Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
VI MALATTIA
exanthema subitum
esantema critico
febbre dei tre giorni
rubeola infantum
Agente infettivo: Herpes Virus (HHV6)
Caratteristiche:
età 6 mesi – 2 anni
tre giorni di febbre in genere > 38.5° C
aumento volume dei linfonodi occipitali
poi febbre scende e compare rash maculo-populare rosato
Peculiarità:
malgrado la febbre alta bambini molto reattivi, in buone condizioni generali
possono presentarsi convulsioni febbrili (HHV6 causa di convulsione nel 20% dei casi)
Che legame c’è tra VI malattia e convulsioni?
HHV6 ha un ruolo “neurotropo”
HHV6 invade SNC (neuroni e cellule gliali)
HHV6 infetta le cellule endoteliali e provoca vasculite dei vasi celebrali
SCARLATTINA
Incubazione: 3-5 giorni
Primo sintomo: febbre improvvisa (fino a 39-40°C), con brividi, cefalea, vomito e mal di gola
Eruzione SCARLATTINIFORME dopo 12-48 ore che inizia all’inguine per poi diffondersi in tutto il corpo in
sole 24 ore.
Scuola: riammissione dopo 48 ore di terapia antibiotica
Prima lingua a patina bianca, poi di colore rosso intenso.
Agente infettivo: Streptococco ß emolitico gruppo A (SBEA)
Eruzione scarlattiniforme a carta vetrata.
Strie rubre di Pastia
Alta i primi 1-3 giorni di malattia poi decresce lentamente
MORBILLO
Incubazione: 8-12 giorni
Primo sintomo: febbre e tosse, esantema MORBILLIFORME dopo 3-4 giorni. L’eruzione inizia dal
volto e scende verso le gambe (con andamento cranio caudale)
Contagiosità: 1-2 giorni prima dei sintomi, fino a 4 giorni dopo la comparsa delle macchie.
Rientro a scuola: dopo 4 giorni dall’esantema
Agente infettivo: Paramyxovirus (Morbillivirus). La vaccinazione è facoltativa
Presenta: Macchie di Koplik, coriza e congiuntivite
Complicanza maggiore causata dal morbillo: panencefalite sub acuta sclerosante (PESS)
ROSOLIA
Incubazione: 14-23 giorni (di solito 16-18)
Febbre non alta, linfonodi ingrossati
Esantema RUBEOLIFORME
Contagiosità: da alcuni giorni prima dei sintomi a 7 giorni dopo (ma anche di più)
Agente infettivo: Togavirus (Rubivirus). La vaccinazione è facoltativa.
La rosolia è teratogena se contratta in gravidanza.
PAROTITE EPIDEMICA (orecchioni)
Agente infettivo: Paramyxovirus. Vaccinazione disponibile.
Tumefazioni alle ghiandole parotidee , dolore alla masticazione o alla deglutizione, specialmente
dopo l’assunzione di acidi (aceto o succo di agrumi)
Incubazione:14-24 giorni
decorso completo della malattia in 9-10 giorni.
contagio: da 1 a 7 giorni prima della comparsa della parotite, fino a 5-9 giorni dopo la scomparsa
dei sintomi.
più frequente tra i 5 e i 15 anni d’età. Negli adulti e negli adolescenti rischio di orchite. Dopo
l’orchite la possibilità di rimanere sterili è inferiore al 3%.
V MALATTIA o “megaloeritema infettivo” -> guance schiaffeggiate
Incubazione: 4-14 giorni
Quasi sempre solo esantema
Febbre nel 15-30%
Contagiosi: probabilmente solo prima dell’esantema
Agente infettivo: Parvo virus (PV B19)
Megaloeritema infettivo -> quasi sempre solo esantema, ha un aspetto a rete o a ghirlanda, soprattutto agli
arti e al tronco
VARICELLA
Incubazione: 14-16 giorni
Febbre non alta
Eruzione: papule, poi vescicole, poi croste. Le vescicole si trasformano in croste in 1-2 giorni. Tra le
successive gittate di vescicole in 3 giorni
Contagiosità: 1-2 giorni prima dei sintomi, fino alla comparsa delle croste
Scuola: riammissione dopo 6 giorni dalla comparsa delle vescicole
Agente infettivo: herpes Zoster-Varicella Virus (HZV). Vaccinazione possibile.
PERTOSSE
Agente infettivo: Bordetella pertussis. Vaccinazione facoltativa
incubazione: 7-14 giorni
inizia come una qualsiasi infezione respiratoria (stadio catarrale). Dopo circa 10-14 giorni, inizia lo stadio
parossistico, caratterizzato da 5-15 (o più) colpi di tosse violenti e ravvicinati, seguiti da una specie di urlo o
da vomito con emissione di muco denso. In media dura circa 7 settimane, ma può arrivare fino a 3 mesi.
Sotto i due anni la malattia è molto grave e la mortalità è di circa l’1-2% tra i bambini di età inferiore a 1
anno. Il bambino è contagioso dalla comparsa dei primi sintomi fino a 3 settimane di fase parossistica.
DIABETE
Il carburante della cellula è il glucosio: senza di lui la cellula non funziona ed entra in stato di inattività.
Il Glucosio entra in cellule grazie all’ INSULINA che ne apre la porta.
Diabete mellito
È una malattia caratterizzata da mancato utilizzo del glucosio da parte delle cellule dovuta a non
produzione di insulina. Dal momento che il glucosio non può entrare nelle cellule, esso si accumula nel
sangue. Glucosio nel sangue = glicemia. Nel diabete abbiamo IPERGLICEMIA.
