elargire spiegazioni e soluzioni frettolose può essere controproducente

E' opportuno orientare il colloquio verso tematiche che il terapeuta, attraverso l'espressione del paziente, individua

come dubbi, perplessità, pregiudizi o diffidenze

Ascoltare, essere empatici è fondamentale, non si potrà prescindere da un coinvolgimento emotivo, ma ciò non deve

rappresentare un ostacolo alla terapia, poiché il terapeuta non deve mai dimenticare di essere un osservatore obiettivo

Comprendere e non giudicare

Fornire spiegazioni, prima di diagnosi

Il primo colloquio dovrebbe essere svolto in assenza di altre persone distraenti, tuttavia se il paziente ritiene necessaria

la presenza di una terza persona, il terapeuta, valutando, può acconsentire

La richiesta di una terza persona può dipendere da diversi fattori: il paziente non si ritiene in grado di ricordare tutti gli

eventi necessari,pertanto una figura amica è fonte di sicurezza e protezione, il paziente non si ritiene all'altezza di

rispondere alla domande, può essere una forma di difesa della privacy, possono esserci delle reali difficoltà relazionali,

possono esserci da parte del paziente dei pensieri persecutori, possono esserci dei vissuti di dipendeza con la persona

accompagnatrice, può esserci il disagio di una diversa caratura culturale e quindi il sentimento di non essere all'altezza

di una figura culturalmente elevata quale il terapeuta

Queste cause dovranno essere screditate in modo da facilitare un successivo incontro a due

Se l'accompagnatore chiede un colloquio precedente a quello con il paziente è meglio non conderglielo, poiché

potrebbe sfavorire la fiducia del paziente

Al di là della presenza o meno di un accompagnatore, il terapeuta deve saper cogliere alcuni aspetti pre-colloquio che

possono essere utili allo svolgimento dello stesso: ad esempio un paziente che si reca in terapia da solo esclude una sua

natura psicotica (almeno non in fase acuta)

La mimica, lo sguardo, l'andatura, l'abbigliamento, la cura di sé sono tutte informazioni utili

Il linguaggio deve essere comprensibili e tarato al livello socio-culturale del paziente

L'ascolto deve essere partecipativo ma non invadende

Le domande devono essere generiche e non devono cadere in ambiti troppo intimi, come la sessualità

Se il paziente evita di rispondere ad alcune domande è meglio non insistere, ciò denota dei suoi meccanismi di difesa

che è meglio approfondire nelle sedute successive e con approcci clinici differenti e mirati

Il silenzio non deve essere contemplato

Se il paziente vuole interrompere la terapia è giusto provare a comprenderne la ragione con vari tentativi comunicativi,

nel caso di un'ulteriore risposta negativa è lecito valutare un'interruzione del colloquio

Nel caso di un'interruzione anticipata è giusto ricordare al paziente che si stà tenendo conto della sua difficoltà a

continuarlo e bisogna dimostrarsi disponibili a continuarlo in un secondo momento più opportuno

Il silenzio è chiusura, spesso non solo al terapeuta ma alla realtà tutta

La raccolta anamnestica include notizie di ordine medico, psicologico e sociale

Il paziente troppo polarizzato sui disturbi tende a trascurare alcuni aspetti fondamentali di eventi di vita pregressi

Nell'intervista strutturata si usano parole standardizzate sia nell'uso che nella forma (è tipica quando si somministrano

test)

Nell'intervista semi-strutturata le parole sono preordinate ma il loro ordine e la loro frequenza sono variabili

Al termine del colloquio, elargire certezze è sempre controproducente, così come responsabilizzare eccessivamente il

paziente sul suo processo di miglioramento

Il saluto al termine del colloquio, che non dovrebbe mai basarsi su una rigidità temporale, non deve dare l'idea di un

distacco o di un'interruzione del rapporto o della terapia

Bisogna suggerire al paziente dei compiti da eseguire, in modo da coinvolgerlo ed includerlo ulteriormente nel suo

percorso di raggiunta al benessere psico-fisico

La terapia è una starda da percorre insieme al paziente

I PROCESSI MENTALI SUPERIORI

Il pensiero è un'attività psichica, una funzione esercitata della mente

La mente è la sede del pensiero e una delle funzioni del cervello

L'uomo ha tre cervelli: il cervello primitivo o rettiliano, costituito dal tronco dell'encefalo, si occupa delle regolazioni

interne (viscerali e ghiandolari), delle attività primitive basate su istiniti e riflessi; il cervello paleomammifero o

sistema limbico, è responsabile delle emozioni; il cervello neomammifero è la sede del pensiero e del ragionamento

I 3 cervelli (rettiliano, paleomammifero e neomammifero) sono organizzati su livelli gerarchici e i livelli superiori

inibiscono quelli inferiori, tuttavia quando il neocortex (neomammifero) è in difficoltà nello svolgere le sue funzioni

superiori, viene inibito e i processi mentali sono a carico del sistema limbico; anche il sistema limbico può essere inibito

e consentire l'intervento del cervello primitivo

Oltre che una suddivisione ascendente, il cervello presenta un'ulteriore suddivisione laterale: l'emisfero destro e

l'emisfero sinistro

L'emisfero destro è responsabile delle competenze automatiche e creative, delle configurazioni mentali apprese e

incorporate, dei processi metaforici di conoscenza e può lavorare velocemente e secondo un flusso di pensieri

parallelo

L'emisfero sinistro è responsabile dei processi razionali e analitici, lavora in maniera precisa e segue un flusso di

pensieri lineari e non sovrapponibili

La precisione dell'emisfero sinistro è insufficiente senza la velocità del

Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
13 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/01 Psicologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ditoppaandrea di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Pulzoni Riccardo.