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FENOMENO MIGRATORIO
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Un fenomeno molto facilitato e sostenuto dallo stesso processo di globalizzazione. È un processo estremamente
complesso, perché quando si parla di questo, si parla sia di emigrazione che di immigrazione. È un processo che crea
una lacerazione perché crea un taglio, una frattura tra prima e il dopo. Nel processo di migrazione assumo un ruolo
importante i rituali culturali, perché proprio nel bisogno di conferma e riconferma della propria identità culturale, il
rito diventa fattore rassicurante della propria appartenenza, e quindi si possono verificare casi in cui questi riti
vengano esasperati oppure casi in cui non ci si voglia avvicinare a riti di altri culture per paura di perdere la propria
identità. 22
Quello dell’identità sarà un aspetto importante.
La nostra umanità è un’umanità in cammino. L’uomo di fatto si è sempre spostato. Solamente la nostra identità
europea come si è sviluppata, l’Europa è sempre stato un teatro di passaggio di popoli che appartengono a culture
diverse. È nata attraverso tre grandi culture:
1. ROMANITAS: cui deriva IUS il diritto
2. GRECITAS: cui deriva MITOS/LOGOS
3. GERMANITAS: cui deriva FRATERNITAS, l’idea del clan, della famiglia
Quindi il processo migratorio non è un processo nuovo, perché però allora ne parliamo come elemento di novità della
nostra società?
ELEMENTI DI NOVITA’ DEL PROCESSO MIGRATORIO
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• Chi migra chiede il riconoscimento della propria identità culturale
• Immigrati bellici: persone che scappano dal loro territorio perché c’è una guerra, o comunque un regime tale
che non permette di vivere una vita dignitosa
Oggi si sente tanto parlare di profughi, siamo abituati a immagini di persone che decidono di avventurarsi in un
precarissimo barcone per cercare una possibilità di vita in Italia. Il profugo è colui che scappa dal suo paese perché li ci
sono guerre, catastrofi ecc. e quindi è a rischio la sua vita, e decide di rischiare il viaggio per avere una possibilità di
vita.
Non tutti i profughi sono rifugiati. Per rifugiato si intendono persone che temendo ragione di essere perseguitati si
trova fuori dal paese in cui ha la cittadinanza e non può o non vuole tornare, a causa di questo timore, avvelarsi della
protezione di tale paese.
Cos’è la protezione sussidiaria? È uno status, al pari di quello di rifugiato, che viene riconosciuto dalla Commissione
territoriale competente in seguito alla presentazione di domanda di protezione internazionale. Qualora il richiedente
non possa dimostrare una persecuzione personale che definisce chi è rifugiato, ma si ritiene che rischi di subire un
danno grave nel caso di rientro nel proprio paese.
Durano entrambe 5 anni.
Poi ci sono i beneficiari di protezione umanitaria, e questa si può avviare nel momento in cui la Commissione
territoriale non accetta la domanda di protezione, ma ci sono comunque degli elementi di carattere umanitario
(situazione di vulnerabilità sotto il profilo psichico e medico) che richiede la permanenza nello stato Italiano. Quindi
non è più la Commissione internazionale ma al questore competente per un eventuale rilascio di permesso di
soggiorno. [31/10/2017]
MINORI STRANIERI NON ACCOMPAGNATI
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Si evidenzia il fatto che non abbiamo un fenomeno migratorio di passaggio, non è un fenomeno accidentale, ma è un
fenomeno strutturale.
Tra tutte queste persone che sbarcano, dobbiamo porre l’attenzione sui i minori che sbarcano nelle nostre coste senza
un accompagno. Ad oggi i minori stranieri non accompagnati sono circa 15.000. La gestione di questi minori è molto
difficile:
• Alle loro spalle hanno viaggi spesso drammatici nel quale in molti purtroppo hanno perso la vita, e anche una
volta giunti in Italia sono costretti a vivere in condizioni di grande vulnerabilità, esposti all’alto rischio di
subire abusi e violenze e di finire nelle maglie di sfruttatori senza scrupoli.
• Per un adolescente che emigra, il distacco dagli affetti familiari dell’infanzia e l’impatto con altri modi di
vivere e di pensare possono essere causa dell’insorgere di un sentimento di estraneità e di aggressione.
• Tali minori sollecitano a costruire modalità e pratiche di intervento che possono prendere in carico la
complessità dei loro percorsi.
Fino ad aprile ogni regione elaborava norme di accoglienza per conto proprio, il 7 aprile è stata elaborata la legge 47,
che disciplina le norme e le modalità di procedure a livello nazionale. Procedure di accertamento dell’età e
dell’identificazione, garantendone l’uniformità a livello nazionale. Prima dell’approvazione del disegno di legge non
esisteva un provvedimento di attribuzione dell’età, che d’ora in poi sarà invece notificato sia al minore sia al tutore
provvisorio, assicurando così anche la possibilità di ricorso.
Ad ogni ragazzo che viene rinvenuto sul territorio nazionale, deve essere assegnato un tutore. La legge ha previsto una
legge di partecipazione e responsabilità sociale, che è l’elenco dei tutori volontari. Ogni regione ha elaborato un
elenco di tutori volontari, persone che vogliono accompagnare/sostenere questi minori.
