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FOCUS: FOCUS:
clienti che di fornitori, tenendo in
Per esempio, l’obiettivo di Ikea è quello di rendere
interno esterno
considerazione la velocità all’adattamento.
il personale più contento e soddisfatto.
Modello processo interno Modello obiettivi razionali
L’attenzione è le verso le modalità attraverso le Ha come focus il risultato ottenuto ma non
quali le attività vengono svolte, ossia i processi. misurato in termini di velocità di adattamento
L’organizzazione si misura sulla capacità che all’ambiente, bensì in termini di controllo
hanno i processi di generare stabilità, equilibrio, generato nell’organizzazione. Il risultato viene
efficienza nell’utilizzo delle risorse e quindi misurato sulla capacità di controllo dei
standardizzazione. I sotto – obiettivi sono la processi produttivi.
gestione dell’informazione e la comunicazione. I valori obiettivo sono quindi la produttività,
L’attenzione è quindi verso i processi interni ma l’efficienza e il profitto.
non alle persone e alle competenze bensì ai I sotto – obiettivi sono la pianificazione e la
processi e al valore che questi generano e alle scelta degli obiettivi.
tecnologie usate. STRUTTURA: controllo
La scelta di questi indicatori dipende quindi dagli obiettivi e dalla strategia dell’azienda. Si
chiamano appunto modelli contingenti in quanto variano a seconda degli obiettivi e dalla
strategia organizzativa e a seconda della struttura e del focus aziendale. 27
Per esempio, nel caso Ikea, gli indicatori sono:
Efficacia ed efficienza.
§ Capacità dell’azienda nell’attrarre,
§ gestire e motivare i collaboratori.
Crescita, presidio e presenza sul
§ mercato, tipico dei sistemi aperti. Ikea,
possedendo 355 negozi in 29 paesi
differenti, opera in un ambiente
complesso dovendo far fronte alle
regole e le norme di tutti i paesi.
Numero di persone servite,
§ conteggiante in base al numero di
persone che accedono ad Ikea. La
mission di Ikea è infatti quella di
arrivare a tutti con i suoi prodotti.
Economico di fatturato che
§ rappresenta la capacità dell’azienda di
raggiungere un obiettivo razionale.
Provenienza delle risorse utilizzate nel
§ processo produttivo.
Razionale di fatturato riguardo la
§ sostenibilità.
2. Come si possono misurare le diverse dimensioni dell’efficacia?
3. Variando le dimensioni dell’efficacia, varieranno anche i fattori che portano ad
un’efficacia più elevata?
Ma, in realtà, che cosa conta davvero nel raggiungere gli obiettivi? È più importante avere
una buona strategia e buoni obiettivi o avere una buona capacità di esecuzione degli
obiettivi? È più importante l’organizzazione o la strategia? 28
Molte ricerche hanno messo in discussione i modelli prevalenti in base ai quali è
sufficiente una “buona strategia” per raggiungere un’elevata efficacia. È infatti importante
che ci sia equilibrio tra organizzazione e strategia.
L’ambiente di riferimento.
Quanto l’ambiente di riferimento incide sugli obiettivi di performance ed efficacia?
Da alcune analisi risulta che circa il 20% del vantaggio competitivo aziendale risulta dalle
scelte dell’ambiente. Scegliere l’ambiente giusto quindi incide solo parzialmente. Questo
vuol dire che aziende che operano nello stesso ambiente, possono avere risultati molto
diversi (per esempio Ryanair, Easy Jet e Wirz) in quanto adottano strutture e modelli
organizzative differenti (contratto, stipendio).
Strategia.
All’interno dello stesso settore, la scelta del tipo di strategia spiega circa il 25% del
vantaggio competitivo aziendale.
Per esempio, General Motors e Toyota, seppure operavano nello stesso settore, stesso
ambiente e adottavano la stessa struttura organizzativa, utilizzavano un modello
organizzativo differente: la General Motors si basa su un modello fortemente controllato e
automatizzato, dove il vertice strategico comanda sul nucleo operativo; Toyota invece si
basa sul cosiddetto modello leggero o performance continua, andando ad incentrarsi sul
minimo contributo di tutto promuovendo la partecipazione e una gerarchia piatta.
Implementazione
Le strategie possono essere osservate e imitate, ciò che fa la differenza è però
l’implementazione, ovvero la capacità di agire e mettere in atto queste strategie.
L’implementazione ricopre infatti circa il 50% del vantaggio competitivo aziendale.
Studio critico
Alcuni studiosi hanno svolto uno studio effettuato su un campione di 160 aziende,
andando ad analizzare l’efficacia attraverso un indice definito TSR, ritorno totale per
l’azionista. Le aziende sono state divise, a seconda dell’indice, in:
Winner: l’azionista è sempre stato contento.
§ Loser: l’azionista non è mai stato contento.
§ Climber: l’azienda possiede un valore esponenziale.
§ Tumbler: la performance decade.
§ 29
Gli autori, nello studio delle imprese, arrivano a definire che, nei winners, ci sono quattro
fattori critici di successo:
Esistono altri fattori di successo secondari i quali, almeno due, devono essere associati ai
quattro fattori critici:
Talento: capacità di creare e coltivare talenti, ovvero coloro che sono in grado di
§ eseguire e mettere in atto le idee del vertice strategico.
