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COEFFICIENTE DI ASSORBIMENTO = COSTI FISSI DI BUDGET / LIVELLO DI ATTIVITÀ
∆ TOTALE COSTI FISSI = CF ASSORBITI – CF EFFETTIVI
= (COEFF di assorbimento x V x Q ) – CF
E std E
Determinanti del ∆ Totale:
- ∆ V = CF assorbiti – CF B
= (COEFF di assorbimento x V x Q ) - (COEFF di assorbimento x V x Q )
E std B std
- ∆ Stima/spesa = CF – CF
B E
La somma di queste due determinanti mi deve dare obbligatoriamente il ∆ Totale.
SINTESI
Scostamenti: Cosa bisogna saper fare:
-
∆ RICAVI ∆ TOTALE
∆ CV di produzione - ∆ PARZIALI
∆ CV commerciali - Interpretazione
∆ CIV
∆ CIF Hp: budget rigido
[ESERCIZIO: GAMMA]
MECCANISMI DI COORDINAMENTO ORGANIZZATIVO
Il sistema di controllo si compone di una struttura tecnico-contabile, quindi strumenti che ci aiutano a
elaborare dati e informazioni economico-finanziarie. Il sistema di controllo è fatto di un processo, ossia di
una sequenza di attività e operazioni che hanno ciascuno un responsabile e che vanno svolte in
determinati tempi. Questa è una caratterista che ciascuna azienda decide come strutturare (raccolta dati
trimestrale, scadenze, riunioni).
Il terzo tema è quello della struttura organizzativa del controllo: il sistema di controllo deve operare
all’interno di un contesto organizzativo dove ci sono persone che hanno dei compiti e delle responsabilità
definiti da un organigramma; e quindi deve essere una struttura organizzativa di controllo che si
sovrappone alla struttura organizzativa vera e propria. Il sistema di controllo va modellato
sull’organizzazione, sulla distribuzione delle responsabilità. Infatti, la struttura organizzativa del controllo
coincide con la mappa dei centri di responsabilità. È un tema importante perché ci aiuta ad associare gli
strumenti studiati fino ad ora con l’utilizzo effettivo che ne viene fatto per incidere sul comportamento
delle persone. La struttura organizzativa del controllo ci dà la mappa organizzativa dei nodi su cui
bisogna lavorare per dare degli input in modo che le persone che le ricevono possano lavorare meglio e
quindi migliorare la loro performance rispetto agli obiettivi dell’organizzazione.
TIPOLOGIE DI COORDINAMENTO ORGANIZZATIVO
In qualsiasi attività organizzata c’è l’esigenza di fare due cose: dividere i compiti e coordinare le singole
attività. Se l’organizzazione è molto semplice con poche persone che fanno
compiti semplici e con una divisione del lavoro semplice, il meccanismo
più spontaneo è quello del reciproco adattamento: non sono necessari
grandi strumenti per il coordinamento; il coordinamento avviene
lavorando fianco a fianco e scambiandosi messaggi e comunicazioni
reciproche. Questo è il meccanismo più semplice che però funziona solo in contesti molto semplici e di
piccole dimensioni.
Se il contesto comincia a crescere e sia ha una diversificazione dei
compiti, il coordinamento deve per forza diventare più complesso. E la
forma poco più complessa è quella della supervisione diretta: c’è un
capo che coordina il lavoro dei sottoposti che per qualunque dubbio e
perplessità si rivolgono al supervisore per avere istruzioni da seguire.
Quando la complessità aumenta leggermente e diventa più marcata la
suddivisione dei compiti, si ha la possibilità di coordinare tramite un
capo che provvede a governare e indirizzare i suoi collaboratori. Questa
forma funziona in situazioni di complessità media e soprattutto di
ambiente stabile. Il passo successivo, sempre in organizzazioni semplici ma che
crescono di quantitativo di numero di unità organizzative, è
quello di darsi delle regole; quindi di fare un sistema nel quale a
fianco del supervisore mette una serie di norme e procedure,
ossia la burocrazia (sistema di controllo burocratico). Questo si
può definire come standardizzazione dei processi (o
standardizzazione dei comportamenti). Siamo in una situazione
di relativa stabilità aziendale, ma in un sistema con una realtà
interna più complessa. Le persone in questo contesto possono
essere coordinate attraverso delle regole. Questo meccanismo
entra in crisi quando l’ambiente diventa instabile, ossia meno
prevedibile e meno gestibile attraverso delle regole. Oltre
all’ambiente che cambia, l’organizzazione, invece disvilupparsi
in senso di crescita, si sviluppa in senso di diversificazione.
Le organizzazioni storicamente ad un certo puto cominciano ad
essere organizzazioni divisionali: sono presenti su mercati
diversi, in scenari competitivi diversi, su aree strategiche
d’affari diverse. È difficile riuscire attività che seguono regole
di mercato e business differenti tra loro. In questo caso, il
livello corporate deve cedere un po' di autonomia ai livelli
divisionali, e quindi deve delegare. In un ambiente complesso
e dinamico e operando su mercati differenziati non riesce a
dare un sistema di regole che vada bene per tutti. A questo
punto, l’organizzazione deve essere più snella e flessibile e
quindi essere in grado di adattarsi a più contesti. Per fare ciò si
può standardizzare l’output, ossia standardizzare i risultati.