Bisogna promuovere l’affido familiare, perché permette loro una più facile integrazione nel contesto. La legge tutela
anche il diritto all’istruzione e alla salute.
Viene prevista infine la possibilità di supportare il neomaggiorenne fino ai 21 anni di età qualora necessiti di un
percorso più lungo di integrazione in Italia. 23
Per la prima volta sono sanciti anche per i minori stranieri non accompagnati il ‘’diritto all’ascolto’’ nei procedimenti
amministrativi e giudiziari che li riguardano.
La domanda spesso che viene posta è ‘’cosa vuoi fare nel tuo futuro?’’ la maggior parte dei ragazzi risponde di voler
studiare. POLITICHE MIGRATORIE
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Nel corso dei secoli, le modalità con cui veniva disciplinata la presenza di immigrati in un contesto sociale, sono state
diverse. Le politiche migratorie, è come viene disciplinata la presenza.
Oggi siamo arrivata alla richiesta di identità.
Modelli:
• Assimilazione: è un processo che difronte alla moltiplicazione di provenienze culturali all’interno di un paese,
il gruppo egemone/dominante, ingloba a sé le altre culture che quindi si devono conformare, e nell’idea del
conformare c’è quello di rendere simile il dissimile. C’è una dimensione di passività della cultura minoritaria
rispetto alla cultura maggioritaria, che è quella ospitante. C’è un atteggiamento di dipendenza, tale per cui la
cultura minoritaria rinuncia ad affrancarci, ad affermarsi.
• Contrapposizione/segregazione: è un modello che vede una frattura tra le varie diversità, ed è un modello
socialmente molto pericoloso perché è un modello che contribuisce a creare quella che viene chiamata
concezione gerarchica delle culture, che quindi vivono separate. È pericoloso perché alimenta l’odio, genera
violenza.
• Eliminazione: il diverso, lo straniero, viene percepito come una minaccia e quindi in qualche maniera va
eliminato, anche fisicamente portandolo a morte o cacciandolo dal proprio stato.
• Universalismo: se quello della contrapposizione mette in enfasi le differenze, questo modello è un modello
che a sua volta annulla le differenze, ma secondo un approccio diverso, tende a dire ‘’siamo tutti uomini’’. È
un modello che tende a mettere in evidenza quelli che sono le cose in comune, eliminando le differenze che
rendono uniche le persone.
• Melting pot: è l’idea del ‘’frullato’’, ovvero un mix di tutta la frutta senza essere più niente di quello era
prima. È un modello integrazionista che fa si che dalla presenza sul contesto di persone appartenenti a
culture diverse in uno stesso territorio, interagisca tra di loro, causando un mescolamento di pensieri, idee,
modi di vita. E quello che si crea è una nuova realtà che ha un po’ di tutto, ma che non è nello specifico
nessuna delle altre cose.
• Democrazia delle culture: è un modello interazionista, c’è un mantenimento delle differenze, c’è una
relazione di scambio. Questo è un vero e proprio progetto politico, che ha come suo elemento di partenza, la
presenza sempre più marcata di persone provenienti da culture diverse. Partendo da questo presupposto,
questo modello, vuole fornire ad ogni persona i mezzi necessari per accedere ad una vera pienezza umana e
culturale. Così ogni persona può maturare la propria identità personale e culturale. Si basa sulla relazione
paritetica tra le varie culture. È un concetto molto importante perché in qualche maniera ci introduce verso
un nuovo concetto di cittadinanza. Il concetto che introduce è quello del modello interculturale. È legato
all’essere parte di uno stato, all’essere persona e cittadino, del quale si rispettano delle regole assumendosi
diritti e doveri.
NUOVI CITTADINI DEL MONDO: STATUTO DI UMANITA’
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Marshall ha sviluppato un concetto di cittadinanza in relazione allo sviluppo dei cittadini dell’uomo.
Il 700 è stato il secolo dei diritti civili, che sono i diritti inalienabili della persona, quali appunto libertà di parola,
espressione ecc.
L’800 è stato caratterizzato dai diritti politici, che trovano espressione nel concetto di sovranità, ovvero far parte del
processo politico di uno stato.
Il 900 è caratterizzato dai diritti sociali, ovvero quelli che facilitano il cittadino di realizzarsi in quanto membro di una
società, istruzione, benessere, salute ecc.
Il 2000 è caratterizzato da quelli che lui chiama diritti culturali, ossia quelli che sono i diritti di 4° generazione, di cui fa
parte quell’approccio la democrazia delle culture. I diritti culturali secondo Marshall potrebbero essere una sintesi
degli altri 3 diritti (civili, politici, sociali), sono diritti di tipo solidaristico perché riguardano la possibilità per le singole
persone e per i popoli di agire secondo logiche di sostegno e di reciprocità. Qui entra in gioco l’educazione
interculturale che dovrebbe educare alla cittadinanza culturale, dovrebbe educare ad un approccio democratico alla
relazione tra le culture, educando ad una cittadinanza della prossimità, quindi al riconoscimento di chi ci è vicino ma
educando anche ad una cittadinanza universale.