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INSOSTITUIBILITA’ DELLE RISORSE
Le fonti di insostituibilità delle risorse derivano dal possesso concentrato in alcuni
attori di risorse naturali ambite e rare, supporto tra dimensioni della domanda e
dimensione minima efficiente delle imprese, innovazione e differenziazione del proprio
output da quello di potenziali concorrenti, specificità ad un uso o ad un utilizzatore
delle risorse investite in una relazione. Queste forme di insostituibilità delle risorse
danno vita a:
Rendite: ritorni economici superiori a quelli necessari per attrarre la risorsa in un
dato impiego o attività
Costi di transazione: costi di ricerca di partner, di negoziazione delle condizioni
di scambio e di cooperazione, di controllo che gli accordi siano rispettati
FORME DI INTERDIPENDENZA
Possiamo distinguere quattro tipi di interdipendenze.
L’interdipendenza transazionale prevede in trasferimento di beni e servizi attraverso
un’interfaccia tecnicamente separabile (l’attività di A genera un output che diventa
input di B):
1. l’interdipendenza sequenziale è uno scambio unidirezionale
2. l’interdipendenza reciproca è uno scambio che avviene in maniera simmetrica
L’interdipendenza associativa prevede unione di sforzi, allineamento dei
comportamenti e azione comune:
1. l’interdipendenza pooled ha come oggetto l’uso di risorse comuni
2. l’interdipendenza intensiva ha come oggetto risorse comuni e attività comuni
CAPITOLO 11
La mansione è data da un insieme di compiti, cioè attività elementari non
ulteriormente divisibili. Le mansioni sono poi assegnate ad un soggetto o a gruppi di
soggetti secondo logiche e criteri di convenienza. La specializzazione orizzontale di
una mansione è rappresentata dalla sua ampiezza, definita dal numero di compiti
diversi che gli sono attribuiti: è alta quando la mansione è composta da pochi compiti;
è bassa quando è composta da molti compiti. La specializzazione rappresenta la forma
prevalente di divisione del lavoro, al cui crescere aumenta la produttività (più
destrezza, risparmio del tempo, sviluppo di metodi e innovazione). La specializzazione
verticale attiene al grado di controllo sui compiti: è alta quando i titolari di una
posizione non hanno il controllo sulle attività da loro svolte; viceversa quando è bassa.
La specializzazione orizzontale può portare a problemi di coordinamento,
comunicazione o bilancio dei carichi, mentre entrambe le specializzazioni possono
portare problemi di alienazione o motivazione. Possibili rimedi sono la rotazione delle
mansioni o il loro allargamento.
Il principio della divisione del lavoro mira alla massima produttività attraverso la
scomposizione di attività complesse in molteplici operazioni diverse svolte da
operatori diversi. La formalizzazione del comportamento è un metodo con cui
l’organizzazione aziendale standardizza i processi di lavoro: descrive la mansione,
specifica il flusso di lavoro e definisce le regole. È un parametro di progettazione
chiave in presenza di mansioni con un’alta specializzazione verticale. L’errore
principale che si potrebbe compiere nell’analisi delle mansioni è considerarle così
come sono: bisogna partire da due livelli di analisi.
1. SISTEMA SOVRAORDINATO PRIMARIO DI LAVORO: è un insieme di attività
interdipendenti che portano a un risultato identificabile. La ragione di questa
ipotesi sta nel fatto che potenzialmente un sistema di attività è in grado di
autoregolarsi: si ridurrebbero i costi di coordinamento e controllo e, con il
tempo, si aumenterebbe il bisogno d’identità delle persone.
2. SISTEMA SOTTO-ORDINATO DELLE OPERAZIONI UNITARIE ELEMENTARI:
stabiliscono un limite inferiore oltre il quale i compiti non sono divisibili.
Una volta definito un sistema di lavoro e le attività di base di cui è composto, si
possono analizzare gli effetti sull’efficacia dei meccanismi di coordinamento che hanno
le relazioni tra le attività.
Le eccezioni, gli imprevisti e le incertezze sono chiamate varianze, cioè delle
deviazioni rispetto a una norma. La varianza complica e intensifica l’interdipendenza,
in quanto gli effetti di alcune varianze si fanno sentire in tutte le operazioni
successive, condizionandone gli aspetti. Sono definite varianze chiave. Generalmente,
quanto più elevate sono le varianze e complesse le interdipendenze tra operazioni
unitarie, tanto meno è efficace ed efficiente dividerle in mansioni specializzate
assegnate a diversi operatori. L’interdipendenza può essere aumentata dalla
specificità delle conoscenze necessarie allo svolgimento delle attività. Perciò si può
attendere che compiti legati da forti specificità possono essere efficacemente
aggregati nella stessa mansione individuale.