Non si dice più cosa fare, ma vengono dati degli obiettivi e
autonomia decisionale. L’organizzazione viene governata, non
attraverso accentramento decisionale e sistemi di regole, ma
attraverso decentramento decisionale e standardizzazione degli
obiettivi. Questa è la logica sulla quale poggia la gestione per obiettivi.
C’è un’altra possibilità: in scenari ancora più complessi dove si fa fatica a definire e valutare gli output, si
possono standardizzare gli input. Ovvero si possono definire le competenze e il sistema di valori degli
operatori di quell’area. Input intesi come persone: standardizzazione del profilo delle persone che devono
ricoprire una determinata posizione. Non è necessario coordinare il comportamento perché i loro
comportamenti sono influenzati da un sistema di valori/etica professionale che automaticamente li spinge
a lavorar in modo coordinato con l’obiettivo. Selezione dell’input vuol dire che scelgo o faccio in modo
di formare le persone per far sì che abbiano determinati valori e comportamenti già interiorizzati. In
questo modo posso coordinare n’attività che sfugge ai modelli precedenti: meccanismo di clan.
Quindi i possibili meccanismi di coordinamento sono reciproco adattamento e supervisione diretta per
organizzazioni molto semplici; per organizzazioni più complesse, non diversificate e in ambiente stabile
la burocrazia attraverso la standardizzazione dei processi; per imprese ed organizzazioni che operano in
contesti più dinamici e con una diversificazione delle attività svolte, la standardizzazione degli output con
gestione per obiettivi; quando questa non è più utile, si può ricorrere alla standardizzazione degli input,
ossia alla selezione delle persone (modo più complicato perché non supporta turn over).
STANDARDIZZAZIONE DEGLI OUTPUT – GESTIONE PER OBIETTIVI
(MBO)
Definizione 1: La gestione per obiettivi è un approccio sistematico alla gestione. Consiste nella totale,
massima delega di pezzi degli obiettivi generali lungo la linea organizzativa in modo che ciascun
manager sia responsabile della realizzazione di una parte degli obiettivi del livello più alto.
Sistematico: vuol dire che non è occasionale, ma è una filosofia di gestione: se adotto una gestione per
obiettivi, la scelgo come modello di coordinamento per tutta l’organizzazione (sistematico, continuo,
strutturale). Alcune imprese adottano la gestione per obiettivi, altre no.
Delega: se io voglio usare questo sistema per gestire la mia azienda, devo essere disposto a delegare una
parte delle responsabilità. Non è un modello adatto ad aziende che hanno una visione concentrata, con
imprenditori che vogliono avere il controllo di ogni parte dell’organizzazione. Una parte dei poteri
decisionali viene delegata ai manager delle varie produzione, però a fianco a questa delega c’è una
responsabilità. Non vengono date istruzione sulle procedure da seguire o su come fare, ma è importante
che venga raggiunto l’obiettivo che è stato assegnato. L’obiettivo è un elemento estremamente
importante. A fianco alla delega viene data una responsabilità, ossia raggiungere l’obiettivo assegnato.
Questa logica cambia il profilo delle persone. Il profilo professionale è diverso a seconda della filosofia
che scelgo.
Definizione 2: il management by objective può essere descritto come un processo secondo il quale, in un
determinato contesto organizzativo, i manager di ciascun livello collaborano all’identificazione e
definizione degli obiettivi comuni e delle principali aree di responsabilità di ciascun individuo in termini
di risultati desiderati e utilizzano queste misure come guida per la gestione aziendale e per la valutazione
del contributo dei suoi membri.
Processo: continuità di questo meccanismo nel tempo. Vengono coinvolti i manager di ciascun livello.
Gli obiettivi che vengono dati, sono per i manager la guida per poter decidere e sono elementi di
valutazione. Spesso sono anche il parametro a cui si agganciano gli strumenti di incentivazione. L’effetto
motivazionale al raggiungimento di un obiettivo non è solo un ringraziamento, ma anche un sistema di
incentivazione.
La gestione per obiettivi richiede che in azienda sia presente una serie di nuclei che formano la struttura
organizzativa del sistema. La gestione per obiettivi presuppone la presenza di centri di responsabilità:
l’azienda viene divisa in centri di responsabilità che possono essere di vario livello e tipologia, e quindi
diversi obiettivi assegnati. È un sistema che si trova spesso a cavallo tra il sistema di controllo di gestione
e le risorse umane.
Un centro di responsabilità è una unità organizzativa che, sotto la guida di un responsabile che guida la
sua unità organizzativa e gestisce in autonomia determinate risorse assegnate (personale, beni, tecnologie,
spazi, materie prime, servizi). Attraverso questa gestione della sua attività, il responsabile ottiene risultati
suscettibili di misurazione. Gli obiettivi sono quindi misurabili.
VANTAGGI DELL’MBO
Il sistema di gestione per obiettivi ha alcuni vantaggi, cioè avere degli effetti positivi in termini di:
- à
Motivazione il fatto di conoscere in anticipo in modo chiaro quello che è l’obiettivo da
raggiungere, risulta per i manager motivante. Se io non so come sarò giudicato, avrò p