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SPETTRO BIPOLARE
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Si parla di spettro bipolare, una situazione variegata.
Bipolare di tipo 1: quando l’oscillazione dell’umore tra la depressione e maniacalità è legata ad aspetti grandi.
Bipolare di tipo 2: quando abbiamo un’oscillazione da tra ipomaniacalità e depressione maggiore
Bipolare di tipo 3: quando abbiamo un uso esagerato di antidepressivi che può generare questa bipolarità
Bipolare di tipo 5: ciclotimia, esprime l’oscillazione sia di ipomanicalità con depressione anche levie/medie
Temperamenti bipolari: ciclotimico, ipertimico, irritabile; ci possono essere delle tipologie che hanno un
atteggiamento caratteriela di un certo modo che non necessariamente è patologia.
Stati misti: mania disforica (irritabilità, ansia), stato depressivo misto, si riferisce a delle oscillazioni del tono
dell’umore con variazioni diverse a seconda della tipologia (rallentamento, iper-espressività emotiva). 19
SINDROME IPOMANIACALE
- Minore durata del sonno
- Aumento dell’energia
- Maggiore fiducia in sé stesso
- Maggior attività sociali
- Più spostamenti e viaggi
- Maggiore imprudenza al volante
- Spese eccessive
- Comportamento spregiudicato negli affari
- Aumento dell’attività lavorativa
- Maggiori progetti ed idee creative
- Minor timidezza, disinibizione
- Aumento dell’eloquio
- Maggiore impazienza o irritabilità
Attenzione facilmente distraibile
Ø Aumento degli impulsi sessuali
Ø Aumento del consumo di caffè e sigarette
Ø Aumento del consumo di alcool
Ø Comportamento esageratamente ottimista, francamente euforico
Ø Ilarità
Ø Rapidità del pensiero, idee improvvise
Ø
Questi sono tutti campanelli d’allarme; un fisiologico cambiamento dell’umore è normale.
DISTURBO CICLOTIMICO
A. Presenza per almeno 2 anni di numerosi episodi ipomaniacali e di numerosi episodi con sintomi depressivi
che non soddisfano i criteri per un Episodio Depressivo Maggiore
B. Durante questo periodo la persona non è mai stata senza i sintomi del criterio A per più di due mesi
dall’ultima volta
C. Durante i primi 2 anni di malattia non è mai stato presente un Episodio Depressivo Maggiore, Maniacale o
Misto
DEPRESSIONE
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La depressione è quindi la normale oscillazione del tono dell’umore, si blocca stabilmente nell’area della tristezza.
Ci sono varie indagini, nella popolazione italiana si va verso il 10-12% della popolazione, dato sottostimato.
Nel mondo 1 persona su 4 ha avuto un problema di umore, quelle riconosciute sono quelle evidenti, il punto è che ci
sono una serie di dati che ci sono depressioni non diagnosticate, o persone che non cerano l’aiuto del medico.
Sia l’ansia che la depressione, sono segnali che devono essere colti.
Il concetto della perdita, o del cambiamento; bisogna cogliere quei segnali, quelle situazioni, che non è che non sono
così evidenti.
Mancato riconoscimento della depressione:
- Depressione conseguente a fatti ‘’comprensibili’’, lutto, perdita di lavoro ecc.
- I pazienti ignorano di essere depressi, magari dicono che hanno un altro problema, magari somatico; spesso
nascondono la depressione. Quando dicono i sintomi l’errore più grande di un medico è concentrarsi solo
sulla sintomatologia fisica
- Paura di essere ritenuti malati, è molto più diffusa di quanto si possa pensare, il pregiudizio e preconcetto,
‘’non si va dallo psichiatra perché senno siamo matti’’
- Preoccupazione per gli effetti collaterali dei farmaci
- Diagnosi errata di disturbi somatici
- Depressione sottovalutata in alcune malattie fisiche
Il farmaco non è il primo approccio, però è comunque un approccio da poter intraprendere.
FASI DELL’EPISODIO DEPRESSIVO
ESORDIO: graduale/brusco
PERIODO DI STATO:
- Quadro clinico uniforme
- Complicanze (TS, alcool, mediche)
- Durata variabile (6-8 mesi; 10-20% cronici 2 aa)
RISOLUZIONE: 20
- Scomparsa sintomi (graduale/brusca)
- Incompleta (sintomi residui)
FASI CLINICHE
Fase preclinica:
- Mantenimento, con sforzo, del precedente livello prestazionale
- Sensazione di emergenza permanente, ridotte capacità riflessive, difficoltà ad organizzarsi
- Resistenza a chiedere aiuto qualificato
- Conflittualità o evitamento dei rapporti interpersonali
- Disinteresse verso attività dei rapporti interpersonali
- Disinteresse verso attività considerate piacevoli, procrastinazione delle attività
- Sensazione minacciosa di sovvertimento interiore e di incapacità a padroneggiare il proprio funzionamento
Fase subclinica
Fase di stato:
- Notevole presenza di disturbi cognitivi ed affettivi ‘’coscienza dolorosa’’ di non potere più…
Fase di recupero soggettivo:
- Recupero di un equilibrio emotivo con deficit cognitivi residui
Fase di superamento critico:
- Ristrutturazione dell’esperienza aumento della plasticità di risposta agli stimoli ambientali
COMPLICAZIONE DELLA DEPRESSIONE
- Cronicizzazione: a volte la cronicità è un elemento che si confonde con il temperamento di base
- Sintomi psicotici
- Alcool e sostanze
- Idee di suicidio
- Non risposta a trattamenti
Non dobbiamo cercare di capire che cosa c’è dietro questo comportamento di non guarigione, la depressione è una
malattia che può e deve essere curata.