Leadership: capacità direzionale, ovvero la capacità di scegliere correttamente i
§ manager.
Innovazione: realizzare processi innovativi di trasformazione nell’azienda.
§ Fusioni e partnership: ambire alla crescita attraverso accordi ed alleanze
§ strategiche.
Esempi di alcune aziende che sono state oggetto di questo studio sono:
Dal punto di vista della strategia. Qualunque approccio l’azienda scelga, è importante
§ che la strategia sia chiara e che venga comunicata in maniera coerente a tutti gli
interlocutori (clienti, dipendenti ed altri).
Essere chiari sulla strategia significa sapere bene in che modo raggiungere la crescita:
focus sul core business, tenendo d’occhio altri mercati.
Del punto di vista dell’esecuzione. A prescindere da quale strategia sia stata scelta,
§ un ruolo cruciale gioca il come quest’ultima viene eseguita. 30
Le aziende di successo realistiche: identificano i processi operativi più importanti e su di
essi concentrano le loro risorse.
Dal punto di vista della struttura organizzativa.
§ Non esistono modelli strutturali vincenti in assoluto,
ma è fondamentale limitare gli svantaggi della
burocrazia e semplificare i canali di comunicazione.
In questo modo i dipendenti in “prima linea” possono
contribuire in maniera fondamentale al successo di
un’organizzazione.
Dal punto di vista della cultura organizzativa
§
La promozione di cultura di performance di alto livello dei singoli e del lavoro di gruppo è
alla base del successo durevole. 31
Elementi fondamentali della struttura
organizzativa
Nel raggiungimento dei risultati, il modello organizzativo è importante e al suo interno,
anche la struttura organizzativa riveste un ruolo importante.
Definizione e componenti chiave
La struttura organizzativa fa parte della progettazione organizzativa e si riferisce
all’insieme delle regole e dei sistemi che gestiscono, in un’organizzazione, tre elementi
organizzativi:
I rapporti di dipendenza formale, chiamata anche gerarchia o relazioni verticali.
§ Le modalità di ripartizione delle attività tra gli operatori, ovvero la modalità con la
§ quale vengono costituite le unità organizzative attraverso l’adozione di criteri di
ripartizione e raggruppamento. Questo criterio si basa sulla specializzazione del
lavoro.
I sistemi di comunicazione, ovvero i sistemi, formali o informali, con i quali
§ vengono distribuite le informazioni, e di coordinamento, ovvero i meccanismi di
coordinamento che aiutano l’organizzazione a trovare dei meccanismi di
aggiustamento.
Il coordinamento può essere:
- Verticale: quando segue un ordine gerarchico, solitamente dall’alto verso
il basso. I vari sistemi di coordinamento verticale sono:
. Regole che possono essere formali o informali. La presenza di regole
dipende dalla volontà degli organi di vertice di controllare l’operato.
Per questa ragione si distinguono aziende che hanno molte regole e
aziende più libere che non adottano molte regole.
Le regole sono anche sociali, ovvero regole che l’individuo si da in
quanto vengono poste da un gruppo.
. Programmi e piani, ovvero strumento di gestione dell’ambiente
complesso in quanto questi servono a definire obiettivi di breve e
lungo periodo. Questi vengono decisi dal vertice con l’aiuto della
tecno – struttura.
. Sistemi Informativi, ad esempio i sistemi di reporting automatizzati,
che prendono le informazioni dal basso e le aggregano per il vertice
strategico oppure, al contrario, le prendono dal vertice strategico e le
aggregano per il nucleo operativo.
. Gerarchia, in quanto strumento di controllo diretto.
- Orizzontale: collegamenti tra unità organizzative che non sono in un
rapporto gerarchico. Coordinano quindi unità che sono sul medesimo
livello organizzativo. I vari sistemi di coordinamento orizzontali sono:
. Sistemi Informativi orizzontali 32
. Contatto diretto, meccanismo per il quale i soggetti si contattano
direttamente senza il tramite di un organo apicale.
. Task force, gruppo di lavoro che viene costituito per rispondere ad un
bisogno complesso per un periodo di tempo, di solito, limitato.
. Organi integrazione full time, soggetti, ruoli, posizioni organizzative
che hanno l’obiettivo di integrare le varie unità organizzative.
. Team: gruppo di lavoro permanente ed è multidisciplinare.
coordinamento Alto
necessario Team
Integratori full - time
Task Force
orizzontale
di
Ammontare Contatti diretti
Basso Sistemi informativi
Basso Alto
Costo del coordinamento in termini
di tempo e di risorse umane
Le prime due componenti si ritrovano nell’organigramma, schema concettuale della
struttura organizzativa che indica i rapporti di dipendenza formale, cioè le relazioni
verticali, e le modalità di suddivisione e raggruppamento delle attività, cioè le
configurazioni dell’unità organizzativa. Questo schema non mette in luce la
comunicazione.
L’organigramma struttura è quindi una parte della struttura organizzativa ed è presente
solo nelle aziende formali, nelle aziende di grandi dimensioni e nelle az