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CRONICHE
Le forme di leucemia cronica sono normalmente a carico delle forme più mature delle varie linee cellulari linfoidi e mieloidi. Nelle forme croniche la capacità differenziativa è mantenuta. Le forme croniche sono tipiche dell'età adulta. E in base al tipo cellulare:
- MIELOIDE
- LINFOIDE
Le leucemie sono malattie neoplastiche caratterizzate dalla proliferazione incontrollata di cellule emopoietiche molto immature nel midollo. I BLASTI sono cellule che hanno perso la capacità di dare origine alle cellule più mature, che poi passano nel sangue periferico e continuano a dividersi, aumentando progressivamente di numero.
Sangue midollare blasti >25%
Sangue periferico blasti >5%
Il termine acuta si riferisce alla rapidità di insorgenza dei sintomi e della progressione della malattia che, se non curata, può condurre a morte in breve tempo, a differenza della leucemia cronica il cui decorso è in genere meno tumultuoso. Esso
non implica un giudizio negativo poiché molti casi di leucosi acuta possono essere curati con la sola chemioterapia.
Emopoiesi normale in ordine:
- Promielocita
- Mielocita
- Metamielocita
- Neutrofilo
Inizialmente si ha la sostituzione del clone leucemico che porta ad un' insufficienza midollare e all'infiltrazione d'organo.
INSUFFICIENZA MIDOLLARE
- Infezioni = Neutropenia
- Pallore, Astenia = Anemia
- Emorragie = Piastrinopenia
INFILTRAZIONE D'ORGANO
- Epatosplenomegalia = Milza e fegato
- Linfoadenomegalia = Linfonodi
- Ipertrofia gengivale = mucose
- Lesioni papulari = cute
- Meningosi = SNC
DIAGNOSI
- EMOCROMO CON FORMULA: neutropenia, anemia, piastrinopenia e formula leucocitaria (blasti)
- ASPIRATO MIDOLLARE e BIOPSIA OSTEOMIDOLLARE: blasti >25%
LEUCEMIA ACUTA MIELOIDE (LAM)
La frequenza aumenta con l'età (età mediana 60-65 anni).
Si distinguono:
- leucemie acute "de novo"
- leucemie acute secondarie (a sindromi mielodisplastiche,
ad esposizione ad agentioncogenici noti, …)I quadri clinico-patologici sono prevalentemente quelli dell’insufficienza midollare (anemia,emorragie, infezioni) e l’interessamento del sistema nervoso centrale è raro.
CLASSIFICAZIONE
- FAB classification (French-American-British) → otto categorie (M0 → M7)
- Grado di differenziazione e orientamento
- Analisi immunoistochimica per la mieloperossidasi (MPO), esterasi specifiche e nonspecifiche, markers molecolari
- WHO classification
- Categorie in base alle alterazioni citogenetiche ed ai meccanismi patogenetici → utilità terapeutica della classificazione
LEUCEMIA ACUTA PROMIELOCITICA (5% delle leucemie acute mieloidi)
I sintomi sono non specifici: febbre, malessere, pallore, emorragie; tuttavia i pazienti corrono un rischio aumentato di emorragia, per una grave piastrinopenia, correlata a una ridotta produzione midollare e a un aumentato consumo periferico → Ipercoagulabilità.
L'aumento di consumo è dovuto ad una coagulopatia da eccessiva attivazione della coagulazione, che porta ad un quadro clinico e di laboratorio denominato 'coagulazione intravascolare disseminata'.
I precursori promielocitici presentano una specifica traslocazione reciproca tra i cromosomi 15 e 17 → t(15;17). → Nel 98% dei pazienti è presente la t(15;17) gene chimerico PML/RARa.
La sequenza che codifica per il recettore alfa dell'acido retinoico (RARa) (sul cromosoma 17) + la → sequenza codificante una unità trascrizionale definita PML (sul cromosoma 15) il gene codifica per PML/RAR, un recettore dell'acido retinoico anomalo che inibisce la differenziazione dei promielociti, tramite repressione trascrizionale (proteina di fusione → corepressore → istone deacetilasi).
La patogenesi molecolare della leucemia promielocitica comprende due sindromi:
- Retinoic Acide Responsive (PML, NPM...)
- Non-Responsive to RA
(PLZF)PROGRESSI NELLA BIOLOGIA E NELLA TERAPIA DELLA LEUCEMIA PROMIELOCITICA
- Fino al 1973 mortalità >90%
- 1973-1980 prime guarigioni con chemioterapia
- 1977 identificazione della traslocazione t(15;17)
- 1990-1996 guarigioni >70% con acido tutto-trans retinoico (ATRA = all-trans-RetinoicAcid)
- 1996-2006 Trattamento con triossido di arsenico (ATO) e studio sulla combinazione ATRA-ATO → >80% guarigione
LEUCEMIA ACUTA LINFOIDE (LAL)
Malattia eterogenea con aspetti clinici e biologici differenti, contraddistinti dalla proliferazione edall’accumulo di cellule immature della linea linfoide (linfoblasti) nel midollo osseo, nel sangueperiferico, nei tessuti linfoidi e non.