Nella depressione non c’è una frattura dell’Io, c’è solo una sofferenza da cui si può uscire.
Il depresso anche se non è psicotico, può arrivare ad avere dei deliri, deliri di rovina, di non riuscire più a superare le
cose, quindi può essere considerata come una complicazione della depressione.
L’alcool è uno dei primi antidepressivi, anche se oggi sta diventando un problema. A volte dietro l’alcool c’è una
‘’autocura’’, dietro lo sballo si nasconde un aspetto depressivo.
Disturbo ansioso/depressivo, il confine che distingue ansia da depressione a volte non è così netto, a volte la
sintomatologia ansiosa si sovrappone a quella depressiva, quindi si parla del disturbo ansioso/depressivo per dire che
ci sono entrambe:
- Sentimenti di perdita, inutilità e disperazione
- Paure ipocondriache
- Turbe dell’appetito e del sonno
- Riduzione di memoria e di concentrazione
Spesso non servono i farmaci per l’ansia, perché dietro non c’è un’ansia ma una depressione.
TRATTAMENTO DELLA DEPRESSIONE GERARCHIA DEGLI OBIETTIVI
È una piramide, e dalla base si parte:
- Riduzione dei sintomi
- Migliorare la qualità della vita
- Recupero della funzione sociale
- Guarigione
Bisogna guardare una fase per volta, non pensare subito alla guarigione e al recupero ma prima a far star meglio la
persona.
POSSIBILITA’ TERAPEUTICHE
- Farmacoterapia
- Psicoterapia 21
- Terapia combinata o sequenziale
- Ospedalizzazione
- Terapie sociali e gruppi Self-Help
La persona che sta al centro, il paziente, deve sapere che c’è tutta una rete connessa per essere aiutato, c’è il medico,
la famiglia, PSY (psicologo, psichiatra), l’associazione auto-aiuto, e tutte si devono aiutare a vicenda.
È chiaro che lo psicologo ha anche bisogno del farmacologo, come è chiaro che allo psichiatra serve l’aiuto dello
psicologo.
LO STRESS
Il termine ‘’stress’’ si ritiene nato nell’ambito delle scienze fisiche del XVII sec. Dagli studi di Hooke sulle relazioni tra le
strutture fisiche e la capacità di sopportare la pressione di un carico. La bontà di una struttura equivale alla capacità di
sopportare lo ‘’stress’’.
Resilienza: capacità della persona di far fronte alle cose.
I MODELLI DELLO STRESS
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Le diverse definizioni di stress, come fenomeno dei nostri tempi, non rappresentano modelli alternativi, ma
rispecchiano il processo evolutivo di un fenomeno complesso:
• modello dello stimolo
Lo stress è qualcosa che ha luogo nell’ambiente e che pone una richiesta alla persona: carichi di lavoro e richieste
della famiglia, cambiamenti ecc.
Secondo questo modello, il concetto chiama in causa le fonti dello stress (richieste esterne): gli agenti stressanti.
• Modello della risposta
Quando adottiamo questa prospettiva facciamo riferimento all’esperienza provata dalla persona- il modello della
risposta riguarda le conseguenze delle richieste poste da particolari situazioni: si tratta di sintomi
comportamentali, emozionali e fisici.
• Modello transazionale
Questa prospettiva concepisce lo stress come una transazione fra la persona e il suo ambiente, integra lo stimolo
e la risposta in un medesimo processo.
Il modello transazionale, detto anche ‘’di processo’’, fa appello ad un orientamento fondato sulla ‘’persona nel
contesto’’.
Dobbiamo mettere al centro il benessere della persona. Anche il benessere deve essere valutato attraverso i tre
elementi bio-psico-sociale.
Nella vita di una persona i grandi eventi sono relativamente rari.
La vita quotidiana invece è punteggiata da eventi sgradevoli relativamente poco gravi, ma per numero e frequenza,
bastano ad influenzare la salute.
Siamo soggetti a delle situazioni emotive, ovvero fonti di stress, anche dentro la quotidianità di tutti i giorni, e queste
piccole cose entrano in gioco più di quelle grandi.
Ogni volta che al nostro cervello si presenta una situazione di potenziale stress il cervello attiva dei circuiti che
stimolano ghiandole e organi.
Quasi tutti i sistemi dell’organismo vengono coinvolti nella reazione di stress, a causa della liberazione di ormoni nel
sangue da parte delle ghiandole endocrine. Bisogna tener conto che quando noi parliamo ad una persona che si
presenta in una condizione psicologica malata è un conto, quando si presenta con un problema fisico potrebbe essere
la conseguenza di un problema psicologico.
Una risposta allo stress è formata da 3 componenti:
- Comportamentale
- Vegetativa
- Ormonale
L’ANSIA TRA NORMALITA’ E PATOLOGIA
Di regola, ciò che non si vede disturba la mente degli uomini assai più profondamente di ciò che essi vedono.
L’ansia è un’emozione universalmente conosciuta che può essere definita come:
- Uno stato d’animo
- Una sensazione
- Una risposta 22
- Un sintomo
- Una sindrome
- Una malattia
Tutta una serie di terminologie che mettono in evidenz