Quindi varianze e interdipendenze tra attività elementari giocano tipicamente a favore
dell’aggregazione dei compiti. Le economie di specializzazione e di scala, tuttavia,
possono operare in senso opposto: ostacolano l’aggregazione dei compiti in mansioni
ampie, mentre le economie di scope la favoriscono. Il grado di
osservabilità dei comportamenti degli agenti è una dimensione di analisi importante
per il job design: attività con osservabilità molto diverse non dovrebbero essere unite
alla stessa mansione. Inoltre, hanno molta importanza altre variabili, quali:
- grado di sostituibilità delle risorse umane
- valore ad esse aggiunto rispetto a quello aggiunto da altre risorse
- misura in cui le conoscenze su cui si basano le attività sono state accumulate
- il rischio a cui è esposto il capitale umano
Queste variabili si sintetizzano nel concetto di criticità delle risorse umane rispetto ad
altre risorse: quanto più critiche sono le risorse umane, tante più forme di
organizzazioni del lavoro efficienti ed eque dovrebbero riservare loro diritti di
proprietà.
Una procedura completa di analisi delle mansioni richiede che siano specificate le
preferenze degli attori sulle stesse. Le qualità delle preferenze dei prestatori di lavoro
sono: VARIETA’: generalmente le persone hanno preferenze definite sulla varietà di
attività che la loro posizione lavorativa consente. La varietà in situazioni molto
interessanti aumenta i livelli di attenzione e fatica e riduce la possibilità di
dedicarsi ad attività compensative mentre si lavora in modo automatico. La
varietà è spesso apprezzata nelle attività ad elevato contenuto discrezionale.
AUTONOMIA: il grado di autonomia caratterizza una mansione nella sua
dimensione verticale. È, infatti, costituito dall’estensione delle attività di
decisione, pianificazione e controllo attribuite alla posizione. Il grado di
autonomia è espressivo, quindi, del grado di discrezionalità, autocontrollo e
autodeterminazione, del grado di libertà di cui gode un attore in una posizione
lavorativa.
INDENTITA’ E IDENTIFICAZIONE: il bisogno di identità è considerato uno dei
bisogni di base che nei contesti di lavoro è influenzato dalla possibilità di
identificazione. Il senso di identità consentito da una mansione è basato in
primo luogo sulla visibilità, o comunque sulla percezione del contributo fornito.
INTERAZIONI SOCIALI: la possibilità di intrattenere relazioni sociali sul lavoro
non è apprezzata in modo uniforme dalle persone. L’età, lo stile cognitivo, gli
interessi, sono tutti fattori che possono influire sul grado di orientamento alle
relazioni sociali delle persone. Le condizioni di impossibilità di interagire e di
isolamento sono state riscontrate come fattori sistematici di insoddisfazione e
stress.
SVILUPPO: è una caratteristica di una mansione poco definita, in quanto apre
la possibilità di acquisire mansioni più attraenti in un secondo momento
(sviluppo professionale). Una classica distinzione tra lavoratori con riguardo alle
preferenze sui sentieri di sviluppo, è tra “locals” e “professionals”: i primi sono
identificati come un sistema organizzativo particolare e orientate alla carriera in
quel sistema; le seconde sono persone identificate con una professione, in cerca
di uno sviluppo nelle competenze e nei contenuti del lavoro.
AUTOREALIZZAZIONE: il lavoro può essere fonte di ricompense anche
intrinseche, ovvero benefici psicologici in termini di interesse, divertimento e
senso di competenza. Si tratta della caratteristica più soggettiva e può essere
difficile valutare a priori l’interesse per l’attività. Perciò le preferenze non solo
dovranno essere empiricamente rilevate, ma gli attori dovranno avere il tempo
di apprenderle.
SALUTE, SICUREZZA, QUALITA’ DELLA VITA DI LAVORO: è un insieme che
si attiene di più a condizione esterne, piuttosto che alle attività specifiche che la
compongono. Si è sviluppata un’opportunità di un collegamento teorico con un
“pacchetto” di cambiamento più ampio orientato al miglioramento complessivo
della vita di lavoro, sia dal punto di vista psichico che da un punto di vista
familiare e di vita privata.
La definizione di una soluzione di microstruttura è un problema decisionale con
molteplici attori e obiettivi. Per questo si è parlato di ottimizzazione congiunta dei
requisiti tecnici e sociali: si è proposto di assegnare un voto ad ogni alternativa
individuata sia in termini di soddisfazione delle persone, che in termini di efficienza.
Però, usa un criterio di equità basato sulla somma delle preferenze, implicando una
comparazione interpersonale dell’utilità. Si tratta di un approccio difficilmente
sostenibile quando i soggetti hanno preferenze divergenti. A questo punto le
preferenze saranno negoziate tra i vari attori e i conflitti di preferenze potranno essere
risolti attraverso pagamenti collaterali o indennizzi monetari per l’accettazione di
aspetti non graditi della mansione.
Le alternative di organizzazione del lavoro comportano diverse combinazioni allocative
dei diritti di azione, decisione e controllo. Una prima distinzione si può basare sulla
configurazione dei diritti di proprietà: forme capitalistiche, imprenditoriali e collettive.
All’interno di queste grandi classi si possono distinguere vari sottotipi.
Nelle forme di organizzazione capitalistica i diritti di proprietà sulle risorse tecniche
sono allocati a una singola parte, la quale si assume il lavoro degli altri. In questo caso
le mansioni sono caratterizzate da prestazioni di l