Disordine clonale neoplastico originante da progenitori linfoidi nel midollo, nel timo e neilinfonodi.
Fenotipo B in circa l’80 % , fenotipo T nel 20 %
Classificazione FAB: ALL-1; ALL-2; ALL-3.
WBC ↑ con presenza di blasti • Anemia frequente, Piastrinopenia < 25.000/ mmc nel 30 %
dei casi Midollo osseo infiltrato da blasti per il 50-90%. Iperuricemia, ipercalcemia (rara). MALATTIA MINIMA RESIDUA Lo studio della malattia minima residua consente una misurazione diretta della 'quantità' di malattia che viene eliminata dalla terapia e quindi può dare indicazioni per un migliore inquadramento prognostico e terapeutico. SINDROMI MIELOPROLIFERATIVE CRONICHE- Leucemia mieloide cronica
- Policitemia vera
- Trombocitemia essenziale
- Mielofibrosi idiopatica
Aminoterminale del gene Bcr. Questo fenomeno genera il gene ibrido BCR/ABL, che codifica per la proteina Bcr/Abl.
PRINCIPALI EFFETTI DI BCR-ABL NEL PROGENITORE EMOPOIETICO
- Stimolo alla proliferazione
- Diminuzione dell'adesione allo stroma emopoietico
- Ridotta morte apoptotica
- Diminuzione della funzione di ABL a livello nucleare e instabilità genomica
PATOGENESI
La tirosino-chinasi mutata BCR/ABL fosforila diversi substrati, riproducendo gli effetti di una stimolazione continua con fattori di crescita. Questo si traduce in un vantaggio proliferativo della cellula staminale mutata e della sua progenie e instabilità genetica che predispone a ulteriori mutazioni. L'acquisizione di ulteriori mutazioni porta all'evoluzione della malattia in leucemia acuta. La diagnosi viene effettuata per citologia, citogenetica, molecolare e fish.
STORIA DELLA TERAPIA DELLA LEUCEMIA MIELOIDE CRONICA
1845 riconoscimento della malattia come entità autonoma
1865 primo
trattamento con arsenico➢1895 terapia radiante 1946 prima terapia efficace1960 identificazione del cromosoma Ph1978-1983 autotrapianto, allotrapianto, interferone1999 Imatinib (Gleevec), inibitore della tirosinochinasi (targeted therapy); 1a generazione
Dal 2004 in poi: Dasatinib, Nilotinib, Bosutinib e Ponatinib
Gli inibitori delle tirosino-chinasi inibiscono la fosforilazione indotta dall'attività tirosinochinasicacostitutivamente attiva di BCR-ABL.
Le mutazioni di ABL: causa di resistenza
Malattie (neoplasie) mieloproliferative
Phyladelphia-negative (Ph- MPN)
Recenti studi hanno mostrato una stretta associazione tra la mutazione V617F (G>T nell'esone 12)nel gene JAK2 (Janus Kinase 2) e i disordini mieloproliferativi cromosoma Philadelphia-negativiquali la policitemia vera (PV), la trombocitemia essenziale (ET) e la mielofibrosi idiopatica (IM).
La mutazione è acquisita in quanto presente nella linea mieloide, ma assente nei linfociti T.
POLICITEMIA
VERAAumento della massa eritrocitaria per iper-produzione: aumento progressivo dell'Hb fino a valore >20 g/dl ed Ht fino a > 60%; spesso anche piastrinosi moderata (400-800.000 /ul) e leucocitosi (10-20.000/ul) con neutrofilia. Non cellule immature circolanti.Ipersensibilità dei progenitori del clone mutato all'eritropoietina ed altre citochine (Interleuchina 3[IL-3], Stem cell factor [SCF]).Le alterazioni citogenetiche sono molto rare (20 q-).Può esserci lieve splenomegalia. Cellularità midollare aumentata, fibrosi scarsa o assente.Nelle fasi avanzate (oltre 5-10 anni) tendenza a fibrosi midollare e riduzione della cellularità(evoluzione in mielofibrosi secondaria).Nel 2-10% dei casi vi può essere evoluzione verso la Leucemia Mieloide Acuta.JAK2 E LA MUTAZIONE JAK2-V617FNei pazienti affetti da PV, la mutazione JAK2 V617F rende la chinasi costituzionalmente attiva,indipendentemente dal segnale innescato dall'eritropoietina e,Per questo, si verifica una proliferazione indiscriminata delle cellule midollari della serie rossa. In realtà, possono risultare aumentate anche le piastrine e i globuli bianchi, ma, comunque, lo stipite cellulare nettamente prevalente sono i globuli rossi.
TERAPIA = finalizzata al controllo del rischio trombotico
Viene fatto un controllo dell'eritrocitosi (HCT<45%) e dell'eventuale piastrinosi (PLT<4x 103 /ul).
SALASSO = mediante rimozione di 300-450ml di sangue per volta, consente la rapida normalizzazione della massa eritrocitaria. Per ridurre il rischio tromboembolico: Profilassi primaria con Antiaggreganti piastrinici.
CHEMIOTERAPIA CITORIDUTTIVA
TROMBOCITEMIA ESSENZIALE
Alterazioni cromosomiche nel gene JAK2 (50%), meno