Diabete dell’adulto (tipo 2) -> difetti funzionamento insulina
Diabete giovanile (tipo 1) -> ridotta o assente produzione di insulina
• 2:1.000 bambini in età scolare
• picchi di frequenza a 5-7 anni e alla pubertà
• progressiva distruzione delle cellule β del pancreas
• progressivo deficit di insulina
• colpisce con uguale frequenza maschi e femmine (M:F=1:1)
• comincia a manifestarsi alcuni mesi dopo un’infezione banale (raffreddore, influenza), più spesso in
autunno ed in inverno
• è generato da una reazione autoimmune, con produzione di anticorpi in risposta all’infezione che
erroneamente distruggono le cellule β del pancreas
• dopo un’iniziale distruzione delle cellule β del pancreas, c’è un’ ultima produzione di insulina da
parte delle cellule rimaste: ultimo sprazzo di funzionalità
• in questa fase il bambino è in grado di produrre minime quantità di insulina da solo: “luna di miele”
che precede la definitiva incapacità a produrne più
SINTOMI:
• aumento della quantità di urine (poliuria)
• sete (polidispsia)
• fame (polifagia)
• calo ponderale
IN GENERE DA MENO DI 1 MESE
Non potendo utilizzare il glucosio, le cellule usano i grassi per produrre ATP (energia). Si accumulano così i
prodotti di rifiuto della distruzione dei grassi, i corpi chetonici (acido aceto-acetico, OH-butirrico e acetone).
I corpi chetonici inacidiscono il sangue -> CHETOACIDOSI DIABETICA
Se non si esegue nessun trattamento il diabete evolve verso la chetoacidosi diabetica, una condizione
molto grave che richiede sempre il ricovero.
CHETOACIDOSI DIABETICA
• poliuria (urine abbondanti)
• respiro frequente (Kussmaul) (iperventilazione per eliminare l’anidride carbonica)
• vomito
• disidratazione
• dolore addominale
• alito acetonemico
• confusione mentale
può portare al coma.
La terapia del diabete si fonda sulle iniezioni di insulina sotto cute. In genere si fanno 2 o 3 iniezioni di
insulina al giorno: mattina e sera oppure mattina, pranzo e sera. Esistono diversi tipi di insulina di diversa
durata di azione: RAPIDA, INTERMEDIA, LENTA
la principale complicanza del diabete TRATTATO è l’ipoglicemia.
Sintomi dell’ipoglicemia
• fame
• irritabilità
• tremore
• palpitazioni
• sudorazione
• vertigini
• pallore
• convulsioni
porta al coma in casi estremi
DIABETE A SCUOLA:
in caso di attività fisica:
il rischio maggiore è quello dell’ipoglicemia
alunni, professori di educazione fisica ed allenatori devono:
o fornirsi di scorte di zuccheri semplici (succhi di frutta, bibite zuccherate, zollette di
zucchero)
o saper riconoscere i sintomi dell’ipoglicemia
o informare i genitori in caso di attività fisica ordinaria
Da ricordare:
i bambini devono consumare a scuola le stesse quantità di cibo consumate alla stessa ora a casa
i bambini con diabete devono essere forniti di liste di scambio per consentire un apporto costante
di carboidrati e alle stesse variazioni dietetiche dei compagni
l’orario dei pasti deve rimanere sufficientemente costante in modo da evitare le ipoglicemie
l’assunzione di carboidrati con il pasto deve iniziare 15-30’ dopo l’iniezione di insulina rapida
Alimenti a scuola
consumare la stessa quantità di carboidrati ogni giorno
consumare pasti e merende alla stessa ora tutti i giorni
anticipare i pasti e gli spuntini in caso di ipoglicemia
assumere più carboidrati in caso di attività fisica non prevista
Ipoglicemia a scuola:
le circostanze in cui può verificarsi una ipoglicemia a scuola sono essenzialmente le seguenti:
ritardo nell’assunzione dello spuntino di metà mattinata
attività fisica inconsueta e/o non programmata
eccessivo ritardo nell’assunzione dei pasti (nelle ore in cui opera il servizio di refezione scolastica)
apporto insufficiente di carboidrati con i pasti somministrati a scuola
Trattamento
È fondamentale somministrare zuccheri semplici immediatamente. Se i genitori non hanno provveduto a
fornire specifiche informazioni, somministrare:
½ bicchiere d’acqua con 2 cucchiai da tavola di zucchero, oppure
½ lattina di bibita zuccherata (coca-cola, aranciata), evitare prodotti light, oppure
1 succo di frutta, oppure
Se il bambino può masticare, 2-3 zollette di zucchero.
È fondamentale forzare il bambino qualora non voglia bere o mangiare. La somministrazione di zuccheri
deve essere ripetuta dopo 10-15 minuti qualora i sintomi persistano. Qualora non si abbia la certezza che il
bambino si trovi in ipoglicemia è prudente somministrare ugualmente gli zuccheri.
Ruolo degli insegnanti:
Favorire il colloquio con i genitori
Conoscere gli orari dei pasti e degli spuntini del bambino con diabete
Consentire, in caso di ipoglicemia, il consumo di cibi contenenti zuccheri anche durante le lezioni
Permettere di recarsi in bagno anche ripetutamente in caso di iperglicemia
Riconoscere i sintomi precoci di ipoglicemia ed avere un atteggiamento rassicurante in caso di
ipoglicemia
Discutere con l’alunno il suo problema al fine di guadagnare la fiducia
Organizzare lezioni e seminari in classe sul diabete coinvolgendo l’alunno con diabete
In caso di ospedalizzazione, mantenere i contatti con l’alunno al fine di favorirne il rapido
reinserimento scolastico
Ruolo degli insegnanti di educazione fisica
Favorire la pratica dell’educazione fisica
Informare la famiglia in caso di attività